REGOLA DEL MAESTRO

 (Libera traduzione da "Patrologia Latina" - J. P. Migne)

 

CAPITOLO L

Domanda dei discepoli:

Il lavoro quotidiano nelle diverse ore della giornata, a seconda delle stagioni. [RB 48]

Il Signore ha risposto per mezzo del Maestro:

1 Quando i servizi divini cessano durante il giorno, non vogliamo che gli intervalli in cui smettiamo di salmeggiare le ore siano trascorsi nell'ozio, 2 per timore che l'ozio di un breve momento generi una perdita per i secoli (eterni), poiché "l'uomo ozioso compie opera di morte ed è sempre preda dei desideri" (Pr 13,4 LXX). 3 Al contrario, quando il fratello lavora con l’occhio fisso al suo lavoro manuale, pensa a quello che fa, 4 non ha tempo per pensare a niente e non affonda nei flutti dei desideri. 5 Poiché la sua mente non appassisce nelle distrazioni che provengono dagli occhi quando la sua mano, occupata con la sua mente, fa qualcosa. 6 Inoltre, l'apostolo disse: "E infatti quando eravamo presso di voi, vi abbiamo sempre dato questa regola: chi non vuole lavorare, neppure mangi" (2 Ts 3,10). 7 Ci deve pertanto essere dopo gli Uffici di Dio un lavoro del corpo, cioè delle mani, in modo che ci sia qualcosa da dare ai bisognosi, così che si aggiungano alle buone azioni anche delle opere di bene.

8 Quindi è necessario che nello spazio tra le diverse ore (canoniche) si svolgano diverse pratiche lavorative. 9 In altre parole, nella stagione invernale, dall'equinozio invernale, che è l’ottavo giorno prima delle Calende di ottobre (24 settembre), fino a Pasqua, poiché fa freddo ed i fratelli non possono lavorare la mattina, 10 da Prima a Terza le varie decanie si separeranno le une dalle altre in diversi locali, per evitare che l'intera comunità si raduni in una sola stanza e che, rumoreggiando, si molestino tra di loro. Perciò, in ogni stanza ci sia 11 uno dei dieci (fratelli) che si dedica alla lettura e gli altri del suo gruppo ascolteranno. 12 Durante queste tre ore, i fanciulli nella loro decania imparino a leggere ed a scrivere sulle loro tavolette sotto la guida di un esperto. 13 Per quanto riguarda gli adulti analfabeti, fino all'età di cinquant'anni noi incoraggiamo anche loro ad imparare a leggere ed a scrivere. 14 Allo stesso tempo ammoniamo coloro che ignorano i Salmi ad impararli durante queste ore, secondo le direttive dei loro prepositi. 15 Perciò, in ciascuna decania, durante queste tre ore (i fratelli) leggano, si ascoltino a vicenda ed insegnino le lettere ed i salmi agli ignoranti. 13 Quando dunque queste tre ore di lavoro spirituale saranno state completate, deporranno tavolette e libri e si alzeranno per le lodi divine dell’ora Terza, 17 rendendo grazie al Signore nell'oratorio per quanto si è acquisito trascorrendo queste tre ore della giornata senza peccato ed occupate in opere spirituali.

18 Non appena usciti da Terza, tutti i prepositi prenderanno ordini dall'abate, chiedendogli quale lavoro ordini di compiere alle loro decanie. 19 E quando (l’abate) avrà assegnato ad ogni decania un diverso lavoro manuale, obbedendo immediatamente e diretti dai loro prepositi, (i fratelli) eseguiranno il lavoro manuale che è loro assegnato restando sempre in silenzio, 20 senza tralasciare la preghiera prima dell'inizio del lavoro ed un'altra preghiera dopo averlo finito. 21 Lavoreranno sempre in presenza dei loro prepositi. 22 E quando avranno terminato con fermezza di carattere queste tre ore di silenzioso lavoro manuale, correranno alle lodi divine di Sesta, 22 rendendo grazie al Signore nell’oratorio per aver meritato di trascorrere altre tre ore della giornata senza peccato e occupate in silenziosi lavori manuali.

24 Se diciamo che i fratelli devono sempre osservare il silenzio, è perché la loro bocca sia sempre tenuta lontana dal parlare, così da non commettere peccati di lingua. 25 Tuttavia, questo è il silenzio che i fratelli devono mantenere mentre lavorano: astenersi da sregolati pettegolezzi, da vicende secolari e da parole inutili estranee all'argomento. 26 Infatti, i fratelli abbiano in qualsiasi momento il permesso di recitare salmi, ripetere le Scritture o dire qualcosa su Dio, purché ​​in assenza dell'abate, ma con umiltà ed a bassa voce.

