I temi principali della Regola di S. Benedetto nelle pagine di diversi autori spirituali |
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Cap. II - L'Abate: "Un abate degno di stare a capo di un monastero deve sempre avere presenti le esigenze implicite nel suo nome, mantenendo le proprie azioni al livello di superiorità che esso comporta. Sappiamo infatti per fede che in monastero egli tiene il posto di Cristo, poiché viene chiamato con il suo stesso nome, secondo quanto dice l'Apostolo: "Avete ricevuto lo Spirito di figli adottivi, che vi fa esclamare: Abba, Padre" Missione dell'Abate. Tratto dal libro "Lettere ai monaci" di Gabriel M. Brasò O.S.B. - Ed. Messaggero Padova |
Capitolo LV - Gli abiti e le calzature dei monaci - Bisogna dare ai monaci degli abiti adatti alle condizioni e al clima della località in cui abitano, perché nelle zone fredde si ha maggiore necessità di coprirsi e in quelle calde di meno: il giudizio al riguardo è di competenza dell'abate. Comunque riteniamo che nei climi temperati bastino per ciascun monaco una tonaca e una cocolla, quest'ultima di lana pesante per l'inverno e leggera o lisa per l'estate; inoltre lo scapolare per il lavoro e come calzature, scarpe e calze. Quanto al colore e alla qualità di tutti questi indumenti, i monaci non devono attribuirvi eccessiva importanza,accontentandosi di quello che si può trovare sul posto ed è più a buon mercato.... I monaci che ricevono gli indumenti nuovi, restituiscano i vecchi, che devono essere riposti nel guardaroba per poi distribuirli ai poveri. Infatti a ogni monaco bastano due cocolle e due tonache per potersi cambiare la notte e per lavarle; il di più è superfluo e dev'essere eliminato.... Per la fornitura dei letti poi bastino un pagliericcio, una coperta di grossa tela, un coltrone e un cuscino di paglia o di crine... Ma, per strappare fin dalle radici questo vizio della proprietà, l'abate distribuisca tutto il necessario e cioè: cocolla, tonaca, calze, scarpe, cintura, coltello, ago, fazzoletti e il necessario per scrivere, in modo da togliere ogni pretesto di bisogno. In questo, però, deve sempre tener presente quanto è detto negli Atti degli Apostoli e cioè che "Si dava a ciascuno secondo le sue necessità". Quindi prenda in considerazione le particolari esigenze dei più deboli, anziché la malevolenza degli invidiosi.Comunque, in tutte le sue decisioni si ricordi del giudizio di Dio.
I segni dell’appartenenza, l’abito: Tratto dal libro "Il monachesimo" di Salvatore Pricoco - Editori Laterza 2003 |
Capitolo IV - Gli strumenti delle buone opere: "Prima di tutto amare il Signore Dio con tutto il cuore, con tutta l'anima, con tutte le forze; poi il prossimo come se stesso....Rinnegare completamente se stesso. per seguire Cristo;.... Rendersi estraneo alla mentalità del mondo; non anteporre nulla all'amore di Cristo...pregare per i nemici nell'amore di Cristo." Capitolo V - L'obbedienza: " Il segno più evidente dell'umiltà è la prontezza nell'obbedienza. Questa è caratteristica dei monaci che non hanno niente più caro di Cristo... E' di loro che il Signore dice: " Appena hai udito, mi hai obbedito", mentre rivolgendosi ai superiori dichiara: "Chi ascolta voi, ascolta me"." Capitolo LXIII - L'ordine nella comunità: "...L'abate poi sia chiamato "signore" e "abate", non perché si sia arrogato da sé un tale titolo, ma in onore e per amore di Cristo del quale sappiamo per fede che egli fa le veci. Da parte sua, però, rifletta sull'onore che gli viene tributato e se ne dimostri degno." Capitolo LXXII - Il buon zelo delle buone opere: "...si portino a vicenda un amore fraterno e scevro da ogni egoismo; temano filialmente Dio; amino il loro abate con sincera e umile carità; non antepongano assolutamente nulla a Cristo, che ci conduca tutti insieme alla vita eterna."
Il cuore di Cristo ; tratto dal libro "Cristo nei suoi misteri" di Don Columba Marmion O.S.B. - Ed. Mariotti |
Capitolo IV - Gli strumenti delle buone opere (estratti): 1 Prima di tutto amare il Signore Dio con tutto il cuore, con tutta l'anima, con tutte le forze; 2 poi il prossimo come se stesso... 8 onorare tutti gli uomini, 9 e non fare agli altri ciò che non vorremmo fosse fatto a noi... 41 Riporre in Dio la propria speranza, 42 attribuire a Lui e non a sé quanto di buono scopriamo in noi, 43 ma essere consapevoli che il male viene da noi e accettarne la responsabilità.... 63 Adempiere quotidianamente i comandamenti di Dio... 74 E non disperare mai della misericordia di Dio.
I due precetti dell'amore - Sant’Agostino, Estratto da: "L'ora dell'ascolto" a cura dell'Unione Monastica Italiana per la Liturgia, UMIL, Edizioni Piemme 1997 Fa’ questo e vivrai - Estratto da: "Amare", di David Maria Turoldo - Edizioni San Paolo, 1986 (ed. 2001). |
Capitolo IV - Gli strumenti delle buone opere: 1 Prima di tutto amare il Signore Dio con tutto il cuore, con tutta l'anima, con tutte le forze; 2 poi il prossimo come se stesso... 31 amare i nemici, 32 non ricambiare le ingiurie e le calunnie, ma piuttosto rispondere con la benevolenza verso i nostri offensori,... 72 pregare per i nemici nell'amore di Cristo, 73 nell'eventualità di un contrasto con un fratello, stabilire la pace prima del tramonto del sole.
Amore per i propri nemici - di Benoît Standaert, O.S.B.- Estratto e tradotto da "Spirituality: an art of living: a monk’s alphabet of spiritual practices" - Collegeville, Minnesota : Liturgical Press, 2018 |
IV - Gli strumenti delle buone opere: 1 Prima di tutto amare il Signore Dio con tutto il cuore, con tutta l'anima, con tutte le forze; 2 poi il prossimo come se stesso... 46 anelare con tutta l'anima alla vita eterna, II - L'Abate: 33 Soprattutto si guardi dal perdere di vista o sottovalutare la salvezza delle anime, di cui è responsabile, per preoccuparsi eccessivamente delle realtà terrene, transitorie e caduche, 34 ma pensi sempre che si è assunto l'impegno di dirigere delle anime, di cui un giorno dovrà rendere conto VII - L'umiltà: 8 La scala così eretta, poi, è la nostra vita terrena che, se il cuore è umile, Dio solleva fino al cielo; 9 noi riteniamo infatti che i due lati della scala siano il corpo e l'anima nostra, nei quali la divina chiamata ha inserito i diversi gradi di umiltà o di esercizio ascetico per cui bisogna salire. XXV - Le colpe più gravi: 1 Il monaco colpevole di mancanze più gravi sia invece sospeso oltre che dalla mensa anche dal coro... 3 consapevole della terribile sentenza dell'apostolo che dice: 4 "Costui è stato consegnato alla morte della carne, perché la sua anima sia salva nel giorno del Signore". XLVIII - Il lavoro quotidiano: 1 L'ozio è nemico dell'anima, perciò i monaci devono dedicarsi al lavoro in determinate ore e in altre, pure prestabilite, allo studio della parola di Dio. LVIII - Norme per l'accettazione dei fratelli: 6 Ad essi venga inoltre preposto un monaco anziano, capace di conquistare le anime, con l'incarico di osservarli molto attentamente. |
Capitolo IV - Gli strumenti delle buone opere (estratti): - Rinnegare completamente se stesso. per seguire Cristo; Capitolo XLIX - La quaresima dei monaci: Anche se è vero che la vita del monaco deve avere sempre un carattere quaresimale, visto che questa virtù è soltanto di pochi, insistiamo particolarmente perché almeno durante la Quaresima ognuno vigili con gran fervore sulla purezza della propria vita, profittando di quei santi giorni per cancellare tutte le negligenze degli altri periodi dell'anno. L'ascesi delle fraternità - Tratto da" Come loro " (La vita religiosa dei Piccoli Fratelli di Padre de Foucauld) - di R. Voillaume -Edizioni Paoline |
Prologo della Regola: " Ascolta, figlio mio, gli insegnamenti del maestro e apri docilmente il tuo cuore; accogli volentieri i consigli ispirati dal suo amore paterno e mettili in pratica con impegno, in modo che tu possa tornare attraverso la solerzia dell'obbedienza a Colui dal quale ti sei allontanato per l'ignavia della disobbedienza. " Dammi, Signore, un cuore che ascolta (1 Re 3, 9); Tratto dal libro "Un coeur qui écoute" di Soeur Jeanne d'Arc, o.p. - Les Editions du Cerf (Traduzione libera)
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Prologo della Regola - 33 Perciò il Signore stesso dichiara nel Vangelo: "Chi ascolta da me queste parole e le mette in pratica, sarà simile a un uomo saggio il quale edificò la sua casa sulla roccia. 34 E vennero le inondazioni e soffiarono i venti e si abbatterono su quella casa, ma essa non cadde, perché era fondata sulla roccia". 35 Dopo aver concluso con queste parole il Signore attende che, giorno per giorno, rispondiamo con i fatti alle sue sante esortazioni. 36 Ed è proprio per permetterci di correggere i nostri difetti che ci vengono dilazionati i giorni di questa vita 37 secondo le parole dell'Apostolo: "Non sai che con la sua pazienza Dio vuole portarti alla conversione?"
Avvento - Colui che ci attende, ci precede - Estratto da “La Santa Notte. Dall'Avvento all'Epifania” di Romano Guardini, Morcelliana 1994 |
Capitolo IX - I salmi dell'Ufficio notturno: 4 Quindi segua l'inno e poi sei salmi con le antifone, 5 finiti i quali e detto il versetto, l'abate dia la benedizione...
