I sermoni di
Fausto di Riez
Fonte
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Eusèbe d'Émèse e Eusèbe gallican.
Nel vol. 58 della Patrologia
Latina di J. P. Migne, oltre al "De gratia Dei et libero arbitrio" ed a una serie di
Epistolae, si trovano 8
Sermones indirizzati ai monaci.
Inoltre sotto il nome
Faustus Rhegiensis (Incertus) vi sono altri tre
Sermones.
Questi sermoni ai monaci,
chiamati anche omelie, ci sono pervenuti anche nella collezione di Eusebio
Gallicano, monaco e vescovo del VII secolo, ma sono sicuramente da ascrivere
a Fausto.
Eusebio Gallicano (o Eusebio
della Gallia, in latino Eusebius Gallicanus ) è l'autore fittizio di una
raccolta di settantasei sermoni religiosi in latino formatasi in Gallia
durante la tarda antichità o l'alto medioevo. Alcuni manoscritti nominano
l'autore come un misterioso "Eusebio" (che fu identificato nel Medioevo con
Eusebio d'Emesa
[1]),
ma è chiaro che molti di questi sermoni sono dovuti ad uno o più predicatori
attivi in Gallia nel V secolo (con successivi rimaneggiamenti). L'unico nome
proposto all'unanimità è quello di Fausto di Riez.
Questi sermoni sono di vari
tipi: alcuni sono omelie festive, altri commemorazioni di personaggi santi
come Genesio d'Arles, Onorato d'Arles, Massimo di Riez, altri affrontano
questioni morali o punti della dottrina cristiana. Dieci sono indirizzati ai
monaci (formando un blocco, dal n° XXXV al XLIV). La collezione sarebbe
stata costituita come un'antologia di sermoni modello per l'addestramento
dei predicatori. Questi testi non sono molto originali nei loro temi,
nemmeno nelle loro formulazioni, e vi sono molti brani identici o simili che
si ritrovano nell'uno o nell'altro. Alcuni si ritrovano nelle raccolte di
sermoni attribuite a Cesario d'Arles.
Nei manoscritti, le dieci
omelie ad monachos venivano spesso
riprodotte separatamente, a volte senza il nome di un autore, o attribuite a
volte a Fausto di Riez, a volte a Cesario d'Arles, a volte ad Eusebio
d'Emesa. La prima edizione stampata del Rinascimento riguardava queste dieci
omelie e conservava il terzo nome dell'autore:
Divi Eusebii episcopi Emiseni Homiliæ decem ad monachos, veteris
monastices sanctimonia atque eruditione spectabiles ( Colonia , 1531 ).
Nei tempi moderni, la
collezione è stata in qualche modo trascurata dagli studiosi, forse messa in
ombra dalla più grande opera di Cesario d'Arles: l'Eusebio Gallicano è anche
una delle più notevoli mancanze della Patrologia Latina di Jacques Paul
Migne.
Nel
Corpus Scriptorum Ecclesiasticorum Latinorum - CSEL, vol. 21, si trovano 31
sermoni di Fausto di Riez, due dei quali (il 23 ed il 24 indirizzati ai
monaci) sono uguali ai primi due della Patrologia Latina.
[1]
Eusebio d'Emesa, o Eusebio Emeseno, vescovo d' Emesa, oggi Homs,
città della Siria presso il Monte Libano ed
antica sede metropolitana della provincia romana della
Fenicia Seconda (o Fenicia Libanese) nella diocesi civile d'Oriente
e nel patriarcato di Antiochia. Eusebio era nato in Edessa, città
della Mesopotamia, circa nel 300. Fu discepolo di Eusebio di Cesarea
e molto caro all'imperatore Costanzo che l'avrebbe voluto promuovere
alla sede patriarcale di Alessandria; ma Eusebio la rifiutò per
ricevere poco tempo dopo la sede di Emesa. Morì circa nel 359.
Compose diverse opere ed inoltre sono conosciute col suo
nome numerose omelie o sermoni che sono invece più certamente
attribuibili a Bruno di Segni, Eucherio di Lione, Fausto di Riez,
Cesario d'Arles ed altri.
Questa raccolta di omelie è contenuta in certi manoscritti
sotto il nome di un misterioso "Eusebio" che nel Medio Evo è stato
erroneamente identificato in Eusebio d'Emesa.
Questo autore sconosciuto viene inoltre citato come
Eusebio Gallicano o Pseudo Eusebio Gallicano o Pseudo Eusebio
d'Emesa.
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25 marzo 2020 a cura di Alberto "da Cormano" alberto@ora-et-labora.net