REGOLA PER I MONACI DI SAN CESARIO D'ARLES Libera traduzione dal latino (si veda a questo link il testo latino con traduzione a fronte)
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INIZIA LA REGOLA INVIATAMI DAL
SANTO PRESBITERO E ABATE TERIDIO, NIPOTE DEL SANTO DI BEATA MEMORIA
CESARIO DI ARLES, SU RICHIESTA DELLA MIA POVERA PERSONA: EGLI DICE CHE
QUESTA REGOLA E’ STATA DETTATA DAL SOPRA RICORDATO CESARIO E DA LUI E’
STATA TRASMESSA A DIVERSI MONASTERI MENTRE ERA VESCOVO.
In nome di Cristo inizia la Regola
che ci deve essere in un monastero dove si sia un abate, chiunque egli
sia.
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Capitolo primo
Innanzitutto, se qualcuno perviene
alla vita di conversione sia accolto a questa condizione: che perseveri
in essa fino alla sua morte. Non gli siano cambiati gli abiti laici se
non prima di aver fatto di sua volontà una carta di vendita (dei suoi
possessi), come ordina il Signore dicendo: “Se vuoi essere perfetto,
va’, vendi quello che possiedi, dallo ai poveri (e avrai un tesoro nel
cielo;) e vieni! Seguimi!“ (Mt 19,21). In ogni caso se non vuole
venderli, faccia una carta di donazione ai parenti o al monastero, in
modo che sia libero e non abbia niente di proprio. Se invece vivono
ancora il padre e la madre, e non ha la possibilità di fare ciò, sia
costretto a farlo quando moriranno.
Consegni all’abate qualunque cosa
abbia egli mostri di possedere; non si riservi nulla; e se qualche
parente gli invia qualcosa, lo offra all’abate. Se necessita di averlo,
lo abbia col comando dell’abate; se non gli serve, sia messo in comune
ed affidato a chi serve.
II. Tutto sia comune tra di voi.
III. Nessuno abbia una cella
propria, o un armadietto, o qualunque cosa possa essere richiusa;
soggiornino tutti in uno stesso spazio.
IV. Non giurino; perché il Signore
ha detto: “Non giurate affatto. … Sia invece il vostro parlare: Sì, sì,
No, no“ (Mt 5, 34-37).
V. Chi fosse trovato a mentire,
riceva la giusta punizione; perché: “Una bocca menzognera uccide
l’anima” (Sap 1,11); e ancora: “Tu distruggi chi dice menzogne” (Sal
5,7).
VI. Non calunnino: perché sta
scritto: “I calunniatori non erediteranno il regno di Dio” (1Cor 6,10).
VII. Ciascuno non esegua il lavoro
che vuole, ma quello che gli è stato ordinato.
VIII. Mentre si salmeggia, nessuno
abbia la presunzione di parlare.
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IX. Nessuno parli a tavola mentre
si mangia; ci sia invece uno che legge un qualsiasi libro: in modo che
come il corpo si ritempra col cibo, così l’anima si ritempra con la
parola di Dio, come dice il Signore: “Non di solo pane vivrà l’uomo, ma
di ogni parola che esce dalla bocca di Dio” (Mt 4,4). Come è la terra
senza la pioggia, e la carne senza il cibo, tale è l’anima se non si
ritempra con la parola di Dio.
X. Nessuno accetti di fare da
padrino di battesimo a un bimbo.
XI. Le donne non entrino mai in
monastero. Chi si trova in un luogo distante, dopo che è stato dato il
segnale, non arrivi mai tardi ogni qual volta c’è l’ufficio divino. Se
arrivasse tardi, riceva immediatamente un colpo di verga sulla mano.
Rimproverato dall’abate, dal preposito o da qualunque altro anziano, non
abbia per niente la presunzione di rispondere.
XII. Non abbiate liti tra di voi:
così infatti dice l’Apostolo: “Un servo del Signore non deve essere
litigioso, ma mite con tutti” (2 Tm 2,4). In ogni caso se, a causa
dell’umana fragilità, si andasse oltre fino a pungolarsi con dure
parole, non tramonti il sole sopra la vostra ira (Ef 4,26). |
XIII. Ma nessuno abbia la
presunzione di incolpare con sentimento di rabbia ( oppure, secondo
altri manoscritti più credibili: Ma nessuno
osi coricarsi in stato di collera); ma coloro che sanno di aver fatto
qualcosa che non dovevano, si chiedano scusa a vicenda, compiendo quel
comando di Dio quando dice: “Perdonate e sarete perdonati” (Lc 6,37). Se
voi non perdonerete, neanche il Padre vostro che è nei cieli perdonerà i
vostri peccati (Mt 6,15). L’ira dell’uomo non compie ciò che è giusto
davanti a Dio. (Gc 1,20). Se dunque tu presenti la tua offerta
all’altare e lì ti ricordi che tuo fratello ha qualche cosa contro di
te, va’ prima a riconciliarti con il tuo fratello e poi torna a offrire
il tuo dono. (Mt 5,23-24). Sappi che quando tu sei adirato contro un
altro, la tua preghiera non è accolta ; e chi è adirato neppure si può
comunicare. Dunque mettete in pratica ciò che dice il Signore: “Vi
lascio la pace, vi do la mia pace” (Gv 14,27). E ancora: “Da questo
tutti sapranno che siete miei discepoli: se avete amore gli uni per gli
altri” (Gv 13,35).
