SANCTI FRUCTUOSI BRACARENSIS EPISCOPI REGULA MONASTICA COMMUNIS |
SAN FRUTTUOSO VESCOVO DI BRAGA REGOLA MONASTICA COMUNE |
Ed. Chadwyck-Healey 1996 |
Libera traduzione |
IN NOMINE DOMINI INCIPIT PACTUM.
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NEL NOME DEL SIGNORE
INIZIA IL PATTO
Nel nome della Santissima Trinità, Padre E Figlio e Spirito Santo. |
Quod corde credimus, et ore proferimus. Credimus Patrem ingenitum, Filium genitum, Spiritum sanctum ab utroque procedentem. Filium solum carnem de Virgine suscepisse, et in mundum pro salute omnium in se credentium descendisse, et de Patre et Spiritu sancto nunquam recessisse. Quia ipse dixit: Ego et Pater unum sumus (Joan. X). Et: Qui me habet et Patrem habet. Et: Qui me videt, videt et Patrem (Joan. XIV). Idem vero dixit: Coelum mihi sedes est, et terra scabellum pedum meorum (Isai. LXVI). In coelo angeli totam Trinitatem adorant, et in terra Dominus hominibus praedicat, dicens: Ite, vendite omnia quae possidetis, et date pauperibus, et venite, sequimini me (Matth. XIX). Et iterum: Si quis vult post me venire, abneget semetipsum, et tollat crucem suam, et sequatur me (Luc. IX). Et alibi: Qui plus fecerit patri, aut matri, uxori, filiis, vel omnibus quae cum mundo transeunt, quam mihi, non est me dignus (Matth. X). Et iterum: Qui non odit animam suam propter me, non est me dignus (Luc. XIV). Et: Qui perdiderit eam propter me, in vitam aeternam inveniet eam (Matth. XVI). |
Ciò
che noi crediamo nel nostro cuore, noi professiamo anche con la nostra
bocca. Crediamo nel Padre non generato, nel Figlio generato e nello
Spirito Santo che procede da entrambi. Crediamo che solo il Figlio ha
ricevuto la carne dalla Vergine ed è disceso nel mondo per la salvezza
di tutti coloro che credono in Lui, e che Lui non ha mai lasciato il
Padre e lo Spirito Santo. Egli infatti ha detto: "Io
e il Padre siamo una cosa sola" (Gv 10,30). E ancora: "Chi
possiede me possiede anche il Padre" e poi: "Chi vede me vede anche il Padre" (Gv 14,9). Lo stesso ha anche
detto: "I cieli sono il mio trono,
la terra è il mio sgabello» (Is 66,1; At 7,49). In cielo gli angeli
adorano tutta la Trinità e sulla terra il Signore predica agli uomini,
dicendo: "Va’, vendi tutto quello
che hai e dallo ai poveri, poi vieni e seguimi" (Mt 19,21; Lc
12,33). E ancora: "Se qualcuno
vuol venire dietro a me, rinneghi se stesso, prenda la sua croce e mi
segua" (Mt 16,24; Lc 9,23). E altrove: "Chi
ama il padre o la madre, la moglie, i figli, o tutte le cose che
periscono con il mondo, più di me, non è degno di me" (Mt 10,37; Lc
14,26). E di nuovo: "Chi non odia
la sua vita per causa mia, non è degno di me" (Mt 10,37; Lc 14,26).
