REGOLA DEL MAESTRO
Domanda dei discepoli:
CAPITOLO XCV.
I
PORTINAI DEL MONASTERO.
Il Signore ha risposto per mezzo del maestro:
1
Per due fratelli in età assai avanzata si costruirà
un alloggio al di quà delle porte del monastero e vicino a queste.
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Assegnati a questo luogo, essi chiuderanno ad ogni momento il monastero
dietro a coloro che escono, apriranno a quelli che entrano
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ed annunceranno gli arrivi all'abate.
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Inoltre, questi due vegliardi non devono trascurare
ogni giorno, alle ore fissate per la lettura nel monastero, di chiudere le porte
ed aggiungersi alla comunità per ascoltare chi legge.
6
Allo stesso modo, quando all'oratorio suona il segnale dell'ufficio,
chiuderanno le porte e si recheranno all'oratorio per l'opera di Dio.
6
Quanto al lavoro manuale, si chiederà loro ciò che possono compiere secondo le
possibilità della loro età,
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sia cioè un mestiere, se ne conoscono uno;
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se non ne conoscono, sia un aiuto fornito ai settimanari ogni giorno
secondo le loro possibilità.
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Tuttavia
non si chiederà loro un altro lavoro, se sono di continuo occupati ad aprire ed
a chiudere. 10
Essi riceveranno dal cellerario la razione dei cani e la daranno loro con
l'acqua o l’intingolo che avanza in cucina.
11
Essi avranno cura degli animali all'interno del
monastero, aiutati in ciò dagli ebdomodari durante la loro rispettiva settimana.
12 Garantiranno
la pulizia della porta13
ed accenderanno ogni giorno il lume che avranno preparato e sospeso al di
quà della porta affinché, se qualcuno mai arrivasse durante la notte, si possa
sapere chi è entrato.
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Questi vegliardi, come abbiamo detto prima,
mangeranno con l'abate, per riguardo alla loro età,
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secondo l'esempio di perfetta umiltà dato da santa Eugenia
(Eugenia di Roma, martire cristiana del III secolo),
quando dice che non vuole mostrarsi superiore nanche ai portinai.
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Infatti la Scrittura dice a tali perfetti:
“Più sei grande, tanto più fatti umile,
e troverai grazia davanti a Dio ed agli uomini „ (Sir 3,20; Lc 2,52).
17
Tutto il necessario deve trovarsi all'interno (del
monastero), al di quà delle porte, cioè il forno, il mulino, il luogo di
decenza, l’orto e tutto il necessario.
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In modo tale che non si presentino
frequenti occasioni per i fratelli di uscire e di mescolarsi ai secolari e
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di non rischiare, se cadiamo sotto gli occhi di gente religiosa, di
essere adorati da loro come angeli, cosa che si rivolterebbe piuttosto a nostra
condanna,
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e di sentirci dire a torto “Benedicite„ senza che ce lo meritiamo, perché
forse ci considerano come santi che (invece) non siamo.
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O, al contrario, il santo abito sarà
disonorato dalla derisione di certi miscredenti, camminando nei luoghi pubblici
e sulle piazze.
22
Poiché,
dunque, tutto ciò si trova all'interno, la porta del monastero resterà sempre
chiusa
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affinché i fratelli, chiusi all'interno con il Signore, siano già in un
certo modo nei cieli e separati dal mondo a causa di Dio.
24
La porta del monastero avrà all'esterno un anello di
ferro infisso nella porta, un batacchio, affinché chi arriva possa battere ed
avvisare all’interno dell'arrivo di ogni persona che sopraggiunge.
(FINE DELLA REGOLA DEI SANTI PADRI)
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1 giugno 2017
a cura di Alberto "da Cormano"
alberto@ora-et-labora.net