Regola di S. Benedetto

Capitolo XVI - La celebrazione dei divini Offici durante le ore del giorno: 1. "Sette volte al giorno ti ho lodato", dice il profeta. 2. Questo sacro numero di sette sarà adempiuto da noi, se assolveremo i doveri del nostro servizio alle Lodi, a Prima, a Terza, a Sesta, a Nona, a Vespro e Compieta, 3. perché proprio di queste ore diurne il profeta ha detto: "Sette volte al giorno ti ho lodato". 4. Infatti nelle Vigilie notturne lo stesso profeta dice: "Nel mezzo della notte mi alzavo per lodarti". 5. Dunque in queste ore innalziamo lodi al nostro Creatore "per le opere della sua giustizia" e cioè alle lodi, a Prima, a Terza, a Sesta, a Nona, a Vespro e a Compieta e di notte alziamoci per celebrare la sua grandezza.

Capitolo XX - La riverenza nella preghiera: 1. Se quando dobbiamo chiedere un favore a qualche personaggio, osiamo farlo solo con soggezione e rispetto, 2.quanto più dobbiamo rivolgere la nostra supplica a Dio, Signore di tutte le cose, con profonda umiltà e sincera devozione. 3. compunzione che strappa le lacrime. 4. Perciò la preghiera dev'essere breve e pura, a meno che non venga prolungata dall'ardore e dall'ispirazione della grazia divina.


 

I FRUTTI DELLA PREGHIERA

Chiara Amirante

Estratto da “Dialogare con Dio” – Ed. Piemme 2016

 

La pace interiore

Sono numerosi i frutti che la preghiera del cuore produce nella nostra vita. La Parola di Dio ci aiuta a individuarne alcuni.

 

«Vi dico dunque: camminate secondo lo Spirito e non sarete portati a soddisfare i desideri della carne; la carne infatti ha desideri contrari allo Spirito e lo Spirito ha desideri contrari alla carne; queste cose si oppongono a vicenda sicché voi non fate ciò che vorreste. (...) Il frutto dello Spirito invece è amore, gioia, pace, pazienza, benevolenza, bontà, fedeltà, mansuetudine, autocontrollo» (Galati 5, 16-22).

 

Più impariamo l’arte della preghiera del cuore e più riusciamo a restare in ascolto della voce della nostra coscienza per camminare secondo lo Spirito. La pace che ne deriva è un dono unico per cui vale davvero la pena impegnarsi molto. Uno dei primi frutti che avvertiamo con chiarezza quando iniziamo a entrare nella preghiera del cuore è una pace nuova.

Il frutto della pace interiore ci può essere di grande aiuto nel discernere se realmente stiamo vivendo la preghiera del cuore o se ci stiamo illudendo di pregare ma di fatto sprechiamo il nostro tempo in pensieri inutili, in sterili monologhi, in formule ripetute a memoria più o meno distrattamente. La pace è un frutto meraviglioso della preghiera del cuore.

Non c’è vera preghiera che non conduca alla pace profonda e non c’è pace senza preghiera. La pace che scaturisce dalla preghiera è quella pace che Gesù ci ha promesso: «Vi lascio la pace vi do la mia pace; non come la dà il mondo io la do a voi. Non sia turbato il vostro cuore e non abbia timore» (Giovanni 14, 27).

È una pace che ci libera dalle tante paure paralizzanti che caratterizzano il nostro vivere quotidiano. Le continue difficoltà, le prove, le sofferenze che siamo chiamati a vivere ogni giorno non riescono più a turbare il nostro cuore.

Quell’ansia fastidiosa, che troppo spesso ci accompagna, quel sottile senso d’inquietudine, di insoddisfazione, di insicurezza... lasciano finalmente spazio a una pace profondissima.

