Benedetto e lo Pseudo-Basilio

Adalbert de Vogüé

 

Estratto da “A Critical Study of the Rule of Benedict” (Uno studio critico della Regola di Benedetto) - Volume 2

New City Press 2014

(libera traduzione dall’inglese)

 

Benedetto e lo Pseudo-Basilio

Per completare lo studio di questo preambolo, dobbiamo confrontarlo con un testo Pseudo-Basiliano che gli assomiglia notevolmente. Ecco l'inizio di questa Admonitio 1) a fianco del testo di Benedetto:

Pseudo-Basilio

Benedetto

Audi, fili, admonitionem Patris tui

 

et inclina aurem tuam ad uerba mea

 

et accommoda mihi libenter

auditum tuum

 

et corde credulo cuncta quae

dicuntur ausculta.

 

Cupio enim te instruere

 

 

quae sit spiritalis militia

 

 

et quibus modis regi tuo militare

debeas.

Obsculta, o fili, praecepta magistri,

 

et inclina aurem cordis tui

 

et admonitionem pii patris

libenter excipe

 

et efficaciter comple..

 

 

Ad te ergo nunc mihi sermo

dirigitur,

quisquis abrenuntians propriis

voluntatibus,

 

Domino Christo uero regi

militaturus, oboedientiae

fortissima atque praeclara

arma sumis.

 

È evidente che uno di questi due testi ha ispirato l'altro, ma chi è il primo? L’Admonitio sicuramente esisteva nel VII secolo, come viene citato dal Defensor di Ligugé. *) Ma, dato che la sua autenticità basiliana è più che dubbia, nulla dimostra che esisteva al tempo di Benedetto. Solo un confronto dei due testi sarà in grado di rivelare il loro rapporto. Questo confronto esige che si prende in considerazione un testo dai Proverbi che sembra aver suggerito le prime due righe:

 

Fili mi, ausculta sermones meos

et ad eloquia mea inclina aurem tuam (Prov 4,20).

 

In questo testo della Vulgata la parola ausculta richiama la frase di Benedetto ma, ad eloquia mea corrisponde alla frase di Basilio (ad uerba mea). Tenendo conto delle possibili varianti nella versione dei Proverbi e la presenza di obsculta nel Prologo del Maestro, ci sembra che lo Pseudo-Basilio abbia la maggior possibilità di leggere direttamente e di essere ispirato dal testo Scrittura. Dunque, Benedetto dipende dall’Admonitio. A sostegno di questa conclusione si noterà una maggiore simmetria dello Pseudo-Basilio. Le quattro righe hanno quasi lo stesso numero di sillabe (14-13-15-15), mentre Benedetto registra molte varianti, alcune righe sono lunghe quasi il doppio delle altre (12-10-17-18). 2) Inoltre, nella prima riga, patris (Basilio) corrisponde meglio a fili di quanto non faccia magistri (Benedetto). 3) Pertanto, le parole admonitionem patris sembrano essere state in origine nella prima riga (Basilio), piuttosto che nella terza (Benedetto).

Senza sopravvalutare il valore probatorio dei diversi indicatori, si può ragionevolmente dire, fino a prova contraria, che Basilio è la fonte di Benedetto. In questa ipotesi, si vede come Benedetto abbia combinato il Prooemium dello Pseudo-Basilio ed il Prologo del Maestro. Si ricorderà che il Maestro può aver fornito diverse parole a Benedetto, in particolare praecepta, che manca in Basilio, e magistri, che allude forse alle formule di risposta della RM.

Ma, soprattutto, il Prologo del Maestro ha suggerito il tema di azione che è raffigurato nell'ultima riga di Benedetto. Benedetto trova il tema dell’attenzione in entrambi i suoi modelli, ed è questo che ci permette il confronto. Rispetto allo Pseudo-Basilio, la cui influenza è dominante, la redazione Benedettina è più originale e vigorosa: la sua forma è più varia e meno soggetta alla regola biblica del parallelismo. Per quanto riguarda i contenuti, si noteranno i consigli di interiorità (cordis) 4) e di tenerezza (pii).

Dopo la seconda strofa, influenzata esclusivamente dal Maestro, la RB concorre ancora una volta con l’Admonitio per quanto riguarda il "servizio del re". Pertanto, l’Admonitio è la fonte di questa metafora che è completamente assente nella RM. E' vero che il preambolo dello Pseudo-Basilio in questa frase non parla di obbedienza o di armi. Ma questi due elementi, in particolare il secondo, compaiono nel suo primo capitolo, che si occupa interamente dell’"esercito spirituale". Pertanto, solo gli aggettivi attributivi fortissima e praeclara sono particolari a Benedetto. La nota vibrante con cui risuonano corrisponde con l'emozione che passa attraverso pii. Mentre l'aggettivo attributivo uero regi 5) non si trova come tale nell’Admonitio, esso riflette il pensiero del suo primo capitolo: Cristo è un re "celeste", infinitamente superiore ai re della terra.

