STORIA DELL’ORDINE TRINITARIO
Prelevato dal sito “trinitaridematha.org”
il 17 ottobre 2011.
(Sito non più raggiungibile)
A cura della Provincia Italiana dell'Ordine degli Scalzi della SS. Trinità,
Roma.
1. Ordine Trinitario: Le origini
Chiarite ormai le riserve dei Bollandisti (Acta
Sanctorum) e di Paul Deslandres (L’Ordre
des Trinitaires pour le rachat des captifs (1903)), i quali, criticando
le falsificazioni e amplificazioni introdotte nella storia delle origini
dell'Ordine da parte di scrittori trinitari dei sec. XVII - XVIII, erano
arrivati a porre in dubbio anche documenti di sicura autenticità, le origini
dell'Ordine trinitario possono essere così sintetizzate.
1.1. La visione del 1193
Una visione - secondo una narrazione anonima del sec. XIII ('vidit
maiestatem Dei') e il testo di una addizione di poco posteriore al
'Liber de adventu fratrum Minorum in
Angliam' del francescano Tommaso da Eccleston ('apparente
sibi Christo Jehsu') - durante la prima messa di san Giovanni de Matha,
celebrata a Parigi il 28.1.1193, è alla radice della fondazione dell'Ordine.
Questo fatto avrà il conforto dell'adesione di Innocenzo III e di altri suoi
successori, e rimarrà la costante storica e di tradizione dell'Ordine, che
ne motiverà le rappresentazioni iconografiche, tra cui - di importanza
eccezionale - il mosaico coevo posto in facciata esterna sulla porta
principale della fondazione di San Tommaso in Formis a Roma (circa 1210).
1.2. L'esperienza di Cerfroid
Dopo questa illuminazione, il fondatore si ritirò a Cerfroid, una località
della regione di Valois, a circa 80 km nord - est di Parigi e allora diocesi
di Meaux, conducendovi vita solitaria con alcuni eremiti già presenti nel
luogo, il più importante dei quali è stato san Felice di Valois.
Non si sa per quanto tempo Giovanni de Matha sia rimasto a Cerfroid, ma
fissando la data del proposito in coincidenza con la sua prima messa, si può
opinare che la sua permanenza in questo bosco si sia protratta per 4 o 5
anni. Gli elementi essenziali di questa esperienza si possono così
riassumere: Giovanni de Matha, magister dell'università di Parigi, si è
mantenuto in relazione con la Chiesa di Parigi, facendo conoscere la sua
comunità, ormai costituita come 'domus';
a Cerfroid si delinea e si irrobustisce una osservanza di vita regolare; la
comunità avvia nuove fondazioni a Bourg - la - Reine (dioc. di Parigi) e a
Planels (dioc. di Meaux).
Il complesso di queste date ha fatto sì che vari
Chronicon o
Annales del sec. XIII abbiano
offerto varietà di datazione attorno all''incepit'
dell'Ordine. Fra tutti citiamo gli
Annales Novesienses, che datano l'origine dell'Ordine attorno al 1195,
sottolineandone la finalità di approccio disarmato e umanitario con il mondo
dei Saraceni.
1.3. L'approvazione pontificia
La lettera di papa Innocenzo III del 16.5.1198, sette mesi prima
dell'approvazione della regola, parla dell'esistenza di uno stile di vita
già praticato nelle case presenti a quella data: il Papa parla, infatti, di
'ordo'. Secondo le fonti finora
note, il 1198 è l'anno dei primi contatti diretti di Giovanni de Matha con
la S. Sede. Sappiamo di due suoi viaggi a Roma durante quest'anno,
testimoniati dalla fonte narrativa dell'Anonimo e dalle due lettere di
Innocenzo III, del maggio e del dicembre del 1198.
Con la protezione apostolica concessa da Innocenzo III alle case dell'Ordine
esistenti nel maggio 1198 e con l'approvazione della regola il 17.12.1198,
l'Ordine diviene di diritto pubblico.
