Sant'Aureliano d'Arles
AURELIANO, VESCOVO DI
ARLES.
REGOLA PER LE VERGINI
PROLOGO
Aureliano, vescovo, alle sante e venerabili sorelle in Cristo, stabilite nel
monastero di Santa Maria che noi abbiamo fondato, su ordine di Dio, all'interno
delle mura della città di Arles.
Su
ispirazione di Dio, che ci ha prevenuti con la sua ineffabile misericordia, noi
abbiamo provveduto affinché poteste scegliere lo splendore di una vita santa,
dopo aver rigettato i piaceri del secolo e disdegnato e disprezzato le gioie
temporali. Abbracciando la grazia della verginità e della castità, cercando
l'amore di Dio e con tutto il desiderio delle vostre viscere e del vostro cuore
voi potrete trafiggere la vostra carne con timore del Signore e dire: "Ho
giurato, e lo confermo, di osservare i tuoi giusti giudizi" (Sal 118,106), ed
ancora: "Il mondo per me è stato crocifisso, come io per il mondo" (Gal 6,14).
Così noi abbiamo deciso, su ordine del Signore che opera anche in noi il volere
e l'operare, di costruirvi un monastero per il progresso delle vostre anime, ed
è ciò che abbiamo fatto. Per questo motivo noi istituiamo per voi una regola ed
una norma di disciplina che vi permettano di avanzare sul cammino della
perfezione e di pervenire felicemente al regno dei cieli su una retta via.
INIZIANO I CAPITOLI DELLA REGOLA
1.
Se qualcuna viene alla vita di conversione e chiede di essere accolta nel
monastero, le si legga la regola nel parlatorio. Quando sarà accolta non ne esca
fino alla sua morte.
2.
Non riceva gli abiti monastici se non avrà fatto un atto di donazione dei suoi
beni a chiunque ella vorrà.
3.
Nessuna riceva qualcosa di nascosto ma, se le fosse trasmesso qualcosa e non ne
avesse bisogno, sia messo in comune e assegnato a chi ne abbisogna.
4.
Non si devono dare o ricevere lettere senza che la badessa lo sappia o che ne
abbia dato il permesso.
5.
Nessuna riponga presso il proprio letto qualcosa da mangiare o da bere.
6.
Nessuna abbia una cella od un armadietto suo personale.
7.
Non si giuri assolutamente.
8.
Non si maledica.
9.
Non si deve mentire.
10.
Non bisogna affatto rimanere nell'ira.
11.
Una sorella non levi la mano sull'altra sorella.
12.
A nessuna monaca sia permesso di uscire a salutare qualcuno, se non con la
priora o qualche anziana.
13.
Non si accolgano schiave. Se è una schiava liberata e se la badessa l'avrà
giudicata attentamente, allora sia accolta.
14.
Nel monastero non entrino uomini o donne secolari, se non nella basilica di
Santa Maria e nel parlatorio.
15.
Neanche agli amministratori sia permesso entrare nel monastero, se non per
qualche necessità che abbiamo stabilito in questa Regola.
16.
Non si accettino bambini a battesimo.
17.
Chi riceve un incarico, riceva le chiavi sopra l'evangelario.
18.
In tutti i servizi le sorelle si alternino a vicenda, tranne la badessa e la
bambine piccole.
19.
Nessuna faccia qualcosa a suo piacimento, ma tutte eseguano ciò che è stato
ordinato dalla badessa o dalla priora.
20.
Durante i lavori manuali non cessi mai nel cuore la santa meditazione.
21.
Ogni cosa sia in comune tra di voi e nessuna presuma di dire o di rivendicare
qualcosa come sua.
22.
Non si indossino indumenti di colore diverso dal grezzo o latte.
23.
Durante le veglie bisogna che nessuna sorella dorma.
24.
Al segnale nessuna arrivi in ritardo.
25.
Mentre si salmeggia nessuna parli e neanche faccia lavori manuali.
26.
Tutte imparino a leggere.
27.
La santa badessa rimanga in comunità.
28.
Se una sorella viene corretta o castigata per una qualsivoglia colpa, non osi
rispondere a chi la rimprovera.
29.
Non si abbiano assolutamente liti.
30.
Non si perdoni alle superbe, alle disobbedienti ed a chi protrae l'ira.
31.
Non sia concesso alla santa badessa di vendere o donare i beni del monastero, né
fare qualcosa contro i precetti della Regola.