Benedetto il Signore la cui parola dà vita a tutto ciò che esiste - Estratto da "Se così si può dire... Variazioni sull’ebraismo vivente" di Paolo De Benedetti - EDB - Edizioni Dehoniane Bologna 2014 La forza della benedizione: Bernard Sawicki O.S.B. - Dal Sito “www.interris.it” - 2 Giugno 2019 |
IV - Gli strumenti delle buone opere VII - L'umiltà - 67 Una volta ascesi tutti questi gradi dell'umiltà, il monaco giungerà subito a quella carità, che quando è perfetta, scaccia il timore; 68 per mezzo di essa comincerà allora a custodire senza alcuno sforzo e quasi naturalmente, grazie all'abitudine, tutto quello che prima osservava con una certa paura; 69 in altre parole non più per timore dell'inferno, ma per amore di Cristo, per la stessa buona abitudine e per il gusto della virtù. 70 Sono questi i frutti che, per opera dello Spirito Santo, il Signore si degnerà di rendere manifesti nel suo servo, purificato ormai dai vizi e dai peccati. LIII - L'accoglienza degli ospiti LXVI - I portinai del monastero LXXI - L'obbedienza fraterna LXXII - Il buon zelo dei monaci Carità:
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Castità e comunità nella Regola di San Benedetto
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Capitolo IV - Gli strumenti delle buone opere: 55 Ascoltare volentieri la lettura della parola di Dio, 56 dedicarsi con frequenza alla preghiera; 57 in questa confessare ogni giorno a Dio con profondo dolore le colpe passate 58 e cercare di emendarsene per l'avvenire. Capitolo VII - L'umiltà: 62 Il dodicesimo grado dell’umiltà, infine, è quello del monaco,… che 64 considerandosi sempre reo per i propri peccati, si vede già dinanzi al tremendo giudizio di Dio, 65 ripetendo continuamente in cuor suo ciò che disse, con gli occhi fissi a terra il pubblicano del Vangelo: "Signore, io, povero peccatore, non sono degno di alzare gli occhi al cielo". Capitolo XX - La riverenza nella preghiera: 1 Se quando dobbiamo chiedere un favore a qualche personaggio, osiamo farlo solo con soggezione e rispetto, 2 quanto più dobbiamo rivolgere la nostra supplica a Dio, Signore di tutte le cose, con profonda umiltà e sincera devozione. Capitolo XLIX - La quaresima dei monaci: 2 … almeno durante la Quaresima ognuno vigili con gran fervore sulla purezza della propria vita, 3 profittando di quei santi giorni per cancellare tutte le negligenze degli altri periodi dell'anno. 4 E questo si realizza degnamente, astenendosi da ogni peccato e dedicandosi con impegno alla preghiera accompagnata da lacrime di pentimento, allo studio della parola di Dio, alla compunzione del cuore e al digiuno. La compunzione nella Regola di san Benedetto |
LA
COMUNITA' La fede
cristiana è una vita con gli altri: Frère John di Taizé -
Convegno sulla vita comune Milano, 21 novembre 2020 |
Capitolo XXXIII - Il "vizio" della proprietà: Nel monastero questo vizio dev'essere assolutamente stroncato fin dalle radici, "Tutto sia comune a tutti", come dice la Scrittura, e "nessuno dica o consideri propria qualsiasi cosa". Capitolo XXXIV - La distribuzione del necessario: "Si distribuiva a ciascuno proporzionatamente al bisogno", si legge nella Scrittura. Con questo non intendiamo che si debbano fare preferenze - Dio ce ne liberi! - ma che si tenga conto delle eventuali debolezze; quindi chi ha meno necessità, ringrazi Dio senza amareggiarsi, mentre chi ha maggiori bisogni, si umili per la propria debolezza, invece di montarsi la testa per le attenzioni di cui è fatto oggetto e così tutti i membri della comunità staranno in pace. Capitolo LV - Gli abiti e le calzature dei monaci: In questo, però, deve sempre tener presente quanto è detto negli Atti degli Apostoli e cioè che "Si dava a ciascuno secondo le sue necessità". Quindi prenda in considerazione le particolari esigenze dei più deboli, anziché la malevolenza degli invidiosi. Comunque, in tutte le sue decisioni si ricordi del giudizio di Dio. - “Nessuno tra loro era bisognoso” (At 4, 34) di Enzo Bianchi - Convegno Caritas Ambrosiana nov. 2004 |
Prologo: "... Ed è proprio per permetterci di correggere i nostri difetti che ci vengono dilazionati i giorni di questa vita secondo le parole dell'Apostolo: "Non sai che con la sua pazienza Dio vuole portarti alla conversione?" ... ". Capitolo VII - L'umiltà: "... perché è misericordioso e aspetta la nostra conversione, ... ". Capitolo LVIII - Norme per l'accettazione dei fratelli: "... Al momento dell'ammissione faccia in coro, davanti a tutta la comunità, solenne promessa di stabilità, conversione continua e obbedienza, ... " La conversione; Tratto dal libro "Le confessioni " di Sant'Agostino - Edizioni Rizzoli |
IL CORPO
L'antropologia monastica nella Regola di Benedetto - di Cecilia Falchini - Estratto e tradotto da "Cuadernos Monasticos" 148 (2004) 21 – 38 - Ediciones Cuadernos Monásticos |
Capitolo XVI - La celebrazione dei divini Offici durante le ore del giorno "Sette volte al giorno ti ho lodato", dice il profeta. ...Dunque in queste ore innalziamo lodi al nostro Creatore... Capitolo LXXIII - La modesta portata di questa regola Abbiamo abbozzato questa Regola con l'intenzione che ... riusciamo almeno a dar prova di possedere una certa rettitudine di costumi...... O esiste un'opera dei padri della Chiesa che non mostri chiaramente la via più rapida e diretta per raggiungere l'unione con il nostro Creatore?
La spiritualità benedettina della creazione: tratto dal libro "Apri i tuoi sensi a Dio" di Anselm Grün, O.S.B. - Edizioni San Paolo 2001 |
IL CUORE
Cuore: il luogo della lotta invisibile
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Capitolo VII - L'umiltà: " Il settimo grado dell'umiltà consiste non solo nel qualificarsi come il più miserabile di tutti, ma nell'esserne convinto dal profondo del cuore, umiliandosi e dicendo con il profeta: "Ora io sono un verme e non un uomo, l'obbrobrio degli uomini e il rifiuto della plebe"; "Mi sono esaltato e quindi umiliato e confuso" e ancora: "Buon per me che fui umiliato, perché imparassi la tua legge". Elogio della debolezza (ma non della miseria); di Enzo Bianchi - tratto dal quotidiano "Avvenire" |
Capitolo IV - Gli
strumenti delle buone opere: 10 Rinnegare
completamente se stesso. per seguire Cristo; 11 mortificare il
proprio corpo, 12 non cercare le comodità, 13 amare
il digiuno.
Il digiuno: Estratto
da “La teologia dei Padri”, Vol. 3, a cura di G. Mura - Città Nuova,
1975 |
Capitolo XLVIII - Il lavoro quotidiano: ".... Tutto però si svolga con discrezione, in considerazione dei più deboli." Capitolo LXIV - L'elezione dell'abate: "... proceda con discernimento e moderazione, tenendo presente la discrezione del santo patriarca Giacobbe,... Seguendo questo e altri esempi di quella discrezione che è la madre di tutte le virtù, disponga ogni cosa in modo da stimolare le generose aspirazioni dei forti, senza scoraggiare i deboli." La discrezione; Tratto dal libro "Conferenze spirituali " di G. Cassiano - Edizioni Paoline |
Capitolo XXXVIII - La lettura in refettorio: 2. Dopo la Messa e la comunione, il lettore che entra in funzione si raccomandi nel coro alle preghiere dei fratelli, perché Dio lo tenga lontano da ogni tentazione di vanità; 3. e tutti ripetano per tre volte il versetto: "Signore apri le mie labbra e la mia bocca annunzierà la tua lode", che è stato intonato dal lettore stesso, ... Capitolo LIX - I piccoli oblati: 1 Se qualche persona facoltosa volesse offrire il proprio figlio a Dio nel monastero e il ragazzo è ancora piccino, i genitori stendano la domanda di cui abbiamo parlato nel capitolo precedente 2 e l'avvolgano nella tovaglia dell'altare insieme con l'oblazione della Messa e la mano del bimbo, offrendolo in questo modo.... 8 Quanto a coloro che non possiedono proprio nulla, facciano semplicemente la domanda e offrano il loro figlioletto con l'oblazione della Messa, alla presenza di testimoni. Capitolo LXII - I sacerdoti del monastero: 1. Se un abate desidera che uno dei suoi monaci sia ordinato sacerdote o diacono per il servizio della comunità scelga in essa un fratello degno di esercitare tali funzioni. 2. Ma il monaco ordinato si guardi dalla vanità e dalla superbia ...
(Nell'orario fissato con tanti particolari da san Benedetto non figura la messa quotidiana nei giorni feriali, nemmeno in quaresima. Nel monastero al tempo di san Benedetto la messa conventuale e solenne si celebrava solo la domenica e le feste. Questo non deve sorprendere. Solo posteriormente a san Benedetto si andò estendendo l'uso della messa quotidiana (cominciando dall'Africa e dalla Spagna). Naturalmente, oggi la messa conventuale è il centro della giornata monastica ("Appunti sulla Regola di san Benedetto" di D. Lorenzo Sena O.S.B. Silv.).
