S. Benedetto 

I temi principali della

Regola di S. Benedetto

nelle pagine di diversi autori spirituali 


 
ABATEGIOIA PRESENZA DI DIO
ABITOGIOVINEZZA PUREZZA DI CUORE
AMORE DI CRISTOLAVORO QUARESIMA, PASQUA, PENTECOSTE
AMORE DI DIO E DEL PROSSIMOLIBRI REGNO DI DIO
AMORE PER I PROPRI NEMICILECTIO DIVINAREGOLA
ANIMALITURGIARICERCA DI DIO
ASCESILODESACRA SCRITTURA
ASCOLTOLUCESALMI
ATTESAMALATTIASALVEZZA
BENEDIZIONEMANSUETUDINESAPIENZA
CARITA' MARIASERVIZIO
CASTITA'MISERICORDIASILENZIO
COMPUNZIONEMONDOSPERANZA
COMUNITA'MORTESPIRITO SANTO
CONDIVISIONEOBBEDIENZASVEGLIA
CONVERSIONEOPERA DI DIO - OPUS DEITEMPO
CORPOPACETIMOR DI DIO
CREAZIONEPADRE NOSTROTRISTEZZA
CUOREPADRIUMILTA'
DEBOLEZZAPECCATOUOMO
DIGIUNO PERDONOVECCHIAIA
DISCREZIONEPOVERTA'VITA ETERNA
EUCARISTIA - SANTA MESSAPREGHIERAVITA SPIRITUALE
FEDEPREGHIERA DI DOMANDA 

L'ABATE

Cap. II - L'Abate: "Un abate degno di stare a capo di un monastero deve sempre avere presenti le esigenze implicite nel suo nome, mantenendo le proprie azioni al livello di superiorità che esso comporta. Sappiamo infatti per fede che in monastero egli tiene il posto di Cristo, poiché viene chiamato con il suo stesso nome, secondo quanto dice l'Apostolo: "Avete ricevuto lo Spirito di figli adottivi, che vi fa esclamare: Abba, Padre"

Missione dell'Abate. Tratto dal libro "Lettere ai monaci" di Gabriel M. Brasò O.S.B. - Ed.  Messaggero Padova

L'ABITO

Capitolo LV - Gli abiti e le calzature dei monaci - Bisogna dare ai monaci degli abiti adatti alle condizioni e al clima della località in cui abitano, perché nelle zone fredde si ha maggiore necessità di coprirsi e in quelle calde di meno: il giudizio al riguardo è di competenza dell'abate.

Comunque riteniamo che nei climi temperati bastino per ciascun monaco una tonaca e una cocolla, quest'ultima di lana pesante per l'inverno e leggera o lisa per l'estate; inoltre lo scapolare per il lavoro e come calzature, scarpe e calze. Quanto al colore e alla qualità di tutti questi indumenti, i monaci non devono attribuirvi eccessiva importanza,accontentandosi di quello che si può trovare sul posto ed è più a buon mercato....

I monaci che ricevono gli indumenti nuovi, restituiscano i vecchi, che devono essere riposti nel guardaroba per poi distribuirli ai poveri. Infatti a ogni monaco bastano due cocolle e due tonache per potersi cambiare la notte e per lavarle; il di più è superfluo e dev'essere eliminato....

Per la fornitura dei letti poi bastino un pagliericcio, una coperta di grossa tela, un coltrone e un cuscino di paglia o di crine... Ma, per strappare fin dalle radici questo vizio della proprietà, l'abate distribuisca tutto il necessario e cioè: cocolla, tonaca, calze, scarpe, cintura, coltello, ago, fazzoletti e il necessario per scrivere, in modo da togliere ogni pretesto di bisogno.

In questo, però, deve sempre tener presente quanto è detto negli Atti degli Apostoli e cioè che "Si dava a ciascuno secondo le sue necessità". Quindi prenda in considerazione le particolari esigenze dei più deboli, anziché la malevolenza degli invidiosi.Comunque, in tutte le sue decisioni si ricordi del giudizio di Dio.

 

I segni dell’appartenenza, l’abito: Tratto dal libro "Il monachesimo" di Salvatore Pricoco - Editori Laterza 2003

L'AMORE DI CRISTO

Capitolo IV - Gli strumenti delle buone opere: "Prima di tutto amare il Signore Dio con tutto il cuore, con tutta l'anima, con tutte le forze; poi il prossimo come se stesso....Rinnegare completamente se stesso. per seguire Cristo;.... Rendersi estraneo alla mentalità del mondo; non anteporre nulla all'amore di Cristo...pregare per i nemici nell'amore di Cristo."

Capitolo V - L'obbedienza: " Il segno più evidente dell'umiltà è la prontezza nell'obbedienza. Questa è caratteristica dei monaci che non hanno niente più caro di Cristo... E' di loro che il Signore dice: " Appena hai udito, mi hai obbedito", mentre rivolgendosi ai superiori dichiara: "Chi ascolta voi, ascolta me"."

Capitolo LXIII - L'ordine nella comunità: "...L'abate poi sia chiamato "signore" e "abate", non perché si sia arrogato da sé un tale titolo, ma in onore e per amore di Cristo del quale sappiamo per fede che egli fa le veci. Da parte sua, però, rifletta sull'onore che gli viene tributato e se ne dimostri degno."

Capitolo LXXII - Il buon zelo delle buone opere: "...si portino a vicenda un amore fraterno e scevro da ogni egoismo; temano filialmente Dio; amino il loro abate con sincera e umile carità; non antepongano assolutamente nulla a Cristo, che ci conduca tutti insieme alla vita eterna."

 

Il cuore di Cristo ; tratto dal libro "Cristo nei suoi misteri" di Don Columba Marmion O.S.B. - Ed. Mariotti. 1956

Non anteporre nulla all'amore di Cristo: di Mark A. Scott, O.C.S.O., estratto e tradotto da "At Home With Saint Benedict: Monastery Talks (A casa con San Benedetto: colloqui del monastero)" , Liturgical Press, 2011

Non anteporre nulla alla disponibilità a ricevere l'amore di Cristo: di Michael Casey, O.C.S.O., Estratto e tradotto da “Seventy-Four Tools for Good Living: Reflections on the Fourth Chapter of Benedict's Rule (Settantaquattro strumenti per vivere bene: riflessioni sul quarto capitolo della Regola di Benedetto)”, Liturgical Press, 2014

La singolarità del cristianesimo: di Enzo Bianchi - Testo del ritiro predicato a Milano il 27/03/2007

La passione d’amore di Gesù, il Servo crocifisso: di Enzo Bianchi - Luoghi dell’infinito, marzo 2012 - dal sito: monasterodibose.it

L'AMORE DI DIO E DEL PROSSIMO

Capitolo IV - Gli strumenti delle buone opere (estratti): 

1 Prima di tutto amare il Signore Dio con tutto il cuore, con tutta l'anima, con tutte le forze; 2 poi il prossimo come se stesso... 8 onorare tutti gli uomini, 9 e non fare agli altri ciò che non vorremmo fosse fatto a noi... 41 Riporre in Dio la propria speranza, 42 attribuire a Lui e non a sé quanto di buono scopriamo in noi, 43 ma essere consapevoli che il male viene da noi e accettarne la responsabilità.... 63 Adempiere quotidianamente i comandamenti di Dio... 74 E non disperare mai della misericordia di Dio.

 

I due precetti dell'amore - Sant’Agostino, Estratto da: "L'ora dell'ascolto" a cura dell'Unione Monastica Italiana per la Liturgia, UMIL, Edizioni Piemme 1997

Fa’ questo e vivrai - Estratto da: "Amare", di David Maria Turoldo - Edizioni San Paolo, 1986 (ed. 2001).


L'AMORE PER I PROPRI NEMICI

Capitolo IV - Gli strumenti delle buone opere:

1 Prima di tutto amare il Signore Dio con tutto il cuore, con tutta l'anima, con tutte le forze; 2 poi il prossimo come se stesso... 31 amare i nemici, 32 non ricambiare le ingiurie e le calunnie, ma piuttosto rispondere con la benevolenza verso i nostri offensori,... 72 pregare per i nemici nell'amore di Cristo, 73 nell'eventualità di un contrasto con un fratello, stabilire la pace prima del tramonto del sole.

 

Amore per i propri nemici - di Benoît Standaert, O.S.B.- Estratto e tradotto da "Spirituality: an art of living: a monk’s alphabet of spiritual practices" - Collegeville, Minnesota : Liturgical Press, 2018

L’ANIMA

IV - Gli strumenti delle buone opere: 1 Prima di tutto amare il Signore Dio con tutto il cuore, con tutta l'anima, con tutte le forze; 2 poi il prossimo come se stesso... 46 anelare con tutta l'anima alla vita eterna,

II - L'Abate: 33 Soprattutto si guardi dal perdere di vista o sottovalutare la salvezza delle anime, di cui è responsabile, per preoccuparsi eccessivamente delle realtà terrene, transitorie e caduche, 34 ma pensi sempre che si è assunto l'impegno di dirigere delle anime, di cui un giorno dovrà rendere conto

VII - L'umiltà: 8 La scala così eretta, poi, è la nostra vita terrena che, se il cuore è umile, Dio solleva fino al cielo; 9 noi riteniamo infatti che i due lati della scala siano il corpo e l'anima nostra, nei quali la divina chiamata ha inserito i diversi gradi di umiltà o di esercizio ascetico per cui bisogna salire.

XXV - Le colpe più gravi: 1 Il monaco colpevole di mancanze più gravi sia invece sospeso oltre che dalla mensa anche dal coro... 3 consapevole della terribile sentenza dell'apostolo che dice: 4 "Costui è stato consegnato alla morte della carne, perché la sua anima sia salva nel giorno del Signore".

XLVIII - Il lavoro quotidiano: 1 L'ozio è nemico dell'anima, perciò i monaci devono dedicarsi al lavoro in determinate ore e in altre, pure prestabilite, allo studio della parola di Dio.

LVIII - Norme per l'accettazione dei fratelli: 6 Ad essi venga inoltre preposto un monaco anziano, capace di conquistare le anime, con l'incarico di osservarli molto attentamente.

 

L'ANIMA E GLI ANGELI: Di Anselm Grün O.S.B., Estratto da “50 Angeli per l’anima” - Queriniana 2002

L'ASCESI

Capitolo IV - Gli strumenti delle buone opere (estratti): 

- Rinnegare completamente se stesso. per seguire Cristo;
- Vigilare continuamente sulle proprie azioni,

- Spezzare subito in Cristo tutti i cattivi pensieri che ci sorgono in cuore e manifestarli al padre spirituale.
- non amare di parlar molto,
- odiare la volontà propria,

Capitolo XLIX - La quaresima dei monaci: Anche se è vero che la vita del monaco deve avere sempre un carattere quaresimale, visto che questa virtù è soltanto di pochi, insistiamo particolarmente perché almeno durante la Quaresima ognuno vigili con gran fervore sulla purezza della propria vita, profittando di quei santi giorni per cancellare tutte le negligenze degli altri periodi dell'anno.

L'ascesi delle fraternità - Tratto da" Come  loro " (La vita religiosa dei Piccoli Fratelli di Padre de Foucauld) - di R. Voillaume -Edizioni Paoline

L'ASCOLTO

Prologo della Regola: " Ascolta, figlio mio, gli insegnamenti del maestro e apri docilmente il tuo cuore; accogli volentieri i consigli ispirati dal suo amore paterno e mettili in pratica con impegno, in modo che tu possa tornare attraverso la solerzia dell'obbedienza a Colui dal quale ti sei allontanato per l'ignavia della disobbedienza. "

Dammi, Signore, un cuore che ascolta (1 Re 3, 9); Tratto dal libro "Un coeur qui écoute" di Soeur Jeanne d'Arc, o.p. - Les Editions du Cerf (Traduzione libera)

L'ascolto: la chiave per la crescita spirituale - Estratto da "Fermati e ascolta il tuo cuore" di Joan Chittister, O.S.B - Effatà 1999 

Ascoltare con il cuore, vedere con il cuore; Anselm Grün O.S.B. -Estratto e tradotto da „Mit dem Herzen hören, mit dem Herzen sehen“ - Vier-Türme-Verlag 2017

L'ATTESA

Prologo della Regola - 33 Perciò il Signore stesso dichiara nel Vangelo: "Chi ascolta da me queste parole e le mette in pratica, sarà simile a un uomo saggio il quale edificò la sua casa sulla roccia. 34 E vennero le inondazioni e soffiarono i venti e si abbatterono su quella casa, ma essa non cadde, perché era fondata sulla roccia". 35 Dopo aver concluso con queste parole il Signore attende che, giorno per giorno, rispondiamo con i fatti alle sue sante esortazioni. 36 Ed è proprio per permetterci di correggere i nostri difetti che ci vengono dilazionati i giorni di questa vita 37 secondo le parole dell'Apostolo: "Non sai che con la sua pazienza Dio vuole portarti alla conversione?"

 

Avvento - Colui che ci attende, ci precede - Estratto da “La Santa Notte. Dall'Avvento all'Epifania” di Romano Guardini, Morcelliana 1994

LA BENEDIZIONE

Capitolo IX - I salmi dell'Ufficio notturno: 4 Quindi segua l'inno e poi sei salmi con le antifone, 5 finiti i quali e detto il versetto, l'abate dia la benedizione...
Capitolo XI - L'Ufficio notturno nelle Domeniche: 7 Detto quindi il versetto, con la benedizione dell'abate si leggano altre quattro lezioni del nuovo Testamento nel modo già indicato.
Capitolo XXXV - Il servizio della cucina: 16 Chi ha finito il proprio turno reciti il versetto: "Sii benedetto, Signore Dio, che mi hai aiutato e mi hai consolato".17 E quando lo avrà ripetuto tre volte e avrà ricevuto la benedizione, continui il fratello che gli succede nel servizio, dicendo...
Capitolo XXXVIII - La lettura in refettorio: 1 Alla mensa dei monaci non deve mai mancare la lettura,... 4 il lettore, dopo aver ricevuta così la benedizione, potrà iniziare il proprio turno.
Capitolo XLIX - La Quaresima dei monaci: 8 Ma anche ciò che ciascuno vuole offrire personalmente a Dio dev'essere prima sottoposto umilmente all'abate e poi compiuto con la sua benedizione e approvazione
Capitolo LX - I sacerdoti aspiranti alla vita monastica: 4 Gli si conceda tuttavia di prender posto dopo l'abate, di dare la benedizione e di recitare le preci finali, purché l'abate disponga così.
Capitolo LXIII - L'ordine della comunità: 15 Dovunque i fratelli si incontrano, il più giovane chieda la benedizione al più anziano; quando passa un monaco anziano, il più giovane si alzi e gli ceda il posto...

 

Benedetto il Signore la cui parola dà vita a tutto ciò che esiste - Estratto da "Se così si può dire... Variazioni sull’ebraismo vivente" di Paolo De Benedetti - EDB - Edizioni Dehoniane Bologna 2014

LA CARITA'

IV - Gli strumenti delle buone opere - 20 Rendersi estraneo alla mentalità del mondo; 21 non anteporre nulla all'amore di Cristo. 22 Non dare sfogo all'ira, 23 non serbare rancore, 24 non covare inganni nel cuore, 25 non dare un falso saluto di pace, 26 non abbandonare la carità.

VII - L'umiltà - 67 Una volta ascesi tutti questi gradi dell'umiltà, il monaco giungerà subito a quella carità, che quando è perfetta, scaccia il timore; 68 per mezzo di essa comincerà allora a custodire senza alcuno sforzo e quasi naturalmente, grazie all'abitudine, tutto quello che prima osservava con una certa paura; 69 in altre parole non più per timore dell'inferno, ma per amore di Cristo, per la stessa buona abitudine e per il gusto della virtù. 70 Sono questi i frutti che, per opera dello Spirito Santo, il Signore si degnerà di rendere manifesti nel suo servo, purificato ormai dai vizi e dai peccati.