27 Quindi, non appena usciranno da Sesta, torneranno ai loro posti e completeranno il loro lavoro. 28 E quando un gruppo di fratelli abbastanza numeroso si trova ad eseguire lo stesso lavoro, un (fratello) erudito leggerà ogni giorno un testo da un qualsiasi libro. 29 Se abbiamo comandato di leggere ogni giorno a chi lavora, è affinché, chiudendo la bocca alle parole malvage, ascoltando e pronunciando parole buone, non pecchiamo mai. 30 La lettura sarà fatta anche da un confratello che l'abate ha riconosciuto incapace di lavorare per un generale impedimento. 31 Se il gruppo più rilevante di fratelli a cui si fa la lettura è vicino al monastero, i fratelli che lavorano all'interno del monastero in un’attività che consente loro di trasferirla accanto a coloro che leggono, si affrettino a raggiungerli 32 ed ascoltino con le loro orecchie mentre lavorano con le loro mani. 33 Ma se quel lavoro richiede un laboratorio in un posto fisso, o se il lavoro è di natura tale che i fratelli non possono portarlo accanto a coloro che leggono, il giorno dopo sarà fatta la lettura anche per loro. 34 Così, quando saranno trascorse queste tre ore nel lavoro manuale, corrano alle lodi divine dell’ora Nona, 35 ringraziando il Signore nell’oratorio per aver nuovamente ottenuto di trascorrere altre tre ore della giornata senza peccato.

36 Dopo Nona, nel periodo di tempo che resterà fino al Lucernario, ciascuno farà il lavoro che si presenta in quel momento, seguendo le istruzioni dell'abate e sotto il controllo dei suoi prepositi. 37 I prepositi sorveglieranno i fratelli in ogni momento, in modo che il fratello non rimanga assolutamente nell’ozio. 38 Infatti, finché è impegnato in qualcosa, non ha tempo di pensare ad altro, oltre che al lavoro in cui sono occupate le sue mani.

39 Nella stagione estiva, vale a dire da Pasqua all'equinozio invernale, che è l’ottavo giorno prima delle Calende di ottobre (24 settembre), poiché al mattino (il clima) è più fresco, 40 si lavorerà piuttosto da Prima a Terza, in modo da sbarazzarsi del sonno della breve notte appena terminato, sonno tanto dolce quanto pesante.

41 Dopo aver detto Terza, (i fratelli) lavorino di nuovo fino a Sesta, 42 sempre però astenendosi dal parlare di cose secolari od oziose o di buffonerie, cose che non aiutano ad edificare. 43 Al contrario per quanto riguarda il passare in rassegna e l’esercitarsi nei Salmi, le domande poste sui precetti divini ed i discorsi edificanti su Dio, concediamo il permesso ai discepoli in qualsiasi momento, a condizione che sia in assenza dell'abate. 44 In sua presenza, al contrario, saremo laboriosi, umili, silenziosi e rispettosi. 45 Se, al contrario, in assenza dell'abate, permettiamo (ai fratelli) di parlare di cose buone e sante, è perché non perdano mai il ricordo della vigilanza da esercitare sulle loro bocche per il servizio di Dio, 46 ed affinché le loro parole si orientino più facilmente su ciò che è buono, piuttosto che su ciò che è malvagio.

47 D'altra parte, quando si mettono a lavorare, sia nella coltivazione della terra che in qualsiasi altra professione, non comincino se non dopo aver fatto una preghiera e finiscano allo stesso modo con una preghiera. 48 Infatti, se devono iniziare (il lavoro) dopo aver fatto una preghiera, è per chiedere a Dio che, aiutati dal suo benevolo aiuto e difesi in ogni momento dalla sua protezione, 49 durante queste ore di lavoro nessun peccato si insinui in loro per causa del quale possono dispiacere al Signore. 50 Ed è per questo che, dopo aver cessato il lavoro, faranno una nuova preghiera, rendendo grazie a Dio per essere stati sorretti dall'aiuto di Dio. 51 Così, dopo aver lavorato queste tre ore, correranno alle lodi divine dell’ora Terza, 52 ringraziando il Signore nell'oratorio per aver ottenuto di averle trascorse senza commettere l'offesa del peccato, impegnati com'erano nel lavoro manuale.