32.
Sedute a tavola stiano in silenzio.
33.
La santa badessa non pranzi fuori dalla comunità.
34.
Non si mangi mai carne.
35.
Polli e altri volatili siano dati solo alle sorelle inferme o deboli: i pesci
solo in certe festività.
36.
Al di fuori del pasto comune non si permetta di gustare del cibo o della
bevanda, se non alle inferme ed alle bambine.
37.
In qual modo occorre ottemperare alle sorelle malate.
38.
Dove si devono recitare le preghiere diurne e notturne.
39.
La santa badessa distribuisca il necessario a sufficienza.
40.
La santa comunità cerchi fermamente di adempiere tutti i precetti (della
Regola).
-
Abbiamo ritenuto opportuno di inserire in questo libretto anche l'ordine col
quale dovete salmeggiare.
-
Abbiamo inserito in questa regola anche l'ordine dei pasti.
REGOLA
1. Su
ordine di Dio, noi decidiamo in primo luogo che se qualcuna verrà per
convertirsi le si leggerà la regola al parlatorio e, se prometterà di compiere
tutto ciò che è scritto, allora sarà ricevuta. Fino alla sua morte colei che è
stata ricevuta non si permetterà di uscire dal monastero e neanche vi sarà
autorizzata, a motivo di questa parola del profeta: "Una cosa ho chiesto al
Signore, questa sola io cerco: abitare nella casa del Signore tutti i giorni
della mia vita" (Sal 26,4).
2. Ella
non riceverà gli abiti religiosi se non ha redatto delle carte di donazione o di
vendita di tutti i suoi beni, grandi o piccoli che siano, in favore di chi ella
vorrà, a causa del comandamento del Signore: "Se vuoi essere perfetto, va’,
vendi quello che possiedi" (Mt 19,21), e anche: "Così chiunque di voi non
rinuncia a tutti i suoi averi, non può essere mio discepolo" (Lc 14,33).
3. Non
accettate nulla di nascosto, ma se un parente o un amico dona o invia qualche
abito o qualunque cosa d'altro, ciò sarà nel potere della badessa; se (questo
oggetto) è necessario a colei alla quale è stato inviato le sarà attribuito, se
ella non ne ha nessun bisogno lo si verserà nel fondo comune e lo si attribuirà
a chi ne ha la necessità.
4.
Innanzitutto, non si devono né dare né ricevere lettere senza che lo sappia la
badessa o senza che l'abbia permesso.
5.
Nessuna oserà depositare vicino al suo letto qualcosa da mangiare o da bere, ma
tutte disporranno queste cose nella dispensa comune; e se una malattia lo esige,
non si rifiuterà il necessario dietro ordine dell'anziana.
6.
Nessuna sarà autorizzato ad avere una cella, un armadio o qualche cosa di questo
genere che possa chiudere (a chiave) per suo uso personale.
7. Non
fate giuramenti, poiché il Signore ha detto: "Non giurate" (Mt 5,34). Ed
un'altra Scrittura dice: "Un uomo dai molti giuramenti accumula iniquità; il
flagello non si allontana dalla sua casa" (Sir 23,11).
8. Non
calunniate, poiché sta scritto: "I calunniatori non possederanno il Regno di
Dio" (1 Cor 6,10).
9.
Nessuna si permetta di mentire poiché: "La bocca menzognera uccide l'anima" (Sap
1,11). Ed ancora: "Tu distruggi chi dice menzogne" (Sal 5,7).
10.