"La Santa Messa" di Papa Francesco - Udienze generali estratte dal sito della Santa Sede: https://www.vatican.va/ "Eucaristia e vita monastica" di Dom Adalbert de Vogüé osb - Estratto da "Deus absconditus", anno 83, n. 3, Luglio-Settembre 1992, pp. 18-28 "L’Eucaristia nella storia della salvezza" di Raniero Cantalamessa O.F.M. Cap.- Estratto da “L'Eucaristia nostra santificazione”, Ed. Ancora 2014 (Prima edizione 1991) |
LA FEDE "Man mano che progrediamo nella vita monastica e nella fede", di John Kurichianil, osb., Abate di Kappadu et Presidente dell’ISBF (Confederazione Benedettina Indo Sri-Lankese) Estratto e tradotto dal “Bollettino n. 84” dell’“Alliance InterMonastère” (oimintl.org) 2005 |
Prologo della Regola: Quando poi il Signore cerca il suo operaio tra la folla, insiste dicendo: "Chi è l'uomo che vuole la vita e arde dal desiderio di vedere giorni felici?". Se a queste parole tu risponderai: "Io!", Dio replicherà: "Se vuoi avere la vita, quella vera ed eterna, guarda la tua lingua dal male e le tue labbra dalla menzogna. Capitolo V - L'obbedienza: Ma questa obbedienza sarà accetta a Dio e gradevole agli uomini, se il comando ricevuto verrà eseguito senza esitazione, lentezza o tiepidezza e tantomeno con mormorazioni o proteste, perché l'obbedienza che si presta agli uomini è resa a Dio, come ha detto lui stesso: "Chi ascolta voi, ascolta me". I monaci dunque devono obbedire con slancio e generosità, perché "Dio ama chi dona con gioia". Capitolo VII - L'umilità: E per dimostrare come il servo fedele deve sostenere per il Signore tutte le possibili contrarietà, esclama per bocca di quelli che patiscono: "Ogni giorno per te siamo messi a morte, siamo trattati come pecore da macello". Ma con la sicurezza che nasce dalla speranza della divina retribuzione, costoro soggiungono lietamente: "E di tutte queste cose trionfiamo in pieno, grazie a colui che ci ha amato". Capitolo XLIX - La quaresima dei monaci : Perciò durante la Quaresima aggiungiamo un supplemento al dovere ordinario del nostro servizio, come, per es., preghiere particolari, astinenza nel mangiare o nel bere, in modo che ognuno di noi possa di propria iniziativa offrire a Dio "con la gioia dello Spirito Santo" qualche cosa di più di quanto deve già per la sua professione monastica. La gioia dei Discepoli - tratto dal libro "DIO DELLA MIA GIOIA" di Anna Maria Canopi osb - Ed. PIEMME
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III - La consultazione della comunità: 1 Ogni volta che in monastero bisogna trattare qualche questione importante, l'abate convochi tutta la comunità ed esponga personalmente l'affare in oggetto. ... 3 Ma abbiamo detto di consultare tutta la comunità, perché spesso è proprio al più giovane che il Signore rivela la soluzione migliore. IV - Gli strumenti delle buone opere: 70 rispettare gli anziani, 71 amare i giovani, LXIII - L'ordine della comunità: 1 Nella comunità ognuno conservi il posto che gli spetta secondo la data del suo ingresso o l'esemplarità della sua condotta o la volontà dell'abate…5 E in nessuna occasione l'età costituisca un criterio distintivo o pregiudizievole per stabilire i posti, 6 perché Samuele e Daniele, quando erano ancora fanciulli, giudicarono gli anziani... 9 Per quanto riguarda i ragazzi, invece, si osservi in tutto e per tutto la relativa disciplina. 10 I più giovani, dunque, trattino con riguardo i più anziani, che a loro volta li ricambino con amore. 11 Anche quando si chiamano tra loro, nessuno si permetta di rivolgersi all'altro con il solo nome, 12 ma gli anziani diano ai giovani l'appellativo di "fratello" e i giovani usino per gli anziani quello di "reverendo padre", come espressione del loro rispetto filiale. LXXI - L'obbedienza fraterna:1 La virtù dell'obbedienza non dev'essere solo esercitata da tutti nei confronti dell'abate, ma bisogna anche che i fratelli si obbediscano tra loro, 2 nella piena consapevolezza che è proprio per questa via dell'obbedienza che andranno a Dio. …4 per il resto i più giovani obbediscano ai confratelli più anziani con la massima carità e premura. |
Capitolo XLVIII - Il lavoro quotidiano: "L'ozio è nemico dell'anima, perciò i monaci devono dedicarsi al lavoro in determinate ore e in altre, pure prestabilite, allo studio della parola di Dio. ..... Ma se le esigenze locali o la povertà richiedono che essi si occupino personalmente della raccolta dei prodotti agricoli, non se ne lamentino, perché i monaci sono veramente tali, quando vivono del lavoro delle proprie mani come i nostri padri e gli Apostoli. Tutto però si svolga con discrezione, in considerazione dei più deboli. ..." Capitolo LVII - I monaci che praticano un'arte o un mestiere: "Se in monastero ci sono dei fratelli esperti in un'arte o in un mestiere, li esercitino con la massima umiltà, purché l'abate lo permetta... "affinché in ogni cosa sia glorificato Dio". "
Travail ( Lavoro); a cura di Jacques Guillet S.J. e Paul de Surgy - Tratto dal libro "Vocabulaire de Théologie biblique" - Les Éditions du Cerf - (Traduzione libera) |
Capitolo XXXVIII - La lettura in refettorio: Alla mensa dei monaci non deve mai mancare la lettura, né è permesso di leggere a chiunque abbia preso a caso un libro qualsiasi, ma bisogna che ci sia un monaco incaricato della lettura, che inizi il suo compito alla domenica. Capitolo XLII - Il silenzio dopo compieta: I monaci devono custodire sempre il silenzio con amore, ma soprattutto durante la notte.... appena alzati da cena, i monaci si riuniscano tutti insieme e uno di loro legga le Conferenze o le Vite dei Padri o qualche altra opera di edificazione,... Capitolo XLVIII - Il lavoro quotidiano: L'ozio è nemico dell'anima, perciò i monaci devono dedicarsi al lavoro in determinate ore e in altre, pure prestabilite, allo studio della parola di Dio.... Dal 14 settembre, poi, fino al principio della Quaresima, si applichino allo studio fino alle 9, quando celebreranno l'ora di Terza, dopo la quale tutti saranno impegnati nei rispettivi lavori fino a Nona, e cioè alle 14. Al primo segnale di Nona, ciascuno interrompa il proprio lavoro per essere pronto al suono del secondo segnale. Dopo il pranzo si dedichino alla lettura personale o allo studio dei salmi. Il posto dei libri nelle più antiche regole monastiche: di Adalbert de Vogüé, estratto e tradotto da “Revue Mabillon” 16 (T. 77) - Abbaye Saint-Martin, 2005 Dallo scriptorium senza biblioteca alla biblioteca senza scriptorium: di Guglielmo Cavallo. Estratto da: “Dall'eremo al cenobio”. Autori vari. Libri Scheiwiller – Milano 1987 |
Capitolo IV - Gli strumenti delle buone opere: " -Ascoltare volentieri la lettura della parola di Dio,..." Capitolo XLVIII - Il lavoro quotidiano: " - L'ozio è nemico dell'anima, perciò i monaci devono dedicarsi al lavoro in determinate ore e in altre, pure prestabilite, allo studio della parola di Dio. " SAN BENEDETTO E LA «LECTIO DIVINA» - estratto da " IL VESCOVO E IL MONACO" di Carlo Maria Martini - Cardinale Arcivescovo di Milano - Edito dall'Abbazia San Benedetto di Seregno LE RADICI STORICHE DELLA LECTIO DIVINA - estratto da: “Abitare la parola” - G. Farro e altri - Ed. Il pozzo di Giacobbe 2005 Excursus sulla LECTIO DIVINA - estratto da "Appunti sulla Regola di S. Benedetto" di D. Lorenzo Sena, OSB. Silv. - pubblicato sul sito Web del Monastero S. Vincenzo di Bassano Romano (VT) (https://sanvincenzo.silvestrini.org) GESÙ’ LIBRO E GESÙ’ LETTORE: di Jean Leclercq O.S.B. - Estratto da «OSSA HUMILIATA» I, Frammenti di spiritualità monastica, edito dall'Abbazia San Benedetto di Seregno 1993 Scriptura crescit cum legente: porterà frutti a suo tempo: Lorenzo Saraceno O.S.B. Cam. - Estratto da “Vita monastica”, Anno LV, n. 218 - Edizioni Camaldoli 2001 |
Capitolo XVI - La celebrazione dei divini Offici durante le ore del giorno: " "Sette volte al giorno ti ho lodato", dice il profeta. Questo sacro numero di sette sarà adempiuto da noi, se assolveremo i doveri del nostro servizio alle Lodi, a Prima, a Terza, a Sesta, a Nona, a Vespro e Compieta,.. Dunque in queste ore innalziamo lodi al nostro Creatore "per le opere della sua giustizia" e cioè alle lodi, a Prima, a Terza, a Sesta, a Nona, a Vespro e a Compieta e di notte alziamoci per celebrare la sua grandezza. " Capitolo XVIII - L'ordine dei salmi nelle ore del giorno: "Ci teniamo però ad avvertire che, se qualcuno non trovasse conveniente tale distribuzione dei salmi, li disponga pure come meglio crede, purché badi bene di fare in modo che in tutta la settimana si reciti l'intero salterio di centocinquanta salmi... dato che dei nostri padri si legge che in un sol giorno adempivano con slancio e fervore quanto è augurabile che noi tiepidi riusciamo a eseguire in una settimana." Capitolo XIX - La partecipazione interiore all'Ufficio divino: "Sappiamo per fede che Dio è presente dappertutto... Perciò ricordiamoci sempre di quello che dice il profeta: "Servite il Signore nel timore" e ancora: "Lodatelo degnamente" e ancora: " Ti canterò alla presenza degli angeli"... e partecipiamo alla salmodia in modo tale che l'intima disposizione dell'animo si armonizzi con la nostra voce." "L’ OFFICIUM DIVINUM ALL’EPOCA DELLA RIFORMA CAROLINGIA" - a cura di Alceste Catella - Tratto dal libro "L'Anaunia e i suoi martiri" - Bibliotheca Civis - X - Trento 1997 |
IX - I salmi dell'Ufficio notturno: 1 Nel suddetto periodo invernale si dica prima di tutto per tre volte il versetto: "Signore, apri le mie labbra e la mia bocca annunzierà la tua lode", XI - L'Ufficio notturno nelle Domeniche: 8 Dopo il quarto responsorio l'abate intoni l'inno " Te Deum laudamus ", 9 finito il quale lo stesso abate legga la lezione dai Vangeli, ... 10 Al termine di questa lettura tutti rispondano Amen, poi l'abate prosegua immediatamente con l'inno " Te decet laus " e, recitata la preghiera di benedizione, si incomincino le Lodi. XVI - La celebrazione dei divini Offici durante il giorno: 1 "Sette volte al giorno ti ho lodato", dice il profeta. 2 Questo sacro numero di sette sarà adempiuto da noi, se assolveremo i doveri del nostro servizio alle Lodi, a Prima, a Terza, a Sesta, a Nona, a Vespro e Compieta, 3 perché proprio di queste ore diurne il profeta ha detto: "Sette volte al giorno ti ho lodato". XXXVIII - La lettura in refettorio: 1 Alla mensa dei monaci non deve mai mancare la lettura, ... 2 Dopo la Messa e la comunione, il lettore che entra in funzione si raccomandi nel coro alle preghiere dei fratelli, perché Dio lo tenga lontano da ogni tentazione di vanità; 3 e tutti ripetano per tre volte il versetto: "Signore apri le mie labbra e la mia bocca annunzierà la tua lode", che è stato intonato dal lettore stesso,... |
Prologo della Regola - 8 Alziamoci, dunque, una buona volta, dietro l'incitamento della Scrittura che esclama: "E' ora di scuotersi dal sonno!" 9 e aprendo gli occhi a quella luce divina ascoltiamo con trepidazione ciò che ci ripete ogni giorno la voce ammonitrice di Dio: 10 "Se oggi udrete la sua voce, non indurite il vostro cuore!" 11 e ancora: " Chi ha orecchie per intendere, ascolti ciò che lo Spirito dice alle Chiese!". 12 E che dice? " Venite, figli, ascoltatemi, vi insegnerò il timore di Dio. 13 Correte, finché avete la luce della vita, perché non vi colgano le tenebre della morte".
