REGOLA DEL MAESTRO

 (Libera traduzione da "Patrologia Latina" - J. P. Migne)

Domanda dei discepoli:

CAPITOLO XCIII.

L'ORDINAZIONE DEL NUOVO ABATE, SCELTO TRA TUTTI DAl PREDECESSORE.

Il Signore ha risposto per mezzo del Maestro:

1 “Per questo motivo, su giudizio di Dio e con la mia testimonianza, vi è stato scelto come pastore 2 ed il Signore, a cui è sempre piaciuto per le sue buone azioni, lo ordina vostro abate. 3 E’ lui che si farà carico del gregge del Signore, che dovrà restituire al giudizio futuro. 4 Fate attenzione, fratelli, che nessuno accolga di mal animo questa ordinazione, 6 e non disdegni Cristo, di cui egli terrà il posto nel monastero„.

6 Fatto ciò, tutti faranno immediatamente un’orazione e senza indugio si farà venire il presule della chiesa locale, mentre il clero della sua curia fungerà da testimone. 7 Il vescovo trasferirà di sua mano, sul dittico (due tavolette unite su un lato da funicella in modo che si ripieghino l’una sull’altra: sulle facce interne, spalmate di cera, si poteva scrivere. Ndt.), il nome dell'eletto alla dignità d'abate dopo il nome del suo predecessore, 8 ed alla messa celebrata all'altare nell'oratorio, il chierico lo leggerà a voce alta. Sarà poi questo stesso fratello che presenterà l'offerta. 9 Tuttavia questo vale soltanto se l'abate non è ancora defunto e non è stato ancora cancellato dalla lista dei viventi; allora, (il nome del nuovo lo si metterà) dopo il nome dell’anziano. 10 Ma quando il nome del defunto sarà passato nella lista dei morti, si iscriverà il nome del nuovo in cima (al dittico).

11 Immediatamente, dunque, si celebrerà la messa nell'oratorio. Al suo termine, in presenza del pontefice, come abbiamo detto, e di tutto l'ordine dei chierici della curia, 12 il predecessore gli darà la pace, seguito dalla comunità, poi gli metterà in mano questa regola, 13 le chiavi della dispensa del monastero che avrà richiesto al cellerario e l'inventario di tutti i beni, attrezzi e libri e di tutti i mobili, ed il testamento che cita tutti gli oggetti donati da ogni fratello, davanti al pontefice e col suo sigillo. 14 Dandogli questa regola, gli dirà, in presenza del pontefice e di tutta la sua curia e della sua comunità:

15 “Ricevi, fratello, questa regola che è la legge di Dio. Con essa, agli osservanti procurerai la vita eterna, ai negligenti presagirai il giudizio eterno. 16 E’ qui che l’anima è vittoriosa o perisce; 17 è qui che si perde la vita o la si guadagna; 18 è da qui che dipendono le esigenze di Dio su di te in relazione a queste anime che hai sotto gli occhi. 19 E’ secondo questo inventario che dovrai rendere conto di questo gregge, dopo di me, (nel giorno del) giudizio del Signore. 20 Ricordati, ricordati, fratello, ricordati: A chi fu affidato molto, sarà richiesto molto di più” (Lc 12,48). 21 D’ora in poi presta attenzione e non crederti al sicuro dalle voraci fauci del lupo 22 e dalle future diaboliche insidie al tuo gregge; abbi invece la forza di ristabilire la salute delle anime dei fratelli, feriti nelle loro anime e caduti nel peccato, con rimedi ed esortazioni. 23 Rimani ormai vigile e sollecito, per quanto tu potrai, poiché fino ad oggi ti sei sentito al sicuro”.

24 Terminato questo discorso, mentre (il nuovo eletto) tiene in mano questa regola, l'abate riprenderà la parola per dire: 25 “Entra nell'oratorio del Signore e là prendi il mio posto con questa comunità che ormai è tua. 26 Che il sommo sacerdote, con le sue orazioni, leghi negli atti del cielo ciò che tu hai ricevuto sulla terra”.

