REGOLA DEL MAESTRO

 (Libera traduzione da "Patrologia Latina" - J. P. Migne)

Domanda dei discepoli:

CAPITOLO XCII.

OCCORRE RIFIUTARE A TUTTI L'ONORE ED IL POSTO DOPO L'ABATE.

Il Signore ha risposto per mezzo del Maestro:

1 L’abate deve guardarsi dal nominare qualcuno come suo secondo od insediare qualcuno al terzo posto. 2 Perché? Affinché non ispirando a nessuno l'orgoglio di un tale onore e promettendo l'onore di succedergli a colui che si comporterà santamente, egli faccia rivaleggiare tutti (i fratelli) nello zelo per le buone opere e l'umiltà, 3 secondo il giudizio che il Signore pronunciò davanti agli apostoli che si disputavano il primo posto: egli mise un bambino in mezzo a loro e disse: 4 “Chi vuole essere il primo fra di voi, sia così” (Mt 18,2-4), 5 e “chi vuole essere il più grande fra di voi, sia il vostro servo” (Mt 20,27). 6 Ed il Signore disse ancora ai suoi discepoli: “Chiunque avrà prima osservato i miei precetti e li avrà in seguito insegnati, questi sarà considerato il più grande nel regno dei cieli„ (Mt 5,19).

7 Così dunque, in virtù di questa lezione d'umiltà, l'abate deve sempre ripetere a tutti i fratelli: 8 “Fratelli e figli miei, chiunque fra voi si sarà sforzato di mostrarsi obbediente in tutto ai precetti divini, interamente sottomesso alla regola e fedele agli esempi che io dò; 9 chiunque si sarà applicato a compiere effettivamente il mio insegnamento; 10 chiunque non avrà abbandonato i suoi costumi al capriccio della sua volontà e del suo proprio giudizio, ma all'obbedienza divina perché essa li corregga tramite le mie attenzioni: 11 cioè non li avrà abbandonati all'orgoglio ma all'umiltà, 12 non alle chiacchiere ma al silenzio, 13 non all’odio ma all'amicizia, 14 non alla falsità ma alla carità, 15 non alla collera ma alla pace, 16 non all'ebrietà ma alla sobrietà, 17 non alla sazietà ma alla continenza, 18 non alla disputa ma alla pazienza, 19 non alla mormorazione ma all'obbedienza, 20 non alla lentezza ma alla prontezza, 21 non alla contestazione ma al consenso,22 non alla leggerezza ma alla serietà, 28 non alle vane opinioni ma alle parole misurate e saggie, 24 non al riso prolungato e sguaiato ma alle lacrime della pazienza, 28 non alla lussuria ma alla castità. 26 Di conseguenza, chiunque fra voi avrà compiuto tutto ciò alla perfezione, costui sarà nominato al momento della mia morte, non soltanto ai sensi del mio giudizio, ma anche di quello di Dio, maestro della scuola di Dio, 27 per mostrare ai discepoli di Cristo l'arte del Signore, che egli già compie alla perfezione. 28 Come infatti si potrebbe pretendere legittimamente l'onore del superiorato, se non si è capaci di compiere i precetti divini che meritano questo onore? 29 E se non si ha eseguito realmente ciò che si ha appreso con le istruzioni del superiore, come si potrebbe dirigerere la scuola divina? 80 Come potrebbe correggere i vizi altrui, colui che non sa correggere la sua condotta? 31 e come potrebbe governare gli altri sotto una buona disciplina, colui che non ha potuto correggere in sé stesso i difetti contrari alla disciplina? 82 Per questo motivo, a meno di essere stato inizialmente un discepolo perfetto su tutta la linea, nessuno può essere un degno maestro”.

 38 Pur facendo dunque spesso alla comunità tali predizioni e non dando a nessuno alcuna certezza relativamente a questo onore, l'abate scambi sempre i loro ranghi 84 e li faccia sedere a turno a tavola accanto a lui, 85 a turno ordinerà a tutti di stare accanto a lui nell'oratorio 86 ed a tutti di intonare a turno i Salmi dopo di lui, 87 perché nessuno si inorgoglisca a causa della dignità di secondo e che nessuno si disperi a causa dell'ultimo posto. 88 Pertanto, se nessuno fra tanti è elevato al secondo posto, 89 nell'incertezza della speranza ciascuno può immaginarsi che il giudizio cadrà su di lui per conferirgli la dignità, se si comporterà santamente, 40 e che ciascuno faccia conto di poter essere scelto un giorno per la dignità abbaziale in forza delle sue buone azioni. 41 Così, poiché si resta nell'incertezza e nessuno è designato, ma la dignità è promessa a coloro che avranno una buona e santa condotta, 42 in questo modo si verifica che, nel loro desiderio di ottenere questo posto d'onore, tutti si affrettano a compiere i precetti di Dio indicati prima 48 e, se non per timore del giudizio futuro, almeno per emulazione e rivalità per un onore della vita presente, tutti potranno così compiere dei progressi. 44 In questo modo, quando la comunità sarà numerosa ed i vari (fratelli) non potranno mai scendere dal posto d’onore, 45 l'ultimo non potrà disperare della sua sorte, non avendo nessuno davanti a lui; 46 neppure il secondo potrà rallegrarsi per essersi elevato di grado, vedendo tutti dietro di lui ed essendo ormai sicuro dell’unica dignità, e nemmeno potrà trascurare di promuovere in sé stesso la causa di Dio, cercando di mettere la sua speranza nei beni presenti piuttosto che in quelli futuri. 47 Infatti, generalmente il genere umano è così fatto, che ama di più ciò che vede piuttosto di ciò che egli spera senza vedere.

