REGULA PATRIS NOSTRI PACHOMII HOMINIS DEI,

Qui fundavit conversationem coenobiorum a principio per mandatum Dei. 

PRAECEPTA AC LEGES

S. P. N. PACHOMII. [0083]

 

Precetti e Leggi

del nostro padre Pacomio sulle sei preghiere della sera

e sulla sinassi delle sei preghiere

che si tiene nelle singole case

(Estratto da "Patrologia Latina Database" - Migne)

 (Testo estratto da: "Pacomio e i suoi discepoli", a cura di Lisa Cremaschi, Ed. Qiqajon 1988 e scaricato dal sito: www.TeologiaSpirituale.it il 25/08/2014)

De sex orationibus vespertinis, et de collecta quae per singulas domos fit sex orationum.

  [0083C] CLXXVII. Viginti quinque orgyas Praepositus domus ac secundus debebunt de palmarum foliis texere, ut ad exemplum eorum operentur et caeteri. Quod si non fuerint in praesenti, qui loco eorum praefuerit, huic operi atque mensurae studium commodabit.

 CLXXVIII. Postquam acciti fuerint veniant ad collectam; et antequam vocentur, cellula nullus exibit. Si qui haec praecepta contempserint, increpationi solitae subjacebunt.

 

 CLXXIX. Ne plus operis fratres compellantur facere: sed moderatus labor omnes ad operandum provocet. Sitque inter eos pax et concordia, et libenter majoribus subjiciantur, sedentes, ambulantes, ac stantes in ordine suo, et invicem de humilitate  [0083D] certantes [Al. curantes].

 CLXXX. Si quid peccatum fuerit, Patres monasteriorum emendare poterunt, et constituere quod sequi debeant.

 CLXXXI. Praepositus autem domus, et qui secundus ab eo est, hoc tantum habebit juris, ut compellat  [0084C] fratres in collecta domus, sive in collecta majore, hoc est omnium fratrum, subjacere poenitentiae.

 CLXXXII. Quod si Praepositus peregre fuerit, qui secundus est locum ejus obtinebit, tam in poenitentia fratris recipienda, quam in quocumque alio eorum, quae in domo [Al. domino] necessaria sunt.

CLXXXIII. Si quis absque conscientia duorum ierit ad alteram domum, vel alterius domus fratrem, codicem legendum mutuum postulare [Al. postulaverit], vel quodlibet aliud, et in hoc inventus fuerit, monasterii ordine increpabitur.

 CLXXXIV. Qui vult sine macula et absque contemptu in domo cui deputatus est, esse [Al. vivere], omnia quae praecepta sunt coram Deo observare debebit.

  [0084D] CLXXXV. Quidquid necessarium est in monasterio, sive in agro, si Praepositus domus occupatus est, secundus impleat.

 CLXXXVI. Sex orationes facere vespertinas, juxta exemplum majoris collectae, 81 in qua omnes fratres pariter congregantur, summae delectationis  [0085A] est, et ita facile fiunt, ut nullum onus habeant, et [Fort. ut] ex onere nascatur taedium.

 CLXXXVII. Si quis de foris venerit, et aestu laboraverit, aliique fratres orationem celebrabunt [Al. celebraverint]; si ire non potest, non cogetur.

 CLXXXVIII. Quando Praepositi domorum fratres de conversatione sanctae vitae docebunt, absque gravissima  necessitate nullus aberit.

 CLXXXIX. Majores qui cum fratribus mittuntur foras, quamdiu ibi fuerint, habebunt jus Praepositorum, et eorum cuncta regentur [Al. gerentur] arbitrio, docebuntque fratres per constitutos dies. Et si forsitan aliquid inter eos ortum fuerit simultatis, audient ipsi majores [Al. audientur a majoribus], et dijudicabunt causam, et dignum culpa increpabunt, ut ad imperium eorum statim pacem pleno corde consocient.

 CXC. Si quis ex fratribus contra Praepositum domus suae habuerit tristitiam, aut ipse Praepositus contra fratrem aliquam querimoniam, probatae fratres conversationis et fidei eos audire debebunt, et dijudicabunt inter eos. Si tamen absens est Pater monasterii, vel aliquo profectus, primum quidem  [0086A] exspectabunt eum; sin autem diutius foris viderint commorari, tunc audient inter Praepositum et fratrem, ne diu suspenso judicio tristitia major oriatur. Et ille qui Praepositus est, et ille qui subjectus, et hi qui audiunt, juxta timorem Dei cuncta faciant, et non dent in ullo occasionem discordiae.

 CXCI. Igitur qui animo uno esse concupiscunt, et vivere mente communi disposuerunt, consiliis majorum inserviant: quod ex consiliis processerit Patrum, id faciant.

