Prologo della Regola - 8 Alziamoci, dunque, una buona volta, dietro l'incitamento della Scrittura che esclama: "E' ora di scuotersi dal sonno!" 9 e aprendo gli occhi a quella luce divina ascoltiamo con trepidazione ciò che ci ripete ogni giorno la voce ammonitrice di Dio: 10 "Se oggi udrete la sua voce, non indurite il vostro cuore!" 11 e ancora: " Chi ha orecchie per intendere, ascolti ciò che lo Spirito dice alle Chiese!". 12 E che dice? " Venite, figli, ascoltatemi, vi insegnerò il timore di Dio. 13 Correte, finché avete la luce della vita, perché non vi colgano le tenebre della morte"... 42 E se vogliamo arrivare alla vita eterna, sfuggendo alle pene dell'inferno, 43 finche c'è tempo e siamo in questo corpo e abbiamo la possibilità di compiere tutte queste buone azioni durante questa vita di luce, 44 dobbiamo correre e operare adesso quanto ci sarà utile per l'eternità.
La luce nuova
Jorge Maria Bergoglio
Estratto da “La via di Gesù: Il Vangelo secondo Francesco” – Solferino
2019
1Passando,
vide un uomo cieco dalla nascita 2e i suoi discepoli lo
interrogarono: «Rabbì, chi ha peccato, lui o i suoi genitori, perché sia nato
cieco?». 3Rispose Gesù: «Né lui ha peccato né i suoi genitori, ma è
perché in lui siano manifestate le opere di Dio. 4Bisogna che noi
compiamo le opere di colui che mi ha mandato finché è giorno; poi viene la
notte, quando nessuno può agire. 5Finché io sono nel mondo, sono la
luce del mondo». 6Detto questo, sputò per terra, fece del fango con
la saliva, spalmò il fango sugli occhi del cieco 7e gli disse: «Va’ a
lavarti nella piscina di Sìloe» – che significa Inviato. Quegli andò, si lavò e
tornò che ci vedeva.
8Allora
i vicini e quelli che lo avevano visto prima, perché era un mendicante,
dicevano: «Non è lui quello che stava seduto a chiedere l’elemosina?». 9Alcuni
dicevano: «È lui»; altri dicevano: «No, ma è uno che gli assomiglia». Ed egli
diceva: «Sono io!». 10Allora gli domandarono: «In che modo ti sono
stati aperti gli occhi?». 11Egli rispose: «L’uomo che si chiama Gesù
ha fatto del fango, mi ha spalmato gli occhi e mi ha detto: “Va’ a Sìloe e
làvati!”. Io sono andato, mi sono lavato e ho acquistato la vista». 12Gli
dissero: «Dov’è costui?». Rispose: «Non lo so».
13Condussero
dai farisei quello che era stato cieco: 14era un sabato, il giorno in
cui Gesù aveva fatto del fango e gli aveva aperto gli occhi. 15Anche
i farisei dunque gli chiesero di nuovo come aveva acquistato la vista. Ed egli
disse loro: «Mi ha messo del fango sugli occhi, mi sono lavato e ci vedo».
16Allora alcuni dei farisei dicevano: «Quest’uomo non viene da Dio, perché
non osserva il sabato». Altri invece dicevano: «Come può un peccatore compiere
segni di questo genere?». E c’era dissenso tra loro. 17Allora dissero
di nuovo al cieco: «Tu, che cosa dici di lui, dal momento che ti ha aperto gli
occhi?». Egli rispose: «È un profeta!».
18Ma
i Giudei non credettero di lui che fosse stato cieco e che avesse acquistato la
vista, finché non chiamarono i genitori di colui che aveva ricuperato la vista.
19E li interrogarono: «È questo il vostro figlio, che voi dite essere
nato cieco? Come mai ora ci vede?». 20I genitori di lui risposero:
«Sappiamo che questo è nostro figlio e che è nato cieco; 21ma come
ora ci veda non lo sappiamo, e chi gli abbia aperto gli occhi, noi non lo
sappiamo. Chiedetelo a lui: ha l’età, parlerà lui di sé». 22Questo
dissero i suoi genitori, perché avevano paura dei Giudei; infatti i Giudei
avevano già stabilito che, se uno lo avesse riconosciuto come il Cristo, venisse
espulso dalla sinagoga. 23Per questo i suoi genitori dissero: «Ha
l’età: chiedetelo a lui!».
24Allora
chiamarono di nuovo l’uomo che era stato cieco e gli dissero: «Da’ gloria a Dio!
Noi sappiamo che quest’uomo è un peccatore». 25Quello rispose: «Se
sia un peccatore, non lo so. Una cosa io so: ero cieco e ora ci vedo». 26Allora
gli dissero: «Che cosa ti ha fatto? Come ti ha aperto gli occhi?». 27Rispose
loro: «Ve l’ho già detto e non avete ascoltato; perché volete udirlo di nuovo?
Volete forse diventare anche voi suoi discepoli?». 28Lo insultarono e
dissero: «Suo discepolo sei tu! Noi siamo discepoli di Mosé! 29Noi
sappiamo che a Mosé ha parlato Dio; ma costui non sappiamo di dove sia». 30Rispose
loro quell’uomo: «Proprio questo stupisce: che voi non sapete di dove sia,
eppure mi ha aperto gli occhi. 31Sappiamo che Dio non ascolta i
peccatori, ma che, se uno onora Dio e fa la sua volontà, egli lo ascolta.