Dice in modo più ampio Giovanni:
“Chi odia suo fratello, è nelle tenebre, cammina nelle tenebre” (1 Gv
2,11), “Chiunque odia il proprio fratello è omicida” (1 Gv 3,15) e :
“Dio è amore; chi rimane nell’amore rimane in Dio e Dio rimane in lui”
(1 Gv 4,16). E noi che siamo stati comandati di amare i nemici e di fare
loro del bene, con quale faccia tosta odiamo i fratelli?
XIV. In ogni stagione leggano fino
all’ora terza; dopo la terza ora ognuno compia il lavoro che gli è stato
assegnato.
XV. Nessuno accetti qualcosa di
nascosto. In particolare nessuno riceva o trasmetta delle lettere senza
che l’abate lo sappia.
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XVI. L’abate provveda a
distribuire il cibo e i vestiti. Poiché come è cosa santa che non
abbiano niente di proprio, così è giusto che tutti ricevano dal santo
abate ciò che è necessario.
XVII. Gli infermi siano curati in
modo che guariscano in fretta.
XVIII. Eseguire tutti i compiti
assegnati con buona volontà, in modo da realizzare pienamente queste
parole: “Ti offrirò un sacrificio spontaneo” (Sal 54,8): poiché vi sarà
un premio molto più lauto per colui che compie spontaneamente ciò che
gli è stato comandato rispetto a chi lo compie di malavoglia. |
XIX. Sforzatevi di entrare per la
porta stretta poiché (Lc
13,24), quanto stretta è faticosa è la via che conduce alla vita, tanto
larga e spaziosa è la via che conduce alla perdizione (Mt 7, 13-14).
Voi, dunque, così come intraprendevate una battaglia per non incontrare
la morte, se andavate in guerra contro un popolo straniero; quanto più
combattete in questo in questo combattimento spirituale, affinché gli
avversari della vostra anima non vi trafiggano. Quanto numerosi saranno
i vizi, tanti saranno gli avversari; per questo motivo combattete come
soldati di Cristo, affinché regniate con lui nei cieli, che ha detto:
“Se qualcuno (vuole venire dietro a me, rinneghi se stesso,) prenda la
sua croce e mi segua” (Mt 16,24) e “Chiunque avrà lasciato ( case, o
fratelli, o sorelle, o) padre, o madre, o figli, o campi per il mio
nome, riceverà cento volte tanto e avrà in eredità la vita eterna” (Mt
19,29).
Gareggiate così tra di voi, che
l’uno superi l’altro in umiltà, in carità: che si faccia più piccolo;
che sia più vigilante nell’ufficio divino; che sia più paziente; che sia
più silenzioso, mite, moderato, contrito: in modo che Dio e i suoi
angeli siano lieti della vostra santa conversione, e che resti confuso
l’antico nemico, il diavolo; lui che sempre spinge il misero uomo ad
agire contro la volontà di Dio, per impedire che giunga là da dove è
stato precipitato per la sua presunzione: “correte anche voi in modo da
conquistarlo (il premio)!” ( 1 Cor 9,24) e possiate dire: “Corro sulla
via dei tuoi comandi” (Sal 119,32). “Fate dunque molta attenzione al
vostro modo di vivere, comportandovi non da stolti ma da saggi, facendo
buon uso del tempo, perché i giorni sono cattivi. Non siate perciò
sconsiderati, ma sappiate comprendere qual è la volontà del Signore. E
non ubriacatevi di vino, che fa perdere il controllo di sé; siate invece
ricolmi dello Spirito, intrattenendovi fra voi con salmi, inni, canti
ispirati, cantando e inneggiando al Signore con il vostro cuore” (Ef
5,15-19): “Nel timore di Cristo, siate sottomessi gli uni agli altri”
(Ef 5,21). |
XX. Alle vigilie si recitino due
notturni e tre serie di letture, dal mese di ottobre fino a Pasqua. Ad
ogni serie un fratello legga tre pagine e poi pregate; ne legga altre
tre e si alzi. |
XXI. Dite un salmo antifonale, un
responsorio e un altro salmo antifonale; questi salmi siano estratti
dall’ordine del salterio. Dopo di ciò dicano il mattutino, (recitando)
direttamente: “O Dio, mio re, voglio esaltarti” (Sal 145,1). Poi
nell’ordine tutto il mattutino con i salmi antifonali. Ogni domenica
fate sei serie di letture. Nella prima si legga sempre “la Resurrezione”
e nessuno si segga. Concluse le letture dite i mattutini, (recitando)
direttamente : “O Dio, mio re, voglio esaltarti” (Sal 145,1). Quindi il
“Confitemini (Sal 119). E poi il “Cantemus Domino”(Es 15,1), il “Lauda
