Descriptio costitutionis monasterii Studii. |
La regola dell'osservanza del monastero di Studion (o Studios)
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“Patrologia Greca”, vol. 99, col. 1703-1720 di J.P. Migne 1860 |
(Tradotto dal latino da: “Patrologia
Greca”, vol. 99, col. 1703-1720 di J.P. Migne 1860) |
1.
Cum
multæ diversæque sint in sacris monasteriis
perseverantes antiquitus traditiones, atque alii aliis regantur, dum ad
regnum cælorum tendunt, constitutionibus; una est ex omnibus nostra
quoque stabilita traditio, quam accepimus a magno Patre nostro et
confessore Theodoro ; neque nos tantummodo, verum etiam pars magna
meliorum monachorum hanc eligunt, ceu optimam et regalissimam, et
excessus defectusque vitantem. Utique et nos hodie Patris impulsi præceptis, ut hanc in
chartis regulam, quo ejus indelebilis sit memoria, posteris ætatibus, pro viribus, relinquamus, docilem animum fleximus;
Deo scilicet, pastoris nostri pro nobis precibus, nobis concedente
congruam orationis compagem, ita ut integre et utiliter ac salubriter
theophori Patris nostri constituta exponamus, ad gloriam Patris et Filii
et Spiritus sancti, custodiamque et salutem illorum qui cum fide hanc
observantiam amplecti voluerint. Igitur Deo favente initium
lucubrationis faciamus. |
1. Sebbene ci siano molte e varie tradizioni di epoche precedenti diffuse nei santi monasteri e sebbene diversi monasteri siano amministrati e governati da regole diverse per il regno celeste, ce n'è una tra tutte - quella in vigore tra noi - che è la migliore e la più eccellente, evitando sia eccessi che carenze. Questa regola noi l’abbiamo ricevuto dal nostro grande padre e confessore Teodoro. Non siamo i soli a sceglierla; anche la maggior parte dei monaci più ammirevoli l'ha scelta. Pertanto oggi siamo stati incitati dai comandi del Padre ed abbiamo persuaso il nostro docile animo a lasciare questa regola per iscritto come sua memoria indelebile per le generazioni posteriori; senza dubbio attraverso le preghiere del nostro pastore in nostro favore, Dio ci fornisce lo stile appropriato nel comporre questo trattato per presentare in modo sano i precetti utili e salutari del nostro ispirato Padre. Lo abbiamo fatto per la gloria del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo e per la protezione e la sicurezza di coloro che hanno scelto di osservare questi precetti nella fede. Pertanto, iniziamo questa composizione con l'aiuto di Dio.
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Quomodo nos geramus in synaxibus sancta et gloriosa triduana
resurrectionis Servatoris nostri. De ligno.
2. Sciendum est quod transacta noctis secunda custodia, seu post horam
sextam, incipiente septima, rato hydrologii puncto, crepitante signo,
surgit is qui exspergiscendi officium habet, et cubicula circumit cum
lucerna, fratres excitans ad matutinam doxologiam. Statimque ligna dant
signum sus deque, tuncque fratribus cunctis in ecclesiæ narthece
congregatis, et cum silentio orantibus, sacerdos thuribolum manu tenetis
thurificat primo sacrum bema,
deinde ex anteriore cancello egressus, transit per boreale latus templi, et cum ad regiam portam venerit, thurificat fratres, statimque per meridianum latus revertitur unde discesserat;
Sabbato autem hebdomadæ
diacænesimi, et Dominica lamprophora (in albis) vespere completorium ab
illis verbis nobiscum Deus, cum sequentibus.
3. Porro in Dominica lamprophora incipit etiam
hexapsalmum, et dicimus Deus
Dominus tono obliquo quarto. Et mox graduales psalmos eodem
tono ; nec non procimenon ; et illud : omnis
spiritus. Deinde evangelium, et illud : in noctibus. Et post
quinquagesimum psalmum incipit canon. Fiunt autem duæ lectiones.
5. Usque ad Ascensionis solemnitatem stichira anastasima præeunt
cathismatibus catanycticis et apostolicis. |
Come gestiamo i servizi divini per la santa e
gloriosa risurrezione del nostro Salvatore il terzo giorno. Per quanto
riguarda il [simandro (semanterium)
di] legno.
2.
Dobbiamo sapere che dopo che è passata la seconda o terza guardia della
notte, cioè quando il segnale dell'orologio ad acqua
si attiva alla sesta ora
nel punto in cui inizia la settima ora, a questo segnale si alza colui
che ha l'incarico di gestire l'ufficio. Va in giro per le camere da
letto con una lanterna convocando i fratelli ad alzarsi per la
dossologia mattutina. Immediatamente, il simandro di legno
risuona su e giù [nel monastero]. Mentre tutti i fratelli si riuniscono
nel nartece (l'atrio) della chiesa principale e pregano in
silenzio, il sacerdote prende il turibolo nelle sue mani ed incensa per
primo il santo presbiterio.
Da
lì cammina attraverso la cancellata di fronte e passa lungo il lato nord
della chiesa.
Arrivato alla porta reale, incensa i fratelli e ritorna immediatamente dal
lato sud [della chiesa] nel luogo da cui è uscito.