LIII - L'accoglienza degli ospiti - 1 Tutti gli ospiti che giungono in monastero siano ricevuti come Cristo, poiché un giorno egli dirà: "Sono stato ospite e mi avete accolto" 2 e a tutti si renda il debito onore, ma in modo particolare ai nostri confratelli e ai pellegrini. 3 Quindi, appena viene annunciato l'arrivo di un ospite, il superiore e i monaci gli vadano incontro, manifestandogli in tutti i modi il loro amore; 4 per prima cosa preghino insieme e poi entrino in comunione con lui, scambiandosi la pace.

LXVI - I portinai del monastero - 1 Alla porta del monastero sia destinato un monaco anziano e assennato, che sappia ricevere e riportare le commissioni e sia abbastanza maturo da non disperdersi, andando in giro a destra e a sinistra. 2 Questo portinaio deve avere la sua residenza presso la porta, in modo che le persone che arrivano trovino sempre un monaco pronto a rispondere. 3 Quindi, appena qualcuno bussa o un povero chiede la carità, risponda: "Deo gratias!" Oppure: "Benedicite!" 4 e con tutta la delicatezza che ispira il timor di Dio venga incontro alle richieste del nuovo arrivato, dimostrando una grande premura e un'ardente carità.

LXXI - L'obbedienza fraterna - 1 La virtù dell'obbedienza non dev'essere solo esercitata da tutti nei confronti dell'abate, ma bisogna anche che i fratelli si obbediscano tra loro, 2 nella piena consapevolezza che è proprio per questa via dell'obbedienza che andranno a Dio. 3 Dunque, dopo aver dato l'assoluta precedenza al comando dell'abate o dei superiori da lui designati, a cui non permettiamo che si preferiscano ordini privati, 4 per il resto i più giovani obbediscano ai confratelli più anziani con la massima carità e premura.

LXXII - Il buon zelo dei monaci - 1 Come c'è un cattivo zelo, pieno di amarezza, che separa da Dio e porta all'inferno, 2 così ce n'è uno buono, che allontana dal peccato e conduce a Dio e alla vita eterna. 3 Ed è proprio in quest'ultimo che i monaci devono esercitarsi con la più ardente carità 4 e cioè: si prevengano l'un l'altro nel rendersi onore; 5 sopportino con grandissima pazienza le rispettive miserie fisiche e morali; 6 gareggino nell'obbedirsi scambievolmente; 7 nessuno cerchi il proprio vantaggio, ma piuttosto ciò che giudica utile per gli altri; 8 si portino a vicenda un amore fraterno e scevro da ogni egoismo; 9 temano filialmente Dio; 10 amino il loro abate con sincera e umile carità; 11 non antepongano assolutamente nulla a Cristo, 12 che ci conduca tutti insieme alla vita eterna.

 LETTERA ENCICLICA DEUS CARITAS EST DEL SOMMO PONTEFICE BENEDETTO XVI - Libreria Editrice Vaticana 2005



LA CASTITA'

IV - Gli strumenti delle buone opere - 1 Prima di tutto amare il Signore Dio con tutto il cuore, con tutta l'anima, con tutte le forze; 2 poi il prossimo come se stesso. 3 Quindi non uccidere, 4 non commettere adulterio, 5 non rubare, 6 non avere desideri illeciti,...  63 Adempiere quotidianamente i comandamenti di Dio. 64 Amare la castità, 65 non odiare nessuno...
XXII - Il dormitorio dei monaci -
1 Ciascun monaco dorma in un letto proprio 2 e ne riceva la fornitura conforme alle consuetudini monastiche e secondo quanto disporrà l'abate. 3 Se è possibile dormano tutti nello stesso locale, ma se il numero rilevante non lo permette, riposino a dieci o venti per ambiente insieme con gli anziani incaricati della sorveglianza. 4 Nel dormitorio rimanga sempre accesa una lampada fino al mattino.
7 I più giovani non abbiano i letti vicini, ma alternati con quelli dei più anziani.

VII - L'umiltà -
23 Quanto poi alle passioni della nostra natura decaduta, bisogna credere ugualmente che Dio è sempre presente, secondo il detto del profeta: "Ogni mio desiderio sta davanti a te". 24 Dobbiamo quindi guardarci dalle passioni malsane, perché la morte è annidata sulla soglia del piacere. 25 Per questa ragione la Scrittura prescrive: "Non seguire le tue voglie".
LIII - L'accoglienza degli ospiti -
1 Tutti gli ospiti che giungono in monastero siano ricevuti come Cristo, poiché un giorno egli dirà: "Sono stato ospite e mi avete accolto" ... 3 Quindi, appena viene annunciato l'arrivo di un ospite, il superiore e i monaci gli vadano incontro, manifestandogli in tutti i modi il loro amore; 4 per prima cosa preghino insieme e poi entrino in comunione con lui, scambiandosi la pace. 5 Questo bacio di pace non dev'essere offerto prima della preghiera per evitare le illusioni diaboliche.
LXXII - Il buon zelo dei monaci -
7 nessuno cerchi il proprio vantaggio, ma piuttosto ciò che giudica utile per gli altri; 8 si portino a vicenda un amore fraterno e scevro da ogni egoismo (in latino: caritatem fraternitatis caste impendant); 11 non antepongano assolutamente nulla a Cristo,  12 che ci conduca tutti insieme alla vita eterna.

Castità e comunità nella Regola di San Benedetto: di Julian Stead, O.S.B., estratto da: Studia Patristica Vol. XX - Peeters Press Leuven 1989


LA COMPUNZIONE

Capitolo IV - Gli strumenti delle buone opere: 55 Ascoltare volentieri la lettura della parola di Dio, 56 dedicarsi con frequenza alla preghiera; 57 in questa confessare ogni giorno a Dio con profondo dolore le colpe passate 58 e cercare di emendarsene per l'avvenire.

Capitolo VII - L'umiltà: 62 Il dodicesimo grado dell’umiltà, infine, è quello del monaco,… che 64 considerandosi sempre reo per i propri peccati, si vede già dinanzi al tremendo giudizio di Dio, 65 ripetendo continuamente in cuor suo ciò che disse, con gli occhi fissi a terra il pubblicano del Vangelo: "Signore, io, povero peccatore, non sono degno di alzare gli occhi al cielo".

Capitolo XX - La riverenza nella preghiera: 1 Se quando dobbiamo chiedere un favore a qualche personaggio, osiamo farlo solo con soggezione e rispetto, 2 quanto più dobbiamo rivolgere la nostra supplica a Dio, Signore di tutte le cose, con profonda umiltà e sincera devozione. 3 Bisogna inoltre sapere che non saremo esauditi per le nostre parole, ma per la purezza del cuore e la compunzione che strappa le lacrime.

Capitolo XLIX - La quaresima dei monaci: 2 … almeno durante la Quaresima ognuno vigili con gran fervore sulla purezza della propria vita, 3 profittando di quei santi giorni per cancellare tutte le negligenze degli altri periodi dell'anno. 4 E questo si realizza degnamente, astenendosi da ogni peccato e dedicandosi con impegno alla preghiera accompagnata da lacrime di pentimento, allo studio della parola di Dio, alla compunzione del cuore e al digiuno.

 

La compunzione nella Regola di san Benedetto - Quel bruciore che tocca il cuore: di Josep M. Soler O.S.B. - L'Osservatore Romano del 14 marzo 2013 - Libreria Editrice Vaticana

LA COMUNITA'
Prologo: 45 Vogliamo dunque istituire una scuola del servizio del Signore 46 nella quale ci auguriamo di non prescrivere nulla di duro o di gravoso
III - La consultazione della comunità: 1 Ogni volta che in monastero bisogna trattare qualche questione importante, l'abate convochi tutta la comunità … 3 spesso è proprio al più giovane che il Signore rivela la soluzione migliore... 13 "Fa' tutto col consiglio e dopo non avrai a pentirtene".
XXXIII - Il "vizio" della proprietà: 1 Nel monastero questo vizio dev'essere assolutamente stroncato fin dalle radici... 6 "Tutto sia comune a tutti", come dice la Scrittura, e "nessuno dica o consideri propria qualsiasi cosa".
XXXIV - La distribuzione del necessario: 1 Si legge nella Scrittura "Si distribuiva a ciascuno proporzionatamente al bisogno."...3 chi ha meno necessità, ringrazi Dio senza amareggiarsi, 4 mentre chi ha maggiori bisogni, si umili per la propria debolezza.”
LXIII - L'ordine della comunità: 1 Nella comunità ognuno conservi il posto che gli spetta secondo la data del suo ingresso o l'esemplarità della sua condotta o la volontà dell'abate.

La nostra comunità: Joan Chittister O.S.B. -“The monastery of the heart (Il monastero del cuore)” – Ed. Blue Bridge 2011

LA CONDIVISIONE

Capitolo XXXIII - Il "vizio" della proprietà: Nel monastero questo vizio dev'essere assolutamente stroncato fin dalle radici, "Tutto sia comune a tutti", come dice la Scrittura, e "nessuno dica o consideri propria qualsiasi cosa".

Capitolo XXXIV - La distribuzione del necessario: "Si distribuiva a ciascuno proporzionatamente al bisogno", si legge nella Scrittura. Con questo non intendiamo che si debbano fare preferenze - Dio ce ne liberi! - ma che si tenga conto delle eventuali debolezze; quindi chi ha meno necessità, ringrazi Dio senza amareggiarsi, mentre chi ha maggiori bisogni, si umili per la propria debolezza, invece di montarsi la testa per le attenzioni di cui è fatto oggetto e così tutti i membri della comunità staranno in pace.

 Capitolo LV - Gli abiti e le calzature dei monaci: In questo, però, deve sempre tener presente quanto è detto negli Atti degli Apostoli e cioè che "Si dava a ciascuno secondo le sue necessità". Quindi prenda in considerazione le particolari esigenze dei più deboli, anziché la malevolenza degli invidiosi. Comunque, in tutte le sue decisioni si ricordi del giudizio di Dio.

- “Nessuno tra loro era bisognoso” (At 4, 34) di Enzo Bianchi - Convegno Caritas Ambrosiana nov. 2004

- "La legge della condivisione - Settimo: non rubare" - estratto da "I dieci comandamenti - leggi del cuore" di Joan Chittister - Ed. Queriniana 

LA CONVERSIONE

Prologo: "... Ed è proprio per permetterci di correggere i nostri difetti che ci vengono dilazionati i giorni di questa vita secondo le parole dell'Apostolo: "Non sai che con la sua pazienza Dio vuole portarti alla conversione?" ... ".

Capitolo VII - L'umiltà: "... perché è misericordioso e aspetta la nostra conversione, ... ".

Capitolo LVIII - Norme per l'accettazione dei fratelli: "... Al momento dell'ammissione faccia in coro, davanti a tutta la comunità, solenne promessa di stabilità, conversione continua e obbedienza, ... "

Una dinamica di conversione; Estratto da “La Regola di san Benedetto, cammino di vita per i laici di Pierre Alban Delannoy - Ed. Albin Michel 2015

La conversione; Tratto dal libro "Le confessioni " di Sant'Agostino - Edizioni Rizzoli

IL CORPO
Prologo: 42 E se vogliamo arrivare alla vita eterna, sfuggendo alle pene dell'inferno, 43 finche c'è tempo e siamo in questo corpo e abbiamo la possibilità di compiere tutte queste buone azioni, 44 dobbiamo correre e operare adesso quanto ci sarà utile per l'eternità.
II - L'Abate: 27 Riprenda, ammonendoli una prima e una seconda volta, i monaci più docili e assennati, 28 ma i malvagi, i duri, i superbi e i disubbidienti, li castighi all'inizio del peccato, con fustigazioni o altre punizioni corporali , ben sapendo che sta scritto: "Lo stolto non si corregge con le parole" 29 e anche: "Battendo tuo figlio con la verga, salverai l'anima sua dalla morte".
IV - Gli strumenti delle buone opere: 10 Rinnegare completamente se stesso. per seguire Cristo; 11 mortificare il proprio corpo, 12 non cercare le comodità,
13 amare il digiuno.
VII - L'umiltà: 8 La scala così eretta, poi, è la nostra vita terrena che, se il cuore è umile, Dio solleva fino al cielo;
9 noi riteniamo infatti che i due lati della scala siano il corpo e l'anima nostra, nei quali la divina chiamata ha inserito i diversi gradi di umiltà o di esercizio ascetico per cui bisogna salire.
XXIII - La scomunica per le colpe: 4 Ma nel caso che anche questo provvedimento si dimostri inefficace, sia scomunicato, purché sia in grado di valutare la portata di una tale punizione. 5 Se invece difetta di una sufficiente sensibilità, sia sottoposto al castigo corporale.
XXX - La correzione dei ragazzi: 2 Perciò i bambini e gli adolescenti e quelli che non sono in grado di comprendere la gravità della scomunica, 3 quando commettono qualche colpa siano puniti con gravi digiuni o repressi con castighi corporali, perché si correggano.
XXXIII - Il "vizio" della proprietà: 1 Nel monastero questo vizio dev'essere assolutamente stroncato fin dalle radici,... 4 dal momento che ai monaci non è più concesso di disporre liberamente neanche del proprio corpo e della propria volontà
LIII - L'accoglienza degli ospiti: 6 Nel saluto medesimo si dimostri già una profonda umiltà verso gli ospiti in arrivo o in partenza, 7 adorando in loro, con il capo chino o il corpo prostrato a terra, lo stesso Cristo, che così viene accolto nella comunità.
LVII - I monaci che praticano un'arte o un mestiere: 6 Si ricordino sempre di Anania e Safira, per non correre il rischio che la morte, subita da quelli nel corpo, 7 colpisca le anime loro e di tutte le persone, che hanno comunque defraudato le sostanze del monastero.
LVIII - Norme per l'accettazione dei fratelli: 24 Se il novizio possiede dei beni materiali, li distribuisca in precedenza ai poveri o li doni al monastero con un atto ufficiale senza riservare per sé la minima proprietà, 25 ben sapendo che da quel giorno in poi non sarà più padrone neanche del proprio corpo.
LXXII - Il buon zelo dei monaci: 1 Come c'è un cattivo zelo, pieno di amarezza, che separa da Dio e porta all'inferno, 2 così ce n'è uno buono, che allontana dal peccato e conduce a Dio e alla vita eterna. 3 Ed è proprio in quest'ultimo che i monaci devono esercitarsi con la più ardente carità 4 e cioè: si prevengano l'un l'altro nel rendersi onore; 5 sopportino con grandissima pazienza le rispettive miserie fisiche e morali.

 

L'antropologia monastica nella Regola di Benedetto - di Cecilia Falchini - Estratto e tradotto da "Cuadernos Monasticos" 148 (2004) 21 – 38 - Ediciones Cuadernos Monásticos

LA CREAZIONE

Capitolo XVI - La celebrazione dei divini Offici durante le ore del giorno

"Sette volte al giorno ti ho lodato", dice il profeta. ...Dunque in queste ore innalziamo lodi al nostro Creatore...

Capitolo LXXIII - La modesta portata di questa regola

Abbiamo abbozzato questa Regola con l'intenzione che ... riusciamo almeno a dar prova di possedere una certa rettitudine di costumi...... O esiste un'opera dei padri della Chiesa che non mostri chiaramente la via più rapida e diretta per raggiungere l'unione con il nostro Creatore?