anima mea Dominum” (Sal 146,2), la benedizione, il “Laudate dominum de
coelis” (Sal 149), il “Te Deum laudamus”, il "Gloria in excelsis Deo” e
il versetto. Tutte le domeniche si dicano così. |
XXII. Dalla santa Pasqua fino al
mese di settembre si digiuni solo il mercoledì e il venerdì. Dal mese di
settembre fino al Natale del Signore si digiuni ogni giorno. Di nuovo si
digiuni nelle due settimane prima della Quaresima; eccetto la domenica,
in cui non è assolutamente consentito digiunare, a motivo della
Resurrezione del Signore. Se qualcuno digiuna di domenica, pecca. Dal
Natale del Signore fino alle due settimane prima della Quaresima, (si
digiuni) il lunedì, il mercoledì e il venerdì; poi fino a Pasqua, si
digiuni ogni giorno, eccetto la domenica. Chi digiuna la domenica,
pecca. Quando è giorno di digiuno (si servano) tre portate, se invece ci
sono pranzo e cena se ne preparino solo due: a pranzo e a cena si
ricevano due bevande, e in (tempo di) digiuno tre. Nessuno pensi di
tenere accanto al letto qualcosa da mangiare o da bere. |
XXIII. Chi sarà scomunicato per
una qualunque colpa, venga chiuso in una cella, e qui legga con un
anziano, finché non gli venga ordinato di venire a chiedere perdono.
XXIV. I sani non ricevano mai
pollame e carne; agli infermi sia fornito ciò che sarà loro necessario.
XXV. Ogni sabato e ogni domenica,
e nei giorni festivi (si dicano) dodici salmi, tre salmi antifonali, tre
letture; una (lettura) dai Profeti, l’altra dall’Apostolo e la terza dai
Vangeli. |
XXVI. Per quanto noi siamo dei
combattenti non proprio di valore, (tuttavia) vi procuriamo le armi
spirituali contro le saette infuocate del diavolo.
Gioite ed esultate nel Signore,
venerabili figli, e ringraziatelo sempre molto, lui che si è degnato di
attirarvi e di invitarvi dalla tenebrosa vita di questo mondo al porto
della quiete e della vita religiosa. Pensate sempre da dove siete
usciti, e dove avete meritato di giungere. Avete abbandonato con fede le
tenebre del mondo, e avete cominciato a vedere con gioia la luce di
Cristo. Avete disprezzato l’incendio della libidine e siete giunti al
refrigerio della castità; avete rigettato la gola e avete scelto
l’astinenza; avete ripudiato l’avarizia e la lussuria, e avete osservato
la carità e la misericordia. E sebbene non vi mancherà la lotta fino
alla fine della vita, tuttavia siamo sicuri della vostra vittoria grazie
a Dio. Ma vi prego, venerabili figli, che siate così solleciti alle cose
future, così come siete sicuri di quelle passate. Infatti tutte le
nostre colpe e i nostri peccati ricadono in fretta su di noi, se ogni
giorno non vengono sconfitti con le buone opere. Ascoltate l’Apostolo
Paolo che dice: “Siate sobri, vegliate. Il vostro nemico, il diavolo,
come leone ruggente va in giro cercando chi divorare” (1 Pt 5,8). Fino a
quando viviamo in questo corpo combattiamo giorno e notte contro il
diavolo, con l’aiuto e la guida di Cristo. Infatti, e ciò è ancora
peggio, vi sono alcuni negligenti e tiepidi, che si gloriano solo del
nome di cristiani, e pensano che sia loro sufficiente cambiare abito e
accogliere della vita religiosa solo l’aspetto esteriore; non conoscendo
quella parola profetica: “Figlio, se ti presenti per servire il Signore,
prepàrati alla tentazione. Abbi un cuore retto e sii costante” (Sir
2,1-2) e non prendendo in considerazione il pensiero del salmista: “Per
riguardo alle parole delle tue labbra, ho percorso vie faticose” (Sal
16,4 Vulg.). E anche ciò che disse l’Apostolo: “Dobbiamo entrare nel
regno di Dio attraverso molte tribolazioni” (At 14,21). In ogni momento
noi, infatti, possiamo
deporre gli abiti secolari e indossare quelli religiosi; fin quando
viviamo dobbiamo invece sempre conservare i buoni costumi, così come
dobbiamo darci da fare, con l’aiuto di Cristo, contro i maligni e dolci
piaceri di questo mondo. Poiché non colui che avrà iniziato: “Ma chi
avrà perseverato fino alla fine sarà salvato”
(Mc 13,13) |
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5 Gennaio 2015 a cura di Alberto "da Cormano" alberto@ora-et-labora.net