La pace che è frutto della preghiera non ha niente a che vedere con le tante diverse forme di “anestesia” del malessere dell’anima che il mondo con tanta prepotenza ci impone. Quando cerchi di trovare sollievo al malessere interiore buttandoti a capofitto nella ricerca di piacere, di applausi, di successo, di riconoscimenti, di sostanze, di sesso usa e getta, di ore passate a stordirti davanti alla tv, a internet, alla Playstation... lì per lì hai la sensazione che qualcosa lenisca la tua sofferenza interiore ma poi ti riscopri sempre più dipendente e l’angoscia, l’ansia, l’inquietudine, si ripresentano con forza crescente, imprigionano l’anima in una morsa sempre più dolorosa.

La pace che scaturisce dalla preghiera diventa tanto più profonda quanto più vera e intensa diventa la preghiera del cuore. È una pace che ti accompagna sia nei momenti in cui la vita ti regala sorprese stupende, sia quando l’ombra della croce si presenta con forza e sembra volere oscurare quei meravigliosi orizzonti di luce che l’Amore dischiude.

Se vuoi fare una seria verifica di quanto stai realmente pregando, domandati: «Riesco a custodire la pace nel cuore anche nei momenti più difficili? Sto camminando secondo lo Spirito e ne sperimento quotidianamente i frutti di pace, di amore, di pazienza, benevolenza, bontà, fedeltà, mitezza, dominio di me stesso?».

Più questi frutti caratterizzano le tue giornate dolorose e meravigliose, più saprai che stai crescendo nella preghiera del cuore. Se invece, pur dedicando del tempo alla preghiera, ti senti spesso deluso, insoddisfatto, impaziente, ansioso, nervoso, ripiegato su te stesso, solo, sempre preoccupato di perseguire i tuoi interessi... forse è arrivato il momento di prendere una decisione di fondamentale importanza per dare una svolta decisiva alla tua vita: dedicare tempo, impegno, energie per imparare la preghiera del cuore. Non c’è niente di più bello e fondamentale per vivere la vita in pienezza che imparare a dialogare con Dio!

Non cadere nella solita trappola del: «Ma io non ho tempo, ho troppe cose da fare!».

Tutto ciò che fai se non scaturisce dalla preghiera è tempo perso, è vanità delle vanità. Se non trovi il coraggio di fermarti per dedicare del tempo a imparare a pregare, a fare silenzio dentro di te per metterti in ascolto della voce dello Spirito continuerai a disperdere tantissime energie per riscoprirti poi sempre più insoddisfatto e inquieto.

 

Un cuore traboccante di amore

Un altro frutto meraviglioso della preghiera è un cuore traboccante di amore. Una nuova capacità di donare amore senza aspettarsi niente in cambio.

Cresciamo in una società che ci porta a essere competitivi, “forti”, autosufficienti, individualisti e un po’ narcisisti. Il modello più o meno consapevole è quello dell’uomo/donna forte che non ha bisogno di niente e di nessuno... neppure di Dio! Niente di più lontano dalla realtà. Non è assolutamente vero che non abbiamo bisogno di niente e di nessuno. Senza amore non possiamo vivere! L’amore è il nutrimento fondamentale per potere vivere la nostra vita in pienezza. Senza amore non c’è colore, non c’è gioia, non c’è pienezza, non c’è realizzazione. Abbiamo bisogno di amare e di sentirci amati per ciò che siamo, con tutte le nostre debolezze e povertà. Abbiamo bisogno di amore. L’amore è il respiro dell’anima. Abbiamo un bisogno profondissimo di Dio che è Amore: siamo stati creati a sua immagine e somiglianza e solo se impariamo a rimanere nel suo amore possiamo davvero realizzarci in pienezza. «Ci hai fatti per Te, Signore, e il nostro cuore non ha pace finché non riposa in Te...» (sant’Agostino).

Il nostro cuore è stato creato da Colui che è l’Amore infinito e solo il suo Amore può saziare quella sete di amore infinito impressa nella profondità del nostro cuore sempre inquieto.

Troppo spesso elemosiniamo in mille modi un po’ di affetto da persone che poi si rivelano incapaci di donarlo e ci dimentichiamo invece di rivolgerci a Colui che è l’Amore e che ci ama infinitamente, incondizionatamente.