48 Dunque, come abbiamo prima detto, se l'abate lascia nell'indeterminatezza i posti degli uni e degli altri e li osserva tutti impegnarsi nel proposito di raggiungere un giorno questo onore, 49 essi si affretteranno a gara ad adempiere (alla causa di Dio) per piacere con le loro buone azioni ed ottenere l’incarico. 50 Ciascuno, in questo modo, facendo vedere le sue sante opere all'abate ed a Dio, si immaginerà che Dio, relativamente a questa dignità, possa dargli il suo consenso e l'abate pronunciarsi giustamente in suo favore; 51 essendo tutti apparsi più ardenti gli uni degli altri nel loro zelo per il bene ed il loro desiderio della dignità (abaziale). 52 Essi sono allora spinti a fare vedere a Dio ed all'abate tutto ciò che in loro è santo e buono, dal momento che si mettono a sperare l’incarico spettante ai perfetti, 53 ed a fare vedere fin d’ora in sé stessi e nei fatti ciò che ambiscono di insegnare più tardi agli altri con la parola.

54 Se abbiamo prescritto di mantenere l'uguaglianza di grado per tutti e che nessuno venga insignito della dignità di secondo, è anche per timore che non avvenga, - 55 come dice la Scrittura: “Gli ultimi saranno i primi ed i primi, ultimi„, (Mt 20,16) - 56 che per caso entri al monastero, prima del decesso dell'abate, un fratello 57 che è stato già provato da una regola, o anche, come lo si legge di molti nelle Vite dei Padri, che abbandonando segretamente il loro monastero o la loro comunità per desiderio d'umiltà, preferiscono sottoporsi agli ordini di un altro.58 E poiché Dio “non rifiuta il bene a chi cammina nell’integrità„ (Sal 84(83),12) e nell'umiltà, 59 e poiché “non può restare nascosta una città che sta sopra un monte, 60 né si accende una lampada per metterla sotto il moggio, ma sul candelabro” (Mt 5,14-15), 81 cosa succederà dunque se, avendo già designato l'abate, ancora in vita, per il posto di secondo uno dei suoi fratelli più negligenti (del nuovo venuto), 62 entra alla scuola di questo nuovo monastero un uomo così notevole come colui di cui ho appena detto, che nasconde per umiltà la sua grandezza? Ogni giorno la perfezione della sua condotta verrà alla luce da sé 63 e, mentre questo nuovo discepolo del monastero è trattato con disprezzo, è riconosciuto dai suoi atti un vecchio soldato di Cristo. 64 Non succederà che l'abate, riconoscendo improvvisamente il suo merito, si pentirà di ciò che lui stesso distrattamente ha fatto stabilendo già il secondo? Con ciò, non si condanna lui stesso avendo cambiato parere, non penserà di disfare ciò che ha fatto, 68 poiché non è bene che il migliore sia subordinato al peggiore e che quest'ultimo comandi con la parola, mentre non è capace di compiere con gli atti ciò che comanda?

66 Quindi, saranno tutti sospesi relativamente al posto d'onore e lo si prometterà loro per il futuro, se daranno prova di buona condotta. 67 Ecco l'assicurazione verbale che l'abate darà spesso ai suoi fratelli: 68 “Il Signore darà la dignità a colui che l’avrà incitato a farlo con le sue sante azioni, 69 e non priva di ciò che desidera colui che neppure ha privato Dio del suo guadagno. 70 E, tramite lui, Dio fornisce ai discepoli ciò di cui gli altri hanno bisogno, una volta che questo maestro non fa più mancare di nulla Lui stesso”.

71 Quando dunque l'abate vedrà tutti i fratelli anelare per questa sete d'onore, e li vedrà tutti fare a gara nel desiderio di sante opere nelle buone azioni prescritte da Dio, 72 considererà incessantemente nel suo intimo ed esaminerà con occhio attento chi tra di loro tutti si mostra superiore e perfetto in questa gara di osservanza 78 e, con l’avvicinarsi della sua morte, chiamando tutti i fratelli davanti a sé dirà loro: 74 “Certamente, tutti vi siete comportati bene nella santa osservanza. 75 Voi avete sempre bene offerto le vostre azioni allo sguardo di Dio”. 76 E chiamando ad un tratto con il suo nome e prendendo per mano colui che ha sempre segretamente giudicato migliore degli altri in ogni perfezione, dirà a tutta la comunità: 77 “Ascoltatemi, figli, la Santa Trinità sa, poiché col suo giudizio viene fatta questa elezione, 78 che fra tutti voi nella completa osservanzanza dei comandamenti di Dio, 79 cioè nel silenzio, nell’obbedienza, 80 nella fede, nella pace, nella grazia, nella pazienza, nella bontà, nella semplicità, 81 nella vigilanza, nella sobrietà, nella continenza, nella castità, 82 il migliore è sempre stato costui”.


 Regola del Maestro: elenco dei Capitoli


Ritorno alla pagina iniziale: "Regola del Maestro" 


| Ora, lege et labora | San Benedetto | Santa Regola | Attualità di San Benedetto |

| Storia del Monachesimo | A Diogneto | Imitazione di Cristo | Sacra Bibbia |


1 giugno 2017      a cura di Alberto "da Cormano" Grazie dei suggerimenti alberto@ora-et-labora.net