Nessuna osi protrarre la collera verso una sorella fino al giorno dopo (cfr. Ef
4,26). Se, come succede alla fragilità umana, una parola dura sopravviene tra
sorelle, esse dovranno chiedersi perdono l'un altra e rimettersi i loro debiti,
a causa del comandamento del Signore dove egli dice: " Se ti ricordi che tuo
fratello ha qualche cosa contro di te, lascia lì il tuo dono davanti all’altare,
va’ prima a riconciliarti con il tuo fratello e poi torna a offrire il tuo dono"
(Mt 5,23-24). E ancora: "Se voi non perdonerete agli altri, neppure il Padre
vostro perdonerà le vostre colpe" (Mt 6,15). Ed inoltre: "Se commetterà una
colpa sette volte al giorno contro di te e sette volte ritornerà a te dicendo:
“Sono pentito”, tu gli perdonerai" (Lc 17,4). E poi: "Non ti dico fino a sette
volte, ma fino a settanta volte sette" (Mt 18,22). Ed un'altra Scrittura:
"Infatti l’ira dell’uomo non compie ciò che è giusto davanti a Dio" (Gc 1,20). E
l'Apostolo: "Non tramonti il sole sopra la vostra ira" (Ef 4,26). Se, su
istigazione del diavolo, Dio non permetta ciò, qualcuna fosse pieno di furore al
punto di disprezzare questi comandamenti con un cuore ostinato; se una di coloro
che sono in discordia anticipa l'altra chiedendole perdono e se colei alla quale
ella chiede (perdono) non le perdona, costei subirà la disciplina regolare per
correggersi e tornare alla carità. Se queste (sorelle) si disprezzano a vicenda
saranno tutte e due sospesi dalla comunione e dal pasto, fino a che non si
riconciliano.
11. Se
una sorella osa colpire con le mani una sorella, subirà una disciplina regolare.
12.
Nessuna sorella avrà l'autorizzazione di uscire per un incontro senza la
badessa, o la priora, o un'altra anziana delegata dalla badessa. E nei loro
incontri o conversazioni con i loro vicini, non parleranno a voce alta.
13. Non
si riceveranno schiave; se una schiava affrancata, ancora adolescente, si
presenta con una lettera del suo patrono, la badessa deciderà se la si debba
ricevere.
14. Né
uomini, né donne secolari entreranno nel monastero, salvo che nella basilica di
Santa Maria e nel parlatorio.
15.
Anche gli economi del monastero, se portano l'abito laico, non saranno
autorizzati ad entrare, salvo per le ragioni che noi indichiamo in questa
regola: se si deve fare un lavoro o una riparazione o per qualche altro motivo
da sottomettere alla badessa, essi entreranno con i muratori o i carpentieri.
Per il resto non avranno alcuna autorizzazione o libertà di entrare.
16.
Nessuna potrà fare (da madrina) al battesimo di un bambino.
17.
Coloro a cui saranno affidate le chiavi della dispensa, della cantina, del
granaio, della porta di servizio e dell'oratorio saranno persone provate; esse
riceveranno questi chiavi sull'altare o sul Vangelo, sapendo che dovranno
rendere conto a Dio del ministero che è stato loro affidato.
18.
Durante ogni servizio, sia nell'ordine della salmodia, sia nella lettura che
durante i lavori, le sorelle si succederanno a turno, eccettuata la badessa, le
più anziani e le bimbe più piccole, così come le malate assolutamente non in
grado di alzarsi; non saranno costrette a fare ciò per cui non hanno abbastanza
forza.
19.
Nessuna sorella sceglierà a suo piacimento i lavori da fare; ma esse faranno ciò
che la badessa avrà ordinato.
20.
Durante il lavoro manuale di tutta la giornata non si interromperà mai la recita
dei testi sacri nel cuore (oppure: che si sanno a memoria. Ndt.), a causa di
quest'ordine dell'Apostolo: " ... con salmi, inni e canti ispirati... cantando
(e salmeggiando) a Dio nei vostri cuori". (Col 3,16).
21.
Nessuna si permetta di dire qualcosa come suo o di rivendicare come proprio bene
una qualunque cosa; ma, secondo gli Atti degli Apostoli, tutto sia comune tra di
voi; abbiate una sola anima ed un solo corpo nel Signore (At 4,32).
22. Non
porterete vestiti che siano di un altro colore all'infuori della stoffa grezza e
del bianco latte.
23.
Alle vigilie, nessuna dormirà; ma se è domenica o un giorno di festa, la sorella
che sta per essere vinta dal sonno starà in piedi mentre le altre restano
sedute, al fine di poter cacciare da sé il torpore del sonno e di non mostrarsi
tiepide o negligenti durante l'opera di Dio.
24.
Dato il segnale, ogni lavoro sia abbandonato e fate a gara nell'affrettarvi con
veloce prontezza, come api molto accorte che volano verso l'alveare. Se qualcuna
arriva in ritardo sarà sottomessa alla correzione.
25.