I
fratelli entrano nella chiesa dietro di lui. Dopo aver messo da parte
l'incensiere nel presbiterio, il sacerdote esce e si alza in piedi con
la faccia verso il presbiterio per iniziare il troparion nella prima modalità plagale: "Cristo è
risorto dai morti". Dopo che questo è stato cantato per la terza
volta sia dal sacerdote che dai fratelli, il sacerdote dice il versetto
"Questo è il giorno che ha fatto
il Signore " (Sal 118(117),24); i fratelli ripetono il troparion,
quindi [il sacerdote] recita il secondo versetto: "Celebrate la festa" per la sua conclusione. Ancora una volta la
congregazione ripete il troparion e conclude con la dossologia.
Dopo che questa è stato completato, il canone inizia immediatamente,
poiché non cantiamo i sei Salmi
durante l'intera settimana. Quindi si svolgono due letture e, dopo la
seconda lettura, il cinquantesimo Salmo. Una volta completato il
Mattutino, si faccia l'abbraccio [fraterno] e lo scioglimento [della
riunione].
Nell'ufficio del lucernale (il Vespro) durante questa settimana diciamo che
“Cristo è risorto” e
immediatamente “Signore, a te
grido” (Sal 141 (140),1) e alla conclusione “Cristo
è risorto “.
Allo stesso modo, durante la Compieta
[diciamo] l'inno trisagion ed il "Kyrie eleison" dodici volte.
Il
"Sabato del Rinnovamento" [Settimana di Pasqua) e la sera della domenica
bassa a Compieta diciamo che "Dio è con noi" (Is 8,10) e il resto.
3.
La sera della domenica in albis iniziano i Sei Salmi e cantiamo "Dio
è il Signore" nella quarta modalità plagale. Quindi, immediatamente,
cantiamo le antifone graduali nello stesso modo, il procimenon (prokeimenon) "Ogni
vivente [dia lode al Signore]" (Sal 150,6) e infine il Vangelo.
Quindi, cantiamo "
Durante la notte [alzate le mani
verso il santuario]" (Sal 134 (133),1-2) e dopo il Cinquantesimo
Salmo si inizia il canone. Si svolgono anche due letture.
La
domenica sera inizia: "Beato
l'uomo" (Sal 112 (111),1), ed il lunedì al mattino cantiamo di
nuovo: "Dio è il Signore"
nella prima modalità e un kathisma dei salmi seguito dal canone della Resurrezione.
Quindi, si svolgono tre letture. Da quel momento in poi, effettuiamo
l'intero servizio di Compieta, tranne che al sabato sera, nel giorno di
una festa del Signore o di una commemorazione di un santo che ci fa
riposare dalle ore [liturgiche] e dalle metanie: dopo Compieta ovviamente le parole: "Dio
è con noi", e ciò che segue. I nostri doveri iniziano nuovamente
martedì mattina della seconda settimana [dopo Pasqua]. Nell'ufficio del
Vespro cantiamo i "procimenon" (prokeimena) di ogni giorno fino
alla festa di Pentecoste.
4.
Dobbiamo sapere che in tutti gli uffici del Vespro delle feste del
Signore, il salmo "Beato l'uomo"
(Sal. 32(31),2) inizia nel quarto modo plagale. Poi la seconda e la
terza parte del salterio iniziano nella modalità del giorno. Quindi
segue: “Signore, a te grido"
(Sal 141(140), 1), nel modo dei versetti festivi. 5. Dobbiamo sapere che fino alla festa dell'Ascensione, gli stichera (o inni) della resurrezione precedono il kathismata (o gruppo di salmi) penitenziale e quello apostolico. |
6. A Paschate usque ad Ascensionem dicimus : resurrectionem Christi,
Deinde pari modo psalmum quinquagesimum ; et martyrica in psalmodia.
Nequaquam ulterius.
7. Usque ad Pentecosten quanquam horas non psallimus, neque genu
flectimus, mortuales tamen canones in Sabbatis psallimus. Et alio etiam
die, si commemoratio fiat fratris alicujus, psallimus.
9. Vespere Dominici diei sanctæ Pentecostes ad lychnicum, in quo etiam ter
genua flectimus, post proœmium statim dicitur : Domine, clamavi.
Et mane ad matutinum post hexapsalmum dicimus : Deus Dominus ;
statimque canonem, et duas lectiones. Hanc vero etiam hebdomadam sine
cantu
horarum
transigimus.
10. Sequitur sancta apostolorum sanctorum quadragesima, et jam incipimus
horas quoque psallere semper cum cathismate. Tum in fine psalmodiæ
dicimus : Domine, miserere; Christe, miserere. Et in primis
facimus tres metanœas pari cuncti celeritate præsidem subsequentes;:
quas inter extendimus etiam aliquantum manus ad Deum. Deinde sic alias
viginti, quanta quisque celeritate potest. Ita agimus in unaquaque synaxi. Ad
completorium autem genua flectimus quinquagies, et ad matutinum
quadragies.
11. In omnibus matutinis post
finem
lectionis surgentes, duodecies dicimus :
Domine, miserere. Atque ita denuo incipit psalmodia
12.Omni Sabbato ac die Dominico, quotiescunque in his non occurrit vel
solemnitas Domini, vel alicujus sancti memoria, ex Epistolis Pauli
legimus. Sabbatis autem ad matutinum psallimus cathisma ante psalmum
immaculati. Deinde immaculati,
et subinde psalmum quinquagesimum, postea canonem ; et fiunt lectiones
tres. Namque ad psalmum immaculati, non legimus. Loco autem
exapostilarii dicimus, In memoria
æterna erit justus, ab auditione mala non timebit. Hæc quantitas qualitasque psalmodiæ protenditur usque ad vivifici ligni
exaltationem.