Il cammino dei popoli verso la luce - tratto da “Piccolo manuale della speranza” di Carlo Maria Martini, Giunti Editore 2012. |
LA MALATTIA
I monaci di fronte alla malattia fisica e spirituale: Di R. Greci, Università degli Studi di Parma, estratto da "Hortus Artium Medievalium" Vol. 23/1, 2017 Medicina Monastica: estratto da "Storia della medicina", di Giuseppe Armocida, Editoriale Jaca Book, 1993 |
LA MANSUETUDINE Nell'officina della mansuetudine: estratto da "Mansuetudine: volto del monaco" di Anna Maria Cànopi O.S.B. - Edizioni La Scala 1995 |
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Capitolo IV - Gli strumenti delle buone opere: ... nell'eventualità di un contrasto con un fratello, stabilire la pace prima del tramonto del sole. E non disperare mai della misericordia di Dio.
La misericordia nella Regola di san Benedetto - Sr. Maria Auxilia Cassano O.S.B. - Dal sito suorebenedettine.it, 2015 Beati i misericordiosi - Walter Kasper - Estratto da “Misericordia – Concetto fondamentale del Vangelo – Chiave della vita cristiana” - Editrice Queriniana 20168 |
IL MONDO
La relazione con il mondo nella Regola di San Benedetto |
LA MORMORAZIONE |
Prologo: " Venite, figli, ascoltatemi, vi insegnerò il timore di Dio. Capitolo IV - Gli strumenti delle buone opere: " ...- anelare con tutta l'anima alla vita eterna, - prospettarsi sempre la possibilità della morte. ..." L'entrata in orazione; Articolo di Soeur Jeanne d'Arc o.p. - estratto dalla rivista"Cahiers sur l'Oraison, nov. 1958 " - Ediz. Epiphanie (Traduzione libera) La libertà di Gesù dalla paura della morte - Ludwig Monti - Estratto dal libro "Gesù, uomo libero - Ed. Qiqajon 2020 |
Prologo della Regola: " Ascolta, figlio mio, gli insegnamenti del maestro e apri docilmente il tuo cuore; accogli volentieri i consigli ispirati dal suo amore paterno e mettili in pratica con impegno, in modo che tu possa tornare attraverso la solerzia dell'obbedienza a Colui dal quale ti sei allontanato per l'ignavia della disobbedienza." Cap. V - L'obbedienza: " Il segno più evidente dell'umiltà è la prontezza nell'obbedienza. Questa è caratteristica dei monaci che non hanno niente più caro di Cristo...Ma questa obbedienza sarà accetta a Dio e gradevole agli uomini, se il comando ricevuto verrà eseguito senza esitazione, lentezza o tiepidezza e tantomeno con mormorazioni o proteste, perché l'obbedienza che si presta agli uomini è resa a Dio, come ha detto lui stesso: "Chi ascolta voi, ascolta me". Capitolo LVIII - Le obbedienze impossibili - "Anche se a un monaco viene imposta un'obbedienza molto gravosa, o addirittura impossibile a eseguirsi, il comando del superiore dev'essere accolto da lui con assoluta sottomissione e soprannaturale obbedienza... e obbedisca per amore di Dio, confidando nel Suo aiuto." Bonum obedientiae (Il bene dell'obbedienza); Tratto dal libro "Cristo Ideale del Monaco" di Don Columba Marmion O.S.B. - Scritti monastici - Monaci Benedettini di Praglia 1936 Obbedienza:
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XLIII - La puntualità nell'Ufficio divino e in refettorio: All'ora dell'Ufficio divino, appena si sente il segnale, lasciato tutto quello che si ha tra le mani, si accorra con la massima sollecitudine, ma nello stesso tempo con gravità, per non dare adito alla leggerezza. In altre parole non si anteponga nulla all'Opera di Dio".L - I monaci che lavorano lontano o sono in viaggio: I fratelli, che lavorano molto lontano e non possono essere presenti in coro nell'ora fissata per l'Opera di Dio, se l'impossibilità in cui si trovano è stata effettivamente accettata dall'abate, recitino pure l'Opera di Dio sul posto di lavoro, mettendosi in ginocchio per la reverenza dovuta a Dio. LVIII - Norme per l'accettazione dei fratelli: Quando si presenta un aspirante alla vita monastica, non bisogna accettarlo con troppa facilità, ma, come dice l'Apostolo: "Provate gli spiriti per vedere se vengono da Dio"..... In primo luogo bisogna accertarsi se il novizio cerca veramente Dio, se ama l'Opera di Dio, l'obbedienza e persino le inevitabili contrarietà della vita comune. XVII - I monaci mandati in viaggio: I monaci, che sono mandati in viaggio, si raccomandino alle preghiere di tutti i confratelli e dell'abate; e nell'orazione conclusiva dell'Opera di Dio si ricordino sempre tutti gli assenti.
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Prologo: Quando poi il Signore cerca il suo operaio tra la folla, insiste dicendo: "Chi è l'uomo che vuole la vita e arde dal desiderio di vedere giorni felici?". Se a queste parole tu risponderai: "Io!", Dio replicherà: "Se vuoi avere la vita, quella vera ed eterna, guarda la tua lingua dal male e le tue labbra dalla menzogna. Allontanati dall'iniquità, opera il bene, cerca la pace e seguila". Capitolo IV - Gli strumenti delle buone opere: Adempiere quotidianamente i comandamenti di Dio. Amare la castità, non odiare nessuno, non essere geloso, non coltivare l'invidia, non amare le contese, fuggire l'alterigia e rispettare gli anziani, amare i giovani, pregare per i nemici nell'amore di Cristo, nell'eventualità di un contrasto con un fratello, stabilire la pace prima del tramonto del sole. Capitolo XXXIV - La distribuzione del necessario: "Si distribuiva a ciascuno proporzionatamente al bisogno", si legge nella Scrittura. Con questo non intendiamo che si debbano fare preferenze - Dio ce ne liberi! - ..... e così tutti i membri della comunità staranno in pace. |
Capitolo LXXIII - La modesta portata di questa regola: Abbiamo abbozzato questa Regola con l'intenzione che, mediante la sua osservanza nei nostri monasteri, riusciamo almeno a dar prova di possedere una certa rettitudine di costumi e di essere ai primordi della vita monastica. Del resto, chi aspira alla pienezza di quella vita dispone degli insegnamenti dei santi Padri, il cui adempimento conduce all'apice della perfezione. C'è infatti una pagina, anzi una parola, dell'antico o del nuovo Testamento, che non costituisca una norma esattissima per la vita umana?. O esiste un'opera dei padri della Chiesa che non mostri chiaramente la via più rapida e diretta per raggiungere l'unione con il nostro Creatore? Chi sono i Padri? - di Élisabeth T. Barbier - Estratto da: "La patristica" , Edizioni San Paolo 1996 I Padri del Deserto e San Benedetto - di Louis Leloir O.S.B. - Estratto da "Nouvelle Revue Théologique" 102/2 (1980) Detti dei Padri del deserto scelti e presentati da Thomas Merton - Titolo originale "The Wisdom of the Desert", Traduzione di Caterina Licciardi, Tea edizioni 2003 |
IL PADRE NOSTRO - L'ORAZIONE DOMENICALE XIII - Le lodi nei giorni feriali - Ma l'Ufficio delle Lodi e del Vespro non si chiuda mai senza che, secondo l'uso stabilito, alla fine, tra l'attenzione di tutti, il superiore reciti il Pater per le offese alla carità fraterna che avvengono di solito nella vita comune, in modo che i presenti possano purificarsi da queste colpe, grazie all'impegno preso con la stessa preghiera nella quale dicono: "Rimetti a noi, come anche noi rimettiamo". Nelle altre Ore, invece, si dica ad alta voce solo l'ultima parte del Pater, a cui tutti rispondano: "Ma liberaci dal male". XVII - Salmi delle ore del giorno - L'Ufficio del Vespro comprenda quattro salmi con le antifone, dopo i quali si reciti la lezione, quindi il responsorio, l'inno, il versetto, il cantico del Vangelo, il Kyrie e il Pater, a cui segue il congedo.
Catechesi sul “Padre nostro”; Cipriano - La Preghiera del Signore; Tratto dal libro "Preghiere dei primi Cristiani" di Adalberto Hamman - Editrice Vita e Pensiero
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LA PAZIENZA
Capitolo IV - Gli strumenti delle buone opere:
29 non rendere male per male, 30 non fare torti a nessuno, ma
sopportare pazientemente
quelli che vengono fatti a noi; 31 amare i nemici,...
LA
PAZIENZA: di Papa Francesco - Udienza Generale del 27 marzo 2024
- Libreria Editrice Vaticana |
Capitolo VI - L'amore del silenzio: Facciamo come dice il profeta: "Ho detto: Custodirò le mie vie per non peccare con la lingua; ho posto un freno sulla mia bocca, non ho parlato, mi sono umiliato e ho taciuto anche su cose buone". Dunque l'importanza del silenzio è tale che persino ai discepoli perfetti bisogna concedere raramente il permesso di parlare, sia pure di argomenti buoni, santi ed edificanti, perché sta scritto: "Nelle molte parole non eviterai il peccato"... Capitolo VII - L'umiltà: I Dunque il primo grado dell'umiltà è quello in cui, rimanendo sempre nel santo timor di Dio, si fugge decisamente la leggerezza e la dissipazione, si tengono costantemente presenti i divini comandamenti e si pensa di continuo all'inferno, in cui gli empi sono puniti per i loro peccati, e alla vita eterna preparata invece per i giusti.... Capitolo LXXII - Il buon zelo dei monaci: Come c'è un cattivo zelo, pieno di amarezza, che separa da Dio e porta all'inferno, così ce n'è uno buono, che allontana dal peccato e conduce a Dio e alla vita eterna....
