LE SENTENZE PER I MONACI DI NOVATO IL CATTOLICO
Autore e data di composizione
Di Fernando Villegas – Estratto e tradotto da "Revue Bénédictine" n. 86 – 1976
Come abbiamo appena visto, la tradizione manoscritta è praticamente
unanime nell'attribuire le Sentenze per i monaci ad un certo Nouatus. Sebbene la
formula di attribuzione sia diversificata, tutti i testimoni concordano sul
termine catholicus che accompagna il nome dell'autore. Notazione
importante, perché vuole scartare fin dall'inizio una possibile confusione con
un altro Nouatus che non sarebbe ortodosso.
Ma tale confusione poteva verificarsi solo in un ambiente ed in un'epoca
in cui si conosceva un eresiarca con lo stesso nome. Pensiamo a questo sacerdote
originario di Cartagine, fuggito a Roma dove semina turbamento nella comunità
cristiana, come dice san Cipriano
[1], e
di cui san Girolamo dice che è all'origine dell'errore di Novaziano
[2].
Ciò accade nella seconda metà del III secolo
[3].
Il nostro Novato sarebbe venuto dopo, ma esattamente quando
[4]?
In assenza di prove antiche, lo storico fu portato a fare congetture.
Così Margarin de la Bigne, nella sua edizione della "Sacra Bibliotheca
Sanctorum Patrum" del 1575 (t. 3, 727), lo collocò tra il 400 ed il 420. Era
situato tra Bacchiario e Martino di Tours. Essendo morto quest'ultimo nel 397,
Margarin si accorse del suo errore e nelle successive edizioni ricollocò Martino
nel IV secolo
[5].
Senza nessun preciso motivo ricollocò di nuovo Novato cronologicamente
prima di Martino (ovvero anch'egli nel IV secolo).
Nello stato attuale delle ricerche, nulla consente di cogliere nel testo
stesso dei dati utili per la datazione dell'opera
[6].
Solo l'identificazione della Regola-centone del manoscritto E con la Regola
di Eugippio, fornisce un punto di riferimento importante. Se l'abate del
Lucullanum scrisse la sua Regola tra il 530 e il 535
[7],
l'opera di Novato, che egli riproduce, precede questa data.
L'autore delle Sentenze per i monaci sarebbe un
ecclesiastico, sacerdote o vescovo, che aveva l'abitudine di rivolgersi ai
secolari (cfr. v. I) e che scrisse quest'opera al più tardi nel corso del primo
quarto del VI secolo
[8].
[1]
Cfr. CIPRIANO, Ep. LII (49), n. 2 et 3.
[2]
GEROLIMO, De uiris ill. 70 : Nouatianus, Romanae
urbis presbyter ... Huius auctor Nouatus, Cypriani presbyter ... ;
cfr Ep. 77, 4.
Girolamo distingue bene Novato (Nouatus) da Novaziano
(Nouatianus) come fanno normalmente le fonti latine, al contrario di
quelle greche che non distinguono i due personaggi; cfr É. AMANN, art.
Novatien et novatianisme, DTC,
soprattutto le col. 831 et 832 (cfr. 829, § II, n° 2).
[3]
L'affare di Novaziano ha lasciato molte tracce nella letteratura
ecclesiastica.
Cfr. FILASTRIUS, Diuersarum hereseon liber, 82 (54),
I
(CCSL
9, 252) (Clavis 121) ;
89 (61), 3 (ibid. p. 256) ; PSEUD.
HEGEMONIUM, Aduer. haer., CCSL 9, 328, 1. 64-67
(Clavis 122) ; TYRANII RUFINI, Exp. symb. 37 (CCSL 20,
173) (Clavis 196) ; AUGUSTINUS, De utilit. Ieiun. 9 (11);
GREGORIUS MAGNUS, In lib. I Reg. II, 157-158 (CCSL 144,
203) ...
[4]
Il nome di Novato (Nouatus) era
comune nei circoli cristiani del tempo; solo nell'opera di Agostino
possiamo trovarne cinque. Non si può attribuire il testo all'uno o
all'altro senza avere delle prove.
[5]
Cfr.
Magna bibliotheca veterum patrum et antiquorum scriptorum
ecclesiasticorum,
Cologne
1618, t. 4, 931 ; R. CEILLIER, Histoire générale des auteurs sacrés
et ecclésiastiques, Paris 1860, t. 6, p. 331 et s., n° 23-25.
[6]
Secondo B.
FISCHER (cfr Clavis 1154, e Vetus latina, Sigel für
Kirchenschriftsteller, I/I, Herder, Fribourg 1963, p. 385), l'autore
utilizza i Tractatus in Iohannem di Agostino e avrebbe scritto
dopo il V° secolo.
[7]
Cfr. A. de Vogüé,
Regula Eugippii, Praefatio in "Corpus
Scriptorum Ecclesiaticorum Latinorum", Vol.
LXXXVII a cura di Fernando Villegas e Adalbert de Vogüé
– ed. Vindobonae - Hölder-Pichler-Tempsky 1976.
[8]
Cfr. A. de Vogüé, Novati
Sententia de Humilitate et Obedientia, in G. Pelliccia - G. Rocca
(edd.), Dizionario degli Istituti di Perfezione, VI, Roma 1980, col.
441-442.
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