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6.
Da Pasqua fino all'Ascensione diciamo: "Resurrezione
di Cristo", quindi il cinquantesimo salmo e inni in onore dei
martiri nella salmodia. Ciò non avviene dopo [la festa dell'Ascensione].
7.
Fino a Pentecoste, anche se non cantiamo i salmi durante le ore né
pieghiamo le ginocchia, tuttavia cantiamo i canoni per i morti nei
giorni di sabato. E li cantiamo in qualsiasi altro giorno se si verifica
una commemorazione di un fratello.
8.
Il sabato di Pentecoste all'exaposteilarion cantiamo: "O Signore, il ricordo di coloro che si sono addormentati". Cantando
questo, andiamo nei sepolcri dei fratelli e, stando in piedi lì,
cantiamo gli stichera del giorno e così termina il Mattutino. Lo
facciamo di nuovo il "sabato grasso".
9.
La sera della domenica della Santa Pentecoste all'ufficio dei vespri
facciamo tre genuflessioni e diciamo subito dopo l'introduzione: "Signore, a te grido" (Sal 141 (140),1) Ed al Mattutino dopo i Sei
Salmi diciamo che "Il Signore è
Dio" (Sal 118 (117),27). Seguono immediatamente il canone e due
letture. Passiamo anche questa settimana senza cantare le ore.
10. Quindi arriva la santa quaresima (il santo digiuno) dei Santi
Apostoli
ed
iniziamo a cantare le ore sempre con il kathisma. Quando la
salmodia è terminata, diciamo: "Kyrie eleison; Christe eleison".
All'inizio, facciamo tre metanie allo stesso ritmo, seguendo tutti il
superiore e tendendo leggermente le mani verso Dio. Quindi ci
genuflettiamo altre venti volte nello stesso modo, ognuno alla sua
velocità. Questo è l'ordine per ogni servizio divino. A Compieta ci
genuflettiamo cinquanta volte ed al Mattutino quaranta.
11. Ad ogni servizio Mattutino ci alziamo dopo che la lettura è stata
completata e diciamo dodici volte: "Kyrie eleison". E di nuovo la
salmodia riprende.
12. Tutti i sabati e le domeniche leggiamo dalle Lettere dell'Apostolo Paolo ogni volta che in quei giorni non c'è una festa
del Signore o la commemorazione di un santo. Il sabato cantiamo un
kathisma al Mattutino prima del salmo ''[Beati]
quelli che sono senza macchia" (Sal. 119(118),1), poi questo salmo
seguito dal cinquantesimo salmo e dal canone. In seguito hanno luogo tre
letture. Perché non abbiamo una lettura al salmo ''[Beati] quelli che sono senza macchia". Al posto
dell'exapostilarium
diciamo: "Eterno sarà il ricordo
del giusto, cattive notizie non avrà da temere" (Sal 112(111),6).
[Questo ordine stabilisce] ciò che cantiamo e tutto ciò che cantiamo si
estende fino all'esaltazione della croce che dà la vita.
13. Alla Dormizione della Santissima Madre di Dio (15 agosto), cioè la
sera durante l'ufficio del Vespro e dopo l'introduzione si dice
immediatamente: "Signore, a te
grido" (Sal 141(140),1). Inoltre, al mattino durante il
Mattutino dopo i Sei Salmi, si dice: "Il
Signore è Dio" (Sal 118(117),27); subito dopo il canone e poi due
letture.
Lo
stesso ordine è seguito alla Natività della Madre di Dio (8 settembre),
alla Natività di Cristo (25 dicembre), nonché alla festa dell'Epifania
(6 gennaio) ed alla festa della Presentazione di Cristo al Tempio (2
febbraio). Durante altre solennità, eccetto quelle sopra elencate, non
si deve ripetere quel solenne rito.
Dall'Esaltazione della Croce (14 settembre) fino alla Grande Quaresima,
un altro kathisma viene aggiunto ai servizi mattutini. Inoltre, i
troparia del kathisma si ripetono due volte e nel mezzo
viene recitato un verso. Ci sono anche quattro letture. In questi sabati
cantiamo due kathisma prima del salmo ''[Beati] quelli che sono senza macchia" (Sal 119(118),1): quindi cantiamo
questo salmo: in seguito il canone con quattro letture, dal momento che
non leggiamo al salmo ''[Beati]
quelli che sono senza macchia". |
De sancta Quadragesima.
14. In sancta magna Quadragesima psallimus cathismata quatuor, et triodium, fiuntque lectiones quatuor. Et fratribus paululum requiescentibus, circa diluculum signum dat ecclesiarcha : cunctisque in
ecclesia congregatis, primam horam cantamus cum cathismate, neque tamen
in eadem fit lectio. Horis autem tertia, sexta, et nona fit lectio. Ad
singulas antiphonas, id est glorias, oratio recitatur a
presbytero et diacono. Facimus autem metanœas in horis et lychnico,
triginta ; in completorio, centum ; et in matutino octoginta.
15. Tota magna hebdomada psallimus horas, sicut antea, Sabbato sancto
excepto : et metanœas facimus donec incipiat matutinum trisagium, quod
dicitur post stichirum
stichi : simulque procimenon, et lectio Pauli fit, nec non propbetiæ, et
Evangelii.