Il peccato degli uomini: di Cesls Spicq O.P., estratto da “Grandi temi biblici” – Edizioni Paoline 1960 |
IL PERDONO IV - Gli strumenti delle buone opere: 32 non ricambiare le ingiurie e le calunnie, ma piuttosto rispondere con la benevolenza verso i nostri offensori,...73 nell'eventualità di un contrasto con un fratello, stabilire la pace prima del tramonto del sole. XIII - Le lodi nei giorni feriali: 12 Ma l'Ufficio delle Lodi e del Vespro non si chiuda mai senza che... il superiore reciti il Pater per le offese alla carità fraterna che avvengono di solito nella vita comune, 13 in modo che i presenti possano purificarsi da queste colpe, grazie all'impegno preso con la stessa preghiera nella quale dicono: "Rimetti a noi, come anche noi rimettiamo". XXIV - La misura della scomunica: 1 La scomunica e, in genere, la punizione disciplinare dev'essere proporzionata alla gravità della colpa 2 e ciò è di competenza dell'abate....7 fino a quando avrà ottenuto il perdono con una conveniente riparazione. XLIII - La puntualità nell'Ufficio divino e in refettorio: 10 Nelle Ore del giorno, invece, il monaco che arriva all'Ufficio divino dopo il versetto o il Gloria del primo salmo, che segue lo stesso versetto, si metta all'ultimo posto...11 fino a che non avrà riparato, a meno che l'abate gliene dia il permesso con il suo perdono; La risorsa sociale del perdono: Giulia Paola Di Nicola, Attilio Danese - Estratto da “Perdono... per dono - Quale risorsa per la società e la famiglia” - Effatà Editrice 2009 |
Capitolo XXXIII - Il "vizio" della proprietà: "Nel monastero questo vizio dev'essere assolutamente stroncato fin dalle radici, .... «Tutto sia comune a tutti», come dice la Scrittura, e «nessuno dica o consideri propria qualsiasi cosa»." Capitolo LV - Gli abiti e le calzature dei monaci: "Ma, per strappare fin dalle radici questo vizio della proprietà, l'abate distribuisca tutto il necessario..., in modo da togliere ogni pretesto di bisogno. In questo, però, deve sempre tener presente quanto è detto negli Atti degli Apostoli e cioè che "Si dava a ciascuno secondo le sue necessità". Quindi prenda in considerazione le particolari esigenze dei più deboli, anziché la malevolenza degli invidiosi." La povertà (conclusione); Tratto dal libro "Les pauvres que Dieu aime" (I poveri che Dio ama) di A. Gelin P.S.S. - Les Éditions du Cerf (Traduzione libera) |
Capitolo XVI - La celebrazione dei divini Offici durante le ore del giorno: "Sette volte al giorno ti ho lodato, dice il profeta. Questo sacro numero di sette sarà adempiuto da noi, se assolveremo i doveri del nostro servizio alle Lodi, a Prima, a Terza, a Sesta, a Nona, a Vespro e Compieta..." Capitolo XX - La riverenza nella preghiera: " Perciò la preghiera dev'essere breve e pura, a meno che non venga prolungata dall'ardore e dall'ispirazione della grazia divina. " Vox sponsae (La voce della sposa) e L'orazione ; Tratto dal libro "Cristo, vita dell'anima" di Don Columba Marmion O.S.B. - Soc. Ed. Vita e Pensiero
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Prologo - Prima di tutto chiedi a Dio con costante e intensa preghiera di portare a termine quanto di buono ti proponi di compiere, "Se vuoi avere la vita, quella vera ed eterna, guarda la tua lingua dal male e le tue labbra dalla menzogna. Allontanati dall'iniquità, opera il bene, cerca la pace e seguila". Se agirete così rivolgerò i miei occhi verso di voi e le mie orecchie ascolteranno le vostre preghiere, anzi, prima ancora che mi invochiate vi dirò: "Ecco sono qui!". Ed è proprio per permetterci di correggere i nostri difetti che ci vengono dilazionati i giorni di questa vita secondo le parole dell'Apostolo: "Non sai che con la sua pazienza Dio vuole portarti alla conversione?" Per tutto quello poi, di cui la nostra natura si sente incapace, preghiamo il Signore di aiutarci con la sua grazia. Capitolo XX - La riverenza nella preghiera: Se quando dobbiamo chiedere un favore a qualche personaggio, osiamo farlo solo con soggezione e rispetto quanto più dobbiamo rivolgere la nostra supplica a Dio, Signore di tutte le cose, con profonda umiltà e sincera devozione. Bisogna inoltre sapere che non saremo esauditi per le nostre parole, ma per la purezza del cuore e la compunzione che strappa le lacrime. Perciò la preghiera dev'essere breve e pura, a meno che non venga prolungata dall'ardore e dall'ispirazione della grazia divina. Ma quella che si fa in comune sia brevissima e quando il superiore dà il segno, si alzino tutti insieme. La preghiera di domanda; tratto da "L'Epiphanie - Soisy sur Seine"Cahiers sur l'oraison“ n°59 mars 1963- La prière de demande di Sœur Jeanne d'Arc o.p. (libera traduzione) |
Prologo: Quando poi il Signore cerca il suo operaio tra la folla, insiste dicendo: "Chi è l'uomo che vuole la vita e arde dal desiderio di vedere giorni felici?". Se a queste parole tu risponderai: "Io!", Dio replicherà: "Se vuoi avere la vita, quella vera ed eterna, guarda la tua lingua dal male e le tue labbra dalla menzogna. Allontanati dall'iniquità, opera il bene, cerca la pace e seguila". Se agirete così rivolgerò i miei occhi verso di voi e le mie orecchie ascolteranno le vostre preghiere, anzi, prima ancora che mi invochiate vi dirò: "Ecco sono qui!". Capitolo VII - L'umiltà: ... l'uomo deve prendere coscienza che Dio lo osserva a ogni istante dal cielo e che, dovunque egli si trovi, le sue azioni non sfuggono mai allo sguardo divino e sono di continuo riferite dagli angeli. E' ciò che ci insegna il profeta, quando mostra Dio talmente presente ai nostri pensieri da affermare: "Dio scruta le reni e i cuori" come pure: "Dio conosce i pensieri degli uomini". Capitolo XXXVI - I fratelli infermi: L'assistenza agli infermi deve avere la precedenza e la superiorità su tutto, in modo che essi siano serviti veramente come Cristo in persona, il quale ha detto di sé: Sono stato malato e mi avete visitato e quello che avete fatto a uno di questi piccoli, lo avete fatto a me. Capitolo LIII - L'accoglienza degli ospiti: Tutti gli ospiti che giungono in monastero siano ricevuti come Cristo, poiché un giorno egli dirà: Sono stato ospite e mi avete accolto... Nel saluto medesimo si dimostri già una profonda umiltà verso gli ospiti in arrivo o in partenza, adorando in loro, con il capo chino o il corpo prostrato a terra, lo stesso Cristo, che così viene accolto nella comunità.
Vivere alla presenza di Dio: Estratto e tradotto dal libro “Benedict of Nursia: His Message for Today (Benedetto da Norcia: il suo messaggio per l’uomo d’oggi)”, di Anselm Grün O.S.B. - Liturgical Press, 2006 |
Prologo: "Ascolta, figlio mio, gli insegnamenti del maestro e apri docilmente il tuo cuore; accogli volentieri i consigli ispirati dal suo amore paterno e mettili in pratica con impegno, in modo che tu possa tornare attraverso la solerzia dell'obbedienza a Colui dal quale ti sei allontanato per l'ignavia della disobbedienza." Capitolo VII - L'umiltà: "Quindi, fratelli miei,... Non c'è dubbio che per noi quella discesa e quella salita possono essere interpretate solo nel senso che con la superbia si scende e con l'umiltà si sale. La scala così eretta, poi, è la nostra vita terrena che, se il cuore è umile, Dio solleva fino al cielo;..." Capitolo XX - La riverenza nella preghiera: "Bisogna inoltre sapere che non saremo esauditi per le nostre parole, ma per la purezza del cuore e la compunzione che strappa le lacrime. Perciò la preghiera dev'essere breve e pura, a meno che non venga prolungata dall'ardore e dall'ispirazione della grazia divina." Puritas cordis; Tratto dal libro "Vita nel silenzio" di Thomas Merton – Ed. Morcelliana |
LA QUARESIMA - PASQUA - PENTECOSTE Capitolo XLIX - La quaresima dei monaci: 1. Anche se è vero che la vita del monaco deve avere sempre un carattere quaresimale, 2. visto che questa virtù è soltanto di pochi, insistiamo particolarmente perché almeno durante la Quaresima ognuno vigili con gran fervore sulla purezza della propria vita, 3. profittando di quei santi giorni per cancellare tutte le negligenze degli altri periodi dell'anno... 5. Perciò durante la Quaresima aggiungiamo un supplemento al dovere ordinario del nostro servizio, come, per es., preghiere particolari, astinenza nel mangiare o nel bere, 6. in modo che ognuno di noi possa di propria iniziativa offrire a Dio "con la gioia dello Spirito Santo" qualche cosa di più di quanto deve già per la sua professione di fede; 7. si privi cioè di un po' di cibo, di vino o di sonno, mortifichi la propria inclinazione alle chiacchiere e allo scherzo e attenda la santa Pasqua con l'animo fremente di gioioso desiderio.