27 Detto ciò, gli assegnerà il suo mantello. 28 Ricevendolo, colui che lo riceve bacerà la mano di chi glielo dà 29 e, quando lo avrà ricevuto, il nuovo abate entrerà immediatamente nell'oratorio con il vescovo, insieme alla comunità che ormai è sua e prenderà il posto del predecessore. Una volta che il vescovo avrà formulato un’orazione per lui, 30 il nuovo abate si recherà immediatamente all'altare e vi porrà la regola che ha ricevuto. 31 E quando la porrà, tutta la comunità, dietro a lui, dirà con lui questo versetto: “Conferma, o Dio, quanto hai fatto per noi! „ (Sal 68(67),29), con il Gloria ed il ritornello. 32 Immediatamente, dopo avere terminato questo versetto, prostrandosi in preghiera sul pavimento, pregherà il vescovo ad alta voce di fare per lui una seconda orazione. 33 Da parte sua anche la comunità, stando dietro, si prosterà sul pavimento. 34 Quando si saranno rialzati, una volta conclusa l’orazione, bacerà le ginocchia del vescovo che lo alzerà per l’abbraccio di pace.35 Poi darà la pace a tutta la sua curia, dopo ai rettori ed a tutta la comunità; 36 e così uscirà dalla cerimonia, 37 rimettendo di sua mano le chiavi al cellerario.

Subito andrà a fare un’orazione con tutti, pronuncerà questa volta la conclusione senza il vescovo, chiederà la benedizione e si siederà sul seggio del suo predecessore; 38 tutti verranno a baciargli le ginocchia, prima i prepositi e poi tutti gli altri.

39 Allora si alzerà, si recherà presso l’abate anziano che è coricato, gli bacerà le ginocchia e si chinerà su di lui per l’abbraccio di pace. 40 Quando ne avrà ricevuto la pace, l'abate di prima dirà a tutti: 41 “Fratelli, fate anche una preghiera per me, affinché nel giorno del giudizio, dinanzi al Signore che mi esaminerà, io possa esporre in modo irreprensibile tutti i conti delle vostre anime e della mia, e restituirli fedelmente. 42 E come il Signore vi ha rafforzati sulla terra, si degni anche, alla mia partenza, di farmi una buona accoglienza nel cielo”.

43 Se poi per caso l'abate si ristabilisce e non muore, riprenderà tutta la sua autorità, i suoi poteri amministrativi e la sua dignità precedente di maestro, - 44 ciò gli è dovuto, poiché Dio gli ha restituito la vita proprio a tale scopo -, 48 ed a partire da questo momento fino al giorno in cui infine morirà, il nuovo titolare non si arrogherà nulla della dignità di cui è stato rivestito. 46 E quando verrà il vero giorno della sua morte, è colui che è stato ordinato precedentemente in presenza del vescovo che senza dubbio gli succederà. 47 Purché, tuttavia, un’occasione di superbia o di orgoglio non abbia rovinato i suoi meriti. 48 Dunque a condizione che, mentre l’altro era vivo, non abbia usurpato nulla della sua dignità, 49 ma si sforzi con tutto il suo cuore e stia attento con cura vigilante50 a non di inorgoglirsi d'ora in poi della dignità per la quale è designato, 61 ma al contrario si mostri davanti a Dio, ai fratelli ed a tutti gli uomini, ogni giorno migliore nei suoi atti secondo i precetti di Dio consegnati nella regola; 82 e si mostri umile a partire da questo giorno in parole, in azioni e nello stesso abito, più di quanto non si fosse prima incurvato in grazia della stessa umiltà, 83 affinché tutti considerino che si è fatto al contrario più umile e più vile di tutti, dopo la sua designazione per questa dignità, di quanto non lo fosse prima, 84 affinché, come si conviene ad un perfetto, faccia vedere che compie in lui la massima del Signore che dice: “Chi vuole essere il più grande fra voi, sia tra voi l'ultimo„ (Cfr. Mt 20,27), 88 affinché “chi si umilia”, giustamente, “sia esaltato„ (Cfr. Lc 14,11)

56 Tuttavia, a causa della dignità che il vescovo ha costituito con le orazioni e (poiché) ha scritto di sua mano il suo nome sul dittico del monastero dopo quello del precedente abate, quando quest'ultimo era malato, 87 e che l'abate lo ha scelto di sua iniziativa, 88 il precedente e vero abate gli concederà onori particolari, 89 e mentre la regola non lo permetteva prima, ormai, in virtù dell'ordinazione conferita dal vescovo e della scelta dell'abate stesso, e più ancora a causa dell'aggiunta e dell'aumento in lui dell'umiltà, lo considererà come secondo, 60 titolo che non si è arrogato di sua iniziativa, ma che gli hanno valso i meriti della sua perfetta osservanza. 61 Poiché, se la regola proibisce di istituire i secondi, è a causa dell'orgoglio e della superbia. 62 Ma quest'ultimo, è in forza dei suoi atti di buona osservanza e della sua estrema umiltà che Dio l’ha scelto, l'abate gli ha dato il suo suffragio ed il vescovo lo ha ordinato; ma fino a questo momento il ritorno alla vita del predecessore non ha permesso di istituirlo. 63 Così, a partire da quel giorno, già designato come un Cesare spirituale, si siederà accanto all'abate, 64 dirigerà all'oratorio di fronte all'abate l'altro coro di quelli che salmodiano, 65 a tavola riceverà il calice dopo di lui, sia ricordato nelle orazioni dopo di lui; 66 ed ogni volta che l'abate partirà in viaggio, avrà nelle sue attribuzioni il diritto di prendere il suo posto e la facoltà di correggere i vizi dei fratelli e di scomunicare. 67 Se il fratello scomunicato rifiuta di fargli soddisfazione come di consueto, la sua colpa sarà riservata (alle competenze) dell'abate, ma rimarrà reo di scomunica fino al ritorno di quest'ultimo. 68 Tutte queste funzioni le eserciterà su delega dell'abate in viaggio, ed in tutto farà le veci dell’abate assente.