Racconto anonimo del secolo decimo terzo:
'Sulla fondazione dell'Ordine della
Santissima Trinità' (Bibliot. Nazion. Di Parigi: cod. ms. lat. 9753,
fol. 10, V).
Questo fu l'inizio e lo scopo per il quale fu istituito l'Ordine della Santa
Trinità e degli schiavi; questo il miracolo e l'ispirazione della sua
fondazione.
C'era a Parigi un buon chierico, reggente in teologia, di nome Prevostino,
che godeva reputazione di filosofo; sotto di lui iniziò e poi resse la
stessa facoltà di teologia, un altro maestro, che si chiamava Giovanni di
Provenza: uomo timorato di Dio, che serviva il Signore giorno e notte.
Fin dalla fanciullezza egli portava in cuore un forte desiderio di
abbracciare la vita religiosa, senza però precisa idea in quale famiglia
entrare. Per la sua assiduità al servizio di Dio, veniva spesso schernito
dai suoi compagni, ed allora, pensando come conservare la pace con loro e
meglio servire Dio, decise di accedere al sacerdozio, e di fatto si fece
ordinare, avendo così un motivo più plausibile per recitare la Liturgia
delle Ore e dedicarsi più liberamente alla preghiera.
Pregava insistentemente e con amore perché il Signore gli volesse indicare
in quale famiglia religiosa fosse meglio entrare. Intanto, giunto il giorno
della sua prima messa, pregò il vescovo di Parigi, l'abate di san Vittore e
il suo maestro Prevostino di voler partecipare alla celebrazione. Erano
inoltre presenti alla cerimonia tutti i grandi di Parigi. Durante la
celebrazione dell'Eucarestia, al momento della consacrazione, supplicò il
Signore di volergli benevolmente indicare in quale ordine religioso dovesse
entrare per la sua salvezza. Nell'alzare gli occhi al cielo, vide la gloria
di Dio e il Signore che teneva nelle sue mani due uomini con le catene ai
piedi; dei due, uno era nero e deforme, l'altro bianco e macilento. Poiché
indugiava lungamente nella consacrazione, il vescovo, l'abate e il maestro
Prevostino con tutti gli altri presenti si domandavano con stupore che cosa
stesse accadendo. Guardando verso il cielo, sia il vescovo che l'abate e il
maestro Prevostino videro la stessa cosa e glorificarono il Signore; poi lo
destarono ed egli, riavutosi, continuò la celebrazione.
Terminata la messa, gli chiesero che cosa avesse visto; egli manifestò la
visione avuta e glorificò il Signore. Allora anche gli altri testimoniarono
di aver avuto la stessa visione. Riflettendo Giovanni dentro di sé, e poi
con il vescovo di Parigi e l'abate di san Vittore sul significato della
visione, stabilirono la Regola secondo la quale dovevano vivere e tutte le
altre cose in essa contenute. Poi, desiderando il vescovo e gli altri che
detta Regola fosse approvata dal Papa, il vescovo stesso scrisse al Santo
Padre, dicendo che il latore della lettera era degno di fede, perché la
visione era vera, e consegnò la lettera al maestro Giovanni di Provenza.
Giovanni a sua volta, si mise presto in viaggio verso Roma, passando per una
località chiamata Cerfroid. Ivi dimoravano quattro eremiti, essi gli
domandavano con insistenza dove andasse e perché volesse andare a Roma; alle
loro insistenze, egli rivelò loro il motivo. Allora gli eremiti, lieti per
tale notizia, affinché l'Ordine e il suo scopo potessero essere realizzati,
offrirono a Dio e all'Ordine se stessi e quanto avevano. Quindi, il maestro
Giovanni, andò a Roma, si presentò al Papa, gli mostro le lettere
commendatizie, e gli narrò la visione avuta. Il Papa non gli credette e lo
reputò pazzo insieme al vescovo che attestava tali cose. Giovanni se ne
tornò a Parigi. Ma non molto tempo dopo, anche il Papa, mentre celebrava,
ebbe la stessa visione del maestro Giovanni e, spiacente per non aver
accolto la sua richiesta, mandò dei messi per rintracciarlo e perché lo
riconducessero presto alla sua presenza; ma i messi non lo trovarono. Allora
il Papa esclamò: Che me lo mandi il Signore!