Quaresima: Ritornare all'essenziale: Omelia del 22 febbraio 2023 di Papa Francesco, Libreria Editrice Vaticana 2023 Estratto da "Carissimi del Signore..", di Anna Maria Canopi O.S.B., Edizioni Piemme 2003 |
Prologo:… 20 Armati dunque di fede e di opere buone, sotto la guida del Vangelo, incamminiamoci per le sue vie in modo da meritare la visione di lui, che ci ha chiamati nel suo regno. 21 Se, però, vogliamo trovare dimora sotto la sua tenda, ossia nel suo regno, ricordiamoci che è impossibile arrivarci senza correre verso la meta, operando il bene. … 50 Così, non allontanandoci mai dagli insegnamenti di Dio e perseverando fino alla morte nel monastero in una fedele adesione alla sua dottrina, partecipiamo per mezzo della pazienza ai patimenti di Cristo per meritare di essere associati al suo regno. Amen. Cap. II - L’Abate: … 34 ma pensi sempre che si è assunto l'impegno di dirigere delle anime, di cui un giorno dovrà rendere conto 35 e non cerchi una scusante nelle eventuali difficoltà economiche, ricordandosi che sta scritto :"Cercate anzitutto il regno di Dio e la sua giustizia e tutte queste cose vi saranno date in soprappiù"
Il Regno di Dio - di R. Deville e P. Grelot - Voce del “Dizionario di Teologia Biblica”, a cura di Xavier Lèon-Dufour – ed. Marietti, Genova 1980 - Carlo Maria Martini S.J. - Estratto da “Quando diciamo «Padre Nostro»” - Ed. In dialogo 2013 |
INIZIA IL TESTO DELLA REGOLA Regola è chiamata perchè dirige la vita di quelli che obbediscono. Capitolo I: Le varie categorie di monaci: 1 E' noto che ci sono quattro categorie di monaci. 2 La prima è quella dei cenobiti, che vivono in un monastero, militando sotto una regola e un abate. Capitolo III - La consultazione della comunità: 7 Dunque in ogni cosa tutti seguano come maestra la Regola e nessuno osi allontanarsene. 8 Nessun membro della comunità segua la volontà propria, Capitolo LXIV - L'elezione dell'abate: 20 E soprattutto osservi e faccia osservare integramente la presente Regola 21 per potersi sentir dire dal Signore, al termine della sua onesta gestione, le parole udite dal servo fedele, che a tempo debito distribuì il frumento ai suoi compagni: 22 "In verità vi dico: - dichiara Gesù - gli diede potere su tutti i suoi beni". Capitolo LXXIII - La modesta portata di questa regola: 1 Abbiamo abbozzato questa Regola con l'intenzione che, mediante la sua osservanza nei nostri monasteri, riusciamo almeno a dar prova di possedere una certa rettitudine di costumi e di essere ai primordi della vita monastica... 8 Chiunque tu sia, dunque, che con sollecitudine e ardore ti dirigi verso la patria celeste, metti in pratica con l'aiuto di Cristo questa modestissima Regola, abbozzata come una semplice introduzione, 9 e con la grazia di Dio giungerai finalmente a quelle più alte cime di scienza e di virtù, di cui abbiamo parlato sopra.
"A regola d’arte - appunti per un cammino spirituale", introduzione. Di Maria Ignazia Angelini O.S.B.- Città Nuova Editrice 2017 |
Prologo: 14 Quando poi il Signore cerca il suo operaio tra la folla, insiste dicendo: 15 "Chi è l'uomo che vuole la vita e arde dal desiderio di vedere giorni felici?". 16 Se a queste parole tu risponderai: "Io!", Dio replicherà: 17 "Se vuoi avere la vita, quella vera ed eterna, guarda la tua lingua dal male e le tue labbra dalla menzogna. Allontanati dall'iniquità, opera il bene, cerca la pace e seguila". 18 Se agirete così rivolgerò i miei occhi verso di voi e le mie orecchie ascolteranno le vostre preghiere, anzi, prima ancora che mi invochiate vi dirò: "Ecco sono qui!". 19 Fratelli carissimi, che può esserci di più dolce per noi di questa voce del Signore che ci chiama? Capitolo LVIII - Norme per l'accettazione dei fratelli : 1. Quando si presenta un aspirante alla vita monastica, non bisogna accettarlo con troppa facilità, ... 6. Ad essi venga inoltre preposto un monaco anziano, capace di conquistare le anime, con l'incarico di osservarli molto attentamente. 7. In primo luogo bisogna accertarsi se il novizio cerca veramente Dio, se ama l'Ufficio divino, l'obbedienza e persino le inevitabili contrarietà della vita comune. 8.Gli si prospetti tutta la durezza e l'asperità del cammino che conduce a Dio. Capitolo II - L'Abate: 33.Soprattutto si guardi dal perdere di vista o sottovalutare la salvezza delle anime, di cui è responsabile, per preoccuparsi eccessivamente delle realtà terrene, transitorie e caduche, 34.ma pensi sempre che si è assunto l'impegno di dirigere delle anime, di cui un giorno dovrà rendere conto 35.e non cerchi una scusante nelle eventuali difficoltà economiche, ricordandosi che sta scritto :"Cercate anzitutto il regno di Dio e la sua giustizia e tutte queste cose vi saranno date in soprappiù" 36.e anche: "Nulla manca a coloro che lo temono".
Dio che cerca l’uomo e l’uomo che cerca Dio - M-G. Lepori Abate Generale O. Cist. - “Corso di formazione monastica” 2015 – Dal sito dell’Ordine Cistercense (ocist.org) «L'uomo cercatore di Dio» - Tratto da "Apri i tuoi sensi a Dio" di Anselm Grün, O.S.B. - Edizioni San Paolo |
Capitolo IV - Gli strumenti delle buone opere: "... Ascoltare volentieri la lettura della parola di Dio.... " Capitolo IX - I salmi dell'Ufficio notturno: "...Quanto ai libri da leggere nell'Ufficio vigilare, siano tutti di autorità divina, sia dell'antico che del nuovo Testamento, compresi i relativi commenti, scritti da padri di sicura fama e genuina fede cattolica." Capitolo XLVIII - Il lavoro quotidiano: "L'ozio è nemico dell'anima, perciò i monaci devono dedicarsi al lavoro in determinate ore e in altre, pure prestabilite, allo studio della parola di Dio..." Capitolo LIII - L'accoglienza degli ospiti: "... Si legga all'ospite un passo della sacra Scrittura, per sua edificazione, e poi gli si usino tutte le attenzioni che può ispirare un fraterno e rispettoso senso di umanità..." Capitolo LXXIII - La modesta portata di questa regola: "...C'è infatti una pagina, anzi una parola, dell'antico o del nuovo Testamento, che non costituisca una norma esattissima per la vita umana?..."O esiste un'opera dei padri della Chiesa che non mostri chiaramente la via più rapida e diretta per raggiungere l'unione con il nostro Creatore?..." La prima Regola è tutta in una Parola. I monaci e le Scritture; di Josep M. Soler Abate di Montserrat - tratto da "TESTIMONI"
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Capitolo XVIII - L'ordine dei salmi nelle ore del giorno Capitolo XIX - La partecipazione interiore all'Ufficio divino Capitolo XLVIII - Il lavoro quotidiano
I Salmi; Introduzione a cura di Enzo Bianchi - Tratto da "La Bibbia" Ed. Mondadori |
Prologo: Bisogna dunque istituire una scuola del servizio del Signore nella quale ci auguriamo di non prescrivere nulla di duro o di gravoso; ma se, per la correzione dei difetti o per il mantenimento della carità, dovrà introdursi una certa austerità, suggerita da motivi di giustizia, non ti far prendere dallo scoraggiamento al punto di abbandonare la via della salvezza, che in principio è necessariamente stretta e ripida. Capitolo II - L'Abate: D'altra parte è anche vero che, se il pastore avrà usato ogni diligenza nei confronti di un gregge irrequieto e indocile, cercando in tutti i modi di correggerne la cattiva condotta, verrà assolto nel divino giudizio e potrà ripetere con il profeta al Signore: "Non ho tenuto la tua giustizia nascosta in fondo al cuore, ma ho proclamato la tua verità e la tua salvezza; essi tuttavia mi hanno disprezzato, ribellandosi contro di me"... Soprattutto si guardi dal perdere di vista o sottovalutare la salvezza delle anime, di cui è responsabile, per preoccuparsi eccessivamente delle realtà terrene, transitorie e caduche, ma pensi sempre che si è assunto l'impegno di dirigere delle anime, di cui un giorno dovrà rendere conto. Capitolo VII - L'umiltà: Il quarto grado dell'umiltà è quello del monaco che, pur incontrando difficoltà, contrarietà e persino offese non provocate nell'esercizio dell'obbedienza, accetta in silenzio e volontariamente la sofferenza e sopporta tutto con pazienza, senza stancarsi né cedere secondo il monito della Scrittura: " Chi avrà sopportato sino alla fine questi sarà salvato". Capitolo XXV - Le colpe più gravi: Il monaco colpevole di mancanze più gravi .... Attenda da solo al lavoro che gli sarà assegnato e rimanga nel lutto della penitenza, consapevole della terribile sentenza dell'apostolo che dice: "Costui è stato consegnato alla morte della carne, perché la sua anima sia salva nel giorno del Signore". Capitolo XXVIII - La procedura nei confronti degli ostinati: (L'abate), vedendo che la sua opera non serve a nulla, si affidi al rimedio più efficace e cioè alla preghiera sua e di tutta la comunità per ottenere dal Signore che tutto può la salvezza del fratello. Capitolo XLI - L'orario dei pasti: L'abate regoli e disponga tutto in modo che le anime si salvino e i monaci possano compiere il proprio dovere senza un motivo fondato di mormorazione.
La salvezza perfetta e definitiva dell'uomo: di Luis Rubio Moran - Estratto da “Cristo nella storia della salvezza”, Cittadella Editrice 1975 La salvezza: Colomban Lesquivit O.S.B. e Pierre Grelot - Estratto da ”Dizionario di Teologia Biblica” – Ed. Marietti 1976 |
Prologo: 33 Perciò il Signore stesso dichiara nel Vangelo: "Chi ascolta da me queste parole e le mette in pratica, sarà simile a un uomo saggio il quale edificò la sua casa sulla roccia.
SAPIENZA, di Benoît Standaert, O.S.B. -Estratto e tradotto da "Spirituality: an art of living: a monk’s alphabet of spiritual practices" - Collegeville, Minnesota : Liturgical Press, 2018 |
Prologo: Perciò il Signore stesso dichiara nel Vangelo: "Chi ascolta da me queste parole e le mette in pratica, sarà simile a un uomo saggio il quale edificò la sua casa sulla roccia... Dopo aver concluso con queste parole il Signore attende che, giorno per giorno, rispondiamo con i fatti alle sue sante esortazioni... Bisogna dunque istituire una scuola del servizio del Signore nella quale ci auguriamo di non prescrivere nulla di duro o di gravoso... Capitolo XXXV - Il servizio della cucina: I fratelli si servano a vicenda e nessuno sia dispensato dal servizio della cucina, se non per malattia o per un impegno di maggiore importanza, perché così si acquista un merito più grande e si accresce la carità. Capitolo XXXVI - I fratelli infermi: L'assistenza agli infermi deve avere la precedenza e la superiorità su tutto, in modo che essi siano serviti veramente come Cristo in persona, il quale ha detto di sé: "Sono stato malato e mi avete visitato", e: "Quello che avete fatto a uno di questi piccoli, lo avete fatto a me". Capitolo LIII - L'accoglienza degli ospiti: Tutti gli ospiti che giungono in monastero siano ricevuti come Cristo, poiché un giorno egli dirà: "Sono stato ospite e mi avete accolto"... L'abate e tutta la comunità lavino i piedi a ciascuno degli ospiti e al termine di questo fraterno servizio dicano il versetto: "Abbiamo ricevuto la tua misericordia, o Dio, nel mezzo del tuo Tempio". Capitolo LXXII - Il buon zelo dei monaci: Come c'è un cattivo zelo, pieno di amarezza, che separa da Dio e porta all'inferno, così ce n'è uno buono, che allontana dal peccato e conduce a Dio e alla vita eterna. Ed è proprio in quest'ultimo che i monaci devono esercitarsi con la più ardente carità
Il servizio ai fratelli come segno di un'umanità nuova: di Alessia Buriani - Estratto da “Una Regola obbediente al Vangelo”, Quaderno n. 9 - Cedoc SFR, Ferrara 2009 Il servizio: Benoît Standaert, O.S.B. |
IL SILENZIO E IL RACCOGLIMENTO Capitolo VI - L'amore del silenzio: "Facciamo come dice il profeta: "Ho detto: Custodirò le mie vie per non peccare con la lingua; ho posto un freno sulla mia bocca, non ho parlato, mi sono umiliato e ho taciuto anche su cose buone"..., il dovere del discepolo è di tacere e ascoltare." Capitolo LII - La chiesa del monastero: "La chiesa sia quello che dice il suo nome, quindi in essa non si faccia né si riponga altro. Alla fine dell'Ufficio divino escano tutti in perfetto silenzio e con grande rispetto per Dio.." Capitolo XIX - La partecipazione interiore all'Ufficio divino: "... partecipiamo alla salmodia in modo tale che l'intima disposizione dell'animo si armonizzi con la nostra voce."