 

 La spiritualità benedettina della creazione: tratto dal libro "Apri i tuoi sensi a Dio" di Anselm Grün, O.S.B. - Edizioni San Paolo 2001

IL CUORE
Prologo: 1 Ascolta, figlio mio, gli insegnamenti del maestro e apri docilmente il tuo cuore; accogli volentieri i consigli ispirati dal suo amore paterno e mettili in pratica con impegno, ... 10 " Se oggi udrete la sua voce, non indurite il vostro cuore!"... 49 Mentre invece, man mano che si avanza nella vita monastica e nella fede, si corre per la via dei precetti divini col cuore dilatato dall'indicibile sovranità dell'amore.
IV - Gli strumenti delle buone opere: 1 Prima di tutto amare il Signore Dio con tutto il cuore, con tutta l'anima, con tutte le forze; 2 poi il prossimo come se stesso... 24 non covare inganni nel cuore, ...28 dire la verità con il cuore e con la bocca,.. 50 Spezzare subito in Cristo tutti i cattivi pensieri che ci sorgono in cuore e manifestarli al padre spirituale.
VII - L'umiltà:  3 ... il profeta ..dice: "Signore, non si è esaltato il mio cuore, né si è innalzato il mio sguardo, non sono andato dietro a cose troppo grandi o troppo alte per me". 4 E allora? "Se non ho nutrito sentimenti di umiltà, se il mio cuore si è insuperbito, tu mi tratterai come un bimbo svezzato dalla propria madre"... 8 La scala così eretta, poi, è la nostra vita terrena che, se il cuore è umile, Dio solleva fino al cielo;... 37 E ancora: "Sia forte il tuo cuore e spera nel Signore"... 51 Il settimo grado dell'umiltà consiste non solo nel qualificarsi come il più miserabile di tutti, ma nell'esserne convinto dal profondo del cuore
XX - La riverenza nella preghiera: 3 Bisogna inoltre sapere che non saremo esauditi per le nostre parole, ma per la purezza del cuore e la compunzione che strappa le lacrime.
XXXIX - La misura del cibo: 9 come dice lo stesso nostro Signore: "State attenti che il vostro cuore non sia appesantito dal troppo cibo".
XLIX - La Quaresima dei monaci: 4 E questo si realizza degnamente, astenendosi da ogni peccato e dedicandosi con impegno alla preghiera accompagnata da lacrime di pentimento, allo studio della parola di Dio, alla compunzione del cuore e al digiuno.
 

Cuore: il luogo della lotta invisibile: di Enzo Bianchi - Estratto da “Avvenire” - domenica 2 novembre 2014 - Ed. Avvenire N.E.I. S.p.A.

LA DEBOLEZZA

Capitolo VII - L'umiltà: " Il settimo grado dell'umiltà consiste non solo nel qualificarsi come il più miserabile di tutti, ma nell'esserne convinto dal profondo del cuore, umiliandosi e dicendo con il profeta: "Ora io sono un verme e non un uomo, l'obbrobrio degli uomini e il rifiuto della plebe"; "Mi sono esaltato e quindi umiliato e confuso" e ancora: "Buon per me che fui umiliato, perché imparassi la tua legge".

 Elogio della debolezza (ma non della miseria); di Enzo Bianchi - tratto dal quotidiano "Avvenire"

IL DIGIUNO

Capitolo IV - Gli strumenti delle buone opere: 10 Rinnegare completamente se stesso. per seguire Cristo; 11 mortificare il proprio corpo, 12 non cercare le comodità, 13 amare il digiuno.
Capitolo XLIX - La quaresima dei monaci: 2 ... almeno durante la Quaresima ognuno vigili con gran fervore sulla purezza della propria vita, 3 profittando di quei santi giorni per cancellare tutte le negligenze degli altri periodi dell'anno. 4 E questo si realizza degnamente, astenendosi da ogni peccato e dedicandosi con impegno alla preghiera accompagnata da lacrime di pentimento, allo studio della parola di Dio, alla compunzione del cuore e al digiuno.
Capitolo LIII - L'accoglienza degli ospiti: 10 Se non è uno dei giorni in cui il digiuno non può essere violato, il superiore rompa pure il suo digiuno per far compagnia all'ospite. 11 mentre i fratelli continuino a digiunare come al solito.

 

Il digiuno: Estratto da “La teologia dei Padri”, Vol. 3, a cura di G. Mura - Città Nuova, 1975
 

LA DISCREZIONE

Capitolo XLVIII - Il lavoro quotidiano: ".... Tutto però si svolga con discrezione, in considerazione dei più deboli."

Capitolo LXIV - L'elezione dell'abate: "... proceda con discernimento e moderazione, tenendo presente la discrezione del santo patriarca Giacobbe,...  Seguendo questo e altri esempi di quella discrezione che è la madre di tutte le virtù, disponga ogni cosa in modo da stimolare le generose aspirazioni dei forti, senza scoraggiare i deboli."

La discrezione; Tratto dal libro "Conferenze spirituali " di G. Cassiano - Edizioni Paoline

La discrezione madre delle virtù; Madre Ignazia Angelini O.S.B. - Da "Incontri sulla Regola" www.versoilcenobio.it

Discernere, malìa o incanto?; Tratto dal libro "Occasione o tentazione?" di Silvano Fausti - Edizioni Ancora - 2005

La prudenza; Tratto dal libro "Le virtù - Per dare il meglio di sé" di Carlo Maria Martini - Edizioni In Dialogo - 2010

L'EUCARISTIA - SANTA MESSA

Capitolo XXXVIII - La lettura in refettorio: 2. Dopo la Messa e la comunione, il lettore che entra in funzione si raccomandi nel coro alle preghiere dei fratelli, perché Dio lo tenga lontano da ogni tentazione di vanità; 3. e tutti ripetano per tre volte il versetto: "Signore apri le mie labbra e la mia bocca annunzierà la tua lode", che è stato intonato dal lettore stesso, ...
10.Prima di iniziare la lettura, il monaco di turno prenda un po' di vino aromatico, sia per rispetto alla santa Comunione, sia per evitare che il digiuno gli pesi troppo, 11. e poi mangi con i fratelli che prestano servizio in cucina e in refettorio.

Capitolo LIX - I piccoli oblati: 1 Se qualche persona facoltosa volesse offrire il proprio figlio a Dio nel monastero e il ragazzo è ancora piccino, i genitori stendano la domanda di cui abbiamo parlato nel capitolo precedente 2 e l'avvolgano nella tovaglia dell'altare insieme con l'oblazione della Messa e la mano del bimbo, offrendolo in questo modo.... 8 Quanto a coloro che non possiedono proprio nulla, facciano semplicemente la domanda e offrano il loro figlioletto con l'oblazione della Messa, alla presenza di testimoni.

Capitolo LXII - I sacerdoti del monastero: 1. Se un abate desidera che uno dei suoi monaci sia ordinato sacerdote o diacono per il servizio della comunità scelga in essa un fratello degno di esercitare tali funzioni. 2. Ma il monaco ordinato si guardi dalla vanità e dalla superbia ...
5.Conservi sempre il posto che gli spetta in corrispondenza del suo ingresso in monastero, 6. tranne che per il ministero dell'altare, oppure nel caso che la scelta della comunità o la volontà dell'abate l'abbiano promosso in considerazione della sua vita esemplare.

 

(Nell'orario fissato con tanti particolari da san Benedetto non figura la messa quotidiana nei giorni feriali, nemmeno in quaresima. Nel monastero al tempo di san Benedetto la messa conventuale e solenne si celebrava solo la domenica e le feste. Questo non deve sorprendere. Solo posteriormente a san Benedetto si andò estendendo l'uso della messa quotidiana (cominciando dall'Africa e dalla Spagna). Naturalmente, oggi la messa conventuale è il centro della giornata monastica ("Appunti sulla Regola di san Benedetto" di D. Lorenzo Sena O.S.B. Silv.).

 

"La Santa Messa" di Papa Francesco - Udienze generali estratte dal sito della Santa Sede: https://www.vatican.va/

"Eucaristia e vita monastica" di Dom Adalbert de Vogüé osb - Estratto da "Deus absconditus", anno 83, n. 3, Luglio-Settembre 1992, pp. 18-28

"L’Eucaristia nella storia della salvezza" di Raniero Cantalamessa O.F.M. Cap.- Estratto da “L'Eucaristia nostra santificazione”, Ed. Ancora 2014 (Prima edizione 1991)

LA FEDE
Prologo: 21 Armati dunque di fede e di opere buone, sotto la guida del Vangelo, incamminiamoci per le sue vie in modo da meritare la visione di lui, che ci ha chiamati nel suo regno. 49 Mentre invece, man mano che si avanza nella vita monastica e nella fede, si corre per la via dei precetti divini col cuore dilatato dall'indicibile sovranità dell'amore.
II - L'Abate: 2 Sappiamo infatti per fede che in monastero egli tiene il posto di Cristo, poiché viene chiamato con il suo stesso nome, 3 secondo quanto dice l'Apostolo: "Avete ricevuto lo Spirito di figli adottivi, che vi fa esclamare: Abba, Padre!"
XIX - La partecipazione interiore all'Ufficio divino: 1 Sappiamo per fede che Dio è presente dappertutto e che "gli occhi del Signore guardano in ogni luogo i buoni e i cattivi", 2 ma dobbiamo crederlo con assoluta certezza e senza la minima esitazione, quando prendiamo parte all'Ufficio divino.

"Man mano che progrediamo nella vita monastica e nella fede", di John Kurichianil, osb., Abate di Kappadu et Presidente dell’ISBF (Confederazione Benedettina Indo Sri-Lankese) Estratto e tradotto dal “Bollettino n. 84” dell’“Alliance InterMonastère” (oimintl.org) 2005

LA GIOIA

Prologo della Regola: Quando poi il Signore cerca il suo operaio tra la folla, insiste dicendo: "Chi è l'uomo che vuole la vita e arde dal desiderio di vedere giorni felici?". Se a queste parole tu risponderai: "Io!", Dio replicherà: "Se vuoi avere la vita, quella vera ed eterna, guarda la tua lingua dal male e le tue labbra dalla menzogna.

Capitolo V - L'obbedienza: Ma questa obbedienza sarà accetta a Dio e gradevole agli uomini, se il comando ricevuto verrà eseguito senza esitazione, lentezza o tiepidezza e tantomeno con mormorazioni o proteste, perché l'obbedienza che si presta agli uomini è resa a Dio, come ha detto lui stesso: "Chi ascolta voi, ascolta me". I monaci dunque devono obbedire con slancio e generosità, perché "Dio ama chi dona con gioia".

Capitolo VII - L'umilità: E per dimostrare come il servo fedele deve sostenere per il Signore tutte le possibili contrarietà, esclama per bocca di quelli che patiscono: "Ogni giorno per te siamo messi a morte, siamo trattati come pecore da macello". Ma con la sicurezza che nasce dalla speranza della divina retribuzione, costoro soggiungono lietamente: "E di tutte queste cose trionfiamo in pieno, grazie a colui che ci ha amato". 

Capitolo XLIX - La quaresima dei monaci : Perciò durante la Quaresima aggiungiamo un supplemento al dovere ordinario del nostro servizio, come, per es., preghiere particolari, astinenza nel mangiare o nel bere, in modo che ognuno di noi possa di propria iniziativa offrire a Dio "con la gioia dello Spirito Santo" qualche cosa di più di quanto deve già per la sua professione monastica.

La gioia dello Spirito Santo in San Benedetto- tratto da "Collectanea Cisterciensia" 71 (2009) - Adalbert de VOGÜÉ, osb

La gioia dei Discepoli - tratto dal libro "DIO DELLA MIA GIOIA" di Anna Maria Canopi osb - Ed. PIEMME

Vivere la gioia evangelica - tratto dal libro "Vivere la gioia evangelica - L'esperienza di Gesù trasmessa ai cristiani" di Luigi D'Ayala Valva - Qiqajon Edizioni, collana Scintille 2021

Il dono della gioia – La nascita di Dio - tratto da "Una guida per l'Avvento", di Anselm Grün, Ed. Queriniana 2017

LA GIOVINEZZA

III - La consultazione della comunità: 1 Ogni volta che in monastero bisogna trattare qualche questione importante, l'abate convochi tutta la comunità ed esponga personalmente l'affare in oggetto. ... 3 Ma abbiamo detto di consultare tutta la comunità, perché spesso è proprio al più giovane che il Signore rivela la soluzione migliore.

IV - Gli strumenti delle buone opere: 70 rispettare gli anziani, 71 amare i giovani,

LXIII - L'ordine della comunità: 1 Nella comunità ognuno conservi il posto che gli spetta secondo la data del suo ingresso o l'esemplarità della sua condotta o la volontà dell'abate…5 E in nessuna occasione l'età costituisca un criterio distintivo o pregiudizievole per stabilire i posti, 6 perché Samuele e Daniele, quando erano ancora fanciulli, giudicarono gli anziani... 9 Per quanto riguarda i ragazzi, invece, si osservi in tutto e per tutto la relativa disciplina. 10 I più giovani, dunque, trattino con riguardo i più anziani, che a loro volta li ricambino con amore. 11 Anche quando si chiamano tra loro, nessuno si permetta di rivolgersi all'altro con il solo nome, 12 ma gli anziani diano ai giovani l'appellativo di "fratello" e i giovani usino per gli anziani quello di "reverendo padre", come espressione del loro rispetto filiale.

LXXI - L'obbedienza fraterna:1 La virtù dell'obbedienza non dev'essere solo esercitata da tutti nei confronti dell'abate, ma bisogna anche che i fratelli si obbediscano tra loro, 2 nella piena consapevolezza che è proprio per questa via dell'obbedienza che andranno a Dio. …4 per il resto i più giovani obbediscano ai confratelli più anziani con la massima carità e premura.

 

«Bambino, perché ci hai trattato così?» (Lc 2,41-52): di Timothy Radcliffe O.P. e Łukasz Popko O.P. - Estratto da “Domande di Dio, domande a Dio - In dialogo con la Bibbia” - Libreria Editrice Vaticana 2023

 

IL LAVORO

Capitolo XLVIII - Il lavoro quotidiano: "L'ozio è nemico dell'anima, perciò i monaci devono dedicarsi al lavoro in determinate ore e in altre, pure prestabilite, allo studio della parola di Dio. ..... Ma se le esigenze locali o la povertà richiedono che essi si occupino personalmente della raccolta dei prodotti agricoli, non se ne lamentino, perché i monaci sono veramente tali, quando vivono del lavoro delle proprie mani come i nostri padri e gli Apostoli. Tutto però si svolga con discrezione, in considerazione dei più deboli. ..."

Capitolo LVII - I monaci che praticano un'arte o un mestiere: "Se in monastero ci sono dei fratelli esperti in un'arte o in un mestiere, li esercitino con la massima umiltà, purché l'abate lo permetta... "affinché in ogni cosa sia glorificato Dio". "

Monachesimo e lavoro - Il lavoro e i Padri del deserto; - Sr. M. Teresa Bussini OSB ap - Scuola di cultura monastica – Monastero san Benedetto: Milano 22 ottobre 2007

Travail ( Lavoro); a cura di Jacques Guillet S.J. e Paul de Surgy - Tratto dal libro "Vocabulaire de Théologie biblique" - Les Éditions du Cerf - (Traduzione libera)

I LIBRI


Capitolo XXXIII - Il "vizio" della proprietà: Nel monastero questo vizio dev'essere assolutamente stroncato fin dalle radici, sicché nessuna si azzardi a dare o ricevere qualche cosa senza il permesso dell'abate, né pensi di avere nulla di proprio, assolutamente nulla, né un libro, né un quaderno o un foglio di carta e neppure una matita, ...."Tutto sia comune a tutti", come dice la Scrittura, e "nessuno dica o consideri propria qualsiasi cosa".

Capitolo XXXVIII - La lettura in refettorio: Alla mensa dei monaci non deve mai mancare la lettura, né è permesso di leggere a chiunque abbia preso a caso un libro qualsiasi, ma bisogna che ci sia un monaco incaricato della lettura, che inizi il suo compito alla domenica.