Più tardi, quel sant'uomo, tornando a Roma, fu ricevuto dal Papa ed ottenne
quanto desiderava. Siano rese grazie a Dio!
Così, nell'anno 1198 ebbe inizio l'Ordine della Santissima Trinità.
2. Contatti con l'Islam
L'8.3.1199 si rivela una data importante nel contatto tra la cristianità e
il mondo dell'Islam, allorché Innocenzo III scrisse al capo degli Almohadi
'regi Marrochetano' e presentò,
con presumibile interesse e compiacimento, l'alternativa della cristianità
espressa attraverso l'Ordine, per tentare sia un aggancio pacifico sia una
nuova modalità per risolvere il problema della cattività. Questa lettera è
emblematica nel suo disegno pacifico di una soluzione, proprio perché lo
stesso Innocenzo III il 28 aprile dello stesso anno invitava i religiosi di
Calatrava ad armarsi per risolvere il contrasto con i Saraceni.
3. Interventi dei Papi
Le lettere dei papi, oltre che ribadire l'esenzione e raccomandare le opere
dell'Ordine, vogliono indurre il clero ad agevolarne la divulgazione.
Notevole è il documento di Clemente V, del 1309, con cui il Papa assunse
l'Ordine, persone e beni, 'in ius et
proprietatem Beati Petri et Apostolice Sedis'. Significativa è la
lettera di Clemente VI del 1343: i Trinitari si erano rivolti al Papa per
denunziare il fatto che alcuni sacerdoti non li volevano ricevere e talora
li scacciavano dalle loro chiese, mentre altri erano giunti a esigere una
parte delle offerte e a impedire il versamento dei legati contenuti nei
testamenti dei loro parrocchiani. Il Papa intervenne minacciando di
scomunica tali sacerdoti, se fossero rimasti ostinati. Nella medesima
lettera, Clemente VI confermò l'indulgenza di 3 anni e di 40 giorni e
concesse che i confratelli e le consorelle che davano una certa quantità dei
loro beni all'Ordine potessero scegliersi come confessore un sacerdote
idoneo.
4. Espansione dell'Ordine
In Europa l'Ordine si estese dal nord della Francia verso il sud e, seguendo
una curvatura mediterranea, si espanse verso la Castiglia e verso le coste
mediterranee della Spagna, secondo gli spazi offerti dalla riconquista.
L'estensione si propagò verso le isole britanniche. L'entusiasmo del tempo
del primo sviluppo e la purezza di applicazione della regola furono
riconosciuti ed evidenziati particolarmente dal card. Giacomo da Vitry e dal
generale dei Frati Predicatori, Umberto de Romans.
Come fatto di rilievo del sec. XIII si può ricordare la celebre bolla
Adaperiat Dominus del 1272,
inviata, sotto la data del 31.3. e del 25.8., da Gregorio X alle più grandi
potenze marittime del tempo; in ordine: capitani, consiglio e comune di
Genova, viguier (dal lat. vicarius «vicario»)
della città di Marsiglia, consiglio e comune di Venezia, doge di Venezia,
podestà, consiglio e comune di Pisa e, il 25 agosto, ai consoli e all'intero
popolo della città e borgo di Narbona; al governatore e città di
Montpellier.
Secondo il Chronicon di Alberico
delle Tre Fontane, scritto nella prima metà del sec. XIII, i Trinitari
avevano allora piccole comunità in Francia, Lombardia, Spagna e anche oltre
mare 'usque ad sexcentas', e
alcune di esse erano 'personis multis
abundantes'.