69 Ma anche questi incarichi non li rivendicherà di sua iniziativa, 70 ma su ordine del precedente e vero abate; quando ciò gli sarà permesso con espressa approvazione, avrà potere di ordinare qualcosa e si crederà autorizzato ad esercitare questa dignità. 71 In ogni momento, infatti, egli si giudicherà uguale agli altri ed, ancor di più, se vuole essere perfetto ed arrivare di buon diritto al posto che gli è destinato, egli si umilierà 72 al punto anche di giudicarsi piuttosto inferiore a tutti i suoi fratelli e credersi più vile di tutti loro nel più profondo sentimento del suo cuore. 73 Poiché il Signore ammette di esaltare coloro che si comportano così, come dice la Scrittura: “Chi si umilia, sarà esaltato„ (Mt 23,12). 74 Infatti, questo fratello deve assiduamente guardarsi dal provare orgoglio nel suo cuore per la dignità che gli è riservata e, 75 cadendo in qualche forma da superbia, dallo smettere di praticare qualche punto dell'umiltà o di un precetto divino consegnato nella regola, come prima osservava, sentendosi ormai sicuro della dignità per la quale è designato. 76 Tenga poi per certo che, se l'abate vede colui che aveva scelto, anziché progredire in meglio, rovinarsi piuttosto per negligenza, lasciandosi andare spesso a certe colpe 77 e se, nonostante gli avvertimenti dell'abate, egli non si corregge, 78 un sacerdote qualunque, su richiesta dell'abate, cancellerà il suo nome dal dittico 79 e lui, rientrando nel suo gruppo, sarà assimilato ai negligenti e, come di consueto, sottoposto alla scomunica poiché non evita le colpe. 80 Poiché ha perso per negligenza ciò che aveva trovato, riprenderà anche ciò che aveva perso. 81 Ed una volta ritornato ad un grado inferiore di merito, sarà allontanato dal suo posto accanto all'abate 82 e, da questo giorno, l'abate cercherà tra tutti i fratelli con l'occhio e con lo spirito qualcuno che sia superiore a questo negligente. 83 L'abate sceglierà anche questo in segreto ogni giorno ed, al tempo della sua morte, egli lo designerà di sua mano in tutta franchezza, affinché egli sia giustamente e legittimamente messo alla testa di tutti con l'ordinazione al primato. 84 Quanto a questi reprobi, che cadono per negligenza dal culmine degli onori, ascoltino l'Apostolo che dice loro: “Correvate così bene! Chi vi ha tagliato la strada? „ (Gal 5,7), Satana, colui che fa cadere i superbi. 85 E prima che, da diligente diventi reprobo e cada nella negligenza, ascolti l'avvertimento che la Scrittura gli comunica ogni giorno: “Tieni saldo quello che hai, perché nessuno ti tolga la corona„ (Ap 3,11). 86 “Chi invece ascolta e non mette in pratica” (Lc 6,49) attribuisca a sé stesso la sua caduta, 87 poiché il Signore fa abbassare gli orgogliosi, i negligenti e gli indegni, affinché siano esaltati coloro che sono degni, osservanti ed umili, 88 poiché presso “il Signore, il giudice giusto, non c’è preferenza di persone„ (2 Tm 4,8; Rm 2,11), 89 e non vuole concedere nulla ai cattivi, perché ammette di amare solo i giusti, i buoni ed i santi, 90 ed è solo a loro che deve gli onori della vita presente e la ricompensa della corona eterna.


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1 giugno 2017      a cura di Alberto "da Cormano" Grazie dei suggerimenti alberto@ora-et-labora.net