Capitolo XLII - Il silenzio dopo compieta: I monaci devono custodire sempre il silenzio con amore, ma soprattutto durante la notte.... appena alzati da cena, i monaci si riuniscano tutti insieme e uno di loro legga le Conferenze o le Vite dei Padri o qualche altra opera di edificazione,...

Capitolo XLVIII - Il lavoro quotidiano: L'ozio è nemico dell'anima, perciò i monaci devono dedicarsi al lavoro in determinate ore e in altre, pure prestabilite, allo studio della parola di Dio.... Dal 14 settembre, poi, fino al principio della Quaresima, si applichino allo studio fino alle 9, quando celebreranno l'ora di Terza, dopo la quale tutti saranno impegnati nei rispettivi lavori fino a Nona, e cioè alle 14. Al primo segnale di Nona, ciascuno interrompa il proprio lavoro per essere pronto al suono del secondo segnale. Dopo il pranzo si dedichino alla lettura personale o allo studio dei salmi.

Il posto dei libri nelle più antiche regole monastiche: di Adalbert de Vogüé, estratto e tradotto da “Revue Mabillon” 16 (T. 77) - Abbaye Saint-Martin, 2005

Dallo scriptorium senza biblioteca alla biblioteca senza scriptorium: di Guglielmo Cavallo. Estratto da: “Dall'eremo al cenobio”. Autori vari. Libri Scheiwiller – Milano 1987

LA "LECTIO DIVINA"

Capitolo IV - Gli strumenti delle buone opere:  " -Ascoltare volentieri la lettura della parola di Dio,..."

Capitolo XLVIII - Il lavoro quotidiano: " - L'ozio è nemico dell'anima, perciò i monaci devono dedicarsi al lavoro in determinate ore e in altre, pure prestabilite, allo studio della parola di Dio. " 

 

SAN BENEDETTO E LA «LECTIO DIVINA» - estratto da " IL VESCOVO E IL MONACO" di Carlo Maria Martini - Cardinale Arcivescovo di Milano - Edito dall'Abbazia San Benedetto di Seregno

LE RADICI STORICHE DELLA LECTIO DIVINA - estratto da: “Abitare la parola” - G. Farro e altri - Ed. Il pozzo di Giacobbe 2005

Excursus sulla LECTIO DIVINA - estratto da "Appunti sulla Regola di S. Benedetto" di D. Lorenzo Sena, OSB. Silv. - pubblicato sul sito Web del Monastero S. Vincenzo di Bassano Romano (VT) (https://sanvincenzo.silvestrini.org)

GESÙ’ LIBRO E GESÙ’ LETTORE: di Jean Leclercq O.S.B. - Estratto da «OSSA HUMILIATA» I, Frammenti di spiritualità monastica, edito dall'Abbazia San Benedetto di Seregno 1993

Scriptura crescit cum legente: porterà frutti a suo tempo: Lorenzo Saraceno O.S.B. Cam. - Estratto da “Vita monastica”, Anno LV, n. 218 - Edizioni Camaldoli 2001

LA LITURGIA

Capitolo XVI - La celebrazione dei divini Offici durante le ore del giorno: " "Sette volte al giorno ti ho lodato", dice il profeta. Questo sacro numero di sette sarà adempiuto da noi, se assolveremo i doveri del nostro servizio alle Lodi, a Prima, a Terza, a Sesta, a Nona, a Vespro e Compieta,.. Dunque in queste ore innalziamo lodi al nostro Creatore "per le opere della sua giustizia" e cioè alle lodi, a Prima, a Terza, a Sesta, a Nona, a Vespro e a Compieta e di notte alziamoci per celebrare la sua grandezza. "

Capitolo XVIII - L'ordine dei salmi nelle ore del giorno: "Ci teniamo però ad avvertire che, se qualcuno non trovasse conveniente tale distribuzione dei salmi, li disponga pure come meglio crede, purché badi bene di fare in modo che in tutta la settimana si reciti l'intero salterio di centocinquanta salmi...  dato che dei nostri padri si legge che in un sol giorno adempivano con slancio e fervore quanto è augurabile che noi tiepidi riusciamo a eseguire in una settimana."

Capitolo XIX - La partecipazione interiore all'Ufficio divino: "Sappiamo per fede che Dio è presente dappertutto...  Perciò ricordiamoci sempre di quello che dice il profeta: "Servite il Signore nel timore" e ancora: "Lodatelo degnamente" e ancora: " Ti canterò alla presenza degli angeli"... e partecipiamo alla salmodia in modo tale che l'intima disposizione dell'animo si armonizzi con la nostra voce."

"L’ OFFICIUM DIVINUM ALL’EPOCA DELLA RIFORMA CAROLINGIA" - a cura di Alceste Catella - Tratto dal libro "L'Anaunia e i suoi martiri" - Bibliotheca Civis - X - Trento 1997

LA LODE DI DIO

IX - I salmi dell'Ufficio notturno: 1 Nel suddetto periodo invernale si dica prima di tutto per tre volte il versetto: "Signore, apri le mie labbra e la mia bocca annunzierà la tua lode",

XI - L'Ufficio notturno nelle Domeniche: 8 Dopo il quarto responsorio l'abate intoni l'inno " Te Deum laudamus ", 9 finito il quale lo stesso abate legga la lezione dai Vangeli, ... 10 Al termine di questa lettura tutti rispondano Amen, poi l'abate prosegua immediatamente con l'inno " Te decet laus " e, recitata la preghiera di benedizione, si incomincino le Lodi.

XVI - La celebrazione dei divini Offici durante il giorno: 1 "Sette volte al giorno ti ho lodato", dice il profeta. 2 Questo sacro numero di sette sarà adempiuto da noi, se assolveremo i doveri del nostro servizio alle Lodi, a Prima, a Terza, a Sesta, a Nona, a Vespro e Compieta, 3 perché proprio di queste ore diurne il profeta ha detto: "Sette volte al giorno ti ho lodato".

XXXVIII - La lettura in refettorio: 1 Alla mensa dei monaci non deve mai mancare la lettura, ... 2 Dopo la Messa e la comunione, il lettore che entra in funzione si raccomandi nel coro alle preghiere dei fratelli, perché Dio lo tenga lontano da ogni tentazione di vanità; 3 e tutti ripetano per tre volte il versetto: "Signore apri le mie labbra e la mia bocca annunzierà la tua lode", che è stato intonato dal lettore stesso,...

 

La preghiera di lode: Papa Francesco, Catechesi sulla preghiera - Libreria Editrice Vaticana 2021

Dalla bellezza alla lode: Estratto da “Prendimi con te, corriamo! Eros e mistica nel Cantico dei Cantici” di Fabio Bartoli - Ancora Editrice 2016

LA LUCE

Prologo della Regola - 8 Alziamoci, dunque, una buona volta, dietro l'incitamento della Scrittura che esclama: "E' ora di scuotersi dal sonno!" 9 e aprendo gli occhi a quella luce divina ascoltiamo con trepidazione ciò che ci ripete ogni giorno la voce ammonitrice di Dio: 10 "Se oggi udrete la sua voce, non indurite il vostro cuore!" 11 e ancora: " Chi ha orecchie per intendere, ascolti ciò che lo Spirito dice alle Chiese!". 12 E che dice? " Venite, figli, ascoltatemi, vi insegnerò il timore di Dio. 13 Correte, finché avete la luce della vita, perché non vi colgano le tenebre della morte".

 

Il cammino dei popoli verso la luce - tratto da “Piccolo manuale della speranza” di Carlo Maria Martini, Giunti Editore 2012.

LA MALATTIA

Capitolo XXXVI - I fratelli infermi: L'assistenza agli infermi deve avere la precedenza e la superiorità su tutto, in modo che essi siano serviti veramente come Cristo in persona, il quale ha detto di sé: "Sono stato malato e mi avete visitato", e: "Quello che avete fatto a uno di questi piccoli, lo avete fatto a me". I malati però riflettano, a loro volta, che sono serviti per amore di Dio e non opprimano con eccessive pretese i fratelli che li assistono, ma comunque bisogna sopportarli con grande pazienza, poiché per mezzo loro si acquista un merito più grande.
Quindi l'abate vigili con la massima attenzione perché non siano trascurati sotto alcun riguardo. Per i monaci ammalati ci sia un locale apposito e un infermiere timorato di Dio, diligente e premuroso. Si conceda loro l'uso dei bagni, tutte le volte che ciò si renderà necessario a scopo terapeutico; ai sani, invece, e specialmente ai più giovani venga consentito più raramente. I malati più deboli avranno anche il permesso di mangiare carne per potersi rimettere in forze; però, appena ristabiliti, si astengano tutti dalla carne come al solito. Ma la più grande preoccupazione dell'abate deve essere che gli infermi non siano trascurati dal cellerario e dai fratelli che li assistono, perché tutte le negligenze commesse dai suoi discepoli ricadono su di lui.

Capitolo XXXIX - La misura del cibo: ... Tutti infine si astengano assolutamente dalla carne di quadrupedi, a eccezione dei malati molto deboli.

Capitolo XLVIII - Il lavoro quotidiano: ... Infine ai monaci infermi o cagionevoli si assegni un lavoro o un'attività che non li lasci nell'inazione e nello stesso tempo non li sfinisca per l'eccessiva fatica, spingendoli ad andarsene, poiché l'abate ha il dovere di tener conto della loro debolezza.

 

I monaci di fronte alla malattia fisica e spirituale: Di R. Greci, Università degli Studi di Parma, estratto da "Hortus Artium Medievalium" Vol. 23/1, 2017

Medicina Monastica: estratto da "Storia della medicina", di Giuseppe Armocida, Editoriale Jaca Book, 1993

LA MANSUETUDINE

Capitolo III - La consultazione della comunità: Ogni volta che in monastero bisogna trattare qualche questione importante, l'abate convochi tutta la comunità ed esponga personalmente l'affare in oggetto. .......... I monaci poi esprimano il loro parere con tutta umiltà e sottomissione, senza pretendere di imporre a ogni costo le loro vedute.

Capitolo VI - L'amore del silenzio: Dunque l'importanza del silenzio è tale che persino ai discepoli perfetti bisogna concedere raramente il permesso di parlare, sia pure di argomenti buoni, santi ed edificanti, ........ Se infatti parlare e insegnare é compito del maestro, il dovere del discepolo è di tacere e ascoltare. Quindi, se bisogna chiedere qualcosa al superiore, lo si faccia con grande umiltà e rispettosa sottomissione.

Capitolo VII - L'umiltà: Il secondo grado dell'umiltà è quello in cui, non amando la propria volontà, non si trova alcun piacere nella soddisfazione dei propri desideri, ma si imita il Signore, mettendo in pratica quella sua parola, che dice: "Non sono venuto a fare la mia volontà, ma quella di colui che mi ha mandato". Così pure un antico testo afferma: "La volontà propria procura la pena, mentre la sottomissione conquista il premio". Terzo grado dell'umiltà è quello in cui il monaco per amore di Dio si sottomette al superiore in assoluta obbedienza, a imitazione del Signore, del quale l'Apostolo dice: "Fatto obbediente fino alla morte".

Capitolo LXVI - I portinai del monastero
Alla porta del monastero sia destinato un monaco anziano e assennato, ... Quindi, appena qualcuno bussa o un povero chiede la carità, risponda: "Deo gratias!" Oppure: "Benedicite!" e con tutta la delicatezza che ispira il timor di Dio venga incontro alle richieste del nuovo arrivato, dimostrando una grande premura e un'ardente carità.

Capitolo LXVIII - Le obbedienze impossibili
Anche se a un monaco viene imposta un'obbedienza molto gravosa, o addirittura impossibile a eseguirsi, il comando del superiore dev'essere accolto da lui con assoluta sottomissione e soprannaturale obbedienza.

Nell'officina della mansuetudine:  estratto da "Mansuetudine: volto del monaco" di Anna Maria Cànopi O.S.B. - Edizioni La Scala 1995


MARIA

Capitolo XVII - Salmi delle ore del giorno: ... 7 L'Ufficio del Vespro comprenda quattro salmi con le antifone, 8 dopo i quali si reciti la lezione, quindi il responsorio, l'inno, il versetto, il cantico del Vangelo (il Magnificat), il Kyrie e il Pater, a cui segue il congedo.

Presenza della Vergine nella vita monastica - Pablo Saenz. OSB - “Cuadernos Monásticos” n. 24 (1973).

LA MISERICORDIA

Capitolo IV - Gli strumenti delle buone opere: ... nell'eventualità di un contrasto con un fratello, stabilire la pace prima del tramonto del sole. E non disperare mai della misericordia di Dio.

Capitolo VII - L'umiltà: Il quinto grado dell'umiltà consiste nel manifestare con un'umile confessione al proprio abate tutti i cattivi pensieri che sorgono nell'animo o le colpe commesse in segreto, secondo l'esortazione della Scrittura, che dice: "Manifesta al Signore la tua via e spera in lui". E anche: "Aprite l'animo vostro al Signore, perché è buono ed eterna è la sua misericordia".


Capitolo XXXVII - I vecchi e i ragazzi: Benché la natura umana sia incline ad avere misericordia per queste due età, dei vecchi, cioè, e dei ragazzi, è bene che vi provveda anche l’autorità della Regola.

Capitolo XXXIV - La distribuzione del necessario: "Si distribuiva a ciascuno proporzionatamente al bisogno", si legge nella Scrittura. Con questo non intendiamo che si debbano fare preferenze - Dio ce ne liberi! - ma che si tenga conto delle eventuali debolezze;

Capitolo LIII - L'accoglienza degli ospiti: Tutti gli ospiti che giungono in monastero siano ricevuti come Cristo, poiché un giorno egli dirà: "Sono stato ospite e mi avete accolto"....
L'abate versi personalmente l'acqua sulle mani degli ospiti per la consueta lavanda; lui stesso, poi, e tutta la comunità lavino i piedi a ciascuno degli ospiti e al termine di questo fraterno servizio dicano il versetto: "Abbiamo ricevuto la tua misericordia, o Dio, nel mezzo del tuo Tempio".


Capitolo LXIV - L'elezione dell'abate: Il nuovo eletto, poi, pensi sempre al carico che si è addossato e a chi dovrà rendere conto del suo governo e sia consapevole che il suo dovere è di aiutare, piuttosto che di comandare. Bisogna quindi che sia esperto nella legge di Dio per possedere la conoscenza e la materia da cui trarre "cose nuove e antiche", intemerato, sobrio, misericordioso e faccia "trionfare la misericordia sulla giustizia", in modo da meritare un giorno lo stesso trattamento per sé.

 

La misericordia nella Regola di san Benedetto - Sr. Maria Auxilia Cassano O.S.B. - Dal sito suorebenedettine.it, 2015

Beati i misericordiosi - Walter Kasper - Estratto da “Misericordia – Concetto fondamentale del Vangelo – Chiave della vita cristiana” - Editrice Queriniana 20168

 

IL MONDO

I - Le varie categorie di monaci: La prima è quella dei cenobiti... La seconda è quella degli anacoreti o eremiti,.....La terza categoria di monaci, veramente detestabile è formata dai sarabaiti: molli come piombo, perché non sono stati temprati come l'oro nel crogiolo dell'esperienza di una regola, costoro conservano ancora le abitudini mondane, mentendo a Dio con la loro tonsura.

IV - Gli strumenti delle buone opere: Prima di tutto amare il Signore Dio con tutto il cuore, con tutta l'anima, con tutte le forze; poi il prossimo come se stesso.... Rendersi estraneo alla mentalità del mondo; non anteporre nulla all'amore di Cristo.

LXVI - I portinai del monastero
Il monastero, poi, dev'essere possibilmente organizzato in modo che al suo interno si trovi tutto l'occorrente, ossia l'acqua, il mulino, l'orto e i vari laboratori, per togliere ai monaci ogni necessità di girellare fuori, il che non giova affatto alle loro anime.

