REGOLA DEL MAESTRO
Nota sulla
traduzione
Le fonti letterarie:
Apocrifi e autori diversi - A. de Vogüé
Note esplicative (in fase di
completamento)
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ELENCO DEI CAPITOLI
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Incomincia il prologo
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Incomincia il tema:
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parabola della fonte
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commento al Pater noster
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·
commento ai Salmi
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I.
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Le quattro specie di monaci.
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II.
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Quale deve essere l'abate.
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III.
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Quale è la santa arte che
l'abate
deve insegnare ai suoi discepoli nel
monastero?
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IV.
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Quali sono gli strumenti
spirituali con i quali possiamo esercitare l'arte divina?
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V.
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Quale è la materia e causa dei
nostri mali, che deve essere bruciata nella fornace del timore di Dio? E
quale è la ruggine e la sporcizia dei nostri vizi, da cui ci deve
purificare la lima della giustizia?
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VI.
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Quale è l'officina dell'arte
divina e l'impiego degli strumenti spirituali?
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VII.
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L'obbedienza dei discepoli: come
deve essere.
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VIII.
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Il silenzio dei discepoli: come
deve essere e fin dove deve arrivare.
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IX.
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In che modo i fratelli
che sono tenuti al silenzio rivolgeranno domande all'abate.
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X.
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L'umiltà dei fratelli: come deve
essere, con quali mezzi la si acquisisce e come, una
volta acquisita, la si conserva.
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XI.
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I
prepositi del monastero.
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XII.
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La scomunica per le colpe.
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XIII.
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Come si debba trattare il
fratello scomunicato.
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XIV:
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Come lo scomunicato deve fare
atto di pentimento.
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XV.
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La manifestazione dei cattivi
pensieri che i fratelli devono fare ai prepositi da cui dipendono e
all'abate.
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XVI.
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Quale debba essere il cellerario
del monastero.
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XVII.
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Degli arnesi da lavoro e degli
oggetti in generale del monastero.
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XVIII.
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I settimanari di cucina.
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XIX.
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Come devono entrare i fratelli
nella loro settimana di cucina.
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XX:
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Come ci si deve ricordare degli
assenti nell'oratorio.
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XXI.
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Come devono fare la
Comunione gli ebdomadari di cucina e il cellerario.
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XXII.
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Una volta usciti tutti gli
ebdomadari, con quale ordine devono comunicarsi, dopo l'abate, tutti gli
altri che restano nell'oratorio.
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XXIII.
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Uscito l'abate dall'oratorio, in
che modo gli ebdomadari devono servire le mense e mangiare con la
comunità.
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XXIV.
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L'ebdomadario per la lettura a
mensa.
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XXV.
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La pietanza di briciole che gli
ebdomadari devono cuocere il settimo giorno.
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XXVI.
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La quantità di cibo.
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XXVII.
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La quantità di bevanda.
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XXVIII.
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I giorni di digiuno e l'ora del
pasto.
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XXIX.
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Il tempo del sonno: come debba
essere il locale ove dormono i monaci e con quale ordine siano essi
disposti.
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XXX.
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Nessuno deve parlare dopo
Compieta.
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XXXI.
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Gli ebdomadari che svegliano per
l'ufficio divino durante la notte.
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XXXII.
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Come essi debbano fare la
sveglia.
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XXXIII.
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Il divino ufficio, di notte.
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XXXIV.
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L'ufficio divino durante il
giorno.
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XXXV.
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Struttura dell'ufficio e numero
dei salmi durante il giorno.
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XXXVI.
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I salmi del Lucernario.
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XXXVII.
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I salmi di Compieta.
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XXXVIII.
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Il salmo dei pasti.
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XXXIX.
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Come si deve
salmodiare nell'ufficio mattinale.
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XL.
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Come si deve
salmodiare alle Ore diurne.
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XLI
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Come si deve
salmodiare al lucernare.
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XLII.
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Come si deve
salmodiare a Compieta.
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XLIII.
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Come si deve
salmodiare al pasto.
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XLIV.
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Come si deve
salmodiare di notte.
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XLV.
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Come si deve salmodiare nei
giorni festivi.
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XLVI.
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L'intonazione dei salmi
nell'oratorio in qualsiasi tempo.
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XLVII.
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L'atteggiamento nella recita dei
salmi.
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XLVIII.
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La reverenza nel pregare.
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XLIX.
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Le notti di veglia nel
monastero.
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L.
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Il lavoro quotidiano nelle
diverse ore della giornata, a seconda delle stagioni.
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LI.
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Le orazioni di Quaresima durante
la giornata.
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LII.
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Le orazioni senza salmi durante la
notte.
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LIII.
