LA «REGULA MONASTERII TARNANTENSIS
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Estratto da F. Villegas. "La Regula monasterii Tarnantensis. Texte, sources et datation"
Revue Bénédictine Tome LXXXIV N° 1-2 1974 - Abbaye de Maredsous (Belgique)
(Libera traduzione dal francese. Il testo originale è molto più lungo ed ogni affermazione è sopportata da confronti letterari tra le varie regole)
III. Situazione
storica e cronologica della "Regula
Tarnantensis"
La
R Tar fa parte, con le Regole di Cesario e Aureliano d'Arles e
quella di Ferreol d'Uzes, del gruppo delle regole monastiche della Gallia del
Sud-Est. Essa dipende certamente dalla Regola per le monache di Cesario, come
l'ha dimostrato il de Vogüé
[1] a proposito della Regola di
Cesario per le Vergini cap. 9 (Riguardante il divieto di fare i padrini. Ndt.),
una prescrizione di origine pacomiana che si ritrova in tutte le altre regole
del gruppo gallico. Analoghe dimostrazioni si possono fare paragonando alcuni
capitoli della R Tar con la Regola di Cesario per le Vergini e
con Agostino, Ordo Monasterii e Praecepta.
I. La R Tar e la Regola d'Aureliano d'Arles per i monaci
Ugualmente si pone la
questione dei rapporti della R Tar con la Regola d'Aureliano per i
monaci (R Aur M). Proprio alla
fine del suo studio, il de Vogüé segnalava già l'esistenza di indici che
permettevano di presumere una dipendenza della
R Tar dalla
R Aur M.
Di fatto si trovano diversi
passaggi in cui le due regole si incontrano, ma il loro esame non fornisce delle
prove decisive.
Da uno studio approfondito
di queste regole si può certamente pensare ad una relazione di dipendenza
letteraria tra l'opera del successore di Cesario, Aureliano, e la R Tar.
Quanto al significato di questa relazione, ci mancano completamente degli
indizi. Tuttavia, si può notare che Aureliano segue abitualmente Cesario, salvo
un piccolissimo numero di riferimenti, più o meno certi, ad Agostino, Basilio,
Cassiano, se non addirittura al Maestro
[2]. Questa quasi assenza di
riferimenti di Aureliano ad altri autori, al di fuori di Cesario, non favorisce
l'ipotesi di una dipendenza della sua Regola nei confronti della
Tarnantensis. Di contro, l'eclettismo
ben conosciuto dell'autore di quest'ultima, rende molto verosimile le relazione
inversa: la R Tar prende in prestito da quella di Aureliano. Pur mancando una
certezza assoluta, è con certa probabilità che noi indichiamo l'opera di
Aureliano come termine a quo (= a
partire dal quale) per la
datazione della Regula Tarnantensis.
2. La R Tar e la Terza Regola dei Padri
Questo termine
a quo è sicuramente il più preciso che si possa trovare. Senza
dubbio l'autore della R Tar ha
probabilmente conosciuto la Terza Regola
dei Padri (3 RP), ma questa è stata scritta in una data sconosciuta, di cui
si sa solamente che deve essere posteriore al terzo concilio d'Orleans (538)
[3]. Il punto di contatto tra le due
regole è la sentenza della R Tar 6,3,
che sembra ispirarsi alla 3 RP 14,
passaggio che riprende certamente i termini del secondo concilio d'Orleans
(533), canone 21 (Riguardante il fatto di essere colpevoli di fronte al giudizio
sia di Dio, sia dei fratelli. Ndt.).
D’altronde, poiché questo
passaggio della 3 RP dipende dal canone 21 del concilio d'Orleans , si
può concludere che la R Tar è posteriore a questo. Questo è un prezioso indice per
la datazione della piccola compilazione gallica, la 3 RP, che avrebbe
visto le luce prima della Tarnantensis
[4],
verso la metà del VI secolo.
3. La R Tar e la Regola di Ferréol d'Uzès
Il termine
a quo è stabilito, ma quale sarebbe il termine
ad quem (= fino al quale) per la compilazione della R Tar? Per rispondere a
questa questione esaminiamo i suoi rapporti con la Regola di Ferréol d'Uzès.