53 Appena usciti da Terza, ciascuno tornerà dunque al suo lavoro manuale 54 e, dopo aver lavorato ancora per le ore successive, correranno alle lodi divine di Sesta, 55 rendendo grazie al Signore presso l'oratorio per aver ottenuto di trascorrere altre tre ore della giornata senza peccato, ancora occupati dal lavoro manuale.

56 Subito dopo aver detto Sesta, sia dopo il pranzo, sia durante i giorni di digiuno, tutti riposeranno nel pomeriggio per un breve periodo nei loro letti. 57 Trascorreranno così dormendo le ore pomeridiane di torrido caldo; 58 in questo modo i corpi stanchi dei fratelli a causa del digiuno e del lavoro, avranno un compenso alla brevità delle notti di questa stagione grazie al sonno pomeridiano; 59 così il fratello sarà pronto ad alzarsi durante la notte perché avrà cominciato a dormire un po’ di giorno durante l'estate. 60 Essendo così andati sui loro letti dopo (la recita di) Sesta, dopo un breve riposo tutti i fratelli saranno svegliati dai loro prepositi e questi a loro volta dal "visilgallo" della settimana. 61 Per tutto lo spazio della giornata che rimane fino a Nona, (i fratelli) torneranno ai loro mestieri ed al loro lavoro, astenendosi sempre da vane parole.

62 E per tutta questa stagione estiva, non importa che il pasto sia alla sesta ora o alla nona, durante lo spazio della giornata che rimane dopo Nona fino all'inizio anticipato del Lucernario, 63 allora, seguendo le direttive dei loro prepositi, le varie decanie si disporranno in diversi locali; 64 alcuni leggano, altri ascoltino, altri imparino ed insegnino a leggere ed a scrivere, altri ripetano i salmi che hanno riscritto (sulle tavolette). 65 Quando li avranno approfonditi e li sapranno perfettamente a memoria, i loro prepositi li condurranno dall'abate e gli reciteranno a memoria il salmo, il cantico o una qualsiasi lezione. 66 E quando (il fratello) l'avrà recitato completamente, subito chiederà che si faccia una preghiera per lui. 67 E quando i partecipanti avranno fatto una preghiera per lui, l'abate concluderà e colui che ha recitato gli bacerà le ginocchia. 68 Immediatamente, l'abate o i prepositi gli comandino di scrivere un nuovo (salmo), 69 e quando un qualunque testo sarà stato scritto, prima di impararlo, chiederà di nuovo ai presenti che preghino per lui e poi comincerà ad impararlo.

70 In ogni stagione, e soprattutto in estate, il Lucernario inizierà abbastanza presto quando il sole è ancora sopra l'orizzonte, secondo la parola del profeta: "Fino al tramonto" (Sal 112,3), ma non ha detto: dopo il tramonto. 71 Quindi, se abbiamo detto di iniziare il Lucernario presto, soprattutto in estate, è a causa delle brevi notti di questa stagione.

72 Al lavoro dei campi ed agli incarichi di viaggio, assegneremo i fratelli che non conoscono alcun mestiere o che non vogliono o non possono impararlo. 73 In quanto agli artigiani, assegneremo loro (i lavori) giorno per giorno, siederanno ogni giorno al loro mestiere e noi controlleremo lo svolgimento della loro attività. 74 Tuttavia, quando sorgerà un'urgente necessità di lavorare la terra o di viaggiare per gli interessi del monastero, (gli artigiani) abbandoneranno il loro lavoro per occuparsi dell'aiuto ai fratelli o delle necessità dei viaggi.

75 Ai fratelli (di salute) delicata ed agli ammalati si imponga un lavoro tale che consenta loro di nutrirsi al servizio di Dio, ma non li uccida (dalla fatica). 76 Quanto ai tardi di mente, ai fratelli semplici ed a quelli che non vogliono e non possono imparare a leggere ed a scrivere, siano sottoposti a lavori pesanti, 77 ma con giusto equilibrio, in modo che non siano i soli a portare continuamente il peso di queste varie attività. 78 I fanciulli, gli anziani già decrepiti e gli ammalati devono essere obbligati (a lavorare) secondo analoghe disposizioni.


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10 dicembre 2020     a cura di Alberto "da Cormano" Grazie dei suggerimenti alberto@ora-et-labora.net