Durante la salmodia, le vostre sante anime tendano a non vagare con lo spirito;
inoltre, non si permettano di parlare o di fare dei lavori. Salmeggiate invece
con saggezza (cfr. Sal 46,8); come dice il profeta: "Salmeggerò e comprenderò"
(Sal 100,2, Volg.). E ancora: "Salmeggerò con lo spirito, ma anche con la mente"
(1 Cor, 14,15, Volg.); temendo questa minaccia: "Maledetto chi compie
fiaccamente l’opera del Signore" (Ger 48,10).
26.
Tutte devono imparare a leggere.
27. La
santa badessa non dorma lontano dalla comunità.
28. Se
qualcuna per una colpa qualunque o una trasgressione della regola riceve un
rimprovero o una punizione, non si permetterà di replicare a colei che la
riprende, poiché il peccato che è corretto qui sulla terra non sia punito al
momento del giudizio eterno. E voi dovete ricevere le cure portate alla vostra
anima come una malata che riceve le cure del medico, osservando questa parola
della santa Scrittura: "Chi rifiuta la correzione è infelice" (Pr 15,32, Volg.).
E ancora: "Io sono pronto a subire il castigo" (Sal 37,18, Volg.).
29. Non
abbiate liti tra di voi, per obbedire al precetto dell'Apostolo che dice: "Un
servo del Signore non deve essere litigioso, ma mite con tutti" (2 Tm 2,24).
30.
Quanto alle orgogliose, alle disobbedienti ed a coloro che protraggono la loro
collera, non bisogna mai dar loro perdono prima che esse si correggano.
31. Non
è permesso alla santa badessa di donare o vendere nessuno dei beni del monastero
e di fare qualcosa contro le disposizioni della regola. Se ella tenta di fare
ciò, noi vi permettiamo di non acconsentire; riunite in una santa assemblea e
con un accordo unanime delle sorelle, non permettete in alcun modo che ciò
succeda, poiché ella deve sapere che dovrà giustificarsi davanti a Dio.
32. A
tavola tutte tacciano; ogni giorno sarà fatta una lettura mentre si prende il
pasto, affinché, nello stesso tempo, l'uomo esteriore si ristori col nutrimento
e l'uomo interiore con la parola di Dio. Poiché sta scritto: "Non di solo pane
vivrà l’uomo, ma di ogni parola che esce dalla bocca di Dio" (Mt 4,4; cfr. Dt
8,3).
33. La
santa badessa non deve prendere il pasto al di fuori della comunità, a meno che
non la obblighi la malattia.
34. Non
si mangerà mai carne.
35. Non
saranno serviti polli né altri volatili in comunità; saranno procurati solo per
le malate o le sorelle di salute delicata. In certe feste, o quando la badessa
vorrà accordare una benevolenza, si servirà del pesce.
36. Al
di fuori della mensa comune, non si potrà prendere nessun cibo o bevanda, salvo
le malate e quelle di età minore.
37.
Occorre ottemperare (ai desideri) delle malate; se la santa badessa giudica
giusto così, avranno anche loro una piccola dispensa in comune ed una cucina
separata; tutte dovranno prendersi cura di loro con devozione, finché non si
ristabiliscano.
38. La
comunità reciterà il cursus diurno notturno dell'ufficio, cioè i mattutini, le
vigilie, i notturni, il vespro e l'ufficio della dodicesima ora, nella basilica
di Santa Maria. Se l'inverno è rigido, dite soltanto nella basilica i mattutini,
il vespro e l'ufficio della dodicesima ora - mentre direte l'ora seconda, terza,
sesta e nona nell'oratorio interiore - per motivo di coloro che desiderano
pregare o vogliono incontrare la badessa o rendere visita ai loro parenti.
Quando
una sorella muore, alcune sorelle la veglieranno nell'oratorio fino a mezzanotte
e si faranno delle serie di letture dell'Apostolo. Dopo mezzanotte, quelle che
hanno vegliato si riposeranno ed altre sorelle veglieranno a loro volta.
Informate nel vescovo poiché dia l'ordine di trasportarla nel luogo della
sepoltura.
39. Per
grazia di Dio, vi sono state accordate delle risorse degne e sufficienti, che
possano bastare al vostro monastero. Così io vi avverto e giuro davanti a Dio ed
ai suoi angeli, tu, santa badessa, e tu, venerabile priora, chiunque tu sia, di
fornire a sufficienza tutto ciò che è necessario in vestiti e viveri alla santa
comunità che, su ispirazione e ordine di Dio, vive regolarmente seguendo le
disposizioni che noi abbiamo preso. Se voi trascurate ciò e se (le sorelle)
cominciano a mormorare, pressate dalla necessità o per la mancanza di qualche
cosa, sappiate che voi dovrete giustificarvi di ciò in mia presenza davanti al
tribunale di Cristo.