Il silenzio e il raccoglimento;
Romano Guardini -
Tratto dal libro "Il testamento di Gesù" di Romano Guardini - Soc. Ed. Vita e Pensiero
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Speranza di una civiltà nuova nel gioioso annuncio della Risurrezione: estratto da “Insegnamenti di Paolo VI” 1971 - Volume 9 - Tipografia Poliglotta Vaticana 1972 Ballata della speranza - Estratto da “O sensi miei” di Padre David Maria Turoldo, RCS Libri, Milano 1990, Dio sicuramentre spera - Estratto da “Prendere bene tutte le cose” di Maria Ignazia Angelini O.S.B. – Vita e Pensiero 2011 |
Prologo della Regola: Alziamoci, dunque, una buona volta, dietro l'incitamento della Scrittura che esclama: "E' ora di scuotersi dal sonno!" e aprendo gli occhi a quella luce divina ascoltiamo con trepidazione ciò che ci ripete ogni giorno la voce ammonitrice di Dio: " Se oggi udrete la sua voce, non indurite il vostro cuore!" e ancora: " Chi ha orecchie per intendere, ascolti ciò che lo Spirito dice alle Chiese!". E che dice? " Venite, figli, ascoltatemi, vi insegnerò il timore di Dio. Capitolo II - L'Abate : Sappiamo infatti per fede che in monastero egli tiene il posto di Cristo, poiché viene chiamato con il suo stesso nome, secondo quanto dice l'Apostolo: "Avete ricevuto lo Spirito di figli adottivi, che vi fa esclamare: Abba, Padre!" Capitolo VII - L'umiltà : Una volta ascesi tutti questi gradi dell'umiltà, il monaco giungerà subito a quella carità, che quando è perfetta, scaccia il timore; per mezzo di essa comincerà allora a custodire senza alcuno sforzo e quasi naturalmente, grazie all'abitudine, tutto quello che prima osservava con una certa paura; in altre parole non più per timore dell'inferno, ma per amore di Cristo, per la stessa buona abitudine e per il gusto della virtù. Sono questi i frutti che, per opera dello Spirito Santo, il Signore si degnerà di rendere manifesti nel suo servo, purificato ormai dai vizi e dai peccati. Capitolo XLIX - La quaresima dei monaci : Perciò durante la Quaresima aggiungiamo un supplemento al dovere ordinario del nostro servizio, come, per es., preghiere particolari, astinenza nel mangiare o nel bere, in modo che ognuno di noi possa di propria iniziativa offrire a Dio "con la gioia dello Spirito Santo" qualche cosa di più di quanto deve già per la sua professione monastica; si privi cioè di un po' di cibo, di vino o di sonno, mortifichi la propria inclinazione alle chiacchiere e allo scherzo e attenda la santa Pasqua con l'animo fremente di gioioso desiderio. Lo spirito Santo negli autori monastici del Medio Evo occidentale - tratto da "Il monachesimo tra spiritualità e cultura" di Gregorio Penco O.S.B. - Ed. Jaca Book
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Capitolo II - L'Abate:
27 Riprenda, ammonendoli una prima e una
seconda volta, i monaci più docili e assennati, Capitolo VII - L'umiltà: 1 La sacra Scrittura si rivolge a noi, fratelli, proclamando a gran voce: "Chiunque si esalta sarà umiliato e chi si umilia sarà esaltato". 2 Così dicendo, ci fa intendere che ogni esaltazione è una forma di superbia,.... 7 Non c'è dubbio che per noi quella discesa e quella salita possono essere interpretate solo nel senso che con la superbia si scende e con l'umiltà si sale. Capitolo XXI - I decani del monastero: 5 Se poi fra questi decani ce ne fosse qualcuno che, montato un po' in superbia, dovesse essere ripreso, sia rimproverato una prima, una seconda e una terza volta e, se non vorrà correggersi, 6 venga sostituito con un altro veramente degno. Capitolo LVII - I monaci che praticano un'arte o un mestiere: 1 Se in monastero ci sono dei fratelli esperti in un'arte o in un mestiere, li esercitino con la massima umiltà, purché l'abate lo permetta. 2 Ma se qualcuno di loro monta in superbia, perché gli sembra di portare qualche utile al monastero, 3 sia tolto dal suo lavoro e non gli sia più concesso di occuparsene, a meno che rientri in se stesso, umiliandosi, e l'abate non glielo permetta di nuovo. Capitolo LXII - I sacerdoti del monastero: 1 Se un abate desidera che uno dei suoi monaci sia ordinato sacerdote o diacono per il servizio della comunità scelga in essa un fratello degno di esercitare tali funzioni. 2 Ma il monaco ordinato si guardi dalla vanità e dalla superbia
Capitolo LXV - Il priore del monastero:
1 Accade spesso che la nomina del priore dia
origine a gravi scandali,
La superbia: Papa Francesco - Udienza generale 26 marzo 2024 - Libreria Editrice Vaticana Superbia - Un super-io contro Dio: Rino Fisichella - Avvenire 29 giugno 2012 |
XXII - Il dormitorio dei monaci - ... Nel dormitorio rimanga sempre accesa una lampada fino al mattino. Dormano vestiti, con ai fianchi semplici cinture o corde, senza portare coltelli appesi al lato mentre riposano, per non ferirsi nel sonno. Così i monaci siano sempre pronti e, appena dato il segnale, alzandosi senza indugio si affrettino a prevenirsi vicendevolmente per l'Ufficio divino, ma sempre con la massima gravità e modestia. XLIII - La puntualità nell'Ufficio divino e in refettorio - All'ora dell'Ufficio divino, appena si sente il segnale, lasciato tutto quello che si ha tra le mani, si accorra con la massima sollecitudine, ma nello stesso tempo con gravità, per non dare adito alla leggerezza. In altre parole non si anteponga nulla all'Opera di Dio". XLVII - Il segnale per l'Ufficio divino - Bisogna che l'abate si assuma personalmente il compito di dare il segnale per l'Ufficio divino, oppure lo affidi a un monaco diligente in modo che tutto avvenga regolarmente nelle ore fissate. L'intonazione dei salmi e delle antifone, secondo l'ordine prestabilito, spetta, dopo l'abate, ai monaci appositamente designati. XLVIII - Il lavoro quotidiano - L'ozio è nemico dell'anima, perciò i monaci devono dedicarsi al lavoro in determinate ore e in altre, pure prestabilite, allo studio della parola di Dio.... Tutto però si svolga con discrezione, in considerazione dei più deboli...... Al primo segnale di Nona, ciascuno interrompa il proprio lavoro per essere pronto al suono del secondo segnale. Dopo il pranzo si dedichino alla lettura personale o allo studio dei salmi.
Campane e monasteri: di Giancarlo Andenna - Estratto da: "Del fondere campane. Dall'archeologia alla produzione. ..." - Ed. All'Insegna del Giglio, 2007 |
Capitolo II - L'abate: 23 Per quanto riguarda poi la direzione dei monaci, bisogna che tenga presente la norma dell'apostolo: "Correggi, esorta, rimprovera 24 e precisamente, alternando i rimproveri agli incoraggiamenti, a seconda dei tempi e delle circostanze, sappia dimostrare la severità del maestro insieme con la tenerezza del padre. Capitolo LXIV - L'elezione dell'abate: 20 E soprattutto osservi e faccia osservare integramente la presente Regola 21 per potersi sentir dire dal Signore, al termine della sua onesta gestione, le parole udite dal servo fedele, che a tempo debito distribuì il frumento ai suoi compagni: 22 "In verità vi dico: - dichiara Gesù - gli diede potere su tutti i suoi beni". Capitolo XLVIII - Il lavoro quotidiano: 1 L'ozio è nemico dell'anima, perciò i monaci devono dedicarsi al lavoro in determinate ore e in altre, pure prestabilite, allo studio della parola di Dio. 2 Quindi pensiamo di regolare gli orari di queste due attività fondamentali nel modo seguente:..