LXVII - I monaci mandati in viaggio
Quelli, poi, che rientrano, nel giorno stesso del loro ritorno si prostrino in coro al termine di tutte le Ore canoniche, implorando dalla comunità una preghiera per riparare le mancanze eventualmente commesse durante il viaggio, guardando o ascoltando qualcosa di male o perdendosi in chiacchiere. E nessuno si permetta di riferire ad altri quello che ha visto o udito fuori del monastero, perché questo sarebbe veramente rovinoso.

 

La relazione con il mondo nella Regola di San Benedetto - Fr. Michel-Marie O.S.B. - Tradotto dalla rivista "Présence d'En Calcat", H-S n ° 2, 2006 - Abbaye Saint Benoît d'En Calcat - (Dourgne - Francia).

Monachesimo e mondo - Estratto e tradotto da "Solitude et communion (Solitudine e comunione) Tome I. Fuite du monde (Fuga dal mondo)", di Jean-Luc Molinier, Cerf Patrimoines 2016

LA MORTE

Prologo:  " Venite, figli, ascoltatemi, vi insegnerò il timore di Dio.
Correte, finché avete la luce della vita, perché non vi colgano le tenebre della morte"...

"Non sai che con la sua pazienza Dio vuole portarti alla conversione?". Difatti il Signore misericordioso afferma: "Non voglio la morte del peccatore, ma che si converta e viva".

 Capitolo IV - Gli strumenti delle buone opere: " ...- anelare con tutta l'anima alla vita eterna, - prospettarsi sempre la possibilità della morte. ..."

Capitolo VII - L'umiltà - Dobbiamo quindi guardarci dalle passioni malsane, perché la morte è annidata sulla soglia del piacere.

Capitolo XXV - Le colpe più gravi - Il monaco colpevole di mancanze più gravi .... Attenda da solo al lavoro che gli sarà assegnato e rimanga nel lutto della penitenza, consapevole della terribile sentenza dell'apostolo che dice: "Costui è stato consegnato alla morte della carne, perché la sua anima sia salva nel giorno del Signore".

L'entrata in orazione; Articolo di Soeur Jeanne d'Arc o.p. - estratto dalla rivista"Cahiers sur l'Oraison, nov. 1958 "  - Ediz. Epiphanie (Traduzione libera)

La morte; di Pierre Grelot - Voce del “Dizionario di Teologia Biblica” ed. Marietti 1980

L'OBBEDIENZA

Prologo della Regola: " Ascolta, figlio mio, gli insegnamenti del maestro e apri docilmente il tuo cuore; accogli volentieri i consigli ispirati dal suo amore paterno e mettili in pratica con impegno, in modo che tu possa tornare attraverso la solerzia dell'obbedienza a Colui dal quale ti sei allontanato per l'ignavia della disobbedienza."

Cap. V - L'obbedienza: " Il segno più evidente dell'umiltà è la prontezza nell'obbedienza. Questa è caratteristica dei monaci che non hanno niente più caro di Cristo...Ma questa obbedienza sarà accetta a Dio e gradevole agli uomini, se il comando ricevuto verrà eseguito senza esitazione, lentezza o tiepidezza e tantomeno con mormorazioni o proteste, perché l'obbedienza che si presta agli uomini è resa a Dio, come ha detto lui stesso: "Chi ascolta voi, ascolta me".

Capitolo LVIII - Le obbedienze impossibili - "Anche se a un monaco viene imposta un'obbedienza molto gravosa, o addirittura impossibile a eseguirsi, il comando del superiore dev'essere accolto da lui con assoluta sottomissione e soprannaturale obbedienza... e obbedisca per amore di Dio, confidando nel Suo aiuto."

L'obbedienza; Estratto da "Ascolta o figlio – Commento spirituale al Prologo della Regola di san Benedetto", di don Divo Barsotti - Ed. Fondazione Divo Barsotti 1998

Bonum obedientiae (Il bene dell'obbedienza); Tratto dal libro "Cristo Ideale del Monaco" di Don Columba Marmion O.S.B. - Scritti monastici - Monaci Benedettini di Praglia 1936

L'OPERA DI DIO - OPUS DEI

XLIII - La puntualità nell'Ufficio divino e in refettorio: All'ora dell'Ufficio divino, appena si sente il segnale, lasciato tutto quello che si ha tra le mani, si accorra con la massima sollecitudine, ma nello stesso tempo con gravità, per non dare adito alla leggerezza.  In altre parole non si anteponga nulla all'Opera di Dio".

L - I monaci che lavorano lontano o sono in viaggio: I fratelli, che lavorano molto lontano e non possono essere presenti in coro nell'ora fissata per l'Opera di Dio, se l'impossibilità in cui si trovano è stata effettivamente accettata dall'abate, recitino pure l'Opera di Dio sul posto di lavoro, mettendosi in ginocchio per la reverenza dovuta a Dio.

LVIII - Norme per l'accettazione dei fratelli: Quando si presenta un aspirante alla vita monastica, non bisogna accettarlo con troppa facilità, ma, come dice l'Apostolo: "Provate gli spiriti per vedere se vengono da Dio"..... In primo luogo bisogna accertarsi se il novizio cerca veramente Dio, se ama l'Opera di Dio, l'obbedienza e persino le inevitabili contrarietà della vita comune.

XVII - I monaci mandati in viaggio: I monaci, che sono mandati in viaggio, si raccomandino alle preghiere di tutti i confratelli e dell'abate;  e nell'orazione conclusiva dell'Opera di Dio si ricordino sempre tutti gli assenti.

L'OPERA DI DIO - Estratto da "La Règle de Saint Benoît – Commentaire historique et critique", Vol. V, a cura di Adalbert de Vogüé, Sources Chrétiennes N. 185, Les Éditions du Cerf, 1971

La sola vera opera - Estratto da "La saggezza del monaco" di Luigi Gioia O.S.B., Ed. Dehoniane Bologna 2017

LA PACE

Prologo: Quando poi il Signore cerca il suo operaio tra la folla, insiste dicendo: "Chi è l'uomo che vuole la vita e arde dal desiderio di vedere giorni felici?". Se a queste parole tu risponderai: "Io!", Dio replicherà: "Se vuoi avere la vita, quella vera ed eterna, guarda la tua lingua dal male e le tue labbra dalla menzogna. Allontanati dall'iniquità, opera il bene, cerca la pace e seguila".

Capitolo IV - Gli strumenti delle buone opere: Adempiere quotidianamente i comandamenti di Dio. Amare la castità, non odiare nessuno, non essere geloso, non coltivare l'invidia, non amare le contese, fuggire l'alterigia e rispettare gli anziani, amare i giovani, pregare per i nemici nell'amore di Cristo, nell'eventualità di un contrasto con un fratello, stabilire la pace prima del tramonto del sole.

Capitolo XXXIV - La distribuzione del necessario: "Si distribuiva a ciascuno proporzionatamente al bisogno", si legge nella Scrittura. Con questo non intendiamo che si debbano fare preferenze - Dio ce ne liberi! - ..... e così tutti i membri della comunità staranno in pace.

La pace benedettina - Estratto da “ATTESA DI DIO - Riflessioni sulla Regola” di Catherine Mectilde de Bar - Jaca Book 1982
Consacrazione della chiesa dell'Archicenobio di Montecassino - Omelia del Santo Padre Paolo VI del 24 ott. 1964

I PADRI

Capitolo XLII - Il silenzio dopo compieta: I monaci devono custodire sempre il silenzio con amore, ma soprattutto durante la notte. Perciò in ogni periodo dell'anno, sia di digiuno oppure no, si procederà nel modo seguente: se non si digiuna, appena alzati da cena, i monaci si riuniscano tutti insieme e uno di loro legga le Conferenze o le Vite dei Padri o qualche altra opera di edificazione,...

Capitolo XLVIII - Il lavoro quotidiano: Ma se le esigenze locali o la povertà richiedono che essi si occupino personalmente della raccolta dei prodotti agricoli, non se ne lamentino, perché i monaci sono veramente tali, quando vivono del lavoro delle proprie mani come i nostri Padri e gli Apostoli.

Capitolo LXXIII - La modesta portata di questa regola: Abbiamo abbozzato questa Regola con l'intenzione che, mediante la sua osservanza nei nostri monasteri, riusciamo almeno a dar prova di possedere una certa rettitudine di costumi e di essere ai primordi della vita monastica. Del resto, chi aspira alla pienezza di quella vita dispone degli insegnamenti dei santi Padri, il cui adempimento conduce all'apice della perfezione. C'è infatti una pagina, anzi una parola, dell'antico o del nuovo Testamento, che non costituisca una norma esattissima per la vita umana?. O esiste un'opera dei padri della Chiesa che non mostri chiaramente la via più rapida e diretta per raggiungere l'unione con il nostro Creatore?
E le Conferenze, le Istituzioni e le Vite dei Padri, come anche la Regola del nostro santo padre Basilio,
che altro sono per i monaci fervorosi e obbedienti se non mezzi per praticare la virtù?

Chi sono i Padri? - di Élisabeth T. Barbier - Estratto da: "La patristica" , Edizioni San Paolo 1996

I Padri del Deserto e San Benedetto - di Louis Leloir O.S.B. - Estratto da "Nouvelle Revue Théologique" 102/2 (1980)

Detti dei Padri del deserto scelti e presentati da Thomas Merton - Titolo originale "The Wisdom of the Desert", Traduzione di Caterina Licciardi, Tea edizioni 2003

IL PADRE NOSTRO - L'ORAZIONE DOMENICALE

XIII - Le lodi nei giorni feriali - Ma l'Ufficio delle Lodi e del Vespro non si chiuda mai senza che, secondo l'uso stabilito, alla fine, tra l'attenzione di tutti, il superiore reciti il Pater per le offese alla carità fraterna che avvengono di solito nella vita comune, in modo che i presenti possano purificarsi da queste colpe, grazie all'impegno preso con la stessa preghiera nella quale dicono: "Rimetti a noi, come anche noi rimettiamo".  Nelle altre Ore, invece, si dica ad alta voce solo l'ultima parte del Pater, a cui tutti rispondano: "Ma liberaci dal male".

XVII - Salmi delle ore del giorno - L'Ufficio del Vespro comprenda quattro salmi con le antifone, dopo i quali si reciti la lezione, quindi il responsorio, l'inno, il versetto, il cantico del Vangelo, il Kyrie e il Pater, a cui segue il congedo.

 

Catechesi sul “Padre nostro”;  Papa Francesco, Estratte dal sito della Santa Sede: https://www.vatican.va/

Cipriano - La Preghiera del Signore; Tratto dal libro "Preghiere dei primi Cristiani" di Adalberto Hamman - Editrice Vita e Pensiero

Riflessioni sul Padre Nostro; di Don Bruno Maggioni - Estratto da “Padre Nostro” Editrice Vita e Pensiero 1998

Origene - Commento del "Pater"; - Estratto da "Origene - La preghiera", Città Nuova Editrice 1997

A proposito del Pater: di Simone Weil, Estratto da "Attesa di Dio", Adelphi Edizioni 2008

IL PECCATO


Prologo: Il Signore attende che, giorno per giorno, rispondiamo con i fatti alle sue sante esortazioni. Ed è proprio per permetterci di correggere i nostri difetti che ci vengono dilazionati i giorni di questa vita secondo le parole dell'Apostolo: "Non sai che con la sua pazienza Dio vuole portarti alla conversione?" Difatti il Signore misericordioso afferma: "Non voglio la morte del peccatore, ma che si converta e viva".

Capitolo VI - L'amore del silenzio: Facciamo come dice il profeta: "Ho detto: Custodirò le mie vie per non peccare con la lingua; ho posto un freno sulla mia bocca, non ho parlato, mi sono umiliato e ho taciuto anche su cose buone". Dunque l'importanza del silenzio è tale che persino ai discepoli perfetti bisogna concedere raramente il permesso di parlare, sia pure di argomenti buoni, santi ed edificanti, perché sta scritto: "Nelle molte parole non eviterai il peccato"...

Capitolo VII - L'umiltà: I Dunque il primo grado dell'umiltà è quello in cui, rimanendo sempre nel santo timor di Dio, si fugge decisamente la leggerezza e la dissipazione, si tengono costantemente presenti i divini comandamenti e si pensa di continuo all'inferno, in cui gli empi sono puniti per i loro peccati, e alla vita eterna preparata invece per i giusti....

Capitolo LXXII - Il buon zelo dei monaci: Come c'è un cattivo zelo, pieno di amarezza, che separa da Dio e porta all'inferno, così ce n'è uno buono, che allontana dal peccato e conduce a Dio e alla vita eterna....

 

Il peccato degli uomini: di Cesls Spicq O.P., estratto da “Grandi temi biblici” – Edizioni Paoline 1960

IL PERDONO
IV - Gli strumenti delle buone opere: 32 non ricambiare le ingiurie e le calunnie, ma piuttosto rispondere con la benevolenza verso i nostri offensori,...73 nell'eventualità di un contrasto con un fratello, stabilire la pace prima del tramonto del sole.
XIII - Le lodi nei giorni feriali: 12 Ma l'Ufficio delle Lodi e del Vespro non si chiuda mai senza che... il superiore reciti il Pater per le offese alla carità fraterna che avvengono di solito nella vita comune, 13 in modo che i presenti possano purificarsi da queste colpe, grazie all'impegno preso con la stessa preghiera nella quale dicono: "Rimetti a noi, come anche noi rimettiamo".
XXIV - La misura della scomunica: 1 La scomunica e, in genere, la punizione disciplinare dev'essere proporzionata alla gravità della colpa 2 e ciò è di competenza dell'abate....7 fino a quando avrà ottenuto il perdono con una conveniente riparazione.
XLIII - La puntualità nell'Ufficio divino e in refettorio: 10 Nelle Ore del giorno, invece, il monaco che arriva all'Ufficio divino dopo il versetto o il Gloria del primo salmo, che segue lo stesso versetto, si metta all'ultimo posto...11 fino a che non avrà riparato, a meno che l'abate gliene dia il permesso con il suo perdono;

La risorsa sociale del perdono: Giulia Paola Di Nicola, Attilio Danese - Estratto da “Perdono... per dono - Quale risorsa per la società e la famiglia” - Effatà Editrice 2009

LA POVERTA'

Capitolo XXXIII - Il "vizio" della proprietà: "Nel monastero questo vizio dev'essere assolutamente stroncato fin dalle radici, ....   «Tutto sia comune a tutti», come dice la Scrittura, e «nessuno dica o consideri propria qualsiasi cosa»."

Capitolo LV - Gli abiti e le calzature dei monaci: "Ma, per strappare fin dalle radici questo vizio della proprietà, l'abate distribuisca tutto il necessario..., in modo da togliere ogni pretesto di bisogno. In questo, però, deve sempre tener presente quanto è detto negli Atti degli Apostoli e cioè che "Si dava a ciascuno secondo le sue necessità". Quindi prenda in considerazione le particolari esigenze dei più deboli, anziché la malevolenza degli invidiosi."

La povertà (conclusione); Tratto dal libro "Les pauvres que Dieu aime" (I poveri che Dio ama) di A. Gelin P.S.S. - Les Éditions du Cerf (Traduzione libera)

LA PREGHIERA

Capitolo XVI - La celebrazione dei divini Offici durante le ore del giorno: "Sette volte al giorno ti ho lodato, dice il profeta. Questo sacro numero di sette sarà adempiuto da noi, se assolveremo i doveri del nostro servizio alle Lodi, a Prima, a Terza, a Sesta, a Nona, a Vespro e Compieta..."

