Regola di san Benedetto
Capitolo XLIX - La quaresima dei monaci: 1. Anche se è vero che la vita del monaco deve avere sempre un carattere quaresimale, 2. visto che questa virtù è soltanto di pochi, insistiamo particolarmente perché almeno durante la Quaresima ognuno vigili con gran fervore sulla purezza della propria vita, 3. profittando di quei santi giorni per cancellare tutte le negligenze degli altri periodi dell'anno... 5. Perciò durante la Quaresima aggiungiamo un supplemento al dovere ordinario del nostro servizio, come, per es., preghiere particolari, astinenza nel mangiare o nel bere, 6. in modo che ognuno di noi possa di propria iniziativa offrire a Dio "con la gioia dello Spirito Santo" qualche cosa di più di quanto deve già per la sua professione di fede; 7. si privi cioè di un po' di cibo, di vino o di sonno, mortifichi la propria inclinazione alle chiacchiere e allo scherzo e attenda la santa Pasqua con l'animo fremente di gioioso desiderio.
Quaresima – Ritrovare la fonte interiore
Anselm Grün O.S.B.
Estratto da „Trovare la mia
fonte interiore” - Queriniana 2018
La Quaresima
rappresenta un programma alternativo rispetto a quello che la società
opulenta oggi ci propone. Anziché consumare sempre di più, essa porta a
riscoprire la voglia di condurre una vita semplice, di rinunciare a qualcosa
e di trovare la libertà interiore dall’impulso irrefrenabile a consumare
continuamente. La società opulenta si contraddistingue per il fatto che crea
sempre più frenesia fra le persone, ma allo stesso tempo indebolisce i
sentimenti. Siamo spinti a consumare sempre di più, ma disimpariamo a godere
di ciò che consumiamo: il consumo eccessivo ci priva della capacità di
godere. Questo vale non soltanto per il mangiare e il bere, ma anche per le
continue eccitazioni che i
media
suscitano in noi. Passiamo da un’immagine all’altra e siamo incapaci di
osservarne una con attenzione. Veniamo colpiti da molte immagini, ma nessuna
risveglia in noi un sentimento più profondo.
La Quaresima
intende attenuare questo stato di tensione emotiva e rafforzare i sentimenti
positivi per la vita. Per questo è un tempo benefico non solamente per
coloro che si impegnano a osservare un periodo di digiuno, ma anche per
l’intera società, che per certi versi può sentirsi messa in discussione
dalla Quaresima della chiesa.
È comunque
necessaria, da parte delle chiese cristiane e dei cristiani, una nuova
autocoscienza del fatto che, con la Quaresima, si pongono come uno specchio
davanti alla società e svolgono un compito importante: mettere in
discussione la mentalità consumistica, sempre più diffusa ma logora, nonché
presentare e testimoniare, come alternativa, una vita semplice ma molto più
intensa.
La chiesa
raccomanda di digiunare in Quaresima non solo al singolo individuo: essa,
anzi, dà vita ad una cultura della rinuncia che plasma l’intera comunità
cristiana e che forgia la famiglia e la comunità dei fedeli. Si tratta di
una controcultura rispetto alla cultura della sovrabbondanza: proprio
cercando di vivere con semplicità e di rinunciare a molte cose che nel corso
dell’anno si danno per scontate, i cristiani, in queste sette settimane che
precedono la Pasqua, mettono in discussione la società e la sua cultura
consumistica. Per questo la Quaresima oggi è più moderna che mai. Anche
nella cultura asiatica, così come la conosciamo a Taiwan e in altri Paesi,
la Quaresima rappresenta una provocazione per lo spirito del tempo. Essa può
costituire un periodo benefico non soltanto per coloro che digiunano
singolarmente, in famiglia o in comunità, ma anche per l’intera società. La
Quaresima risveglia infatti l’aspirazione ad una vita semplice e, in questo
modo, risponde al messaggio di Gesù: «Voi siete il sale della terra»
(Mt 5,13).
Il tempo
quaresimale dona alla società un altro sapore: non il sapore scipito del
sempre uguale, ma il gusto della vita consapevole, della libertà interiore e
della semplicità.
La chiesa ci
presenta la Quaresima come preparazione alle feste pasquali. Essa
rappresenta dunque un periodo di prova particolare, durante il quale
possiamo esercitarci alla libertà interiore. Imponendoci consapevolmente
delle rinunce - siano esse relative al mangiare e al bere oppure alla
televisione, a
internet,
all’automobile, al fumo, allo
shopping
continuo e così via - ci esercitiamo a essere liberi da determinati bisogni.