E: "Chi perde la sua vita
per causa mia, la troverà nella vita eterna" (Mt 16,25; Lc 17,33; Gv
12,25). |
Proinde melius multoque melius est mundum calcare, Christum audire, Evangelium complere, vitam beatam cum angelis sanctis in aeternum per omnia saecula possidere. Proinde divino ardore accensi, ecce nos omnes, qui subter notandi sumus, Deo et tibi domino et Patri nostro tradimus animas nostras, ut secundum edictum apostolorum, et regulam, et sicuti sancta Patrum praecedentium sanxit auctoritas, uno nos in coenobio, Christo praecedente, teque docente, habitemus. Et quidquid pro salute animarum nostrarum annuntiare, docere, agere, increpare, imperare, excommunicare, secundum regulam emendare, volueris, humili corde, deposita omni arrogantia, intenta mente, desiderioque ardente, divina gratia opitulante, inexcusabiliter, Domino favente, omnia adimplebimus. Quod si aliquis ex nobis, contra regulam et tuum praeceptum, murmurans, contumax, inobediens, vel calumniator exstiterit, tunc habeas potestatem omnes in unum congregare, et, lecta coram omnibus regula, publice culpam probare, et flagella, seu excommunicationem, secundum intuitum culpae, unusquisque suum reatum convictus suscipiat. |
Quindi è meglio, molto meglio, disprezzare il mondo, ascoltare Cristo, adempiere il Vangelo e possedere una vita beata con i santi angeli in eterno per tutti i secoli.
Così, infervorati di ardore divino, ecco che tutti noi, i cui
nomi sono qui controfirmati, affidiamo le nostre anime a Dio e a te,
nostro maestro e nostro padre, affinché possiamo vivere in un monastero
sotto la guida di Cristo e sotto il tuo insegnamento, secondo la
disposizione degli apostoli e la Regola, e come sancito dalla sacra
autorità dei Padri del passato. Qualunque cosa, per la sicurezza delle
nostre anime, tu voglia pronunciare, insegnare, eseguire, rimproverare,
comandare, scomunicare o correggere in conformità con la Regola, noi la
eseguiremo interamente con umile cuore, mettendo da parte ogni
arroganza, con animo intento, con zelo ardente, con l'aiuto della grazia
divina, senza scusanti, e con la benevolenza del Signore. Se uno di noi
si mostrerà mormoratore, arrogante, disobbediente o diffamatorio nei
confronti della Regola e del tuo comando, allora avrai il potere di
riunirci tutti in un’assemblea e, letta la Regola in presenza di tutti,
la colpa sarà corretta pubblicamente ed ogni colpevole riceverà ciò che
gli spetta: la sferzata o la scomunica. |
Si quis sane ex nobis contra regulam occulte cum parentibus, germanis, filiis, cognatis, vel propinquis, aut certe cum fratre secum habitante consilium de absente supradicto Patre nostro inierit, habeas potestatem in unumquemque qui hoc facinus tentaverit, ut per sex menses indutus tegmine raso aut cilicio, discinctus, et discalceatus, in solo pane et aqua, in cella obscura excommunicatus sit. Quod si aliquis istam prona sua voluntate noluerit agere poenitentiam, extensus nudo corpore, septuaginta et duo flagella suscipiat; et deposita veste monasterii, indutus quod in introitu exutus est scissum, notabili cum confusione a coenobio expellatur. Et hoc de viris sive feminis dicimus. Promittimus etiam Deo et tibi Patri nostro, ut si quis sine benedictione fratrum, aut tuo imperio, per vitium ad alia loca ad habitandum transire voluerit, habeas potestatem incautam ejus persequi voluntatem, qui hoc tentaverit, et comprehensum cum senioribus judicum, ad regulae censuram reducere; et si aliquis eum defendere voluerit episcopus, vel ejus qui sequitur ordo, aut laicus, et tua admonitione audita apud se eum retinere voluerit, communicatio illius cum diabolo sit, et participatio cum Juda Iscariot in inferno; et in praesenti saeculo excommunicatus permaneat ab omni coetu Christiano, et nec in finem viaticum accipiat, qui hoc fecerit. |
Se qualcuno di noi
dovesse tramare segretamente con i suoi genitori, fratelli, figli,
parenti o vicini di casa, o soprattutto con un confratello in assenza
del nostro Padre di cui sopra, avrai il potere su chiunque avesse
tentato un tale crimine di interdirlo o di scomunicarlo e di confinarlo