Capitolo XX - La riverenza nella preghiera: " Perciò la preghiera dev'essere breve e pura, a meno che non venga prolungata dall'ardore e dall'ispirazione della grazia divina. "

Vox sponsae (La voce della sposa) e L'orazione ; Tratto dal libro "Cristo, vita dell'anima" di Don Columba Marmion O.S.B. - Soc. Ed. Vita e Pensiero

Preghiera e orazione pura: tratto dal libro "Un Regola antica per tempi nuovi" di André Gozier O.S.B. - Ed. Paoline

Come pregare:  estratto dalla «Lettera a Proba» Sant'Agostino. Dal libro “L'ora dell'ascolto” - Edizioni Piemme 1997

I frutti della preghiera:  estratto da “Dialogare con Dio” di Chiara Amirante– Ed. Piemme 2016

LA PREGHIERA DI DOMANDA

Prologo - Prima di tutto chiedi a Dio con costante e intensa preghiera di portare a termine quanto di buono ti proponi di compiere,

"Se vuoi avere la vita, quella vera ed eterna, guarda la tua lingua dal male e le tue labbra dalla menzogna. Allontanati dall'iniquità, opera il bene, cerca la pace e seguila". Se agirete così rivolgerò i miei occhi verso di voi e le mie orecchie ascolteranno le vostre preghiere, anzi, prima ancora che mi invochiate vi dirò: "Ecco sono qui!".

Ed è proprio per permetterci di correggere i nostri difetti che ci vengono dilazionati i giorni di questa vita secondo le parole dell'Apostolo: "Non sai che con la sua pazienza Dio vuole portarti alla conversione?"

Per tutto quello poi, di cui la nostra natura si sente incapace, preghiamo il Signore di aiutarci con la sua grazia.

Capitolo XX - La riverenza nella preghiera: Se quando dobbiamo chiedere un favore a qualche personaggio, osiamo farlo solo con soggezione e rispetto quanto più dobbiamo rivolgere la nostra supplica a Dio, Signore di tutte le cose, con profonda umiltà e sincera devozione.

Bisogna inoltre sapere che non saremo esauditi per le nostre parole, ma per la purezza del cuore e la compunzione che strappa le lacrime. Perciò la preghiera dev'essere breve e pura, a meno che non venga prolungata dall'ardore e dall'ispirazione della grazia divina. Ma quella che si fa in comune sia brevissima e quando il superiore dà il segno, si alzino tutti insieme.

La preghiera di domanda; tratto da "L'Epiphanie - Soisy sur Seine"Cahiers sur l'oraison“ n°59 mars 1963- La prière de demande di Sœur Jeanne d'Arc o.p. (libera traduzione)   

LA PRESENZA DI DIO

Prologo: Quando poi il Signore cerca il suo operaio tra la folla, insiste dicendo: "Chi è l'uomo che vuole la vita e arde dal desiderio di vedere giorni felici?". Se a queste parole tu risponderai: "Io!", Dio replicherà: "Se vuoi avere la vita, quella vera ed eterna, guarda la tua lingua dal male e le tue labbra dalla menzogna. Allontanati dall'iniquità, opera il bene, cerca la pace e seguila". Se agirete così rivolgerò i miei occhi verso di voi e le mie orecchie ascolteranno le vostre preghiere, anzi, prima ancora che mi invochiate vi dirò: "Ecco sono qui!".

Capitolo VII - L'umiltà: ... l'uomo deve prendere coscienza che Dio lo osserva a ogni istante dal cielo e che, dovunque egli si trovi, le sue azioni non sfuggono mai allo sguardo divino e sono di continuo riferite dagli angeli. E' ciò che ci insegna il profeta, quando mostra Dio talmente presente ai nostri pensieri da affermare: "Dio scruta le reni e i cuori" come pure: "Dio conosce i pensieri degli uomini".

Capitolo XXXVI - I fratelli infermi: L'assistenza agli infermi deve avere la precedenza e la superiorità su tutto, in modo che essi siano serviti veramente come Cristo in persona, il quale ha detto di sé: Sono stato malato e mi avete visitato e quello che avete fatto a uno di questi piccoli, lo avete fatto a me.

Capitolo LIII - L'accoglienza degli ospiti: Tutti gli ospiti che giungono in monastero siano ricevuti come Cristo, poiché un giorno egli dirà: Sono stato ospite e mi avete accolto... Nel saluto medesimo si dimostri già una profonda umiltà verso gli ospiti in arrivo o in partenza, adorando in loro, con il capo chino o il corpo prostrato a terra, lo stesso Cristo, che così viene accolto nella comunità.

 

Vivere alla presenza di Dio: Estratto e tradotto dal libro “Benedict of Nursia: His Message for Today (Benedetto da Norcia: il suo messaggio per l’uomo d’oggi)”, di Anselm Grün O.S.B. - Liturgical Press, 2006

LA PUREZZA DI CUORE

Prologo:  "Ascolta, figlio mio, gli insegnamenti del maestro e apri docilmente il tuo cuore; accogli volentieri i consigli ispirati dal suo amore paterno e mettili in pratica con impegno, in modo che tu possa tornare attraverso la solerzia dell'obbedienza a Colui dal quale ti sei allontanato per l'ignavia della disobbedienza."

 Capitolo VII - L'umiltà: "Quindi, fratelli miei,... Non c'è dubbio che per noi quella discesa e quella salita possono essere interpretate solo nel senso che con la superbia si scende e con l'umiltà si sale. La scala così eretta, poi, è la nostra vita terrena che, se il cuore è umile, Dio solleva fino al cielo;..."

 Capitolo XX - La riverenza nella preghiera: "Bisogna inoltre sapere che non saremo esauditi per le nostre parole, ma per la purezza del cuore e la compunzione che strappa le lacrime. Perciò la preghiera dev'essere breve e pura, a meno che non venga prolungata dall'ardore e dall'ispirazione della grazia divina."

Puritas cordis; Tratto dal libro "Vita nel silenzio" di Thomas Merton – Ed. Morcelliana

L’occhio e il fuoco;  di Guy Bédouelle. Tratto dal libro "Beati i puri di cuore", "Communio", numero 102, novembre-dicembre 1988 Jaca Book

LA QUARESIMA - PASQUA - PENTECOSTE

Capitolo XLIX - La quaresima dei monaci: 1. Anche se è vero che la vita del monaco deve avere sempre un carattere quaresimale, 2. visto che questa virtù è soltanto di pochi, insistiamo particolarmente perché almeno durante la Quaresima ognuno vigili con gran fervore sulla purezza della propria vita, 3. profittando di quei santi giorni per cancellare tutte le negligenze degli altri periodi dell'anno... 5. Perciò durante la Quaresima aggiungiamo un supplemento al dovere ordinario del nostro servizio, come, per es., preghiere particolari, astinenza nel mangiare o nel bere, 6. in modo che ognuno di noi possa di propria iniziativa offrire a Dio "con la gioia dello Spirito Santo" qualche cosa di più di quanto deve già per la sua professione di fede; 7. si privi cioè di un po' di cibo, di vino o di sonno, mortifichi la propria inclinazione alle chiacchiere e allo scherzo e attenda la santa Pasqua con l'animo fremente di gioioso desiderio.

 

Quaresima: Ritornare all'essenziale: Omelia del 22 febbraio 2023 di Papa Francesco, Libreria Editrice Vaticana 2023

Quaresima: convertirsi alla comunione: Estratto da "Carissimi del Signore..", di Anna Maria Canopi O.S.B., Edizioni Piemme 2003

Con Maria in cammino verso la Santa Pasqua:  Estratto da "Nel «» di Maria. Una lettura spirituale della Regola di Benedetto", di Anna Maria Canopi, O.S.B., Ed. Paoline 2017

Il Sacramento quaresimale: estratto da “Verso la luce”, di Giovanni Vannucci o.s.m., Centro Studi Ecumenici Giovanni XXIII – 1990

Domenica delle Palme: Sant’Antonio da Padova - Estratto da “Sermoni”- Religioni e misticismo Vol. 16 - LA CASE 2017

I simboli della Settimana Santa: estratto da “Verso la luce”, di Giovanni Vannucci o.s.m., Centro Studi Ecumenici Giovanni XXIII – 1990

Discese agli inferi; il terzo giorno risuscitò da morte: estratto da “Questa è la nostra fede”, di Dionigi Tettamanzi, , Centro Ambrosiano 2004

Il Risorto: estratto da: “Libertà dello Spirito”, di Giovanni Vannucci o.s.m., Centro di Studi Ecumenici Giovanni XXIII, 1967

Nella quotidianità l’esperienza del Risorto: estratto da “Piccolo manuale della speranza”, di Carlo Maria Martini, Giunti Editore 2012

Sarò sempre con voi: estratto da "I Vangeli del Dio risorto", di Gianfranco Ravasi, Paoline Editoriale Libri 2010

Redenzione: estratto da: "Redenzione. Il suo significato nella nostra vita", di Anselm Grün,  ed. Queriniana 2005

L'Ascensione: estratto da “Gesù – Pagine scelte”, di John Henry Newman, a cura di G. Velocci, Ed. Paoline 1992

La discesa dello Spirito: estratto da “Verso la luce”, di Giovanni Vannucci,  Centro di Studi Ecumenici Giovanni XXIII – 1990

I doni dello Spirito Santo: Papa Francesco - Udienze generali dal 9 aprile 2014 all’11 giugno 2014 - Libreria Editrice Vaticana 2014

IL REGNO DI DIO

Prologo:20 Armati dunque di fede e di opere buone, sotto la guida del Vangelo, incamminiamoci per le sue vie in modo da meritare la visione di lui, che ci ha chiamati nel suo regno. 21 Se, però, vogliamo trovare dimora sotto la sua tenda, ossia nel suo regno, ricordiamoci che è impossibile arrivarci senza correre verso la meta, operando il bene. …

50 Così, non allontanandoci mai dagli insegnamenti di Dio e perseverando fino alla morte nel monastero in una fedele adesione alla sua dottrina, partecipiamo per mezzo della pazienza ai patimenti di Cristo per meritare di essere associati al suo regno. Amen.

 

Cap. II -  L’Abate:34 ma pensi sempre che si è assunto l'impegno di dirigere delle anime, di cui un giorno dovrà rendere conto 35 e non cerchi una scusante nelle eventuali difficoltà economiche, ricordandosi che sta scritto :"Cercate anzitutto il regno di Dio e la sua giustizia e tutte queste cose vi saranno date in soprappiù"

 

Il Regno di Dio - di R. Deville e P. Grelot - Voce del “Dizionario di Teologia Biblica”, a cura di Xavier Lèon-Dufour – ed. Marietti, Genova 1980

Venga il tuo Regno - Carlo Maria Martini S.J. - Estratto da “Quando diciamo «Padre Nostro»” - Ed. In dialogo 2013

LA REGOLA

INIZIA IL TESTO DELLA REGOLA

Regola è chiamata perchè dirige la vita di quelli che obbediscono.

Capitolo I: Le varie categorie di monaci: 1 E' noto che ci sono quattro categorie di monaci. 2 La prima è quella dei cenobiti, che vivono in un monastero, militando sotto una regola e un abate.

Capitolo III - La consultazione della comunità: 7 Dunque in ogni cosa tutti seguano come maestra la Regola e nessuno osi allontanarsene. 8 Nessun membro della comunità segua la volontà propria,

Capitolo LXIV - L'elezione dell'abate: 20 E soprattutto osservi e faccia osservare integramente la presente Regola 21 per potersi sentir dire dal Signore, al termine della sua onesta gestione, le parole udite dal servo fedele, che a tempo debito distribuì il frumento ai suoi compagni: 22 "In verità vi dico: - dichiara Gesù - gli diede potere su tutti i suoi beni".

Capitolo LXXIII - La modesta portata di questa regola: 1 Abbiamo abbozzato questa Regola con l'intenzione che, mediante la sua osservanza nei nostri monasteri, riusciamo almeno a dar prova di possedere una certa rettitudine di costumi e di essere ai primordi della vita monastica... 8 Chiunque tu sia, dunque, che con sollecitudine e ardore ti dirigi verso la patria celeste, metti in pratica con l'aiuto di Cristo questa modestissima Regola, abbozzata come una semplice introduzione, 9 e con la grazia di Dio giungerai finalmente a quelle più alte cime di scienza e di virtù, di cui abbiamo parlato sopra.

 

"A regola d’arte - appunti per un cammino spirituale", introduzione. Di Maria Ignazia Angelini O.S.B.- Città Nuova Editrice 2017

LA RICERCA DI DIO

Prologo: 14 Quando poi il Signore cerca il suo operaio tra la folla, insiste dicendo: 15 "Chi è l'uomo che vuole la vita e arde dal desiderio di vedere giorni felici?". 16 Se a queste parole tu risponderai: "Io!", Dio replicherà: 17 "Se vuoi avere la vita, quella vera ed eterna, guarda la tua lingua dal male e le tue labbra dalla menzogna. Allontanati dall'iniquità, opera il bene, cerca la pace e seguila". 18 Se agirete così rivolgerò i miei occhi verso di voi e le mie orecchie ascolteranno le vostre preghiere, anzi, prima ancora che mi invochiate vi dirò: "Ecco sono qui!". 19 Fratelli carissimi, che può esserci di più dolce per noi di questa voce del Signore che ci chiama?

Capitolo LVIII - Norme per l'accettazione dei fratelli : 1. Quando si presenta un aspirante alla vita monastica, non bisogna accettarlo con troppa facilità, ... 6. Ad essi venga inoltre preposto un monaco anziano, capace di conquistare le anime, con l'incarico di osservarli molto attentamente. 7. In primo luogo bisogna accertarsi se il novizio cerca veramente Dio, se ama l'Ufficio divino, l'obbedienza e persino le inevitabili contrarietà della vita comune. 8.Gli si prospetti tutta la durezza e l'asperità del cammino che conduce a Dio.

Capitolo II - L'Abate:  33.Soprattutto si guardi dal perdere di vista o sottovalutare la salvezza delle anime, di cui è responsabile, per preoccuparsi eccessivamente delle realtà terrene, transitorie e caduche, 34.ma pensi sempre che si è assunto l'impegno di dirigere delle anime, di cui un giorno dovrà rendere conto 35.e non cerchi una scusante nelle eventuali difficoltà economiche, ricordandosi che sta scritto :"Cercate anzitutto il regno di Dio e la sua giustizia e tutte queste cose vi saranno date in soprappiù" 36.e anche: "Nulla manca a coloro che lo temono".

 

La ricerca di Dio alle radici della cultura europea - Papa Benedetto XVI. Tratto da "“Con Dio non sei mai solo” - Rizzoli, 2023

Dio che cerca l’uomo e l’uomo che cerca Dio - M-G. Lepori Abate Generale O. Cist. - “Corso di formazione monastica” 2015 – Dal sito dell’Ordine Cistercense (ocist.org)

 «L'uomo cercatore di Dio» - Tratto da "Apri i tuoi sensi a Dio" di Anselm Grün, O.S.B. - Edizioni San Paolo

Ti conoscevo per sentito dire - Tratto da "Fammi sapere perché" di Anna Maria Canopi O.S.B. - Ed. Piemme 2001

LA SACRA SCRITTURA

Capitolo IV - Gli strumenti delle buone opere: "... Ascoltare volentieri la lettura della parola di Dio.... "

Capitolo IX - I salmi dell'Ufficio notturno: "...Quanto ai libri da leggere nell'Ufficio vigilare, siano tutti di autorità divina, sia dell'antico che del nuovo Testamento, compresi i relativi commenti, scritti da padri di sicura fama e genuina fede cattolica."

Capitolo XLVIII - Il lavoro quotidiano: "L'ozio è nemico dell'anima, perciò i monaci devono dedicarsi al lavoro in determinate ore e in altre, pure prestabilite, allo studio della parola di Dio..."