5. Capitolo Generale: Cerfroid
Il capitolo generale, tenuto a Cerfroid il 24.4.1429, rappresenta un
luminoso punto di riferimento per la vita dell'intero Ordine. Di fatto, esso
emanò le costituzioni valide per tutto l'Ordine, prima delle legislazioni
particolari per le varie zone geografiche. Esse stabilirono che chi voleva
andare a redimere, chiedesse il permesso al ministro maggiore; che la
tassazione della terza parte fosse rimessa ogni anno
'totaliter et integre'; che dal
1430 ogni 10 anni si facesse un computo esatto del reddito, perché così si
potesse avere una giusta e ragionevole tassazione della terza parte; che in
ogni casa 'hospitalitatem sectantes'
si preparassero convenientemente sei letti per i poveri.
L'espansione dell'Ordine segue i tempi della riconquista e l'importanza
delle zone per le redenzioni. Tra i principali insediamenti possiamo
ricordare: Parigi, Fontainebleau, Poitiers, Toulouse, Lérida, Burgos,
Segovia, Toledo, Santarém, Lisbona, Alvito, quindi Avignone, Arles,
Marsiglia, St-Gilles, Montpellier, Narbona, Palma di Maiorca, Valencia. Fra
gli insediamenti del nord - Europa notiamo: Vianden, Meaux, Bastogne, Arras.
In Gran Bretagna: Knaresborough, Thelsford, Ingham, Hounslow. L'Italia si
trova quasi sprovvista di insediamenti trinitari: è un caso a parte la
fondazione romana di San Tommaso in Formis, sul Celio, donazione di papa
Innocenzo III a Giovanni de Matha.
6. Decentramento dell'Ordine
Le caratteristiche principali di questo periodo consistono in una sorta di
decentramento. Le province acquistano importanza e dal 1429 notiamo gli
'Statuta Ordinis pro Hispaniae
Provinciis a capitulo generali anno 1429 Cervifrigidi habito approbata'.
Ogni 5 anni si inviavano procuratori al capitolo generale perché gli statuti
regionali rimanessero conformi con gli statuti generali.
Dalla fine del sec. XV i capitoli provinciali avranno una frequenza
triennale. Ogni casa provvedeva ai suoi novizi, come in precedenza, secondo
la regola. Seguendo l'esempio della Francia, i cui studenti si recavano,
dalle quattro province del nord, a Parigi per gli studi, anche in Spagna si
prende la decisione di inviare gli studenti a Valladolid. Sembra che nella
prima metà del sec. XVI si accettassero vocazioni anche tra gente che non
sapeva né leggere né scrivere; per questa ragione, l'apertura verso gli
studi, al di là della dipendenza dalle provocazioni umanistiche e l'esempio
del ministro maggiore Roberto Gaguin (che organizzò una ricca biblioteca a
S. Maturino a Parigi), è da attribuire alla necessità di migliorare il
livello culturale che risultava scadente. La casa di S. Maturino arrivò a
essere uno degli abituali centri di riunione per le attività accademiche
dell'università di Parigi.
7. Secolo XVI - XVII le riforme nell'Ordine
La corrispondenza di varie nunziature europee con la S. Sede, a partire
dalla seconda metà del sec. XVI, illumina sulle riforme che ci si aspettava
dall'Ordine. Le lamentele più significative sull'Ordine si riferivano alla
condotta dei generali che si dedicavano alla predicazione e disattendevano
la visita delle province; il mancato impegno nell'opera redentiva e la
dispersione in altre opere; il mancato impiego dell'investimento della terza
parte.
a) La riforma portoghese. Tra le riforme sorte in questo periodo, prima in
ordine di tempo fu quella del Portogallo. Essa ebbe origine dalla generale
riforma di tutti gli Ordini religiosi in detta nazione, desiderata dal re
Giovanni III e ordinata da papa Paolo III, come risulta dalle lettere
apostoliche del 21.9.1546 che vennero comunicate, per ultimo, anche ai
Trinitari.