Questi sono stati studiati un decina di anni fa da L.-R. Delsalle
[5] et G. Holzherr
[6]. Quest'ultimo ha sostenuto, senza
saperlo, una posizione contraria a quella di Delsalle, poiché reputa che la
R Fer è anteriore alla R Tar. Diciamo subito che se gli argomenti
di Delsalle appaiono deboli, quelli di Holzerr non sono probanti. Non sarà
dunque inutile riprendere e completare i lavoro esistenti a questo riguardo.
Da una profonda
analisi letteraria di questi testi si può proporre, con tutte le riserve che si
impongono, la Regola di Ferréol D'Uzes come termine
ad quem per
la datazione della R Tar. Questa sarebbe stata scritta tra il 551, data
della morte del vescovo Aureliano d'Arles, ed il 573, data limite proposta da
Menard e Holzerr per la composizione della Regola di Ferreol
[7].
4. La R Tar e le Regole ispaniche
Bisognerebbe forse ritardare il termine ad quem fino alla seconda metà del VII secolo, per ottemperare alle osservazioni di certi critici che vedrebbero una dipendenza della R Tar dalle due regole della Spagna visigota: quella d'Isidoro, scritta verso il 615-619 [8], e quella di Fruttuoso, verso il 646 [9], così come dal canone 42 del concilio di Toledo IV, nel 633 ?
Gli argomenti
invocati da alcuni studiosi per sostenere questa ipotesi non resistono ad un
attento esame.
In conclusione, la Regula Tarnantensis non dipende assolutamente dalle
regole ispaniche. I punti in comune tra queste regole si spiegano con
l'influenza di fonti comuni, in particolare della Regola di Pacomio,
del resto ben conosciuta in Spagna
[10].
Di conseguenza, non c'è
nessun indizio che ci obblighi a situare la nostra regola al di fuori della Gallia del
Sud-Est, e neppure a spostare il termine
ad quem proposto per la sua data di composizione.
NOTE
[1] A. de Vogüé, La
Règle de Césaire d'Arles pour les moines : un résumé de sa Règle pour
les moniales, in Rev. d'asc.
et de myst. 47 (1971), p. 381-384 e 405-406.
[2]
Si veda A. de Vogüé, art. Regulae
Aureliani, nel Dizionario
Enciclopedico dei Religiosi (Edizioni Paoline, Rome).
[3]
Cfr. A.
de Vogüé,
art. Regula Patrum Tertia, nel
Dizionario Enciclopedico dei
Religiosi (Edizioni Paoline, Rome).
[4]
E non dopo, come indica A. de Vogüé, nel libro
La Règle de saint Benoît, t. 1 (SC
181), p. 30, n. 6.
[5]
Comparaison, datation, localisation relatives des Règles monastiques de
saint Césaire d'Arles, saint Ferréol d'Uzès et de la «Regula
Tarnantensis monasterii», in
Augustiniana II (1961), p.
17-21.
[6]
Regula Ferioli, Ein Beitrag zur Entstehungsgeschichte und zur
Sinndeutung der Benediktinerregel, Benziger
Verlag, Einsiedeln, 1961, p. 92-96.
[7] Secondo A. Calmet,
Commentaire littéral, historique et moral sur la Règle de saint Benoît,
t. 2, Paris, 1734, p. 487 (nell'edizione latina, t. 2, Liège, 1750,
obseruationes criticae, p. 15 a), la R Tar sarebbe stata messa per
iscritto nel V secolo, verso il 470, e non 570 come riporta A. E.
ANSPACH, Das Fortleben Isidors im
VII.-IX. jahrhundert, in
Miscellanea Isidoriana, Rome, 1936, p. 326.
[8] Cfr J. Campos Ruiz,
San Leandro, San Fructuoso, San Isidoro, Reglas monasticas de la Espana
visigoda , Madrid, 1971 (BAC 321), p. 81.
[9] Cfr J. Campos Ruiz, op. cit., p. 130.
[10]
Cfr A. Boon, Pachomiana Latina,
Louvain, 1932, introduzione, p. XIV, n. 2.
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24 febbraio 2017 a cura di Alberto "da Cormano" alberto@ora-et-labora.net