40. E
voi, santa comunità, di scongiuro per il vostro progresso e per il Dio
onnipotente di osservare integralmente e senza niente sminuire tutto ciò che
abbiamo stabilito in questa regola, per il perdono della nostra anima e per la
salvezza delle vostre anime. E, al fine di non trascurare niente per
dimenticanza, rileggete la regola una volta al mese, cioè alle calende, e così
dodici volte all'anno.
-
Noi abbiamo ritenuto di dover inserire in questo piccolo libro anche la regola
secondo la quale dovete salmodiare.
Il primo
giorno di Pasqua, all'ora
terza, si diranno
tre
Kyrie eleison
e dodici salmi: ovvero, quattro sorelle diranno ciascuna due salmi e poi un
terzo (salmo) alleluiatico
[1]. Detti i salmi, (si dica) il
Kyrie eleison,
sei salmi antifonali e tre letture: una dagli Atti degli Apostoli, l'altra
dall’Apocalisse ed una terza dal Vangelo; poi l’inno
Iam surgit hora tertia
[2]
ed il versetto; poi il
Kyrie eleison.
Ugualmente, ad ogni ufficio divino dite tre volte il
Kyrie eleison:
prima di iniziare, dopo aver detto i salmi e dopo aver detto il versetto.
A sesta, lo
stesso numero di salmi, un salmo antifonale, l’inno
Iam sexta sensim volvitur,
una lettura dal Vangelo ed il versetto.
A nona si
osservi lo stesso ordine, e come inno il
Ter hora trina volvitur.
Al lucernario
[3] un breve (salmo) senza antifona
[4], cioè
Regna terrae, cantate Deo, psallite Domino (Sal 67,33).
Il giorno dopo:
Laudate, pueri, Dominum (Sal 112,1);
tre salmi antifonali, l’inno
Hic est dies verus Dei,
ed il versetto. Recitate questo inno per tutto il tempo di Pasqua al mattutino
ed al lucernario.
Alla
dodicesima ora, per primo il breve (salmo), senza antifona,
Sol cognovit occasum suum (Sal 103,19).
Sei sorelle reciteranno ognuna due salmi, ciascuno con i suoi (salmi)
alleluiatici, tre salmi antifonali, due letture: una dall’Apostolo ed un’altra
dal Vangelo.
Ai
notturni della settimana pasquale dite tutti (gli elementi dell'ufficio) secondo
il numero che abbiamo indicato per l’ora dodicesima.
Ai mattutini,
anzitutto il (salmo) senza antifona
Exaltabo te, Deus meus et Rex meus (Sal 144).
Poi:
Iudica me, Deus,
(Sal 42)
e
Deus, Deus meus, ad te de luce vigilo (Sal 62),
con l’alleluia.
Dopo, il
(salmo)
Confìtemini Domino
(Sal 117)
con
l’alleluia, poi
Cantemus Domino (Es 15),
alla stessa maniera. Dopo,
Lauda, anima mea, Dominum (Sal 145),
Laudate Dominum, quia bonus est psalmus (Sal 146),
Lauda, Ierusalem, Domino (Sal 147),
tutti e tre con l’alleluia. Poi si dirà la Benedizione (dei tre fanciulli) (Dn
3,57-88). Dopo la Benedizione:
Laudate Dominum de coelis (Sal 148),
Cantate Domino canticum novum (Sal 149),
e
Laudate Dominum in sanctis eius (Sal 150),
con l’alleluia. Il
Magnificat anima mea Dominum
(Lc 1,46-55)
o con
l’antifona o con l’alleluia; l’inno,
Gloria in excelsis Deo,
ed il versetto. Celebrate i mattutini secondo questo ordine per tutta (la
settimana di) Pasqua. Allo stesso modo tutte le domeniche ed a tutte le feste
principali nelle quali sarete libere dal lavoro. Nei giorni ordinari, ai
notturni, si dirà anzitutto, senza antifona:
Miserere mei, Deus, secundum magnam misericordiam tuam (Sal 50),
e
poi diciotto
salmi. Tre brevi salmi antifonali, due letture dell’Apostolo o dei Profeti ed il
versetto.