16. Feria quarta et sexta et die Dominico , astantibus cum omnimoda devotione fratribus, post absolutum matutinum
legitur catechesis theophori Patris nostri Theodori. Postea facit propriam abbas ad fratres adhortationem. Et finita catechesi,
dicunt gloria , cum
Paler noster , et benedicite, sancti, benedic, Pater, et
finis fit. Sic
toto anno usuvenit.
17.
Sabbato ad psalmum Domine, clamavi, triplicantur anastasima
stichira: ad laudes autem duplicantur. Sic etiam in solemnitatibus
Domini.
18. Sunt etiam disciplinæ præfecti, ad quos culpæ minorum fratrum
emendandæ deferuntur. Item sunt chorales moderatores duo, a quibus
fratres admonentur ut decore in choris se gerant. Præterea excitator alter, qui
dum fiunt matutinæ lectiones, tacite fratres circumiens, obdormientes
vigilare facit. Quin etiam speculatores duo constituuntur alternatim, qui post ligni sonitum urgent pigriores ut ad
vesperas et completorium concurrant. Rursusque absoluto completorio, iidem secretos monasterii locos invisunt, et si quos ad intempestiva
colloquia coire compererint, convenienter increpitos dissociant.
19. Singulis completoriis salutatio fit manibus ad crucis formam
compositis, quod est singulorum reconciliationis indicium, ob eas quæ
interdiu contingunt offensas.
20. In Nativitatis Christi pervigilio, et festi luminum, et feria sancta quinta vespere, et Sabbato sancto item
vespere, completorium non canimus, sed trisagium tantummodo iii
refectorio. |
Riguardo alla Santa Quaresima
14. Durante la Santa e Grande Quaresima cantiamo quattro kathismata
ed il triodion.
Ci sono anche quattro letture. Quando i fratelli si sono un po'
riposati, l'ecclesiarca dà il segnale verso l'alba e quando tutti si sono
riuniti nella chiesa principale si canta l'ora prima con un kathisma,
ma in quest'ora non si fa una lettura. Alla terza, sesta e nona ora,
invece, si fa una lettura. Ad ogni antifona, cioè il
gloria, c'è una preghiera da
parte del sacerdote e del diacono. Sia in queste ore che nell'ufficio
del Vespro eseguiamo trenta metanie, a Compieta cento ed al Mattutino
ottanta.
15. Durante tutta la Settimana Santa, ad eccezione del Sabato Santo,
cantiamo le ore proprio come facciamo durante le settimane precedenti.
Facciamo anche le nostre metanie fino all'ora in cui inizia il
trisagion mattutino, che si dice dopo lo sticheron del verso.
Dopo questo viene la prokeimenon, la lettura dell'Apostolo Paolo,
la lettura di un Profeta ed il Vangelo.
16. Il mercoledì, il venerdì e la domenica, mentre i fratelli sono
presenti in tutta devozione, la
catechesi del nostro Padre Teodoro viene letta dopo aver
completato il Mattutino. Poi l'abate impartisce una sua esortazione ai
fratelli. Dopo che questa
catechesi è stata completata, dicono il "gloria"
insieme al "Padre nostro" ed
al "Benedite, o santi, benedici, o
Padre". Così termina. Questo è l'ordine per tutto l'anno.
17. Il sabato gli Stichera della Resurrezione si ripetono tre
volte al salmo: "Signore, a te
grido" (Sal 141(140),1), e due volte alle lodi. Lo stesso vale per
le solennità del Signore.
18. Vi sono anche dei sovraintendenti alla disciplina a cui vengono
riferite le colpe dei fratelli minori e che intraprendono la loro
correzione. Vi sono anche due direttori del coro che devono ammonire i
fratelli affinché stiano in modo ordinato nei [due] cori. [C'è] inoltre
un guardiano che, durante le letture mattutine, controlla in silenzio i
fratelli e sveglia quelli che dormono. Inoltre devono essere nominati
due sorveglianti che a turno, ogni sera dopo il suono del simandro di
legno, sollecitino i pigri a correre ai vespri ed a Compieta. E, di
nuovo, terminata Compieta, (gli stessi sorveglianti) devono visitare i
luoghi nascosti del monastero e con severa gravità separino e
rimproverino coloro che vengono scoperti mentre colloquiano tra loro in
un momento inopportuno.
19. Ad ogni ufficio di Compieta dobbiamo salutarci con le mani in forma
di croce, segno di riconciliazione di tutti, per tutte le offese
scaturite durante il giorno.
20. Alla vigilia della Natività di Cristo e dell'Epifania, nonché nelle
sere del Giovedì Santo e del Sabato Santo, non cantiamo Compieta ma
piuttosto il trisagion nel refettorio. |
21. In cunctis propemodum sanctæ Quadragesimæ completoriis, modo a
præside, modo ab aliquo provectiore et dicendi perito, fit ad fratres
catechesis.
22. In singulis matutinis egreditur choro abbas ad quartum hymnum
exordiendum. Tum residens, fratres excipit accedentes ad confessionem,
et unumquemque salubri medela curat.
23. Sanctæ Quadragesimæ tempore deputatur frater, qui ab hora tertia in
singulas officinas pergit; et facta metanœa, dicit : Fratres atque
Patres, nobismet attendamus, quia morimur, morimur,morimur : regni
quoque cœlestis memores simus.