Grazie alla preghiera possiamo imparare ad aprire il cuore, a lasciarci raggiungere dall’Amore di Dio, ad attingere alle sorgenti d’acqua viva del suo Amore.

Se quando ci sentiamo raggiunti dallo sguardo pieno di amore di una persona il nostro cuore sussulta di una gioia profonda, prova a immaginare che mai potrà essere se impari a lasciarti raggiungere dallo sguardo di Amore di Colui che è l’Amore?

Imparare a pregare è imparare a dialogare con Dio e lasciarci raggiungere, rinnovare, trasfigurare, dal suo sguardo di amore, dal suo abbraccio di infinita tenerezza.

Se vogliamo vivere in pienezza ogni attimo della vita che ci è stata regalata e fare sì che tutto ciò che facciamo possa portare grandi frutti, abbiamo bisogno di imparare a rimanere nell’amore o meglio in Colui che è l’Amore.

 

Gioia piena

Nel cuore di ogni uomo è impresso anche un desiderio profondo di gioia piena, eppure sono poche le persone che si sentono profondamente felici. Inseguiamo la felicità con tutto il nostro impegno. Dedichiamo tanto tempo ed energie nella speranza di poterla finalmente raggiungere ma troppo spesso sbagliamo strada e proprio quando abbiamo finalmente raggiunto uno dei tanti obiettivi che di volta in volta ci prefissiamo per potere essere felici ci riscopriamo di fatto insoddisfatti, tristi, spenti... non ci basta, vogliamo di più!

La gioia è frutto dell’amore e l’amore è frutto della preghiera. Non è sufficiente un amore semplicemente umano, che troppo spesso è inquinato dal nostro egoismo, abbiamo bisogno di imparare a rimanere nell’Amore di Dio.

Gesù, il Verbo di Dio, il Signore della Creazione, che più di ogni altro conosce i bisogni più profondi del nostro cuore, ci ha rivelato il segreto per la pienezza della gioia.

«Rimanete nel mio amore. Se osserverete i miei comandamenti, rimarrete nel mio amore, come io ho osservato i comandamenti del Padre mio e rimango nel suo amore. Questo vi ho detto perché la mia gioia sia in voi e la vostra gioia sia piena. Questo è il mio comandamento: che vi amiate gli uni gli altri, come io vi ho amati» (Giovanni 15, 9-11).

Possiamo vivere la gioia. Non una gioia superficiale passeggera... La sua gioia. La gioia piena!!!

È una promessa fantastica e perché possa realizzarsi anche nella nostra vita abbiamo bisogno di imparare ad amare, a rimanere nel suo Amore. Più sapremo immergerci nella preghiera del cuore, più l’Amore del Padre verrà riversato nei nostri cuori mediante lo Spirito e il nostro cuore sarà ricolmo della gioia di lassù. La gioia che fiorisce dalla preghiera è una gioia che non si può contenere. È profonda, dirompente, traboccante, discreta, indicibile, gloriosa.

 

La forza nella debolezza

La preghiera non solo ci dona una pace che non è di questo mondo, ci ricolma il cuore di amore e di gioia piena. La preghiera ci permette anche di sperimentare una meravigliosa forza che si manifesta proprio sulla nostra debolezza.

La preghiera ci introduce in un dialogo sempre più profondo con Dio. Dio è Amore. Dio è luce.