Una volta
terminati i notturni, dite i mattutini. In estate, cioè dopo la Pasqua e fino
alle calende di ottobre, si osserverà la medesima disposizione. Il venerdì, dopo
i notturni, in estate si diranno due serie di letture, in inverno tre. Però la
domenica, in ogni stagione, sia in estate che in inverno, si facciano sei serie
di letture dopo i notturni. Se capitasse di alzarsi in ritardo per le vigilie,
si leggerà soltanto ciò che alla badessa sarà sembrato opportuno. Quando la
badessa avrà dato il segnale, (la sorella) che legge si alzerà senza indugio in
modo che possa essere adempiuto il numero canonico delle serie di letture.
A partire
dalle calende di ottobre si aggiungeranno altri notturni. Ai primi si dirà:
Miserere mei, Deus, secundum magnam misericordiam tuam (Sal 50);
ai secondi:
Miserere mei, Deus, miserere mei (Sal 56),
senza antifona; poi diciotto salmi; due letture dai Profeti o da Salomone.
L'inno ai primi notturni:
Rex aeterne Domine.
Ai secondi:
Magna et mirabilia.
Terminati i notturni, dato che le notti si allungano, fate ogni giorno tre serie
di letture seguendo il libro. Una sorella leggerà (tre o) quattro pagine,
secondo la dimensione del libro: se è scritto piccolo o se di formato grande,
tre pagine; se è (di formato) piccolo, quattro (pagine) e si farà l’orazione; di
nuovo, si leggerà altrettanto e si farà un’altra orazione. Per la terza volta si
leggerà altrettanto, ed allora alzatevi, dite un salmo antifonale preso
dall’ordine del salterio, poi un responsorio ed un salmo antifonale. Un'altra
sorella legga a sua volta e, compiute le tre serie di letture, recitate i
(salmi) mattutini canonici. E cioè: anzitutto, il cantico con l’antifona, poi,
senza antifona: Iudica
me, Deus,
Deus Deus meus, ad te de luce vigilo (Sal 42).
Laudate Dominum, quoniam bonus est psalmus.
Lauda, Ierusalem, Dominum (Sal 145-147).
Poi,
Laudate Dominum de coelis.
Cantate Domino canticum novum (Sal 148-149).
Laudate Dominum in sanctis eius (Sal 150),
con l’antifona. Dite l’inno:
Splendor paternae gloriae;
il giorno dopo,
Aeternae lucis conditor,
poi
il versetto e
Kyrie eleison
dodici volte. Così si farà (l'ufficio) in tutti i giorni ordinari.
Dopo i
mattutini, all'ora prima, si diranno sei salmi, l’inno
Fulgentis Auctor aetheris,
due letture, l'una dall’Antico e l'altra dal Nuovo Testamento, ed il versetto.
Dopo ciò, tutte si dedicheranno alla lettura fino all’ora terza: nel resto del
giorno compiranno i loro lavori, secondo ciò che disse il Signore: «Il Padre mio
agisce anche ora e anch'io agisco» (Gv 5,17). Ed anche l’Apostolo: «Lavorando
con le nostre mani» (1 Cor 4,12). E ancora: «Chi non vuole lavorare neppure
mangi» (2 Ts 3,10). Poiché sta scritto: «La strada del pigro è come una siepe di
spine» (Pr 15,19). Ed ancora: «Il servo inutile gettatelo fuori nelle tenebre»
(Mt 25,30).
Nei giorni
ordinari, dunque, all'ora terza si diranno sei salmi, un salmo antifonale,
l’inno
Iam surgit hora tertia,
una lettura ed il versetto
Fiat, Domine (Sal 32,22).
A sesta, vi
sia il medesimo numero di salmi, un salmo antifonale, l’inno
Iam sexta sensim volvitur,
una lettura ed il versetto.
A nona, si
dirà tutto nel medesimo ordine, ma con l’inno
Ter hora trina volvitur.
Al lucernario,
in ogni stagione, sia nei giorni festivi che in quelli feriali, si dica
anzitutto un (salmo) senza antifona, poi due salmi antifonali; il terzo salmo
antifonale sia detto sempre con l’alleluia. Come inno, un giorno
Deus qui certis legibus,
un altro giorno
Deus Creator omnium
[5],
ed il versetto.
All’ora
dodicesima diciotto salmi, un salmo antifonale, l’inno, una lettura ed il
versetto.