È questo il grado di influenza dell’Admonitio? Forse si esercita di nuovo nella prossima frase di Benedetto che ammonisce di pregare. Infatti, alla fine del suo capitolo De oratione, lo Pseudo-Basilio scriverà: Quodcumque opus inchoaueris, primo inuoca Dominum, et ne desines gratias agere, cum perfeceris illud. 6) Anche se la stessa idea si trova nel Maestro, la coppia inchoas ... perfici lega Benedetto in modo più particolare a Basilio. Tuttavia, il significato del secondo di questi termini è diverso nei due autori: nel primo, è Dio che lo "porta a termine"; nel secondo, è l'individuo. Pertanto, ci si può azzardare solo a dire che Benedetto ricorda questa frase dallo Pseudo-Basilio, soprattutto dal momento che appare molto più tardi nell’Admonitio.

Se ci limitiamo a ciò che sembra certo, Basilio ha tuttavia contribuito non meno del Maestro alla composizione del Prologo benedettino. Il suo breve Prooemium – ne abbiamo riprodotto quasi la metà - coincide meglio con l'intento di Benedetto di quanto non facciano i lunghi passaggi introduttivi della RM. Pertanto, serve come modello e quadro per riassumere quest'ultimo. Quando si confrontano Benedetto e Basilio, ciò che più colpisce è che quest’ultimo si accontentò di richiamare semplicemente l'attenzione al suo insegnamento e di indicarne il tema. Seguendo il Maestro, Benedetto ne chiede anche l'attuazione: effaciter comple. Inoltre, egli raffigura l'ascoltatore nell'atto stesso dell’arruolamento e della presa delle armi. Il servizio non è più solo un obiettivo didattico del Maestro. Esso ha già ispirato il discepolo a prendere un impegno. Questo atteggiamento di impegno è rievocativo di quello dei nuovi battezzati alla fine della parabola della primavera (Mandi il tuo spirito, sono creati, e rinnovi la faccia della terra. Sal 104,30. Ndt.). Se l'immagine militaresca viene da Basilio, il presunto dinamismo del lettore si trova solo nella RM.

 

Note

1) PL 103, 683-700, un testo critico è stato curato da Paul Lehmann, Die Admonitio S. Basilii ad Filium spiritale (Monaco di Baviera: Verl. der Bayerischen Akad. der Wiss. 1955), 3-63. Vedere anche E. Manning, "L’Admonitio S. Basilii ad filium spiritualem et la Règle de San Benoit" Revue d'Ascétique et de Mystique (RAM) 42 (1966): 475-479 questi due autori suppongono che esso sia un autentico lavoro di Basilio, probabilmente tradotto da Rufino, Io sono d’accordo con J. Gribomont, In Tom. 31 PG, p, 13, nel pensare che non è da Basilio

(Si veda anche l'articolo: "Pseudo-Basilio, De admonitio ad filium spiritualem" di J. F. LePree. Ndt.)

(Testo litaliano completo "Ammonizione ad un figlio spirituale". Aggiunto dal traduttore.)

*) DEFENSOR di Ligugé (o Grammaticus). - Monaco del monastero di Ligugé (diocesi di Poitiers) che ad istanza del suo superiore Ursino mise insieme dalle sue letture un florilegio di sentenze che intitolò Liber scintillarum. La materia dell'opera deriva con qualche libertà di forma dalla Sacra Scrittura e dai Padri della Chiesa, da Flavio Giuseppe nella versione detta di Egesippo, dalle Collationes di Cassiano, dalle Vitae Patrum. (Da “Enciclopedia Treccani”. Ndt.)

2) Nella frase seguente, le variazioni sono equivalenti: 10-10-16 (Basilio) e 13-14-13-19 (Benedetto).

3) Questa coppia (fili/patris) si trova in Proverbi 1,8; 4,1: 6,20.

4) L’espressione aurem cordis è comune nella letteratura precedente. Ad esempio, vedere Agostino, Serm, 132.1; Conf. 1.5; 4.11.16; 4.15.27, ecc.; Leone Magno, Serm. 29,1; Giovenco, Libri Evang. II.814; III.147.

5) Anche questa è un'espressione comune. Vedere Sacram. Veron. 182, Mohlberg, p. 23.21-22; Arnobio, Ad Gregor. 10; Passio Sebasiani 26. Cfr. Gerolimo, Adu. Jouin. I.35 (ueri imperatori Christo); Ep. 60.10 (suo regi).

6) Pseudo Basilio, Admon. 11. La generalità del precetto (quodcumque opus) ricorda il quidquid agendum di Benedetto.


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1ottobre 2016                a cura di Alberto "da Cormano"        Grazie dei suggerimenti       alberto@ora-et-labora.net