24. Cum fratres recipimus sive ex alio monasterio, sive ex cœtu laico ad vitam monachalem, facimus eos demorari in hospitum cubiculis
hebdomadis duabus aut etiam tribus, ut observent et experiantur
monasterium. Quod si quis in proposito suo permanserit, tunc postquam ei abbas futurum vitæ genus intimaverit, introducit
ad catechesim, et gregi suo adnumerat; dum interim admissus, data ab abbate licentia, facit metanœam
coram fratribus, atque hi vicissim pro illo orant.
25. Sunt etiam apud nos
loci quidam separati, in quibus inobedientes et contumaces includuntur,
arido viem nutriti, atque ita virtutem edocti. Namque emendationem per
verbera, quæ mundanis hominibus convenit, merito Patres nostri
repudiandam censuerunt.
26. Diebus quibus a corporali opere feriamur, signum ligno semel edit
bibliothecarius, conveniuntque fratres ad librorum aulam, sumitque
unusquisque librum, et usque ad vesperam legit. Sed priusquam lychnici
signa dentur, pulsat rursus semel bibliothecarius ; cunctique venientes
secundum scriptam schedam libros reddunt. Quod si quis reddere librum
cunctatur, pœnæ subjicitur.
27. Quo tempore horam nonam recitamus, ab hora sexta sacrum facit
presbyter : quod si etiam pransuri sumus, ac hora tertia. Jam si ab
horis feriamur, et laboramus, divina liturgia horæ tertiæ deputatur : qua
expleta, lignum ter pulsatur, conveniuntque omnes fratres, et cantatis
typicis, acceptaque benedictione, ad mensam pergimus. |
21. In quasi tutti gli uffici di Compieta durante la Santa Quaresima il
superiore o uno dei fratelli più elevati spiritualmente e con esperienza
nel parlare devono fare le catechesi ai fratelli.
22. Ad ogni ufficio del Mattutino l'abate lascia il coro all'inizio del
quarto inno. Poi si siede e riceve i fratelli che si presentano per la
confessione e cura ognuno di loro con un salubre rimedio (spirituale).
23. Durante la santa Quaresima viene scelto un fratello [anziano] che
alla terza ora deve visitare tutti i laboratori e, fatto un profondo
inchino dica: "Fratelli e Padri, prendiamoci cura di noi stessi, poiché
moriremo, moriremo, moriremo; cerchiamo anche di essere consapevoli del
regno celeste".
24. Quando riceviamo dei fratelli, sia quelli di un altro monastero che
laici che cercano la vita monastica, facciamoli dimorare nelle stanze
degli ospiti per due o tre settimane affinché osservino e facciano
esperienza del monastero. Se qualcuno (di coloro che cercano la vita
monastica) rimane fermo nella sua decisione, dopo averlo informato di
ciò che lo attende, l'abate lo introduce alle catechesi e lo inserisce
nel suo gregge. Con il permesso dell'abate il nuovo arrivato si inchina
profondamente davanti ai fratelli mentre questi pregano a vicenda per
lui.
25. Da noi vi sono anche luoghi isolati in cui devono essere confinati i
fratelli disubbidienti ed ostinati; lì devono mangiare solo cibo secco,
così che vengano formati in virtù. La punizione con la frusta, tuttavia,
è stata correttamente giudicata inaccettabile dai nostri Padri, sebbene
sia adeguata agli uomini del mondo.
26. Nei giorni in cui ci riposiamo dal nostro lavoro corporale, il
bibliotecario suona una volta il simandro di legno ed i fratelli si
riuniscono nella libreria; ognuno prende un libro e lo legge fino a
sera. Prima del segnale per l'ufficio del Vespro, il bibliotecario
emette di nuovo il segnale e tutti i fratelli verranno a restituire i
loro libri secondo il registro scritto. Se qualcuno è in ritardo nel
restituire il suo libro, subisca una penalità.
27. Nel tempo in cui recitiamo l'ora nona
(si veda par. 29 e 32), il
sacerdote celebra la liturgia eucaristica dopo l'ora sesta; se,
tuttavia,
(nel periodo in cui ci sono due pasti giornalieri) siamo a tavola
(alla sesta ora, la liturgia si svolge) alla terza ora. Se non stiamo
svolgendo le ore e stiamo lavorando, il segnale per la divina liturgia è
alla terza ora. Terminata la liturgia il simandro di legno suona tre
volte e tutti i fratelli si riuniscono nello stesso posto e, dopo aver
cantato i versetti richiesti e ricevuto il pane consacrato, si recano
nel refettorio. |
De ciborum
et
potum
quantitate et qualitate,
et
decente
in mensis ordine
28. Venientibus ad prandium fratribus,
versiculus in ore cujusque est, sedentque ad mensam
άχόβητον
θ'. Qui autem recto ordini sunt præpositi, mensas ferculis replent composite et sine tumultu. Et interim
lectio, fratribus cucullata capita habentibus. Signum
vero finiendæ hujus lectionis est, sonitus cochlearium in postremo
ferculo, cum omnia simul in paropsides projiciuntur. Miscendi pariter et
apponendi signum pulsatione fit.
29. A paschali tempore usque ad festum sanctorum omnium, duo fercula, olus
nempe et legumen oleatum comedimus. Vescimur etiam piscibus, caseo, et
ovis. Bibimus autem in prandio ter. Ubi lignum increpuerit, abeunt
fratres, et panem comedunt, et si quid ex ferculo matutino superfuit
(nam vespere proprium edulium communitati non paratur) et bibimus
pocilla duo.