Grazie alla preghiera possiamo finalmente riconciliarci con la nostra debolezza e scoprire che Dio ci ama con tutte le nostre fragilità, i nostri limiti. Più ci lasciamo raggiungere in profondità dall’Amore di Dio, più ci sentiamo amati per ciò che siamo. Il suo Amore ci libera da quel sottile e pericoloso bisogno di nascondere le nostre povertà, debolezze, pur di ottenere l’approvazione degli altri. Troppo spesso rischiamo di spendere grande parte delle nostre migliori energie nel cercare riconoscimenti, applausi, medagliette, trofei da esibire come se potessero in qualche modo servire a noi stessi e agli altri per dimostrare il nostro valore. Puntiamo molto di più all’apparire che all’essere, al prevalere sugli altri che all’amore ma poi ci riscopriamo vuoti, piccoli, soli. Accecati dal nostro orgoglio, dalla nostra vanagloria, superbia, ci illudiamo di essere forti, di potere fare grandi cose e spesso ci lasciamo travolgere in una corsa frenetica verso il successo, il potere, la ricchezza. Evitiamo in tutti i modi di guardare alla nostra fragilità, debolezza, povertà, miseria e vogliamo dimostrare a ogni costo di essere “qualcuno”. Rischiamo così di entrare in una sottile, se non evidente, competizione con tutti per dimostrare di essere migliori. Eppure tutte le volte che ci ostiniamo a nascondere la nostra fragilità a noi stessi e agli altri diventiamo di fatto più deboli e a volte miserabili.

Abbiamo dimenticato che senza di Lui non possiamo fare niente (cfr. Giovanni 15, 5).

Grazie alla preghiera riusciamo a vedere noi stessi sotto una nuova luce, una prospettiva diversa. Non siamo più vittime di quella subdola ansia da prestazione che troppo spesso rischia di inquinare anche quanto di più bello e di più sacro viviamo. Riscopriamo la bellezza della semplicità, della spontaneità, dell’essere noi stessi. La preghiera ci dona luce per riconoscere, accogliere le nostre povertà, riconciliarci con le nostre fragilità.

In un mondo che ci chiede di essere sempre vincenti, forti, perfetti scopriamo che la vera forza si manifesta pienamente proprio nella debolezza.

«Ed egli (il Signore) mi ha detto: “Ti basta la mia grazia; la mia potenza infatti si manifesta pienamente nella debolezza”. Mi vanterò quindi ben volentieri delle mie debolezze, perché dimori in me la potenza di Cristo. Perciò mi compiaccio nelle mie infermità, negli oltraggi, nelle necessità, nelle persecuzioni, nelle angosce sofferte per Cristo: quando sono debole, è allora che sono forte» (2 Corinzi 12, 9-10).

È davvero una grazia grande poter sperimentare che proprio la nostra debolezza, consegnata nelle mani di Colui che tutto può, diventa manifestazione della sua potenza.

Grazie alla preghiera si realizza anche per ciascuno di noi quanto Gesù ha promesso: «Avrete forza dallo Spirito Santo che scenderà su di voi» (Atti 1, 8).

L’impossibile diventa possibile, perché quando ci impegniamo a realizzare la volontà di Colui che ci ama immensamente ci basta la sua grazia, è quando siamo deboli che siamo forti. Non c’è più croce, ostacolo, difficoltà capace di fermarci perché la luce della fede ci assicura che tutto possiamo in Colui che ci dà forza (cfr. Filippesi 4, 13).

 

La verità vi farà liberi

«Se rimanete fedeli alla mia parola, sarete davvero miei discepoli; conoscerete la verità e la verità vi farà liberi» (Giovanni 8, 31-32).

È davvero meravigliosa questa promessa di Gesù. Oggi si fa un gran palare di libertà. Tutti vogliamo trovare il modo di essere davvero liberi ma il paradosso è che le vie che il mondo ci propone ci portano a riscoprirci sempre più dipendenti. Vogliamo essere liberi di esprimere noi stessi, di fare ciò che ci va, di vivere una sessualità sempre più disinibita, di provare ogni genere di emozione, di piacere, di calpestare ogni tipo di valore pur di raggiungere il successo... e poi ci si scopre dipendenti dagli applausi, dai riconoscimenti, dal denaro, dal sesso usa e getta, dall’alcool, dalle droghe, da internet...