32Da che mondo è mondo, non si è mai sentito dire che uno abbia aperto gli
occhi a un cieco nato. 33Se costui non venisse da Dio, non avrebbe
potuto far nulla». 34Gli replicarono: «Sei nato tutto nei peccati e
insegni a noi?». E lo cacciarono fuori.
35Gesù
seppe che l’avevano cacciato fuori; quando lo trovò, gli disse: «Tu, credi nel
Figlio dell’uomo?». 36Egli rispose: «E chi è, Signore, perché io
creda in lui?». 37Gli disse Gesù: «Lo hai visto: è colui che parla
con te». 38Ed egli disse: «Credo, Signore!». E si prostrò dinanzi a
lui.
39Gesù
allora disse: «È per un giudizio che io sono venuto in questo mondo, perché
coloro che non vedono, vedano e quelli che vedono, diventino ciechi». 40Alcuni
dei farisei che erano con lui udirono queste parole e gli dissero: «Siamo ciechi
anche noi?». 41Gesù rispose loro: «Se foste ciechi, non avreste alcun
peccato; ma siccome dite: “Noi vediamo”, il vostro peccato rimane».
(Vangelo secondo Giovanni
9, 1-41)
Al centro del Vangelo di questa quarta domenica di Quaresima si trovano Gesù e
un uomo cieco dalla nascita. Cristo gli restituisce la vista e opera questo
miracolo con una specie di rito simbolico: prima mescola la terra alla saliva e
la spalma sugli occhi del cieco; poi gli ordina di andare a lavarsi nella
piscina di Siloe. Quell’uomo va, si lava, e riacquista la vista. Era un cieco
dalla nascita. Con questo miracolo Gesù si manifesta e si manifesta a noi come
«luce del mondo»; e il cieco dalla nascita rappresenta ognuno di noi, che siamo
stati creati per conoscere Dio, ma a causa del peccato siamo come ciechi,
abbiamo bisogno di una luce nuova; tutti abbiamo bisogno di una luce nuova:
quella della «fede», che Gesù ci ha donato. Infatti quel cieco del Vangelo
riacquistando la vista si apre al mistero di Cristo. Gesù gli domanda: «Tu credi
nel Figlio dell’uomo?» (v. 35). «E chi è, Signore, perché io creda in lui?»,
risponde il cieco guarito (v. 36). «Lo hai visto: è colui che parla con te» (v.
37). «Credo, Signore!» e si prostra dinanzi a Gesù.
Questo episodio ci induce a riflettere sulla nostra fede, la nostra fede in
Cristo, il Figlio di Dio, e al tempo stesso si riferisce anche al «Battesimo»,
che è il primo Sacramento della fede: il Sacramento che ci fa «venire alla
luce», mediante la rinascita dall’acqua e dallo Spirito Santo; così come avvenne
al cieco nato, al quale si aprirono gli occhi dopo essersi lavato nell’acqua
della piscina di Sìloe.
Il cieco nato e guarito ci rappresenta quando non ci accorgiamo che Gesù è la
luce, è «la luce del mondo», quando guardiamo altrove, quando preferiamo
affidarci a piccole luci, quando brancoliamo nel buio. Il fatto che quel cieco
non abbia un nome ci aiuta a rispecchiarci con il nostro volto e il nostro nome
nella sua storia. Anche noi siamo stati «illuminati» da Cristo nel Battesimo, e
quindi siamo chiamati a comportarci come figli della luce. E comportarsi come
figli della luce esige un cambiamento radicale di mentalità, una capacità di
giudicare uomini e cose secondo un’altra scala di valori, che viene da Dio. Il
sacramento del Battesimo, infatti, esige la scelta di vivere come figli della
luce e camminare nella luce.
Se adesso vi chiedessi: «Credete che Gesù è il Figlio di Dio? Credete che può
cambiarvi il cuore? Credete che può far vedere la realtà come la vede Lui, non
come la vediamo noi? Credete che Lui è luce, ci dà la vera luce?».
Cosa rispondereste? Ognuno risponda nel suo cuore.
Che cosa significa avere la vera luce, «camminare nella luce»? Significa
innanzitutto abbandonare le luci false: la luce fredda e fatua del pregiudizio
contro gli altri, perché il pregiudizio distorce la realtà e ci carica di
avversione contro coloro che giudichiamo senza misericordia e condanniamo senza
appello. Questo è pane tutti i giorni! Quando si chiacchiera degli altri, non si
cammina nella luce, si cammina nelle ombre. Un’altra luce falsa, perché
seducente e ambigua, è quella dell’interesse personale: se valutiamo uomini e
cose in base al criterio del nostro utile, del nostro piacere, del nostro
prestigio, non facciamo la verità nelle relazioni e nelle situazioni. Se andiamo
su questa strada del cercare solo l’interesse personale, camminiamo nelle ombre.
La Vergine Santa, che per prima accolse Gesù, luce del mondo, ci ottenga la
grazia di accogliere nuovamente in questa Quaresima la luce della fede,
riscoprendo il dono inestimabile del Battesimo, che tutti noi abbiamo ricevuto.
E questa nuova illuminazione ci trasformi negli atteggiamenti e nelle azioni,
per essere anche noi, a partire dalla nostra povertà, dalle nostre pochezze,
portatori di un raggio della luce di Cristo.
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14 gennaio 2025 a cura di Alberto "da Cormano" alberto@ora-et-labora.net