REGOLA DEL MAESTRO
Domanda dei discepoli:
CAPITOLO XCI.
COME
SI DEBBA RICEVERE AL MONASTERO IL FIGLIO DI UN NOBILE.
Il Signore ha risposto per mezzo del Maestro:
1
Quando il figlio di un nobile vuole venire al monastero per il servizio di Dio,
non lo si riceverà finché non avrà promesso, come abbiamo detto sopra, di
compiere tutto ciò che è richiesto dall'obbedienza.
2 Poi, si consulteranno i suoi genitori per sapere quale sia
il loro desiderio nei suoi riguardi.
3
Se mai si mostrassero ostili al punto di fare violenza al Signore per riprendere
il loro figlio, lo si rivendicherà per la clausura del monastero,
4
perché il Signore è in grado di difenderlo nel suo proprio interesse, dal
momento che la sua destra è più forte nel proteggere che la malvagità del
diavolo nel fare del male.
5
Se, al contrario, i suoi genitori sono d'accordo con il suo desiderio, l'abate
li convocherà al monastero e si informerà da loro riguardo al desiderio di vita
religiosa del figlio: 6 così che
sembri che siano gli stessi che l'hanno messo al mondo a consacrarlo ed
offrirlo. 7 Quando i genitori
risponderanno che eseguiranno ben volentieri ciò che il figlio desidera, l'abate
dirà loro:
8
"Sicuramente Dio da solo basta a tutti noi ed in tutto.
9 Ma, dal momento che coloro che si
presentano per il servizio di Dio e che entrano nel monastero, per prima cosa si
vedono sottrarre ogni speranza nel secolo, 10
occorre anche che, sollevato dal peso dei suoi beni e senza alcun altro laccio
che lo trattenga nel secolo, egli cammini sicuro e solo verso il Signore;
11
"Nessuno, quando presta servizio a Dio, si lascia prendere dalle faccende della
vita comune, se vuol piacere a colui che lo ha arruolato" (2 Tm 2, 4).
12 Poiché un uomo carico d'oro non può seguire Cristo (Girolamo,
Ep, 14, 6), 13 dato che "non può
servire due padroni" (Mt 6, 24). 14
Ma il buon servo di Dio è colui che vuole possedere con lui un tesoro in cielo
"dove né tarma né ruggine consumano e dove ladri non scassìnano e non rubano"
(Mt 6, 20), 15 come dice il Signore nel Vangelo: "chiunque di voi non
rinuncia a tutti i suoi averi, non può (seguirmi ed) essere mio discepolo" (Lc
14, 33). 16 Poiché, come abbiamo
detto, un uomo carico d'oro non può seguire Cristo,
17 a tal segno che il Signore nel Vangelo dà questo
ammonimento ad un tale che camminava sulle sue orme:
18 "Se vuoi essere perfetto, va’, vendi quello che possiedi,
... e vieni! Seguimi!" (Mt 19, 21). 19
L'altro si rattristò a causa della sua grande ricchezza e meritò di
sentire questa sentenza dalla voce del Signore:
20 "è più facile che un cammello passi per la cruna di un ago, che
un ricco entri nel regno di Dio" (Mt 19, 24). 21
L'Apostolo, da parte sua, condanna i ricchi con questa sentenza: "Quelli invece
che vogliono arricchirsi, cadono nella tentazione, nell’inganno di molti
desideri insensati e dannosi che fanno affogare gli uomini nella rovina e nella
perdizione. L’avidità del denaro infatti è la radice di tutti i mali; presi da
questo desiderio, alcuni hanno deviato dalla fede e si sono procurati molti
tormenti" (1 Tm 6, 9-10). 23 Vedete,
dunque, che non può seguire Dio colui che non vuole abbandonare i beni che
possiede nel secolo, e nemmeno potrà amare Dio colui che non vuole odiare le
ricchezze. 24 Perché il Signore sa
restituire a coloro che si fanno poveri per causa sua, molto di più e molto
meglio di quello che hanno disprezzato per Dio,
25 ed inoltre concede loro la vita eterna perché ne godano
perennemente".