La Quaresima è sostanzialmente un periodo di allenamento, per il quale
dobbiamo elaborare un programma specifico per noi. L’intento di questo libro
è proprio quello di indicare alcuni suggerimenti per questa sorta di
training
spirituale.
Lo scopo del tempo
quaresimale è trovare la fonte alla quale possiamo attingere. Spesso questa
fonte interiore è sepolta dalle troppe attività: corriamo da una scadenza
all’altra e in questo modo ci allontaniamo sempre di più dal fondo della
nostra anima. Alcuni si riempiono con il mangiare e il bere: non appena
avvertono il vuoto, devono mangiare qualcosa. Così facendo, però, si
precludono la possibilità di raggiungere il fondo dell’anima, dove sgorga la
sorgente dello Spirito Santo che ci vivifica. Troppo spesso questa fonte è
come sepolta: a forza di impegni, abbiamo perso il rapporto con il nostro
cuore, con la nostra anima. Attraverso il digiuno scaviamo in tutto il
nostro caos interiore per giungere finalmente alla sorgente e, se restiamo
in contatto con questa fonte, la nostra vita diventa fertile e rifiorisce.
Per questo la Quaresima viene prima della primavera. Ciò che avviene in
primavera nella natura deve diventare realtà anche dentro di noi: uscendo
dal rigore deve rifiorire nuova vita. La Pasqua è dunque il fine stesso
della Quaresima.
San Benedetto
concepisce le sue istruzioni per la Quaresima come preparazione alla Pasqua:
«[Il monaco] attenda la santa Pasqua con l’animo fremente di gioioso
desiderio»
(Regola di san
Benedetto
49,7).
Lo stato d’animo
predominante del tempo quaresimale dovrebbe essere quindi la gioia.
La Quaresima è
anche un tempo di purificazione interiore, che comincia il mercoledì delle
Ceneri con la benedizione delle ceneri e con la croce di cenere segnata
sulla fronte dei fedeli nel corso della funzione religiosa. La cenere è un
segno di penitenza: essa esprime la nostra disponibilità a vivere i quaranta
giorni successivi in maniera più consapevole.
Penitenza significa
‘fare meglio’: in questi quaranta giorni vogliamo fare meglio di quanto
facciamo solitamente. In passato la cenere veniva usata anche per pulire:
per questo è anche un simbolo di purificazione. Osservando il digiuno
vogliamo purificare il nostro corpo. Anche la medicina oggi ha riscoperto il
digiuno come terapia depurativa: grazie ad esso, infatti, molte scorie che
si sono accumulate nel corpo vengono espulse. Il digiuno inoltre
ringiovanisce: digiunare prima dell’arrivo della primavera è perciò una
terapia depurativa e un trattamento di ringiovanimento per il corpo.
Tuttavia, osservando il digiuno aspiriamo anche ad una purificazione
spirituale. In tal senso esistono anche altre forme di rinuncia. In
Germania, per esempio, la chiesa evangelica organizza in Quaresima
l’iniziativa «sette settimane senza». Nelle parrocchie alcuni gruppi si
riuniscono e si impegnano reciprocamente a vivere queste sette settimane
‘senza’: alcuni si prefiggono di trascorrere questo periodo senza guardare
la televisione, altri rinunciano alla carne, altri ancora all’alcol o ai
dolci. Taluni si esercitano a vivere queste sette settimane senza sparlare
degli altri.
Nelle pagine che
seguono intendo fornire alcuni suggerimenti su come poter organizzare e
gestire in maniera più consapevole i quaranta giorni che precedono la
Pasqua, affinché questo diventi per noi effettivamente un tempo benefico, un
periodo di allenamento alla libertà interiore, di purificazione e di
rinnovamento della nostra spiritualità. Prima di fare alcune proposte
concrete per l’organizzazione di queste sette settimane, però, vorrei
gettare uno sguardo sulla chiesa delle origini e sulla sua concezione del
digiuno.
Quaresima: Ritornare all'essenziale -
Con
Maria in cammino verso la Santa Pasqua -
Il
Sacramento quaresimale -
Quaresima: convertirsi alla comunione -
Domenica delle Palme - I
simboli della Settimana Santa -
Discesa agli inferi e risurrezione
-
Il Risorto -
L'esperienza del Risorto -
Sarò sempre con voi
-
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16 marzo 2024 a cura di Alberto "da Cormano" alberto@ora-et-labora.net