
    Il presente numero de L'Inchiesta on Line è stato reso 
disponibile dalla redazione del Corriere del Sud Lazio.
Secondo Mondadori le ossa di S. Benedetto 
e Santa Scolastica si trovano... in 
Francia 
di Emilio Pistilli 
Credo che un colosso dell'editoria italiana come è 
Mondadori possa permettersi il … lusso di servirsi di studiosi seri ed 
affidabili nelle sue attività editoriali. Ma così pare non sia stato dal momento 
che si lascia correre e propagare un vero e proprio falso storico. Secondo 
l'ignoto redattore della "Storia Universale: dalla preistoria alla seconda 
guerra mondiale", edita in Cd-Rom per i lettori del settimanale Panorama, i 
corpi di S. Benedetto e della sorella S. Scolastica non si troverebbero in 
Montecassino, dove tutto il mondo cattolico va a venerarli, ma in Francia. Ecco 
quanto dice letteralmente il testo: "il corpo di S. Benedetto e quello della 
sorella Santa Scolastica vennero abbandonati alle devastazioni longobarde; le 
reliquie sarebbero state poi recuperate nel VII secolo da alcuni monaci galli e 
trasportate presso l'abbazia di Fleury-sur-Loire, dove si trovano tuttora". 
Dunque, se il documentatissimo storico di Mondadori dice il vero, i milioni di 
pellegrini che si accingono a visitare la tomba del patriarca d'Europa nel 
prossimo anno giubilare saranno vittime di una vera e propria turlupinatura: 
andranno a prostrarsi dinanzi ad una tomba vuota! Non scherziamo! Il Nostro 
evidentemente con i suoi studi si è fermato al medioevo ed esattamente all'VIII 
e IX secolo, quando si favoleggiava di fantastiche traslazioni di ossa di santi 
da ogni parte d'Italia verso la Francia. Secondo tali tradizioni - prive di ogni 
fondamento storico - alcuni pellegrini francesi, approfittando dello stato di 
abbandono del monastero di Montecassino, seguito alla devastazione dei 
Longobardi tra il 577 ed il 589, avrebbero trafugato le ossa dei due santi 
fratelli per trasportarle a Fleury; di lì le ossa di S. Scolastica sarebbero poi 
state traslate a Le Mans. Questa notizia, come spesso stranamente accade per 
alcuni falsi storici, ha avuto lunga vita (e continua ad averne, a quanto pare), 
forse perché alimentata dalla cultura transalpina, impareggiabile promotrice di 
se stessa: vedi i codici ultramontani, quasi sempre di origine francese, 
pubblicati nei Monumenta Germaniae Historica (MGH), che alimentano la falsa 
notizia traendola da Paolo Diacono (la fonte primaria per la storia dei 
Longobardi). Questi infatti, alla fine dell'VIII secolo, scrive: "… alcuni 
Franchi, provenienti dalla regione dei Cenomanni o degli Aurelianensi [Le Mans 
ed Orléans], approfittando dell'abbandono in cui ormai da molti anni si trovava 
il monastero di Cassino, dove giace ["requiescit"] il santo corpo del beatissimo 
Benedetto, dopo aver finto di vegliare in preghiera presso i resti del venerando 
padre, ne rubarono le ossa insieme con quelle di sua sorella, la veneranda 
Scolastica, e le portarono nella loro patria, dove per l'occasione furono 
costruiti due monasteri in onore dei due santi". I citati codici MGH trascrivono 
il "requiescit" in "requiescebat": cioè "riposava" anziché "riposa". Paolo 
Diacono si limita a riportare la tradizione francese mostrando, anche, di non 
essere ben informato dal momento che ricollega erroneamente la costruzione dei 
due monasteri all'episodio riferito. Un fatto storico acclarato, invece, è che 
l'abate di Montecassino Optato nel 759, su richiesta di re Desiderio, inviò a 
Leno (Brescia) un gruppo di monaci con alcune reliquie di S. Benedetto, segno 
evidente che le ossa del santo erano ancora a Montecassino: da queste reliquie 
fu preso il radio sinistro riportato a Montecassino nel 1878 e che annualmente 
si porta in processione per le vie della città di Cassino. Altre reliquie poi 
presero varie vie da Montecassino. Non è il caso qui di segnalare tutte le prove 
della permanenza dei resti mortali di S. Benedetto e S. Scolastica a 
Montecassino: troppa letteratura esiste sull'argomento (per tutti rinvio al 
lavoro di T. Leccisotti, Il sepolcro di S. Benedetto, del 1951). Ci si può 
limitare a ricordare le ricognizioni storicamente documentate, come quella del 
1484 operata dal cardinale Giovanni d'Aragona, abate di Montecassino, o quella 
del 1545 fatta dall'abate Girolamo Scloccheto, ancora: quelle del 1637 
dell'abate Simplicio Caffarelli e del 1659 dell'abate Angelo Della Noce. Ma più 
di ogni altra prova o argomentazione vale il ritrovamento fatto nel 1950 (abate 
Ildefonso Rea), durante i lavori di ricostruzione dell'altare maggiore della 
basilica di Montecassino, distrutta dai bombardamenti del 1944. Nella rimozione 
dei materiali utilizzati per l'altare provvisorio del 1945, al di sotto, fu 
rinvenuta la tomba dei due santi, miracolosamente intatta, con una bomba d'aereo 
conficcata a meno di un metro di distanza, inesplosa. Sui sacri resti fu 
effettuata una perizia dal professor Luigi Olivieri e dal dottor Domenico 
Catalano dell'Istituto di Anatomia umana normale dell'Università di Napoli; al 
termine fu redatta una relazione peritale che confermava pienamente 
l'attribuzione delle ossa ai due santi, attribuzione, del resto, già effettuata 
grazie alla ricognizione archeologica del sito. Il ritrovamento ebbe vasta eco 
in tutto il mondo. Ma all'esperto di Mondadori, evidentemente, non è mai 
giunta.Questo falso, poi, fa il paio con quello divulgato da emeriti novelli 
storici contemporanei, secondo i quali il monastero di Montecassino durante il 
secondo conflitto mondiale ospitò truppe tedesche a difesa della Linea Gustav: 
sappiamo, invece, che così non fu; però questo servì come pretesto per la 
distruzione di uno dei più importanti monumenti dell'umanità. 
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22 giugno 2014          
a cura di Alberto "da Cormano" 
alberto@ora-et-labora.net