In quadragesima vero sanctorum apostolorum pisces, caseum, et ova non
comedimus, præter quam diebus quibus horam non canimus. Manducamus autem
hora nona fercula duo : olus oleatum , legumen absque
oleo comedimus. Bibimus hora nona cyathos duos, vespere item duos.
Diebus autem feriatis, quibus diximus nos caseo et reliquis vesci, hora
sexta comedentes, ter bibimus; vespere bis. Hunc morem in quadragesima
etiam sancti apostoli Philippi servamus : sed propter brevitatem dierum
quadragesimæ sancti Philippi, semel in die comedimus, sed ter bibimus.
Jam ab apostolorum commemoratione usque ad sanctum Philippum, nonam
recitamus. Quod si in hos dies incurrat
commemoratio alicujus sancti, quæ nos feriatos reddat ab horis et
metanœis, tunc caseum et ova et pisces, siquidem Deus suppeditaverit,
comedimus ; cum cyathis tribus in prandio , vespere duobus. |
Per quanto riguarda la quantità e la qualità dei
cibi e delle bevande e riguardo al giusto ordine a tavola.
28. Quando i fratelli vengono a pranzo, portando ognuno il versetto [del
salmo] sulle labbra, devono sedersi a tavola. I superiori che vigilano
sul corretto ordine riempiano i tavoli in modo ordinato e senza
confusione. Intanto si svolge una lettura mentre i fratelli tengono in
testa i loro cappucci. Il segnale per terminare questa lettura è il
suono dei cucchiai all'ultima porzione di cibo, quando tutti insieme li
gettano sui loro piatti. Allo stesso modo, ad un segnale viene versato
il vino e viene servito il cibo.
29. Dobbiamo sapere che dal tempo di Pasqua fino a Ognissanti (Domenica
dopo Pentecoste) mangiamo due piatti cucinati: verdure da giardino e
legumi con olio d'oliva. Mangiamo anche pesce, formaggio e uova. Beviamo
anche tre [misure di vino] a mezzogiorno. Quando suona il simandro di
legno, i fratelli escono per mangiare il loro pane e qualsiasi cibo che
sia stato lasciato dalla mattina (infatti la comunità non ha cibo
preparato appositamente per la sera) e si bevono due tazzine [di vino].
Durante il digiuno dei santi apostoli non mangiamo pesce, formaggio o
uova, tranne che nei giorni in cui non cantiamo le ore. Invece, mangiamo
due piatti cotti all'ora nona: un piatto di verdure con olio d'oliva e
uno di legumi senza olio. Beviamo due porzioni di vino all'ora nona e
due alla sera. Nei giorni festivi, tuttavia, in cui ci è permesso il
formaggio ed altri cibi, mangiamo alla sesta ora e beviamo tre [misure
di vino] alla sesta ora e due alla sera. Questo è anche il regime che
teniamo durante il digiuno del Santo Apostolo Filippo (dal 15 novembre
fino a Natale). A causa della brevità dei giorni durante il digiuno di
San Filippo, tuttavia, consumiamo un pasto al giorno ma beviamo tre
[misure di vino].
Dalla festa degli Apostoli a quella di San Filippo, il mercoledì e il
venerdì recitiamo l'ora nona. Se la commemorazione di un qualche santo
cade in uno di questi giorni, commemorazione che ci esenta dall'ufficio
delle ore e dalle metanie, allora mangiamo formaggio, uova e pesce, se
Dio vorrà provvedere a noi; e ciò insieme a tre porzioni di vino durante
il pranzo e due la sera. |
De sancta magna Quadragesima.
30. In sancta magna Quadragesima semel in die vescimur, excepto Sabbato,
et die Dominico. Comedimus autem prima et mediana hebdomada eodem modo,
id est fabas coctas , et salsamentum absque oleo, et caricas quinque, et
si adsint castaneæ, et pira cocta, et Damascenica. Secunda autem hebdomada, et tertia, et quinta, et sexta sic comedimus :
pruna nimirum cocta et salsamentum in scutellis; et ferculi loco legumen
cum nuce fracta ; poma tamen et ficus his hebdomadis non comedimus.
Tota autem sancta Quadragesima
mixtum bibimus, exceptis infirmis aut senibus. Porro mistum constat ex
pipere, cumino , et aniso calido.
Feriis sanctis secunda, tertia, quarta, et quinta, et sexta cibi primæ
hujus hebdomadæ adhibentur.
Attamen sancta feria quinta unum ferculum
comedimus, legumen scilicet cum nuce fracta, et coctas fabas, et mistum
bibimus. Sabbato autem sancto hora undecima incipit lychnicum, quo
absoluto, caseum comedimus
et
pisces
et ova,
ac bibimus ter. |
Per quanto riguarda la Santa Grande Quaresima.
30. Durante la Santa e Grande Quaresima, abbiamo un solo pasto al
giorno, tranne il Sabato e la Domenica. Durante la prima settimana e
durante la settimana intermedia i nostri pasti sono invariati, ovvero
fagioli bolliti e cibi in salamoia senza olio d'oliva, cinque fichi
secchi a persona e, se possibile, castagne, pere cotte e prugne [secche]
di Damasco.
Durante la seconda, terza, quinta, e sesta settimana si mangia così:
certamente prugne cotte e cibi in salamoia in una scodella; al posto di
una portata dei legumi [conditi] con noci sgusciate; durante queste
settimane, tuttavia, non mangiamo frutti o fichi [secchi].