 CXCII. De vesticulis. Si quis ab [Al. de] his quae praecepta sunt, amplius habuerit, absque commonitione majoris, deferet ad custodem cellae, et introeundi, vel postulandi ea non habebit potestatem; sed erunt sub Praepositi, et ejus qui secundus est, arbitrio.

 CXCIII. De puellarum disciplina. Nemo ad eas vadat visitandas, etc. [c [0086A] Reliqua hujus capituli alio in loco inter Regulas Virginum Holstenius posuit ex fide cod. ms. qui inter S. Pachomii praecepta non agnoscit.]

 CXCIV. Quicumque de his mandatis aliquid praeterierit absque ulla dubitatione negligentiae et contemptus, aget poenitentiam, ut possidere valeamus regna coelorum.

 

1. Il preposito della casa e il secondo dovranno intrecciare venticinque bracciate di foglie di palma perché anche gli altri lavorino sul loro esempio. E se non saranno presenti, colui che presiede al loro posto si applicherà a questo lavoro e in questa stessa misura.

2. Vengano alla sinassi dopo esser stati chiamati e nessuno uscirà dalla cella prima che siano chiamati. Se qualcuno trasgredisce questi precetti, soggiacerà al solito rimprovero

3. Non si spingano i fratelli a lavorare di più, ma un'e­quilibrata fatica inciti tutti a lavorare e vi sia fra loro pace e concordia; si sottomettano volentieri ai superiori, stiano al loro posto sia quando sono seduti che quando camminano o stanno in piedi, e gareggino vicendevolmente in umiltà.

4. Se sarà stato compiuto qualche peccato, i padri dei monasteri potranno correggerlo e stabilire che cosa si debba fare.

5. Ma il preposito alla casa e chi è secondo dopo di lui avranno solamente il diritto di costringere i fratelli a sottomettersi alla penitenza per i singoli peccati  o nella sinassi della casa o nella sinassi maggiore, quella cioè di tutti i fratelli.

6. Se un preposito è in viaggio, chi è secondo prenderà il suo posto sia per ricevere la penitenza dei fratelli, sia per qualunque altra cosa necessaria alla casa.

7. Se uno, all'insaputa del preposito e del suo secondo, sarà andato in un'altra casa o da un fratello di un'altra casa per chiedergli in prestito un codice o qualche altra cosa e in questo sarà trovato colpevole, sarà punito secondo le norme del monastero.

8. Chi vuole vivere senza macchia e senza disprezzo nella casa a cui è stato assegnato, dovrà osservare davanti a Dio tutto ciò che è stato ordinato.

9. Qualunque cosa occorra sia nel monastero che nei campi, se il preposito della casa è occupato, vi provveda il secondo.

10. È una grande gioia recitare le sei preghiere della sera sul modello della sinassi maggiore, nella quale tutti i fratelli sono riuniti insieme e le si recita così facilmente che non comportano fatica alcuna e non accade che la fatica ingeneri tedio.

11. Se uno viene da fuori ed è stanco per il caldo e gli altri fratelli stanno recitando le preghiere, se non può anda­re, non vi sarà costretto.

12. Quando i prepositi delle case istruiranno i fratelli sul modo di vivere la vita santa, nessuno sarà assente se non per gravissimi motivi.

13. I superiori che sono inviati all'esterno con i fratelli, finché resteranno fuori, avranno il potere dei prepositi e regoleranno ogni cosa secondo il loro arbitrio. E nei giorni fissati istruiranno i fratelli e, se tra loro nasce una qualche contesa, i superiori per diritto ascolteranno e giudicheranno la questione e riprenderanno il colpevole affinché, su loro ordine, facciano subito la pace con tutto il cuore.

14. Se uno dei fratelli proverà rancore contro il preposito della sua casa, o se il preposito stesso avrà qualche motivo di lamentela contro un fratello, dei fratelli di provata virtù e fedeltà  dovranno ascoltarli e operare un giudizio. Se però il padre del monastero è assente o si è recato altrove, in un primo tempo lo aspetteranno. Se poi vedranno che rimane fuori troppo a lungo, allora ascolteranno il preposito e il fratello perché non accada che, sospendendo il giudizio, ne nasca una tristezza ancora più grande. Il preposito e il fratello che gli è sottomesso, come pure quelli che li ascoltano, facciano ogni cosa nel timore di Dio e non offrano occasione di discordia in cosa alcuna.

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15. A proposito delle vesti. Se uno ne avrà di più rispetto a quelle prescritte, le consegnerà senza aspettare il richiamo del superiore al custode del guardaroba e non potrà entrarvi né richiederle, ma saranno a disposizione del preposito e di colui che gli è secondo.

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28 aprile 2015                a cura di Alberto "da Cormano"        Grazie dei suggerimenti       alberto@ora-et-labora.net