L'Ordine aveva in Portogallo una sola provincia con 8 conventi, nei quali
l'osservanza regolare non si era rilassata. I Trinitari riformati
portoghesi, però, non costituirono una congregazione separata dal ramo
primitivo, continuarono a essere una semplice provincia dell'Ordine, con
superiori propri, ma alle dipendenze del generale che allora risiedeva a
Parigi. Continuarono a seguire la regola mitigata del 1267 con esclusione
delle dispense a essa posteriori. Principale innovazione da loro introdotta
fu che le nomine agli uffici dovevano essere triennali e non a vita. Primo
provinciale fu p. Rocco dello Spirito Santo. Egli riuscì a ottenere dal re
la restituzione del diritto di organizzare liberamente la redenzione dei
captivi: diritto pacificamente da loro esercitato sino dal 1218, quando
giunsero in Portogallo, ma che, nel 1461, per volere del re Alfonso V - come
sopra accennato - , erano stati costretti a sospendere, lasciandolo a
incaricati del Governo
b) La riforma francese. Prese vita dall'esperienza francese di Claudio Aleph
e Giulio de Nantonville. Già eremiti nei dintorni di Laon (Aisne, Francia),
e cacciati di là dagli Ugonotti, i riformati francesi ottennero dall'arciv.
di Rouen di poter dimorare nel romitorio di St. Michel, presso Pontoise (Val
d'Oise). Ivi stettero alcuni anni, durante i quali furono seguiti da una
decina di discepoli, attratti dalla loro vita pia e austera.
Nel 1577 andarono a Roma per chiedere al Papa l'erezione del loro romitorio
in comunità riformata dell'Ordine.
Gregorio XIII, con breve dell'8.3.1578, incoraggiò il loro desiderio; e p.
Francesco Bouchet, procuratore generale dei Trinitari in Roma, impose loro
l'abito dell'Ordine. Tornati in Francia, vennero benevolmente accolti dal
generale Bernardo Dominici che concesse loro di poter compiere il noviziato
nel convento di Cerfroid. Ivi emisero la professione l'8.9.1580; e dopo ciò
tornarono alla loro residenza di Pontoise, che divenne così la prima casa
canonica dei Trinitari riformati in Francia.
La riforma francese avviata nel sec. XVI e rispondente al desiderio generale
dell'epoca, essa incontrò le simpatie delle autorità ecclesiastiche, civili
e l’appoggio
di benefattori.
Al convento di Pontoise si aggiunsero quelli di Caillouet nel 1599 e di
Montmorency nel 1601. In questo anno Clemente VIII approvò definitivamente
la congregazione francese dei Trinitari Riformati.
Con il passaggio alla riforma degli antichi conventi di Tarascon nel 1608, e
di Arles nel 1612, il numero dei conventi riformati salì a 7.
Con il sec. XVII si definiscono le riforme e inizia la scalzatura e con essa
la inevitabile differenziazione tra calzati, riformati e scalzi, sino alla
riunificazione delle varie famiglie, operata nel 1900.
c) Trinitari scalzi spagnoli. In Spagna nella seconda metà del sec. XVI
l'Ordine trinitario era abbastanza fiorente. Contava 3 province con circa 70
conventi e oltre 1.000 religiosi.
Il bisogno di riforma era tuttavia sentito. Chi diede salde basi al
movimento di riforma, dopo gli insuccessi iniziali, fu il trinitario
Giovanni Battista Rico (1561-613), che si chiamò in seguito Giovanni
Battista della Concezione.