Con l'eccezione dei malati o degli anziani, beviamo una bevanda
aromatica durante tutta la Quaresima. Questa bevanda è composta da pepe,
cumino, anice ed acqua calda.
Il
lunedì santo, martedì, mercoledì, giovedì e venerdì il cibo è simile a
quello della prima settimana. Il giovedì santo, tuttavia, mangiamo un
piatto cucinato di legumi con noce sgusciata e fagioli bolliti e beviamo
la bevanda aromatica. Il sabato santo, all'undicesima ora, inizia
l'ufficio del Vespro. Terminato questo, mangiamo formaggio, pesce e uova
e beviamo tre tazze di bevanda aromatica. |
De festo
Annuntiationis.
31. Hora sexta ad ligni pulsum convenimus ad sacellum
purissimæ Dei Matris, et cœpto lychnico, perstant illic pauci fratres ob
illud persolvendum ; reliqui faciunt processionem, et monasterium
circumambientes veniunt, si est introitus et liturgia perfecta. Tunc vescimur piscibus et oleo, et
bibimus ter.
32. In media hebdomada sanctorum jejuniorum post nonam cantatam,
proponitur vivificum lignum, et omnes adoramus.
De recto in
officinis
ordine.
33. In sancta magna Quadragesima , postquam horam primam cantavimus, sole jam oriente, pergit unusquisque ad
propriam officinam, recitaturque in eis psalterium totum, præter
quam a calligraphis. Laborant
vero usque ad nonam. Jam postquam lychnicum cantavimus, et cœnavimus,
unusquisque sibi vacat pro libito.
Cæteris tamen anni diebus, cum horas non canimus, fiunt pulsus mane tres,
et unusquisque pergit ad suam officinam, et usque ad prandium operatur.
Cibo sumpio, singuli sibi vacant, prout voluerint, sive aliquid
commentantes, sive dormientens usque ad octavam horam : namque hora
octava lignum pulsatur ter, denuoque pergit unusquisque ad officinam
suam usque ad lychnicum. Sed quo tempore horas psallimus, absoluta una
hora, pergunt fratres ad officinas suas, usque ad sextam laborantes,
sive recitanda sit nona sive secus. Et post sextam quies est, ut
diximus, usque ad octavam.
34. In Palmarum pervigilio, ad verba Ad te, Domine, clamavi,
permutantur chori, ita ut dexteri in sinistram partem transeant,
sinistri autem in dexteram.
35. Siquando frangat vas frater sive figulinum sive ferreum, prandii
tempore dum fratres vescuntur, stat ille prope mensam, abbate interim
caputio caput suum obnubente ; et vas a se fractum manibus præfert, ad
culpæ suæ ostensionem.
36. Postquam psalterium recitavimus, ad tertiam cathismatis gloriam,
ter pulsat is qui canoni præest, ut conveniant ii qui adhuc psalterium
ediscunt, ut conjunctim canonem cantemus. Namque ab hexapsalmo deinceps
exeunt, et usque ad id tempus prædicto studio operam dant. Mox rursus
tres pulsationes, et ad laudes pergitur quando legenda est catechesis
magni Patris et abbatis Theodori.
37.
In luminum pervigilio, post
expletam divinam liturgiam, benedictionem accipimus : deinde os quidem
colluimus qui communicavimus, eulogiam tamen non comedimus. Tum sacerdos
compositis vasis, ad sanctas januas, dictaque prece, egreditur cum
fratribus ad baptisterium cantans illud: Cum in Jordane
baptizareris, Domine; quo dicto, pronuntiatur a diacono oratio collecta
: qua finita, incipit sacerdos precem sanctificationis. Post aquas
sanctificatas, et post aspersos eisdem fratres, canitur
troparium tono obliquo quarto : Vox Dei super aquas clamat dicens.
Stichus primus: Mare vidit, et fugit. Stichus secundus : Quid
est tibi, mare, quod fugisti ? Et post ter cantatum hoc troparium,
egressi in ecclesiam, canimus troparium tono quarto : Qui
amictus es lumine mirabiliter. Hoc ter dicto, recitatur oratio a sacerdote, atque ita hæc divina doxologia
desinit. Deinde sic pergit stichologia ad refectorium. Similiter sancta
quoque feria quinta post communionem et ablutionem, fit pedum
lotio. Et postquam omnes loti fuerint, pergit slichologia ad
refectorium.
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Per quanto riguarda la solennità
dell'Annunciazione
31. All'ora sesta suona il simandro di legno e ci riuniamo tutti nella
casa della Madre di Dio immacolata. Quando inizia l'ufficio del Vespro,
alcuni pochi continuano ad eseguirlo mentre gli altri fanno una
processione camminando intorno al monastero e vi rientrano quando è
terminato l'introito e la liturgia. Successivamente, mangiamo pesce e
olio d'oliva e beviamo tre [misure di bevanda aromatica].
32. Durante la settimana mediana della Santa Quaresima dopo che è stata
cantata l'ora nona, il legno che dà la vita ci viene presentato e tutti
lo adoriamo.
Per quanto riguarda l'organizzazione degli
incarichi.
33. Durante la Santa e Grande Quaresima dopo che abbiamo cantato l'ora
prima e che il sole è già sorto, ognuno va al proprio incarico. Durante
l'esecuzione di questi, viene recitato l'intero salterio, tranne nel
caso dei copisti. I fratelli lavorano fino alla nona ora. Dopo aver
cantato l'ufficio del Vespro ed aver cenato, ognuno si impegna come
desidera.