E quanto difficile risulta poi riuscire a liberarci dalle catene che hanno imprigionato l’anima e che continuano a tarpare le nostre ali spezzate da un miraggio di libertà che si è poi rivelata essere una sottile menzogna. Non c’è libertà se non nella verità! Ma è così difficile restare fedeli alla verità in un mondo in cui i profeti di menzogna con così grande prepotenza e arroganza avvelenano continuamente la nostra anima.

Se stai cercando la verità, se vuoi essere libero davvero, c’è una via impegnativa ma efficace: la preghiera! Noi troppo spesso vediamo il cristianesimo come una serie di divieti e di prescrizioni che limitano la nostra libertà. Non abbiamo compreso che il cuore del cristianesimo è l’Amore. L’amore richiede certo capacità di rinunce, di sacrifici, di dominio di sé e chiede di vivere i suggerimenti che ci ha regalato Colui che ha detto: «io sono la via, la verità e la vita» (Giovanni 14, 6). È decisamente impegnativo ma più impariamo a lasciarci guidare da Colui che è l’Amore più arriviamo a sperimentare una libertà interiore che non ha uguali. Più siamo fedeli alla preghiera, più lo Spirito Santo può condurci alla verità tutta intera, quella verità che ci rende liberi davvero. Più approfondiamo la nostra vita di preghiera, più Colui che è venuto a spezzare ogni catena ci libera da ogni tipo di dipendenza e tutto ciò che prima ci condizionava e talvolta ci imprigionava perde la sua forza. Ritroviamo la semplicità, la spontaneità, lo stupore dei piccoli e non siamo più condizionati da ciò che gli altri pensano, si aspettano da noi, dal bisogno di riconoscimenti, di successo, di applausi, di piacere, di “sballo” di ogni tipo, di denaro, di sostanze. La preghiera ci dona una comunione sempre più profonda con Colui che è la luce e la sua verità ci rende liberi! Liberi davvero!

 

Il discernimento

«Io come luce sono venuto nel mondo, perché chiunque crede in me non rimanga nelle tenebre» (Giovanni 12, 46).

Un altro frutto stupendo della preghiera è una nuova misteriosa e meravigliosa luce che illumina e riscalda la notte del nostro cuore. È una luce che non sai e non puoi descrivere a parole ma... percepisci nel profondo della tua anima che le tenebre, che così spesso l’avvolgevano, cedono il passo a una nuova, indicibile luce.

Quante volte avrai provato anche tu quella sottile ansia che sembra diventare una sgradita compagna nel viaggio della vita e la cui morsa diventa sempre più opprimente, talvolta insopportabile, soprattutto se devi prendere delle decisioni importanti.

Un fastidioso senso di incertezza, di paura, di timore che sembra renderti incapace di prendere la giusta direzione, individuare la via da percorre, discernere le scelte più giuste da fare per vivere al meglio ogni attimo della tua vita.

Quanto tempo perdiamo a scervellarci nel cercare di comprendere qual è la decisione migliore da prendere e nonostante i nostri grandi sforzi spesso non vediamo luce o ci resta la sensazione di aver fatto molti sbagli importanti. Per quanto le scelte e le decisioni che siamo chiamati a prendere spesso ci stanno particolarmente a cuore e desideriamo davvero fare la cosa migliore, il più delle volte dimentichiamo o trascuriamo la cosa più importante: la preghiera. Non diamo la possibilità a Colui che è la luce di illuminarci per avere il dono del discernimento. Non chiediamo lo Spirito Santo, la sapienza e i nostri grandi sforzi spesso si rivelano vani. Anche il discernimento è un’arte fondamentale per vivere al meglio la nostra vita e, come tutte le arti, per essere appresa richiede molta dedizione e maestri validi.

Se non ci accontentiamo di una preghiera superficiale ma mettiamo tutto il nostro impegno per entrare nella preghiera contemplativa daremo finalmente la possibilità alla Spirito Santo di condurci passo dopo passo e sperimenteremo una misteriosa luce che ci dà una nuova sicurezza interiore nel discernere le decisioni migliori da prendere, anche quando la situazione è molto complessa e la scelta che comprendiamo di dovere fare ci appare in netto contrasto con tutto ciò che la nostra razionalità ci suggerisce.