Quando andate
a coricarvi, nel locale dove vi trovate si dirà compieta: per primo si dirà il
salmo novanta senza antifona, poi i consueti versetti.
Nel Natale del
Signore ed all’Epifania alzatevi all’ora terza, recitate un notturno ed (il
giorno di Natale) fate sei serie di letture dal profeta Isaia; poi dite un
secondo notturno e si leggano altre sei serie di letture dal Vangelo.
All’Epifania
si faccia così: anzitutto un notturno, poi fate le sei serie di letture dal
profeta Daniele ed i notturni; e così anche sei serie dal Vangelo. Poi i
mattutini, nello stesso ordine che abbiamo esposto per la Pasqua o per le
domeniche.
Nelle feste
dei martiri si faranno tre o quattro serie di letture. Leggete la prima serie
dal Vangelo, le altre dalle passioni dei martiri.
Ogni venerdì,
dopo (l'ufficio dell’ora) dodicesima si leggano sei serie di letture seguendo il
libro, e dopo i notturni tre. Ogni sabato, ai mattutini:
Cantemus Dominum (Es 15) e Te Deum Laudamus.
A terza
si leggano tre letture: una dai Profeti, l'altra dall’Apostolo e la terza dal
Vangelo.
Tutte le
domeniche, dopo i notturni, quando si legge la prima serie di letture, cioè (un
racconto) della resurrezione, nessuna oserà stare seduta, ma tutte staranno in
piedi. La domenica seguente si leggerà un altro (racconto) della resurrezione, e
così si leggeranno nell'ordine tutti e quattro i racconti della resurrezione,
uno per ogni domenica. Dopo l'ora terza, poi, dite il Padre nostro, e tutte si
comunichino salmodiando. Fate allo stesso modo anche nei giorni festivi. Per
quanto riguarda la messa, essa avrà luogo quando la santa badessa giudicherà
opportuno.
Abbiamo inserito in questa regola anche l'ordinamento dei pasti.
Ogni
giorno vi saranno tre vivande al pasto unico (dei giorni di digiuno), due al
pranzo e due alla cena.
Come
bevanda: al pasto unico in estate, nei mesi di luglio e agosto, tre coppe di
bevanda calda, tre al pranzo, due alla cena in ogni stagione.
Alle
feste e quando la badessa vorrà accordare una benevolenza, prescriverà tanti
piatti quanto ella vorrà ed aggiungerà delle bevande fresche
[6].
Nei
giorni ordinari, (tutti i giorni) si prepareranno le vivande con dei legumi, del
formaggio e dell'olio.
Quanto
al digiuno, dalle calende di settembre fino alle calende di novembre, avrà il
luogo il lunedì, il mercoledì e venerdì.
Dalle
calende di novembre fino al Natale del Signore, si digiunerà ogni giorno, tranne
il sabato e la domenica. Dall'Epifania fino a Pasqua, sì digiunerà ogni giorno,
salvo nelle feste maggiori, il sabato e la domenica. Dopo Pasqua e fino a
Pentecoste, sì digiunerà solo il venerdì. Dopo la Pentecoste, nel mese di
giugno, luglio ed agosto, la badessa avrà il potere di decidere se si digiuna o
se si deve pranzare (e cenare); la badessa si sforzerà di regolare il digiuno
secondo le possibilità delle sorelle.
[1] Sono detti così
quei salmi che iniziano con "Alleluia", che in ebraico significa
"Lodate il Signore". Nella numerazione della "Vulgata" sono i
salmi: 104-106; 110-117; 134-135; 145-150.
[2] Inno ambrosiano.
[3] Si indicava così l'ufficio dei Vespri che
veniva recitato al calar del sole, poiché a quest'ora venivano accese le
lampade ("lucernae").
[4] In latino "directaneus".
[5] Inno ambrosiano.
[6]
In latino "recentes" può significare
sia l'acqua fresca che il vino novello.
Ritorno alla pagina su "Sant'Aureliano e le sue Regole"
Ritorno alla pagina iniziale "Regole monastiche e conventuali"
| Ora, lege et labora | San Benedetto | Santa Regola | Attualità di San Benedetto |
| Storia del Monachesimo | A Diogneto | Imitazione di Cristo | Sacra Bibbia |
27 giugno 2018 a cura
di Alberto "da Cormano"
alberto@ora-et-labora.net