26
"Dio vi chiede di spogliarvi dei vostri beni non per trarne qualche beneficio
per se stesso, 27 o per godere della
vostra povertà e per felicitarsi della vostra indigenza;
28 ma affinché non avvenga che, mentre andate da lui desiderando le
sue ricchezze eterne, 29 i fardelli
temporanei del secolo, occupando la vostra mente, non vi lascino mai pensare
alla vostra anima, 30 e voi non
possiate mai preoccuparvi della vostra morte. 31
Trascorsi i vostri giorni nella negligenza fino agli
estremi limiti della vita, e dopo aver lasciato al mondo tutte quelle cose che erano
l'oggetto dei vostri pensieri, l'ultima resa dei conti della morte vi troverà nel
giorno del giudizio con i vostri soli peccati, non avendo altro che la punizione
eterna: 32 ed allora voi inizierete a
pentirvi per l'eternità, non riuscendo più ormai a servirvi del rimedio della
penitenza. 33 Perciò la Scrittura ci
grida giustamente: "Correte, finché avete la luce, che vi permette di provvedere
a voi stessi, perché non vi sorprendano le tenebre della morte, quando sarà
sottoposta a esame la vostra negligenza" (Cfr. Gv 12, 35).
34 Quindi, coloro che si avvicinano
al Signore senza allontanarsi dall'amore delle loro ricchezze, l'Apostolo ha
detto in precedenza che queste persone non possono rimanere fedeli ai loro
desideri nei confronti di Dio ed essi possono molto facilmente deviare dalla
fede, dal momento che rimane loro ancora un oggetto del mondo da amare".
38
"In base a queste considerazioni, o genitori, abbiamo motivo di darvi questo
consiglio secondo Dio riguardo a vostro figlio: se desiderate offrire degnamente
vostro figlio a Dio, iniziate con lo spogliarlo del mondo.
36 Se ha qualche oggetto del mondo
di riserva presso di voi, un giorno sentirà il prurito del desiderio diabolico,
37 "come il cane torna al suo
vomito" (Pr 26, 11) con piacere; 38
e, dopo aver messo mano all’aratro ed essersi volto indietro, non sarà più
adatto per il regno dei cieli (Cfr. Lc 9, 62). 39
Verrà il giorno in cui, lasciando il monastero con la sicurezza
della sua porzione di beni riservatagli da voi, mosso dal desiderio di tornare
nella vostra casa secolare e con la volontà di condividere l'eredità con i suoi
fratelli, 40 egli tornerà come sposo
e padrone dei suoi beni. 41
Restituito ai piaceri ed agli onori di un tempo, egli non avrà altra ambizione
che di sposarsi".
42
"Perciò, come abbiamo detto in precedenza, se voi volete offrirlo degnamente a
Dio, pensate a liberarlo del suo impedimento, prima di pensare alla sua anima.
43 Perciò, ascoltate la voce di quel
Signore che vostro figlio dichiara di seguire, la quale dice:
44 "vendi quello che possiedi, dallo
ai poveri e avrai un tesoro nel cielo; e vieni! Seguimi!" (Mt 19, 21; Lc 18,
22). 45 Ma, poiché la sua parte è
ancora nelle vostre mani ed è piuttosto tramite il vostro consenso ed il vostro
permesso che sembra essere offerto a Dio, è vostra responsabilità di disporre di
questa parte secondo la parola del Signore. 46
Se volete ascoltare questa parola, in nome di vostro figlio, siete voi che
dovete prendere le misure appropriate. 47
L'essenziale è che nulla rimanga a vostro figlio presso di voi nel mondo, tranne
Dio".