Nel capitolo provinciale, adunato in Siviglia nella primavera del 1596, egli
venne eletto ministro della comunità scalza di Valdepeñas (Ciudad Real),
dove aveva preso avvio la riforma. Dopo un anno di superiorato dovette
constatare l'impossibilità di una riforma seria a causa del disimpegno dei
superiori (il provinciale e il vicario generale), e decise allora di partire
per Roma e chiedere alla S. Sede una certa autonomia.
Il 20.8.1599, Clemente VIII istituì la
'Congregatio fratrum reformatorum et
discalceatorum', le cui caratteristiche possono riassumersi nei seguenti
due punti. Legge fondamentale: la regola primitiva dell'Ordine, approvata
nel 1198 da Innocenzo III, rimessa in vigore della
tertia pars destinata al riscatto
dei captivi, ecc. Regolamento provvisorio: i ministri delle case riformate
sarebbero stati alle dipendenze di un visitatore, nominato dal nunzio
apostolico di Madrid, fino alla celebrazione del primo capitolo provinciale,
che sarebbe stato convocato quando la riforma avrebbe avuto almeno 8
conventi con 12 religiosi ciascuno.
Alla morte di p. Giovanni Battista della Concezione (1613), la congregazione
contava 18 conventi. Nel 1614 essa ebbe un vicario generale e nel 1631 il
primo ministro generale, sanzionando così la totale autonomia degli Scalzi
dai Calzati.
8. Nascita della Provincia 'San Giovanni De Matha'
Con rescritto del 5 maggio 1690, da parte della Sacra Congregazione dei
Vescovi e regolari, i tre conventi dei Trinitari scalzi italiani:
S.Ferdinando a Livorno, S.Giovanni De Matha a Falcone e S.Michele a Torino
venero costituiti in Provincia a se stante e indipendente dalle altre
dell'Ordine, sotto l'obbedienza del Ministro Generale dei Trinitari Calzati
dell'antica osservanza.
In virtù del decreto della S. Congregazione dei Vescovi e Regolari, il
Cardinale Protettore dell'Ordine Alderano Cybo, con propria ordinanza del 15
maggio 1690, riceveva la nuova Provincia sotto la sua speciale protezione,
fissava la celebrazione del primo Capitolo Provinciale al giorno 17 giugno
dello stesso anno e ne costituiva presidente
'pro hac vice' il P. Ilario dello
Spirito Santo.
Con altro decreto del 25 maggio 1690, dietro richiesta del P. Amedeo dei
Santi, lo stesso Cardinale Cybo prescriveva alla nuova Provincia Italiana
l'osservanza delle Costituzioni di Clemente X, approvate in data 1 luglio
1676 e professate dalla Congregazione Trinitaria scalza di Spagna. (P.
Bernardino Fratini: 'Provincia di S.
Giovanni De Matha dell'Ordine della SS. Trinità'. Brevi notizie storiche
dei suoi 300 anni di vita. Roma 1990)
9. Le soppressioni nell'Ordine
La fine del sec. XVIII e gli inizi del sec. XIX rappresentano il tempo delle
soppressioni, esili e talora vere persecuzioni vissute e sofferte
dall'Ordine. Tra il 1782 e il 1784 furono soppresse le case nell'impero
austro - ungarico. Malgrado l'eco recente dei viaggi di redenzione del 1785,
in cui furono riscattati 313 captivi insieme ai religiosi della Mercede, la
rivoluzione francese disperse l'Ordine in Francia. Tra il 1809 e il 1810
furono soppressi quasi tutti i conventi della provincia di S. Giovanni de
Matha. Nel 1832 furono soppresse quasi tutte le case della Polonia. Nel
1835, a causa delle scelte di Mendizábal, l'Ordine fu soppresso totalmente
in Spagna. In Italia l'Ordine fu soppresso negli anni 1866 - 73.
Le suddette soppressioni rappresentarono l'anticamera della estinzione per i
Trinitari calzati. Furono ridotti all'unico convento romano di via Condotti,
che fu dato - nonostante le suppliche dei Trinitari scalzi che l'avevano
richiesto per sé ai Domenicani, perché vi istituissero un collegio per la
formazione di missionari spagnoli in partenza per le Filippine. Il p.