Capitolo LIII - L'accoglienza degli ospiti: "... Si legga all'ospite un passo della sacra Scrittura, per sua edificazione, e poi gli si usino tutte le attenzioni che può ispirare un fraterno e rispettoso senso di umanità..."

Capitolo LXXIII - La modesta portata di questa regola: "...C'è infatti una pagina, anzi una parola, dell'antico o del nuovo Testamento, che non costituisca una norma esattissima per la vita umana?..."O esiste un'opera dei padri della Chiesa che non mostri chiaramente la via più rapida e diretta per raggiungere l'unione con il nostro Creatore?..."

 

La prima Regola è tutta in una Parola. I monaci e le Scritture; di Josep M. Soler Abate di Montserrat - tratto da "TESTIMONI"


La Sacra Scrittura; Tratto dal "Catechismo della Chiesa Cattolica" Edizioni Piemme

I SALMI

Capitolo XVIII - L'ordine dei salmi nelle ore del giorno: 22. Ci teniamo però ad avvertire che, se qualcuno non trovasse conveniente tale distribuzione dei salmi, li disponga pure come meglio crede, 23. purché badi bene di fare in modo che in tutta la settimana si reciti l'intero salterio di centocinquanta salmi e con l'Ufficio vigiliare della domenica si ricominci sempre da capo. 24. Infatti i monaci, che in una settimana salmeggiano meno dell'intero salterio con i cantici consueti, danno prova di grande indolenza e fiacchezza nel servizio a cui sono consacrati, 25. dato che dei nostri padri si legge che in un sol giorno adempivano con slancio e fervore quanto è augurabile che noi tiepidi riusciamo a eseguire in una settimana.

Capitolo XIX - La partecipazione interiore all'Ufficio divino:  1. Sappiamo per fede che Dio è presente dappertutto e che "gli occhi del Signore guardano in ogni luogo i buoni e i cattivi", 2. ma dobbiamo crederlo con assoluta certezza e senza la minima esitazione, quando prendiamo parte all'Ufficio divino. 3. Perciò ricordiamoci sempre di quello che dice il profeta: "Servite il Signore nel timore" 4. e ancora: "Lodatelo degnamente" 5. e ancora: " Ti canterò alla presenza degli angeli". 6.Consideriamo dunque come bisogna comportarsi alla presenza di Dio e dei suoi Angeli 7. e partecipiamo alla salmodia in modo tale che l'intima disposizione dell'animo si armonizzi con la nostra voce.

Capitolo XLVIII - Il lavoro quotidiano: 13. Dopo il pranzo si dedichino alla lettura personale o allo studio dei salmi.

 

Pregare i Salmi; Estratto “Il desiderio di Dio – Pregare i Salmi" di Carlo Maria Martini - ITL Libri - Centro Ambrosiano 2018

La Chiesa che canta le lodi di Dio; dalla Costituzione Apostolica «Divino Afflatu» di san Pio X papa - 1911

Il paradosso dei Salmi; tratto dal libro "IL CHIOSTRO" di Kathleen Norris, Arnoldo Mondadori Editore, 1998

Pregare per i conflitti; tratto dal libro Vivere con le contraddizioni”, di Ester de Waal, Ed. Milella 2004

I Salmi; Introduzione a cura di Enzo Bianchi - Tratto da "La Bibbia" Ed. Mondadori

LA SALVEZZA

 

Prologo: Bisogna dunque istituire una scuola del servizio del Signore nella quale ci auguriamo di non prescrivere nulla di duro o di gravoso; ma se, per la correzione dei difetti o per il mantenimento della carità, dovrà introdursi una certa austerità, suggerita da motivi di giustizia, non ti far prendere dallo scoraggiamento al punto di abbandonare la via della salvezza, che in principio è necessariamente stretta e ripida.

Capitolo II - L'Abate: D'altra parte è anche vero che, se il pastore avrà usato ogni diligenza nei confronti di un gregge irrequieto e indocile, cercando in tutti i modi di correggerne la cattiva condotta, verrà assolto nel divino giudizio e potrà ripetere con il profeta al Signore: "Non ho tenuto la tua giustizia nascosta in fondo al cuore, ma ho proclamato la tua verità e la tua salvezza; essi tuttavia mi hanno disprezzato, ribellandosi contro di me"... Soprattutto si guardi dal perdere di vista o sottovalutare la salvezza delle anime, di cui è responsabile, per preoccuparsi eccessivamente delle realtà terrene, transitorie e caduche, ma pensi sempre che si è assunto l'impegno di dirigere delle anime, di cui un giorno dovrà rendere conto.

Capitolo VII - L'umiltà: Il quarto grado dell'umiltà è quello del monaco che, pur incontrando difficoltà, contrarietà e persino offese non provocate nell'esercizio dell'obbedienza, accetta in silenzio e volontariamente la sofferenza e sopporta tutto con pazienza, senza stancarsi né cedere secondo il monito della Scrittura: " Chi avrà sopportato sino alla fine questi sarà salvato".

Capitolo XXV - Le colpe più gravi: Il monaco colpevole di mancanze più gravi .... Attenda da solo al lavoro che gli sarà assegnato e rimanga nel lutto della penitenza, consapevole della terribile sentenza dell'apostolo che dice: "Costui è stato consegnato alla morte della carne, perché la sua anima sia salva nel giorno del Signore".

Capitolo XXVIII - La procedura nei confronti degli ostinati: (L'abate), vedendo che la sua opera non serve a nulla, si affidi al rimedio più efficace e cioè alla preghiera sua e di tutta la comunità per ottenere dal Signore che tutto può la salvezza del fratello.

Capitolo XLI - L'orario dei pasti: L'abate regoli e disponga tutto in modo che le anime si salvino e i monaci possano compiere il proprio dovere senza un motivo fondato di mormorazione.

 

La salvezza perfetta e definitiva dell'uomo: di Luis Rubio Moran - Estratto da “Cristo nella storia della salvezza”, Cittadella Editrice 1975

LA SAPIENZA

 

Prologo: 33 Perciò il Signore stesso dichiara nel Vangelo: "Chi ascolta da me queste parole e le mette in pratica, sarà simile a un uomo saggio il quale edificò la sua casa sulla roccia.
Capitolo VII - L'umiltà: 60 L'undicesimo grado dell'umiltà è quello nel quale il monaco, quando parla, si esprime pacatamente e seriamente, con umiltà e gravità,... 61 come sta scritto: "Il saggio si riconosce per la sobrietà nel parlare".
Capitolo XXVII - La sollecitudine dell'abate per gli scomunicati: 2 Perciò l' abate deve agire come un medico sapiente, inviando in qualità di amici fidati dei monaci anziani e saggi.
Capitolo XXXI - Il cellerario del monastero: 1 Come cellerario del monastero si scelga un fratello saggio, maturo, sobrio, che non ecceda nel mangiare e non abbia un carattere superbo, turbolento, facile alle male parole, indolente e prodigo,
Capitolo LIII - L'accoglienza degli ospiti: 21 Così pure la foresteria, ossia il locale destinato agli ospiti, sia affidata a un monaco pieno di timor di Dio: 22 in essa ci siano dei letti forniti di tutto il necessario e la casa di Dio sia governata con saggezza da persone sagge.
Capitolo LXVI - I portinai del monastero: 1 Alla porta del monastero sia destinato un monaco anziano e assennato, che sappia ricevere e riportare le commissioni e sia abbastanza maturo da non disperdersi, andando in giro a destra e a sinistra.

 

SAPIENZA, di Benoît Standaert, O.S.B. -Estratto e tradotto da "Spirituality: an art of living: a monk’s alphabet of spiritual practices" - Collegeville, Minnesota : Liturgical Press, 2018

IL SERVIZIO

 

Prologo: Perciò il Signore stesso dichiara nel Vangelo: "Chi ascolta da me queste parole e le mette in pratica, sarà simile a un uomo saggio il quale edificò la sua casa sulla roccia... Dopo aver concluso con queste parole il Signore attende che, giorno per giorno, rispondiamo con i fatti alle sue sante esortazioni... Bisogna dunque istituire una scuola del servizio del Signore nella quale ci auguriamo di non prescrivere nulla di duro o di gravoso...

Capitolo XXXV - Il servizio della cucina: I fratelli si servano a vicenda e nessuno sia dispensato dal servizio della cucina, se non per malattia o per un impegno di maggiore importanza, perché così si acquista un merito più grande e si accresce la carità.

Capitolo XXXVI - I fratelli infermi: L'assistenza agli infermi deve avere la precedenza e la superiorità su tutto, in modo che essi siano serviti veramente come Cristo in persona, il quale ha detto di sé: "Sono stato malato e mi avete visitato", e: "Quello che avete fatto a uno di questi piccoli, lo avete fatto a me".

Capitolo LIII - L'accoglienza degli ospiti: Tutti gli ospiti che giungono in monastero siano ricevuti come Cristo, poiché un giorno egli dirà: "Sono stato ospite e mi avete accolto"... L'abate e tutta la comunità lavino i piedi a ciascuno degli ospiti e al termine di questo fraterno servizio dicano il versetto: "Abbiamo ricevuto la tua misericordia, o Dio, nel mezzo del tuo Tempio".

Capitolo LXXII - Il buon zelo dei monaci: Come c'è un cattivo zelo, pieno di amarezza, che separa da Dio e porta all'inferno, così ce n'è uno buono, che allontana dal peccato e conduce a Dio e alla vita eterna. Ed è proprio in quest'ultimo che i monaci devono esercitarsi con la più ardente carità

 

Il servizio ai fratelli come segno di un'umanità nuova: di Alessia Buriani - Estratto da “Una Regola obbediente al Vangelo”, Quaderno n. 9 - Cedoc SFR, Ferrara 2009

Il servizio: Benoît Standaert, O.S.B. - Estratto e tradotto da "Spirituality: an art of living: a monk’s alphabet of spiritual practices" - Collegeville, Minnesota : Liturgical Press, 2018

IL SILENZIO E IL RACCOGLIMENTO

Capitolo VI - L'amore del silenzio: "Facciamo come dice il profeta: "Ho detto: Custodirò le mie vie per non peccare con la lingua; ho posto un freno sulla mia bocca, non ho parlato, mi sono umiliato e ho taciuto anche su cose buone"..., il dovere del discepolo è di tacere e ascoltare."

Capitolo LII - La chiesa del monastero: "La chiesa sia quello che dice il suo nome, quindi in essa non si faccia né si riponga altro. Alla fine dell'Ufficio divino escano tutti in perfetto silenzio e con grande rispetto per Dio.."

Capitolo XIX - La partecipazione interiore all'Ufficio divino: "... partecipiamo alla salmodia in modo tale che l'intima disposizione dell'animo si armonizzi con la nostra voce."

Il silenzio e il raccoglimento; Tratto dal libro "Il testamento di Gesù" di Romano Guardini - Soc. Ed. Vita e Pensiero

LA SPERANZA

Capitolo IV - Gli strumenti delle buone opere: 1 Prima di tutto amare il Signore Dio con tutto il cuore, con tutta l'anima, con tutte le forze; 2 poi il prossimo come se stesso.... 41 Riporre in Dio la propria speranza, 42 attribuire a Lui e non a sé quanto di buono scopriamo in noi, 43 ma essere consapevoli che il male viene da noi e accettarne la responsabilità.

Capitolo
VII - L'umiltà: 1 La sacra Scrittura si rivolge a noi, fratelli, proclamando a gran voce: "Chiunque si esalta sarà umiliato e chi si umilia sarà esaltato"... 37 E ancora: "Sia forte il tuo cuore e spera nel Signore". 38 E per dimostrare come il servo fedele deve sostenere per il Signore tutte le possibili contrarietà, esclama per bocca di quelli che patiscono: "Ogni giorno per te siamo messi a morte, siamo trattati come pecore da macello". 39 Ma con la sicurezza che nasce dalla speranza della divina retribuzione, costoro soggiungono lietamente: "E di tutte queste cose trionfiamo in pieno, grazie a colui che ci ha amato",

Capitolo LVIII - Norme per l'accettazione dei fratelli: 1 Quando si presenta un aspirante alla vita monastica, non bisogna accettarlo con troppa facilità, 2 ma, come dice l'Apostolo: "Provate gli spiriti per vedere se vengono da Dio"... 21 Una volta depositato sull'altare il documento (in cui ha scritto la solenne promessa di stabilità, conversione continua e obbedienza), il novizio intoni subito il versetto: "Accoglimi, Signore, secondo la tua promessa e vivrò; e non deludermi nella mia speranza".

 

Speranza di una civiltà nuova nel gioioso annuncio della Risurrezione: estratto da “Insegnamenti di Paolo VI” 1971 - Volume 9 - Tipografia Poliglotta Vaticana 1972

Ballata della speranza - Estratto da “O sensi mieidi Padre David Maria Turoldo, RCS Libri, Milano 1990,

LO SPIRITO SANTO

Prologo della Regola: Alziamoci, dunque, una buona volta, dietro l'incitamento della Scrittura che esclama: "E' ora di scuotersi dal sonno!" e aprendo gli occhi a quella luce divina ascoltiamo con trepidazione ciò che ci ripete ogni giorno la voce ammonitrice di Dio: " Se oggi udrete la sua voce, non indurite il vostro cuore!" e ancora: " Chi ha orecchie per intendere, ascolti ciò che lo Spirito dice alle Chiese!". E che dice? " Venite, figli, ascoltatemi, vi insegnerò il timore di Dio.

Capitolo II - L'Abate : Sappiamo infatti per fede che in monastero egli tiene il posto di Cristo, poiché viene chiamato con il suo stesso nome, secondo quanto dice l'Apostolo: "Avete ricevuto lo Spirito di figli adottivi, che vi fa esclamare: Abba, Padre!"

Capitolo VII - L'umiltà : Una volta ascesi tutti questi gradi dell'umiltà, il monaco giungerà subito a quella carità, che quando è perfetta, scaccia il timore; per mezzo di essa comincerà allora a custodire senza alcuno sforzo e quasi naturalmente, grazie all'abitudine, tutto quello che prima osservava con una certa paura; in altre parole non più per timore dell'inferno, ma per amore di Cristo, per la stessa buona abitudine e per il gusto della virtù. Sono questi i frutti che, per opera dello Spirito Santo, il Signore si degnerà di rendere manifesti nel suo servo, purificato ormai dai vizi e dai peccati.

Capitolo XLIX - La quaresima dei monaci : Perciò durante la Quaresima aggiungiamo un supplemento al dovere ordinario del nostro servizio, come, per es., preghiere particolari, astinenza nel mangiare o nel bere, in modo che ognuno di noi possa di propria iniziativa offrire a Dio "con la gioia dello Spirito Santo" qualche cosa di più di quanto deve già per la sua professione monastica; si privi cioè di un po' di cibo, di vino o di sonno, mortifichi la propria inclinazione alle chiacchiere e allo scherzo e attenda la santa Pasqua con l'animo fremente di gioioso desiderio.

 

Lo spirito Santo negli autori monastici del Medio Evo occidentale - tratto da "Il monachesimo tra spiritualità e cultura" di Gregorio Penco O.S.B. - Ed. Jaca Book 1991

La gioia dello Spirito Santo in San Benedetto- tratto da "Collectanea Cisterciensia" 71 (2009) - Adalbert de VOGÜÉ, O.S.B.

La vita nello Spirito e secondo lo Spirito - tratto da "Credo nello Spirito Santo", di Yves Congar, ed. Queriniana 1999

Lo Spirito Santo sorgente inesauribile di doni - Card. Angelo Amato S.D.B. - Estratto da "Tertium Millenium" - N. 1/Febbraio 1998 - Libreria Editrice Vaticana 1998

I doni dello Spirito Santo - Papa Francesco - Udienze generali aprile - giugno 2014 - Libreria Editrice Vaticana 2014

LA SVEGLIA DEI MONACI

XXII - Il dormitorio dei monaci - ... Nel dormitorio rimanga sempre accesa una lampada fino al mattino. Dormano vestiti, con ai fianchi semplici cinture o corde, senza portare coltelli appesi al lato mentre riposano, per non ferirsi nel sonno. Così i monaci siano sempre pronti e, appena dato il segnale, alzandosi senza indugio si affrettino a prevenirsi vicendevolmente per l'Ufficio divino, ma sempre con la massima gravità e modestia.