48
"Ma, se a causa dell'enormità della vostra fortuna e dell'amore verso la
famiglia allevata in casa vostra, questo comando divino vi sembrasse pesante e
non piacevole, ascoltate il consiglio salutare della nostra regola che hanno
decretato i Padri. 49 Si facciano
della sua eredità tre parti uguali: 50
una sia venduta e distribuita ai poveri ed ai bisognosi per mano dell'abate;
51 la seconda parte la cederà a voi
od ai suoi fratelli per donazione sotto forma di lasciti, nel momento in cui
partirà per dirigersi alla corte dei santi; 52
quanto alla terza parte, la porterà con sé nel monastero come provvista personale,
al fine di farne beneficiare i santi. 53
Allo stesso modo, infatti, che vostro figlio darà la sua parte a tutti i
fratelli che si trovano nel monastero per aiutarli a vivere, secondo le parole
dell'apostolo Paolo riguardo all'elemosina: "soprattutto verso i fratelli nella
fede" (Gal 6, 10), 54 così anche
tutti i fratelli del monastero, uno dopo l'altro ed a seconda di quello che
ognuno ha, portino, in questa forma ed entrando nel monastero, (i loro beni) a
beneficio di vostro figlio ed in comune con tutti".
55
"Ma se queste due proposte non vi sono gradite, così che voi non volete
ascoltare Dio distribuendo ai poveri e riscattando l'anima di vostro figlio, e
neppure volete seguire il nostro consiglio di dividere in parti e di togliergli
la sua fortuna secolare,
56
almeno donate a Dio vostro figlio, senza nulla, da solo, promettendogli con
giuramento sui santi vangeli che ormai non avrà più nulla della vostra fortuna
patrimoniale.
57
Quindi, perseverando nella stabilità al servizio di Dio, saprà che non ha nulla
da aspettarsi dal mondo, dal momento che vedrà se stesso come estraneo a voi ed
al mondo,
58
desiderando soltanto le cose celesti. Perché alla sua anima giova ciò: o andare
al Signore dietro vostra disposizione o, al contrario, camminare verso Dio ancora
più felice, diseredato da voi a causa di Lui,
59
e gridando a Dio che egli segue senza nulla (possedere):
60 "Sei tu, o Signore, che mi
restituirai la mia eredità" (Sal 16 (15), 5; Vulg.).
61
L'essenziale è che non abbia nulla del mondo che possa ancora aspettarsi dei
vostri beni, sia durante la vostra vita, che dopo la vostra morte.
62
Perché colui "per il quale il mondo è stato crocifisso" (Gal 6, 14) una volta
per sempre, non deve mai più prendere piacere in esso.
63 Ma se non volete fare assolutamente nessuna disposizione a
suo favore, penso che voi dovrete risponderne al giudizio divino,
64 ma quanto a lui, siate certi che
riceverà dal Signore più di quanto ha disprezzato, perché egli ha reso suo
debitore il Signore, avendolo seguito senza niente (Girolamo,
Ep. 125, 20). 65 Infatti, vostro
figlio riceverà molto in cielo, senza dubbio, secondo la promessa che gli fa il
Signore nel Vangelo: 66 Non c’è
nessuno che abbia lasciato oro, o argento, o proprietà, o case per causa mia,
67
che non riceva cento volte tanto nel regno di Dio e in più la vita eterna (Cfr.
Mt 19, 29; Mc 10, 29-30).
68
Vostro figlio ha ascoltato queste parole ed è pronto:
69 se volete, egli lascerà tutto per poter trovare cento volte
tanto presso Dio, poiché nostro Signore è in grado di provvedere a tutto per
noi. 70 Infatti, cosa può bastare a
colui al quale non basta il Signore stesso?".
| Ora, lege et labora | San Benedetto | Santa Regola | Attualità di San Benedetto |
| Storia del Monachesimo | A Diogneto | Imitazione di Cristo | Sacra Bibbia |
1 giugno 2017
a cura di Alberto "da Cormano"
alberto@ora-et-labora.net