Antonio Martín y Bienes, ultimo vicario generale dei Trinitari calzati (mai
più rinati in seguito), morì a Roma il 28.1.1894. L'ultimo trinitario
calzato morì agli inizi di questo secolo. (Si veda in proposito J. Pujana,
Antonio Martín y Bienes, 1806 - 94,
último superior mayor de los Trinitarios Calzados, in Trinitarium 3
[1994] 195 - 229). Tra i Trinitari calzati del sec. XIX merita di essere
ricordato p. Michele Ferrer i Bauçá (1770 - 857), fecondo scrittore che
lasciò una regola per le Trinitarie di Maiorca.
Sopravvissero la comunità di Trinitari spagnoli di S. Carlino alle Quattro
Fontane in Roma, e un gruppo di italiani sia in Roma che altrove, i quali,
pur secolarizzati, restarono come parroci o rettori di chiese ex -
conventuali, rimaste aperte al culto. Passato il furore soppressivo, essi,
tutti Trinitari del ramo scalzo, organizzarono la ripresa dell'Ordine in
Italia e nella Spagna, e agli inizi del sec. XX lo trapiantarono nelle
Americhe e in terra di missione.
10. La restaurazione nell'Ordine
Essa si è effettuata con ripetuti tentativi a seconda dei condizionamenti
politici. Merita attenzione la restaurazione della provincia di S. Giovanni
de Matha dei Trinitari scalzi, sino a procurare, nel 1853, la fondazione
della provincia della Natività dell'Italia del sud, che sarà poi dispersa
nel 1865 e si estinguerà agli inizi del sec. XX. Nel 1847 Pio IX concesse ai
Trinitari la basilica di S. Crisogono in Trastevere. La Provincia della
Natività riprenderà vita nel 1974.
11. Secolo XIX
Il primo generale del tempo dell'unione dei Trinitari dentro e fuori della
Spagna è p. Gregorio di Gesù e Maria. Già nel 1903 sottopose al papa Pio X
il proposito di voler lavorare per il fine primario dell'Ordine
'ad opus redemptionis captivorum apte
restabiliendum'. È con questa motivazione che l'Ordine svolse il suo
apostolato in Somalia dal 1904 al 1924. Già in precedenza, negli anni '80
del sec. XIX, l'Ordine era in contatto con il card. Lavigerie,
particolarmente sensibile al problema della schiavitù. Con queste attività,
però, l'Ordine si poneva nel campo della schiavitù, seguendo l'indirizzo del
tempo. Durante la guerra civile spagnola, vari Trinitari furono uccisi.
Nel clima di nuova vita, dopo il viaggio di fondazione a Cuba nel 1893, in
Cile nel 1902, i Trinitari si recarono negli USA nel 1912, in Argentina nel
1913, in Canada nel 1924, in Madagascar nel 1926.
Un impulso sopranazionale e lungimirante per espandere l'Ordine venne dato
da p. Antonino dell'Assunta (1867 - 1943), ai vertici dell'Ordine per oltre
40 anni e benemerito per le sue ricerche sulla storia dell'Ordine.
Le ultime costituzioni sono state approvate il 17.12.1983, dopo circa 20
anni di riflessioni e convegni sull'aggiornamento. Fra i risultati pratici
si potrà ritenere l'istituzione (1971) di centri permanenti di ricerca nel
campo della storia e della spiritualità.
L'Ordine recentemente si è sentito direttamente interpellato da alcuni
discorsi di Paolo VI e di Giovanni Paolo II che confermano l'attualità del
progetto trinitario di liberazione e denunziano, ancor oggi, la realtà della
sofferenza fisica subita per il nome di Cristo.
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14 giugno 2014
a cura
di
Alberto "da Cormano" alberto@ora-et-labora.net