XLIII - La puntualità nell'Ufficio divino e in refettorio - All'ora dell'Ufficio divino, appena si sente il segnale, lasciato tutto quello che si ha tra le mani, si accorra con la massima sollecitudine, ma nello stesso tempo con gravità, per non dare adito alla leggerezza. In altre parole non si anteponga nulla all'Opera di Dio".

XLVII - Il segnale per l'Ufficio divino - Bisogna che l'abate si assuma personalmente il compito di dare il segnale per l'Ufficio divino, oppure lo affidi a un monaco diligente in modo che tutto avvenga regolarmente nelle ore fissate. L'intonazione dei salmi e delle antifone, secondo l'ordine prestabilito, spetta, dopo l'abate, ai monaci appositamente designati.

XLVIII - Il lavoro quotidiano - L'ozio è nemico dell'anima, perciò i monaci devono dedicarsi al lavoro in determinate ore e in altre, pure prestabilite, allo studio della parola di Dio.... Tutto però si svolga con discrezione, in considerazione dei più deboli...... Al primo segnale di Nona, ciascuno interrompa il proprio lavoro per essere pronto al suono del secondo segnale. Dopo il pranzo si dedichino alla lettura personale o allo studio dei salmi.

 

Campane e monasteri: di Giancarlo Andenna - Estratto da: "Del fondere campane. Dall'archeologia alla produzione. ..." - Ed. All'Insegna del Giglio, 2007

IL TEMPO

Capitolo II - L'abate: 23 Per quanto riguarda poi la direzione dei monaci, bisogna che tenga presente la norma dell'apostolo: "Correggi, esorta, rimprovera 24 e precisamente, alternando i rimproveri agli incoraggiamenti, a seconda dei tempi e delle circostanze, sappia dimostrare la severità del maestro insieme con la tenerezza del padre.

Capitolo XVI - La celebrazione dei divini Offici durante il giorno: 1 "Sette volte al giorno ti ho lodato", dice il profeta... 5 Dunque in questi tempi innalziamo lodi al nostro Creatore "per le opere della sua giustizia" e cioè alle Lodi, a Prima, a Terza, a Sesta, a Nona, a Vespro e a Compieta e di notte alziamoci per celebrare la sua grandezza.

Capitolo LXIV - L'elezione dell'abate: 20 E soprattutto osservi e faccia osservare integramente la presente Regola 21 per potersi sentir dire dal Signore, al termine della sua onesta gestione, le parole udite dal servo fedele, che a tempo debito distribuì il frumento ai suoi compagni: 22 "In verità vi dico: - dichiara Gesù - gli diede potere su tutti i suoi beni".

Capitolo XLVIII - Il lavoro quotidiano: 1 L'ozio è nemico dell'anima, perciò i monaci devono dedicarsi al lavoro in determinate ore e in altre, pure prestabilite, allo studio della parola di Dio. 2 Quindi pensiamo di regolare gli orari di queste due attività fondamentali nel modo seguente:..

 

Sul buon uso del tempo: di Emanuele Bordello O.S.B. Cam. - Estratto da “Lettera agli amici” n. 205 Maggio Settembre 2012 - Comunità Monastica di Camaldoli 2012

Un tempo per ogni cosa sotto il cielo: di Joan Chittister O.S.B. - Estratto da “Un tempo per ogni cosa… o ogni cosa a suo tempo?”- Ed. Paoline 2015

IL TIMORE DI DIO

Prologo

Alziamoci, dunque, una buona volta, dietro l'incitamento della Scrittura che esclama: ... : " Chi ha orecchie per intendere, ascolti ciò che lo Spirito dice alle Chiese!". E che dice? " Venite, figli, ascoltatemi, vi insegnerò il timore di Dio. Correte, finché avete la luce della vita, perché non vi colgano le tenebre della morte".

Capitolo III - La consultazione della comunità

L'abate però dal canto suo operi tutto col timor di Dio e secondo le prescrizioni della Regola, ben sapendo che di tutte le sue decisioni dovrà certamente rendere conto a Dio, giustissimo giudice.

Capitolo V - L'obbedienza

Quasi allo stesso istante, il comando del maestro e la perfetta esecuzione del discepolo si compiono di comune accordo con quella velocità che è frutto del timor di Dio:  così in coloro che sono sospinti dal desiderio di raggiungere la vita eterna.

Capitolo VII - L'umiltà

Dunque il primo grado dell'umiltà è quello in cui, rimanendo sempre nel santo timor di Dio, si fugge decisamente la leggerezza e la dissipazione, si tengono costantemente presenti i divini comandamenti  .... Una volta ascesi tutti questi gradi dell'umiltà, il monaco giungerà subito a quella carità, che quando è perfetta, scaccia il timore; per mezzo di essa comincerà allora a custodire senza alcuno sforzo e quasi naturalmente, grazie all'abitudine, tutto quello che prima osservava con una certa paura; in altre parole non più per timore dell'inferno, ma per amore di Cristo, per la stessa buona abitudine e per il gusto della virtù.

Capitolo LXIV - L'elezione dell'abate

Nell'elezione dell'abate bisogna seguire il principio di scegliere il monaco che tutta la comunità ha designato concordemente nel timore di Dio, oppure quello prescelto con un criterio più saggio da una parte sia pur piccola di essa.
Capitolo LXVI - I portinai del monastero

Questo portinaio deve avere la sua residenza presso la porta, in modo che le persone che arrivano trovino sempre un monaco pronto a rispondere.  Quindi, appena qualcuno bussa o un povero chiede la carità, risponda: "Deo gratias!" Oppure: "Benedicite!" e con tutta la delicatezza che ispira il timor di Dio venga incontro alle richieste del nuovo arrivato, dimostrando una grande premura e un'ardente carità.

Capitolo LXXII - Il buon zelo dei monaci

(I monaci) si portino a vicenda un amore fraterno e scevro da ogni egoismo; temano con amore Dio; amino il loro abate con sincera e umile carità;

 

Il timore di Dio; Tratto dal libro "Cristo Ideale del Monaco" di Don Columba Marmion O.S.B. - Scritti monastici - Monaci Benedettini di Praglia 1936

Il vero timore del Signore; dai «Trattati sui salmi» di sant’Ilario. Estratto da "L'ora dell'ascolto" a cura dell'Unione Monastica Italiana per la Liturgia - Edizioni Piemme 1997

Il timore di Dio, inizio della sapienza; Estratto da “Trasforma la tua angoscia” di Anselm Grün O.S.B., Queriniana 2013

LA TRISTEZZA

Capitolo XXVII - La sollecitudine dell'abate per gli scomunicati: 1. L'abate deve prendersi cura dei colpevoli ..., inviando in qualità di amici fidati dei monaci anziani e prudenti  3. che quasi inavvertitamente confortino il fratello vacillante e lo spingano a un'umile riparazione, incoraggiandolo perché "non sia sommerso da eccessiva tristezza",...

Capitolo XXXI - Il cellerario del monastero; 18. Nelle ore fissate si distribuisca quanto si deve dare e si chieda quello che si deve chiedere, 19. perchè nessuno si turbi o si rattristi nella casa di Dio. Capitolo XXXV - Il servizio della cucina   3. ... i più deboli siano provveduti di un aiuto, in modo da non dover compiere questo servizio con tristezza;...

 

Lo spirito della tristezza - Tratto da "Le istituzioni cenobitiche" di Giovanni Cassiano - Edizioni Scritti Monastici - Monaci Benedettini di Praglia

L'UMILTA'

Cap. VII - L'umiltà:

1. La sacra Scrittura si rivolge a noi, fratelli, proclamando a gran voce: "Chiunque si esalta sarà umiliato e chi si umilia sarà esaltato". 2. Così dicendo, ci fa intendere che ogni esaltazione è una forma di superbia, 3. dalla quale il profeta mostra di volersi guardare quando dice: "Signore, non si è esaltato il mio cuore, né si è innalzato il mio sguardo, non sono andato dietro a cose troppo grandi o troppo alte per me". 4. E allora? "Se non ho nutrito sentimenti di umiltà, se il mio cuore si è insuperbito, tu mi tratterai come un bimbo svezzato dalla propria madre"...

10 Dunque il primo grado dell'umiltà è quello in cui, rimanendo sempre nel santo timor di Dio, si fugge decisamente la leggerezza e la dissipazione, 11 si tengono costantemente presenti i divini comandamenti ... 12 In altre parole, mentre si astiene costantemente dai peccati e dai vizi dei pensieri, della lingua, delle mani, dei piedi e della volontà propria, come pure dai desideri della carne, 13 l'uomo deve prendere coscienza che Dio lo osserva a ogni istante dal cielo e che, dovunque egli si trovi, le sue azioni non sfuggono mai allo sguardo divino e sono di continuo riferite dagli angeli... 

67 Una volta ascesi tutti questi gradi dell'umiltà, il monaco giungerà subito a quella carità, che quando è perfetta, scaccia il timore; 68 per mezzo di essa comincerà allora a custodire senza alcuno sforzo e quasi naturalmente, grazie all'abitudine, tutto quello che prima osservava con una certa paura; 69 in altre parole non più per timore dell'inferno, ma per amore di Cristo, per la stessa buona abitudine e per il gusto della virtù.

 

 

L'umiltà di Dio: estratto dal libro "Il Signore" di Romano Guardini - Soc. Ed. Vita e Pensiero

Il primo gradino dell'umiltà: estratto e tradotto da "Radical Spirit", di Joan Chittister O.S.B. - Crown Publishing Group 2017

L'UOMO (L'antropologia della Regola)

Cap. - LXXIII - La modesta portata di questa regola

8 Chiunque tu sia, dunque, che con sollecitudine e ardore ti dirigi verso la patria celeste, metti in pratica con l'aiuto di Cristo questa modestissima Regola, abbozzata come una semplice introduzione, 9 e con la grazia di Dio giungerai finalmente a quelle più alte cime di scienza e di virtù, di cui abbiamo parlato sopra.

L'antropologia della Regola di San Benedetto; Articolo di Bernard Viralode O.S.B - estratto da"Regulae Benedicti Studia" - Vol I  - Ediz. Gerstenberg Verlag (Libera traduzione)

LA VECCHIAIA

Capitolo XXXVII - I vecchi e i ragazzi: 1. Benché la stessa natura umana sia portata alla compassione per queste due età, dei vecchi, cioè, e dei ragazzi, bisogna che se ne interessi anche l'autorità della Regola. 2. Si tenga sempre conto della loro fragilità e, per quanto riguarda i cibi, non siano affatto obbligati all'austerità della Regola, 3. Ma, con amorevole indulgenza, si conceda loro un anticipo sulle ore fissate per i pasti.

Capitolo LXIII - L'ordine della comunità: 10. I più giovani, dunque, trattino con riguardo i più anziani, che a loro volta li ricambino con amore. 11. Anche quando si chiamano tra loro, nessuno si permetta di rivolgersi all'altro con il solo nome, 12. ma gli anziani diano ai giovani l'appellativo di "fratello" e i giovani usino per gli anziani quello di "reverendo padre", come espressione del loro rispetto filiale.

Capitolo LXVI - I portinai del monastero: 1. Alla porta del monastero sia destinato un monaco anziano e assennato, che sappia ricevere e riportare le commissioni e sia abbastanza maturo da non disperdersi, andando in giro a destra e a sinistra.

 

La grazia del tempo e l’alleanza delle età della vita: tratto da “La vita lunga – Lezioni sulla vecchiaia” di Papa Francesco, Libreria Editrice Vaticana 2022

«Com'è dolce la vita! » - Tratto da "IL CHIOSTRO" di Kathleen Norris - Arnoldo Mondadori Editore

VITA ETERNA

Prologo della Regola: ..... Quando poi il Signore cerca il suo operaio tra la folla, insiste dicendo: "Chi è l'uomo che vuole la vita e arde dal desiderio di vedere giorni felici?". Se a queste parole tu risponderai: "Io!", Dio replicherà:
"Se vuoi avere la vita, quella vera ed eterna, guarda la tua lingua dal male e le tue labbra dalla menzogna. Allontanati dall'iniquità, opera il bene, cerca la pace e seguila". Se agirete così rivolgerò i miei occhi verso di voi e le mie orecchie ascolteranno le vostre preghiere, anzi, prima ancora che mi invochiate vi dirò: "Ecco sono qui!".
Fratelli carissimi, che può esserci di più dolce per noi di questa voce del Signore che ci chiama?

Capitolo IV - Gli strumenti delle buone opere
Prima di tutto amare il Signore Dio con tutto il cuore, con tutta l'anima, con tutte le forze; poi il prossimo come se stesso. ..... Temere il giorno del giudizio, tremare al pensiero dell'inferno, anelare con tutta l'anima alla vita eterna, prospettarsi sempre la possibilità della morte.

Capitolo LXXII - Il buon zelo dei monaci
Come c'è un cattivo zelo, pieno di amarezza, che separa da Dio e porta all'inferno, così ce n'è uno buono, che allontana dal peccato e conduce a Dio e alla vita eterna. ......... si portino a vicenda un amore fraterno e scevro da ogni egoismo;  temano filialmente Dio; amino il loro abate con sincera e umile carità;  non antepongano assolutamente nulla a Cristo, che ci conduca tutti insieme alla vita eterna.

Desiderare con ogni concupiscenza spirituale la vita eterna: estratto da: "Al termine del giorno" di Enzo Bianchi - Ed. Qiqajon 2017

VITA SPIRITUALE COME RAPPORTO

Prologo della Regola: " Ascolta, figlio mio, gli insegnamenti del maestro e apri docilmente il tuo cuore; accogli volentieri i consigli ispirati dal suo amore paterno e mettili in pratica con impegno, in modo che tu possa tornare attraverso la solerzia dell'obbedienza a Colui dal quale ti sei allontanato per l'ignavia della disobbedienza. "

... Correte, finché avete la luce della vita, perché non vi colgano le tenebre della morte". Quando poi il Signore cerca il suo operaio tra la folla, insiste dicendo: "Chi è l'uomo che vuole la vita e arde dal desiderio di vedere giorni felici?". Se a queste parole tu risponderai: "Io!", Dio replicherà: "Se vuoi avere la vita, quella vera ed eterna, guarda la tua lingua dal male e le tue labbra dalla menzogna. Allontanati dall'iniquità, opera il bene, cerca la pace e seguila". Se agirete così rivolgerò i miei occhi verso di voi e le mie orecchie ascolteranno le vostre preghiere, anzi, prima ancora che mi invochiate vi dirò: "Ecco sono qui!". Fratelli carissimi, che può esserci di più dolce per noi di questa voce del Signore che ci chiama? Guardate come nella sua misericordiosa bontà ci indica la via della vita! Armati dunque di fede e di opere buone, sotto la guida del Vangelo, incamminiamoci per le sue vie in modo da meritare la visione di lui, che ci ha chiamati nel suo regno. Se, però, vogliamo trovare dimora sotto la sua tenda, ossia nel suo regno, ricordiamoci che è impossibile arrivarci senza correre verso la meta, operando il bene.

La ricchezza del prologo della Regola di San Benedetto: tratto dal libro di don Divo Barsotti "Ascolta o figlio" - Fondazione Divo Barsotti - 1998 


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7 marzo 2024                a cura di Alberto "da Cormano"       Grazie dei suggerimenti       alberto@ora-et-labora.net