Sul buon uso del tempo: di Emanuele Bordello O.S.B. Cam. - Estratto da “Lettera agli amici” n. 205 Maggio Settembre 2012 - Comunità Monastica di Camaldoli 2012 Un tempo per ogni cosa sotto il cielo: di Joan Chittister O.S.B. - Estratto da “Un tempo per ogni cosa… o ogni cosa a suo tempo?”- Ed. Paoline 2015 |
Prologo Alziamoci, dunque, una buona volta, dietro l'incitamento della Scrittura che esclama: ... : " Chi ha orecchie per intendere, ascolti ciò che lo Spirito dice alle Chiese!". E che dice? " Venite, figli, ascoltatemi, vi insegnerò il timore di Dio. Correte, finché avete la luce della vita, perché non vi colgano le tenebre della morte". Capitolo III - La consultazione della comunità L'abate però dal canto suo operi tutto col timor di Dio e secondo le prescrizioni della Regola, ben sapendo che di tutte le sue decisioni dovrà certamente rendere conto a Dio, giustissimo giudice. Capitolo V - L'obbedienza Quasi allo stesso istante, il comando del maestro e la perfetta esecuzione del discepolo si compiono di comune accordo con quella velocità che è frutto del timor di Dio: così in coloro che sono sospinti dal desiderio di raggiungere la vita eterna. Capitolo VII - L'umiltà Dunque il primo grado dell'umiltà è quello in cui, rimanendo sempre nel santo timor di Dio, si fugge decisamente la leggerezza e la dissipazione, si tengono costantemente presenti i divini comandamenti .... Una volta ascesi tutti questi gradi dell'umiltà, il monaco giungerà subito a quella carità, che quando è perfetta, scaccia il timore; per mezzo di essa comincerà allora a custodire senza alcuno sforzo e quasi naturalmente, grazie all'abitudine, tutto quello che prima osservava con una certa paura; in altre parole non più per timore dell'inferno, ma per amore di Cristo, per la stessa buona abitudine e per il gusto della virtù. Capitolo LXIV - L'elezione dell'abate Nell'elezione dell'abate bisogna seguire il principio di scegliere il monaco che tutta la comunità ha designato concordemente nel timore di Dio, oppure quello prescelto con un criterio più saggio da una parte sia pur piccola di essa. Questo portinaio deve avere la sua residenza presso la porta, in modo che le persone che arrivano trovino sempre un monaco pronto a rispondere. Quindi, appena qualcuno bussa o un povero chiede la carità, risponda: "Deo gratias!" Oppure: "Benedicite!" e con tutta la delicatezza che ispira il timor di Dio venga incontro alle richieste del nuovo arrivato, dimostrando una grande premura e un'ardente carità. Capitolo LXXII - Il buon zelo dei monaci (I monaci) si portino a vicenda un amore fraterno e scevro da ogni egoismo; temano con amore Dio; amino il loro abate con sincera e umile carità;
Il timore di Dio; Tratto dal libro "Cristo Ideale del Monaco" di Don Columba Marmion O.S.B. - Scritti monastici - Monaci Benedettini di Praglia 1936 Il vero timore del Signore; dai «Trattati sui salmi» di sant’Ilario. Estratto da "L'ora dell'ascolto" a cura dell'Unione Monastica Italiana per la Liturgia - Edizioni Piemme 1997 Il timore di Dio, inizio della sapienza; Estratto da “Trasforma la tua angoscia” di Anselm Grün O.S.B., Queriniana 2013 |
Capitolo XXVII - La sollecitudine dell'abate per gli scomunicati: 1. L'abate deve prendersi cura dei colpevoli ..., inviando in qualità di amici fidati dei monaci anziani e prudenti 3. che quasi inavvertitamente confortino il fratello vacillante e lo spingano a un'umile riparazione, incoraggiandolo perché "non sia sommerso da eccessiva tristezza",... Capitolo XXXI - Il cellerario del monastero; 18. Nelle ore fissate si distribuisca quanto si deve dare e si chieda quello che si deve chiedere, 19. perchè nessuno si turbi o si rattristi nella casa di Dio. Capitolo XXXV - Il servizio della cucina 3. ... i più deboli siano provveduti di un aiuto, in modo da non dover compiere questo servizio con tristezza;... Lo spirito della tristezza - Tratto da "Le istituzioni cenobitiche" di Giovanni Cassiano - Edizioni Scritti Monastici - Monaci Benedettini di Praglia |
Cap. VII - L'umiltà: 1. La sacra Scrittura si rivolge a noi, fratelli, proclamando a gran voce: "Chiunque si esalta sarà umiliato e chi si umilia sarà esaltato". 2. Così dicendo, ci fa intendere che ogni esaltazione è una forma di superbia, 3. dalla quale il profeta mostra di volersi guardare quando dice: "Signore, non si è esaltato il mio cuore, né si è innalzato il mio sguardo, non sono andato dietro a cose troppo grandi o troppo alte per me". 4. E allora? "Se non ho nutrito sentimenti di umiltà, se il mio cuore si è insuperbito, tu mi tratterai come un bimbo svezzato dalla propria madre"... 10 Dunque il primo grado dell'umiltà è quello in cui, rimanendo sempre nel santo timor di Dio, si fugge decisamente la leggerezza e la dissipazione, 11 si tengono costantemente presenti i divini comandamenti ... 12 In altre parole, mentre si astiene costantemente dai peccati e dai vizi dei pensieri, della lingua, delle mani, dei piedi e della volontà propria, come pure dai desideri della carne, 13 l'uomo deve prendere coscienza che Dio lo osserva a ogni istante dal cielo e che, dovunque egli si trovi, le sue azioni non sfuggono mai allo sguardo divino e sono di continuo riferite dagli angeli... 67 Una volta ascesi tutti questi gradi dell'umiltà, il monaco giungerà subito a quella carità, che quando è perfetta, scaccia il timore; 68 per mezzo di essa comincerà allora a custodire senza alcuno sforzo e quasi naturalmente, grazie all'abitudine, tutto quello che prima osservava con una certa paura; 69 in altre parole non più per timore dell'inferno, ma per amore di Cristo, per la stessa buona abitudine e per il gusto della virtù.
L'umiltà di Dio:
di Romano Guardini - estratto dal libro "Il Signore" - Soc. Ed. Vita e Pensiero
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L'UOMO (L'antropologia della Regola) Cap. - LXXIII - La modesta portata di questa regola 8 Chiunque tu sia, dunque, che con sollecitudine e ardore ti dirigi verso la patria celeste, metti in pratica con l'aiuto di Cristo questa modestissima Regola, abbozzata come una semplice introduzione, 9 e con la grazia di Dio giungerai finalmente a quelle più alte cime di scienza e di virtù, di cui abbiamo parlato sopra. L'antropologia della Regola di San Benedetto; Articolo di Bernard Viralode O.S.B - estratto da"Regulae Benedicti Studia" - Vol I - Ediz. Gerstenberg Verlag (Libera traduzione) |
Capitolo XXXVII - I vecchi e i ragazzi: 1. Benché la stessa natura umana sia portata alla compassione per queste due età, dei vecchi, cioè, e dei ragazzi, bisogna che se ne interessi anche l'autorità della Regola. 2. Si tenga sempre conto della loro fragilità e, per quanto riguarda i cibi, non siano affatto obbligati all'austerità della Regola, 3. Ma, con amorevole indulgenza, si conceda loro un anticipo sulle ore fissate per i pasti. «Com'è dolce la vita! » - Tratto da "IL CHIOSTRO" di Kathleen Norris - Arnoldo Mondadori Editore |
VITA ETERNA |
Prologo della Regola: " Ascolta, figlio mio, gli insegnamenti del maestro e apri docilmente il tuo cuore; accogli volentieri i consigli ispirati dal suo amore paterno e mettili in pratica con impegno, in modo che tu possa tornare attraverso la solerzia dell'obbedienza a Colui dal quale ti sei allontanato per l'ignavia della disobbedienza. " ... Correte, finché avete la luce della vita, perché non vi colgano le tenebre della morte". Quando poi il Signore cerca il suo operaio tra la folla, insiste dicendo: "Chi è l'uomo che vuole la vita e arde dal desiderio di vedere giorni felici?". Se a queste parole tu risponderai: "Io!", Dio replicherà: "Se vuoi avere la vita, quella vera ed eterna, guarda la tua lingua dal male e le tue labbra dalla menzogna. Allontanati dall'iniquità, opera il bene, cerca la pace e seguila". Se agirete così rivolgerò i miei occhi verso di voi e le mie orecchie ascolteranno le vostre preghiere, anzi, prima ancora che mi invochiate vi dirò: "Ecco sono qui!". Fratelli carissimi, che può esserci di più dolce per noi di questa voce del Signore che ci chiama? Guardate come nella sua misericordiosa bontà ci indica la via della vita! Armati dunque di fede e di opere buone, sotto la guida del Vangelo, incamminiamoci per le sue vie in modo da meritare la visione di lui, che ci ha chiamati nel suo regno. Se, però, vogliamo trovare dimora sotto la sua tenda, ossia nel suo regno, ricordiamoci che è impossibile arrivarci senza correre verso la meta, operando il bene. La ricchezza del prologo della Regola di San Benedetto: tratto dal libro di don Divo Barsotti "Ascolta o figlio" - Fondazione Divo Barsotti - 1998 |
I VIZI Prologo: 36 Ed è proprio per permetterci di correggere i nostri vizi che ci vengono dilazionati i giorni di questa vita 37 secondo le parole dell'Apostolo: "Non sai che con la sua pazienza Dio vuole portarti alla conversione?"47 ma se, per la correzione dei vizi o per il mantenimento della carità, dovrà introdursi una certa austerità, suggerita da motivi di giustizia, 48 non ti far prendere dallo scoraggiamento al punto di abbandonare la via della salvezza, che in principio è necessariamente stretta e ripida. Capitolo VII- L'umiltà: 12 In altre parole, mentre si astiene costantemente dai peccati e dai vizi dei pensieri, della lingua, delle mani, dei piedi e della volontà propria, come pure dai desideri della carne, 13 l'uomo deve prendere coscienza che Dio lo osserva a ogni istante dal cielo... 70 Sono questi i frutti che, per opera dello Spirito Santo, il Signore si degnerà di rendere manifesti nel suo servo, purificato ormai dai vizi e dai peccati. Capitolo XXXIII - Il "vizio" della proprietà: 1 Nel monastero questo vizio dev'essere assolutamente stroncato fin dalle radici, 2 sicché nessuna si azzardi a dare o ricevere qualche cosa senza il permesso dell'abate,... 7 Se poi si scoprisse qualcuno che si compiace in questo pessimo vizio, bisognerà rimproverarlo una prima e una seconda volta 8 e, nel caso che non si corregga, infliggergli il dovuto castigo. Capitolo LV - Gli abiti e le calzature dei monaci: 17 Ma, per strappare fin dalle radici questo vizio della proprietà, l'abate distribuisca tutto il necessario 18... in modo da togliere ogni pretesto di bisogno. Capitolo LXIV - L'elezione dell'abate: 11 Detesti i vizi, ma ami i suoi monaci. 12 Nelle stesse correzioni agisca con prudenza per evitare che, volendo raschiare troppo la ruggine, si rompa il vaso. Gli otto vizi capitali: Giovanni Cassiano – Conferenze spirituali” – Edizioni Paoline 1965 Le porte del peccato: Gianfranco Ravasi - Famiglia cristiana 26 gennaio 2023 |
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3 ottobre 2024 a cura di Alberto "da Cormano" alberto@ora-et-labora.net