in una cella buia per sei mesi con solo pane e acqua, con indosso un
cilicio od un indumento raso, senza cingolo e senza scarpe. Se un monaco
non è disposto a sottostare ad una tale penitenza con pieno consenso,
egli deve essere steso nudo e gli si diano settantadue colpi con una
frusta; sia privato dei vestiti del monastero e sia espulso
dall'istituzione con riconoscibile disonore, indossando i vestiti che
portava con sé quando è entrato, ma lacerati. E questo lo dichiariamo
sia per gli uomini che per le donne. Promettiamo anche a Dio ed a te,
nostro Padre, che se qualcuno, con peccaminosità, va altrove a vivere
senza la benedizione dei fratelli od il tuo comando, avrai il potere di
perseguire la volontà imprudente di qualsiasi monaco che abbia provato
una tale cosa, e di prenderlo e portarlo davanti ai giudici e di ridurlo
alla censura della Regola: e se qualche vescovo o qualcuno dello stesso
ordine o qualunque laico desiderasse difenderlo e, dopo aver sentito il
tuo parere, desiderasse mantenere l'autore della colpa nella sua casa,
la sua associazione sarà con il diavolo e la sua comunione con Giuda
Iscariota all'inferno: chi agirà così nel mondo attuale sarà scomunicato
da ogni assemblea Cristiana e nemmeno alla fine della sua vita potrà
ricevere l’Estrema Unzione. |
Tibi vero domino nostro suggerimus, si velles, quod credi certe nefas est, et quod Deus fieri non patiatur, aliquem ex nobis injuste, aut superbe, aut iracunde habere, aut certe unum diligere, et alterum livoris odio contemnere, unum imperare, alterum adulare, sicut vulgus habet, tunc habeamus et nos concessam a Deo potestatem, non superbe, non iracunde, per unamquamque decaniam praeposito nostro querimoniam inferre; et praepositus tibi domino nostro humiliter pedes deosculari, et nostram querelam ad singula pandere; et tu patienter jubeas auscultare, et in communi regula cervicem humiliare, et corripere, et emendare. |
Tuttavia
ti
ricordiamo, signore nostro, che se tu dovessi trattare uno di noi
ingiustamente o con orgoglio o rabbia - il che non è ragionevole credere
e che Dio non possa permettere che ciò accada - o se tu dovessi amare
uno e mostrare odio e rancore per un altro, o se tu dovessi dominare uno
ma adulare un altro, come spesso fa la gente, allora avremo il diritto,
concessoci da Dio, di presentare al priore la nostra lamentela, senza
orgoglio e senza rabbia, attraverso il decano; il priore
dovrà umilmente baciare i tuoi piedi, signore nostro, e
dovrà presentarti i dettagli della nostra lagnanza. Tu dovrai
essere disposto ad ascoltare con pazienza ed a chinare la testa con
umiltà alla Regola comune ed a correggere e riformare te stesso. |
Quod si te minime corripere volueris,
tunc habeamus et nos potestatem caetera monasteria commonere,
aut certe episcopum, qui sub regula vivit, vel catholicum
Ecclesiae defensorem comitem, et advocare ad nostram
collationem, ut coram ipsis te corripias, et coeptam regulam
perficias; et nos simus discipuli, subditi, seu adoptivi filii,
humiles, obedientes in omnibus quae oportet; et tu demum Christo
sine macula offeras nos illaesos. Amen. Haec sunt nomina quae manu sua unusquisque subscriptionem vel signum in hoc pacto fecit, id est, ille, ille; vel illa, illaque. |
Se tu non sarai disposto a
correggere te stesso, allora potremo anche avere il potere di consultare
altri monasteri, oppure un vescovo che vive sotto la Regola, o un conte
cattolico difensore della Chiesa, e potremo invitarli ad incontrarci
affinché tu, in loro presenza, ti possa correggere e rispettare i
principi della Regola; noi dobbiamo comportarci come tuoi discepoli
sottomessi o come bambini adottati, umili, obbedienti in tutte le cose
necessarie e, quando noi moriremo, tu potrai offrirci a Cristo redenti e
senza macchia. Amen. Questi sono i nomi di coloro che hanno sottoscritto questo patto con la propria mano o con il segno. Cioè il tale ed il tal altro; o la tale e la tal altra. |
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6 Febbraio 2016 a cura di Alberto "da Cormano" alberto@ora-et-labora.net