Ignazio di Antiochia
Lettera ai Romani
Estratto da "Lettere di Ignazio di Antiochia. Lettere e martirio di Policarpo di Smirne"
a cura di A.
Quacquarelli, Città Nuova, 2009
Saluto
Ignazio, Teoforo, a
colei che ha ricevuto misericordia nella magnificenza del Padre altissimo e
di Gesù Cristo suo unico figlio, la Chiesa amata e illuminata nella volontà
di chi ha voluto tutte le cose che esistono, nella fede e nella carità di
Gesù Cristo Dio nostro, che presiede nella terra di Roma, degna di Dio, di
venerazione, di lode, di successo, di candore, che presiede alla carità, che
porta la legge di Cristo e il nome del Padre. A quelli che sono uniti nella
carne e nello spirito ad ogni suo comandamento piene della grazia di Dio in
forma salda e liberi da ogni macchia l'augurio migliore e gioia pura in Gesù
Cristo, Dio nostro.
Incatenato in Gesù
Cristo
I,1. Dopo aver
pregato Dio ho potuto vedere i vostri santi volti ed ottenere più di quanto
avevo chiesto. Incatenato in Gesù Cristo spero di salutarvi, se è volontà di
Dio che io sia degno sino alla fine. 2. L'inizio è facile a compiersi, ma
vorrei ottenere la mia eredità senza ostacoli. Temo però che il vostro amore
mi sia nocivo. A voi è facile fare ciò che volete, a me è difficile
raggiungere Dio se non mi risparmiate.
L'altare è pronto
II,1. Non voglio che
voi siate accetti agli uomini, ma a Dio come siete accetti. Io non avrò più
un'occasione come questa di raggiungere Dio, né voi, pur a tacere, avreste a
sottoscrivere un'opera migliore. Se voi tacerete per me, io diventerò di
Dio, se amate la mia carne di nuovo sarò a correre. 2. Non procuratemi di
più che essere immolato a Dio, sino a quando è pronto l'altare, per cantare
uniti in coro nella carità al Padre in Gesù Cristo, poiché Iddio si è
degnato che il vescovo di Siria, si sia trovato qui facendolo venire
dall'oriente all'occidente. È bello tramontare al mondo per il Signore e
risorgere in lui
.
Il cristianesimo
odiato dal mondo
III,1. Non avete mai
insediato nessuno, avete insegnato agli altri. Desidero che resti fermo ciò
che avete insegnato. 2. Per me chiedete solo la forza interiore ed
esteriore, perché non solo parli, ma anche voglia, perché non solo mi dica
cristiano, ma lo sia realmente. Se io lo sono potrei anche essere chiamato e
allora essere fedele quando non apparirò al mondo. 3. Niente di ciò che è
visibile è buono. Dio nostro Signore Gesù Cristo essendo nel Padre si
riconosce maggiormente. Non è opera di persuasione ma di grandezza il
cristianesimo, quando è odiato dal mondo.
Sono il frumento di
Dio
IV,1. Scrivo a tutte
le Chiese e annunzio a tutti che io muoio volentieri per Dio, se voi non me
lo impedite. Vi prego di non avere per me una benevolenza inopportuna.
Lasciate che sia pasto delle belve per mezzo delle quali mi è possibile
raggiungere Dio. Sono frumento di Dio e macinato dai denti delle fiere per
diventare pane puro di Cristo. 2. Piuttosto accarezzate le fiere perché
diventino la mia tomba e nulla lascino del mio corpo ed io morto non pesi su
nessuno. Allora sarò veramente discepolo di Gesù Cristo, quando il mondo non
vedrà il mio corpo. Pregate il Signore per me perché con quei mezzi sia
vittima per Dio. 3. Non vi comando come Pietro e Paolo. Essi erano apostoli,
io un condannato; essi erano liberi io a tuttora uno schiavo. Ma se soffro
sarò affiancato in Gesù Cristo e risorgerò libero in lui. Ora incatenato
imparo a non desiderare nulla.
