La Regola di Sant'Agostino
(o Regola per i Servi di Dio o Praeceptum)
Estratto dal sito dell'Ordine di Sant'Agostino: agostiniani.it
Link al testo della Regola in lingua italiana
“Fratelli carissimi, si ami anzitutto Dio e quindi il prossimo, perché sono questi i precetti che ci vennero dati come fondamentali.”
S. Agostino - Regola, 1
Breve commento alla Regola.
S. Agostino nel percorrere il suo cammino di esperienza umana e cristiana approdò a una particolare intuizione di Vita monastica, conformata allo stile degli Apostoli e della prima comunità cristiana di Gerusalemme, e fissò il suo pensiero in merito scrivendo un testo intitolato appunto "Regola per i servi di Dio" che è precisamente quello qui riportato.
La “Regola agostiniana” è un codice stabile di norme che organizzano e orientano la Vita Comune sulla base dei Consigli Evangelici di Povertà, Castità, Obbedienza.
Il movente che spinse alla composizione della "Regola" è certamente da vedersi in relazione con i Monasteri fondati da Agostino e che richiamavano continuamente le sue attenzioni e premure.
La data esatta che stabilisce l'origine di questo autorevole testo non ci è tramandata e non è facile stabilirla, comunque sono molte le ragioni che ci orientano verso un periodo abbastanza preciso per cui certamente non si è lontano dal vero se si colloca verso l'anno 400, nel momento più fecondo e intenso della vita pastorale e culturale del Vescovo Agostino.
La Regola agostiniana è molto breve, essenziale e concreta; scende ai particolari solo quando è necessario, mentre su tanti aspetti, dopo aver dato le indicazioni basilari, lascia spazio alla libertà, all'intuizione e alla maturazione della Comunità.
Agostino, nel tracciare le norme per i suoi monasteri, prende spunto da motivazioni bibliche ed ecclesiali, prosegue poi esponendo tutta la sua ricchezza spirituale e la profonda conoscenza delle persone e delle varie realtà della vita umana.
Ne è venuto fuori così un capolavoro di dottrina teologica, di sensibilità psicologica e di equilibrata esperienza umana dove il buon senso, la comprensione, il primato dell'amore, della verità e della giustizia, assieme al rispetto per l'autorità e all'attenzione per le persone singole, trovano una meravigliosa ed armonica combinazione.
La fortuna di questo testo, veramente illuminato e prezioso, è testimoniata non solo dalla continuità e vitalità della fondazione monastica, maschile e femminile, di cui Agostino è padre e maestro, ma anche dal fatto che moltissimi Istituti religiosi sorti in ogni epoca lo hanno scelto o ricevuto dalla Chiesa come norma di vita e fondamento di organizzazione.
Chi volesse approfondire la conoscenza della vita religiosa e monastica secondo S. Agostino troverà utilissimo completare la lettura di queste pagine con altri scritti del medesimo santo qui elencati per comodità del lettore:
- Il lavoro dei monaci
- La verginità consacrata
- Le lettere 48, 60, 78, 157, 210, 211, 243
- Il commento al Salmo 132
- I Discorsi 355, 356
- Parte dei Dialoghi e delle Confessioni.
Auguriamo che la miglior conoscenza di S. Agostino nella sua ricchezza umana e cristiana aiuti gli uomini di oggi a penetrare il senso e l'esperienza di "essere Chiesa" e a provare la gioia di impegnarsi, ciascuno nella sua vocazione e missione, per promuovere il Regno di Cristo.
P. Marziano Rondina OSA
Per un commento esaudente su questa Regola si rimanda al sito https://www.agostiniani.it/
Bibliografia minima di riferimento:
S. Agostino, La regola, Nuova
Biblioteca Agostiniana - Città Nuova.
Luc Verheijen, La regola di S. Agostino, 2 voll., Ed.
Augustinus.
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2 maggio 2015 a cura
di Alberto "da Cormano"
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