 

La guarigione delle ferite del cuore

«Lo spirito del Signore Dio è su di me, perché il Signore mi ha consacrato con l’unzione; mi ha mandato a portare il lieto annunzio ai miseri, a fasciare le piaghe dei cuori spezzati, a proclamare la libertà degli schiavi, la scarcerazione dei prigionieri» (Isaia 61, 1).

Quante volte riceviamo ferite così profonde che abbiamo quasi la sensazione fisica che il cuore sia stato colpito a morte, continuiamo a sanguinare e sembra non ci sia niente capace di lenire, neanche in minima parte, il dolore. Fin da quando siamo bambini ci viene insegnato che se riceviamo una ferita nel corpo dobbiamo subito disinfettarla e se la ferita è profonda bisogna farla curare dal medico. Continuiamo invece a trascurare le ferite del cuore. Ne subiamo tante, a volte profondissime e terribili, eppure ci sentiamo impotenti, non abbiamo idea su come fare per medicare un cuore che continua a sanguinare. Abbiamo per lo più dimenticato che Gesù è venuto per fasciare le piaghe dei cuori spezzati e che Lui è l’unico medico che conosce così a fondo il nostro cuore da poterne guarire ogni ferita. «Per le sue piaghe noi siamo stati guariti» (Isaia 53, 5). Il Signore ha preso su di sé le ferite più terribili per curare, guarire, trasfigurare, le nostre ferite più profonde. Niente come la preghiera del cuore può esserci di aiuto per guarire il nostro cuore. Lo Spirito Santo è quel dolce balsamo dell’anima capace di consolare là dove niente e nessuno riesce più a portare sollievo, lenire la sofferenza di quella morsa sempre più attanagliante che sembra togliere il respiro. Gesù è l’uomo dei dolori che ben conosce il patire e se presentiamo a lui i nostri cuori spezzati, induriti dai troppi colpi subiti, Lui ci dona un cuore nuovo. Il suo Amore trasfigura tutto ciò che in noi è stato sfigurato!

 

Esercizi pratici

• Stai sperimentando quotidianamente i frutti della preghiera nella tua vita?

  Vivi spesso quella pace profonda che il mondo non può donare e il mondo non può togliere? Metti tutto il tuo impegno per custodirla anche nei momenti più difficili vigilando sempre nella preghiera?

  Ti lasci raggiungere, travolgere, stravolgere dall’Amore di Dio? Durante le tue giornate sei più preoccupato/a di ricevere amore o di donarlo?

  Il tuo cuore è traboccante di quella gioia piena che non si può contenere? Testimoni con la tua vita la gioia piena che Cristo risorto ti dona?

  Fai di tutto per nascondere la tua povertà, fragilità, i tuoi limiti o sperimenti che la potenza di Dio si manifesta proprio sulla tua debolezza consegnata a Lui? Fai esperienza che «tutto puoi in Colui che ti dà forza» (Filippesi 4, 13)?

  Stai cercando la verità con tutto il cuore? Sperimenti quella piena libertà interiore che scaturisce dalla fedeltà a Colui che è la verità?

  Stai camminando nelle tenebre o ti stai lasciando guidare da Colui che è la luce? Stai crescendo nell’arte del discernimento?

  Stai presentando a Gesù le tue ferite più dolorose e stai facendo esperienza di quella guarigione profonda che Lui solo può donare?

  Poniti spesso queste domande: sono una verifica efficace su quanto stai vivendo la preghiera del cuore. Solo quando puoi rispondere positivamente a tutte queste domande hai la conferma che hai imparato la preghiera del cuore e che le stai dedicando il tempo necessario!

 


Testo della Regola     Temi della Regola


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24 febbraio 2024                a cura di Alberto "da Cormano"        Grazie dei suggerimenti       alberto@ora-et-labora.net