Raggiungere il
Cristo
V,1. Dalla Siria
sino a Roma combatto con le fiere, per terra e per mare, di notte e di
giorno, legato a dieci leopardi, il manipolo dei soldati. Beneficati
diventano peggiori. Per le loro malvagità mi alleno di più "ma non per
questo sono giustificato". 2. Potessi gioire delle bestie per me preparate e
m'auguro che mi si avventino subito. Le alletterò perché presto mi divorino
e non succeda, come per alcuni, che intimorite non li toccarono. Se incerte
non volessero, le costringerò. Perdonatemi, so quello che mi conviene. 3.
Ora incomincio ad essere un discepolo. Nulla di visibile e di invisibile
abbia invidia perché io raggiungo Gesù Cristo. Il fuoco, la croce, le belve,
le lacerazioni, gli strappi, le slogature delle ossa, le mutilazioni delle
membra, il pestaggio di tutto il corpo, i malvagi tormenti del diavolo
vengano su di me, perché voglio solo trovare Gesù Cristo.
Imitare la passione
del Cristo
VI,1. Nulla mi
gioverebbero le lusinghe del mondo e tutti i regni di questo secolo. È bello
per me morire in Gesù Cristo più che regnare sino ai confini della terra.
Cerco quello che è morto per noi; voglio quello che è risorto per noi. Il
mio rinascere è vicino. 2. Perdonatevi fratelli. Non impedite che io viva,
non vogliate che io muoia. Non abbandonate al mondo né seducete con la
materia chi vuol essere di Dio. Lasciate che riceva la luce pura; là giunto
sarò uomo. 3. Lasciate che io sia imitatore della passione del mio Dio. Se
qualcuno l'ha in sé, comprenda quanto desidero e mi compatisca conoscendo
ciò che mi opprime.
L'amore crocifisso
VII,1. Il principe
di questo mondo vuole rovinare e distruggere il mio proposito verso Dio.
Nessuno di voi qui presenti lo assecondi. Siate piuttosto per me, cioè di
Dio. Non parlate di Gesù Cristo, mentre desiderate il mondo. Non ci sia in
voi gelosia. 2. Anche se vicino a voi vi supplico non ubbiditemi. Obbedite a
quanto vi scrivo. Vivendo vi scrivo che bramo di morire. La mia passione
umana è stata crocifissa, e non è in me un fuoco materiale. Un'acqua viva mi
parla dentro e mi dice: qui al Padre. 3. Non mi attirano il nutrimento della
corruzione e i piaceri di questa vita. Voglio il pane di Dio che è la carne
di Gesù Cristo, della stirpe di David e come bevanda il suo sangue che è
l'amore incorruttibile. Scrivo secondo la mente di Dio
VIII,1. Non voglio
più vivere secondo gli uomini. Questo sarà se voi lo volete. Vogliatelo
perché anche voi potreste essere voluti da Lui. Ve lo chiedo con poche
parole. 2. Credetemi, Gesù Cristo vi farà vedere che io parlo sinceramente;
egli è la bocca infallibile con la quale il Padre ha veramente parlato. 3.
Chiedete per me che lo raggiunga. Non ho scritto secondo la carne, ma
secondo la mente di Dio. Se soffro mi avete amato, se sono ricusato, mi
avete odiato.
Congedo
IX,1. Ricordatevi
nella vostra preghiera della Chiesa di Siria che in mia vece ha Dio per
pastore. Solo Gesù Cristo sorveglierà su di essa e la vostra carità. 2. Io
mi vergogno di essere annoverato tra i suoi, non ne sono degno perché sono
l'ultimo di loro e un aborto. Ma ho avuto la misericordia di essere
qualcuno, se raggiungo Dio. 3. Il mio spirito vi saluta e la carità delle
Chiese che mi hanno accolto nel nome di Gesù Cristo e non come un viandante.
Infatti, pur non trovandosi sulla mia strada fisicamente mi hanno preceduto
di città in città.
X,1. Questo vi
scrivo da Smirne per mezzo dei beatissimi efesini. Con me tra molti altri vi
è Croco, nome a me caro. 2. Credo che voi conoscerete coloro che mi hanno
preceduto dalla Siria a Roma nella gloria di Dio. Avvertiteli che sono
vicino. Tutti sono degni di Dio e di voi: è bene che li confortiate in ogni
cosa. Vi scrivo nove giorni prima delle calende di settembre. Siate forti
sino alla fine nell'attesa di Gesù Cristo.
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21
aprile 2018
a cura di
Alberto
"da Cormano"
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