Negli altri giorni dell'anno, quando non cantiamo le ore, il segnale
(del simandro) suona tre volte al mattino ed ognuno si avvia al proprio
compito e lavora fino al pasto di mezzogiorno. Dopo il pranzo ognuno si
occupa a suo piacimento, studiando o dormendo fino all'ottava ora.
All'ottava ora il segnale suona tre volte e di nuovo ognuno si impegna
nel proprio compito fino all'ufficio del Vespro. Ma nel periodo di tempo
in cui cantiamo le ore, i fratelli celebrano l'ora prima e poi vanno ai
loro compiti individuali, lavorando fino alla sesta ora,
indipendentemente dal fatto che ci sia o meno da recitare l'ora nona.
Dopo la sesta ora ognuno riposa, come abbiamo detto, fino all'ottava
ora.
34. Durante la veglia della Domenica delle Palme alle parole: "[Dal profondo]
a te grido, o
Signore" (Sal 130(129),1), i cori cambiano di posto, quelli di
destra passano a sinistra e quelli di sinistra a destra.
35. Ogni volta che un fratello rompe un vaso di terracotta o di metallo
durante il pasto di mezzogiorno mentre i fratelli stanno mangiando, si
metta vicino al tavolo dell'abate coprendo la sua testa con il cappuccio
e tenga il vaso che ha rotto nelle sue mani come segno della propria
colpa.
36. Dopo aver recitato il salterio, colui che presiede il canone dà tre
segnali al terzo Gloria
del kathisma, in modo che possano giungere coloro che
stanno ancora imparando il salterio, così da poter cantare il canone
insieme. Infatti, questi [fratelli] escono dopo i Sei Salmi e fino a
quel momento si impegnano nello studio dei salmi come abbiamo detto. Il
segnale risuona ancora tre volte e ci si affretta alle lodi quando la
catechesi del grande
Padre ed abate Teodoro sta per essere letta.
37. Alla vigilia della festa dell'Epifania, terminata la divina
liturgia, riceviamo il pane consacrato: dopo, quelli che hanno ricevuto
la comunione si sciacquano la bocca [con un sorso di una bevanda], ma
tuttavia noi non sprechiamo il (rimanente) pane benedetto. Poi, dopo
aver raccolto i vasi, il sacerdote si reca alle porte sante e, detta una
preghiera, si reca al battistero (nell'atrio della chiesa) cantando: il
"Mentre tu eri battezzato nel
Giordano, o Signore". Detto ciò, la preghiera del giorno (la
Colletta) viene recitata dal diacono: al termine di questa il sacerdote
inizia la preghiera di benedizione [dell'acqua]. Dopo che le acque sono
state benedette e sono state cosparse ai fratelli, si canta il
troparion nel quarto tono
plagale: "La voce del
Signore risuonò sull'acqua dicendo". Il primo versetto è "Il mare vide e si ritrasse" (Sal 114(113A),3); il secondo versetto,
"Che hai tu, mare, per fuggire?”
(Sal 114(113A),5). Dopo aver cantato per tre volte questo troparion,
torniamo in chiesa e nella quarta modalità cantiamo il troparion:
“Tu che sei mirabilmente avvolto di luce”. Quando questo viene
ripetuto tre volte, il sacerdote offre una preghiera e la santa
dossologia è terminata. Quindi la sticologia
prosegue nel refettorio. Allo stesso modo la lavanda dei piedi avviene
il Giovedì Santo dopo che i [monaci hanno ricevuto] la comunione ed
hanno sorseggiato una bevanda [per purificare la bocca dopo aver assunto
il pane consacrato]. Quando tutti si sono lavati i piedi, la sticologia
prosegue nel refettorio. |
De quantitate vistimenti, calceamentorum,
et de lecti materia, ac similibus,
38. Unusquisque frater habere debet subuculas duas, vestes exteriores
duas, villosam unam, cucullas duas, superhumerale parvum ad ministeria,
et aliud latius ad ecclesiam, quo ex lege utendum est vespere Sabbati ad
lychnicum, et die dominico ad matutinum, denuoque vespere ad lychnicum,
et antea ad divinam liturgiam, pariterque in solemnitatibus Domini.
Habeat et aliud villosum superhumerale magnum. Habeat calceos tum
breviore cothurno tum etiam longiore, et caligas. Item prolecto babeat
mattam cilicinam, et duas villosas lodices. |
Per quanto riguarda la quantità di vestiti e di
calzature; la disposizione della biancheria da letto ed altre questioni
simili.
38. Ciascuno dei fratelli deve avere due indumenti intimi, due indumenti
esteriori, un indumento di lana, due cappucci, un piccolo scapolare per
il lavoro ed un altro più largo per la chiesa che secondo l'usanza viene
utilizzato il sabato sera nell'ufficio del Vespro e la domenica al
Mattutino, e ancora la sera nell'ufficio del Vespro e prima ancora nella
divina liturgia. Questa è anche l'usanza nelle feste del Signore. Ogni
fratello deve avere anche un altro grande scapolare di lana. Per le
calzature, deve avere stivali con gambali corti, stivali con gambali
lunghi e scarpe. Per il suo letto deve avere una stuoia di pelo di capra
e due coperte di lana.
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2 febbraio 2021 a cura di Alberto "da Cormano" alberto@ora-et-labora.net