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L'astinenza di cibi e bevande in
Quaresima.
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LIV.
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Quando arriva l'ora dell'ufficio
divino i fratelli devono affrettarsi immediatamente verso l'oratorio.
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LV.
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Quanti passi deve essere lontano
il fratello perché sia tenuto ad accorrere all'oratorio, lasciando il
lavoro?
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LVI.
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Come i fratelli devono assolvere
l'opera di Dio in viaggio.
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LVII.
|
In quale maniera i fratelli in
viaggio osserveranno alcune prescrizioni della regola?
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LVIII.
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Quanti salmi i
fratelli devono dire di notte, nelle diverse stagioni, quando sono in
viaggio.
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LIX.
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A che ora i fratelli devono
mangiare in viaggio.
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LX.
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La quantità di provviste che i
fratelli devono ricevere in viaggio.
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LXI.
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Se un fratello, quando è mandato
fuori monastero e se ne aspetta il ritorno nella medesima giornata deve
fare comunione di mensa fuori con qualcuno che gliene muova istanza,
oppure deve mantenere il digiuno fino al ritorno nell'oratorio, per
presentarlo intatto alla Comunione davanti all'abate.
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LXII.
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Se il fratello in viaggio deve
bere o mangiare al di fuori dell'ora stabilita.
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LXIII.
|
La situazione dei fratelli che
si separano da altri fratelli senza salutarsi.
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LXIV.
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Quante volte deve
essere di nuovo raccolto il fratello che abbandona il monastero e dopo
essere andato errando di nuovo ritorna.
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LXV.
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Come devono essere
salutati i fratelli forestieri da quelli della casa.
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LXVI.
|
L'uscita dei fratelli dal
monastero, quando vanno in viaggio.
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LXVII.
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Il rientro dei fratelli
all'oratorio, di ritorno da un viaggio.
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LXVIII.
|
I fratelli, all'uscita
dall'oratorio, devono subito fare silenzio assoluto.
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LXIX.
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I fratelli malati.
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LXX.
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La carità dei fratelli verso i
malati.
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LXXI.
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Se gli spirituali quando si
incontrano con dei fratelli devono per prima cosa fare orazione, o darsi
l'abbraccio fraterno o salutarsi.
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LXXII.
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Il pasto in nome della carità,
al sopraggiungere di fratelli.
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LXXIII.
|
Dei fratelli che arrivano in
ritardo all'ufficio divino.
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LXXIV.
|
Il libero arbitrio dei fratelli
deve essere tenuto a freno.
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LXXV.
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Il riposo domenicale.
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LXXVI.
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Come devono essere ricevute le
eulogie inviate da un sacerdote.
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LXXVII.
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La benedizione e il segno di
croce dei sacerdoti.
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LXXVIII.
|
Non si deve mantenere in
monastero per più di due giorni chi arriva, sia già fratello o sia
ancora laico, senza che lavori.
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LXXIX.
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Il locale dei forestieri.
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LXXX.
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Se i fratelli che si sono
macchiati di impurità durante il sonno devono fare la Comunione o no.
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LXXXI.
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Le vesti e le calzature dei
fratelli.
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LXXXII.
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In monastero i fratelli non
devono avere niente in proprio.
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LXXXIII.
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Come si devono trattare in
monastero i sacerdoti.
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LXXXIV.
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Chi deve mangiare con l'abate.
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LXXXV.
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Come e a quanto si devono
vendere alcuni prodotti artigianali del monastero.
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LXXXVI.
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Le fattorie del monastero.
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LXXXVII.
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Con quale procedura un fratello,
sia egli già un converso o ancora un laico, debba entrare, far offerta
di sé ed essere aggregato in monastero.
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LXXXVIII.
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La dilazione concessa ai
fratelli che desiderano essere aggregati, perché riflettano se fissare
la loro stabilità.
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LXXXIX.
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Con quale procedura un nuovo
fratello deve confermare definitivamente la sua entrata in monastero.
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XC.
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Quando un laico ha fatto il suo
ingresso in monastero, prima di un anno non gli si deve mutare l'abito
né fare la tonsura propria dello stato religioso.
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XCI.
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Come debba essere ammesso in
monastero il figlio di un notabile.
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XCII.
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Occorre rifiutare a tutti
l'onore ed il posto dopo l'abate.
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XCIII.
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L'ordinazione del nuovo abate,
scelto fra tutti dal predecessore.
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XCIV.
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Se
l’abate muore improvvisamente, come procedere ad istituire un altro
abate preso fra i fratelli dubbiosi poiché, da vivo, non aveva designato
il migliore ed una morte improvvisa lo ha sorpreso.
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XCV.
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I portinai del monastero.
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FINISCONO I CAPITOLI
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