L'origine del nome Pantelleria
PATELLARIA (Πατελλαρία, nome moderno Pantelleria), isola vulcanica a circa 100 km a sud ovest della Sicilia. Tra la fine del VII e l'VIII secolo il nome classico Cossyra fu cambiato in Patellaria, parola probabilmente derivata da patella, un piatto concavo utilizzato per la produzione del sale. Durante l'VIII e l'inizio del IX secolo Patellaria servì il governo Bizantino come luogo di esilio. In quel periodo, un monaco Bizantino, Giovanni, forse un profugo dall'Iconoclastia, fondò un monastero greco sull’isola Patellaria. Il typikon del monastero, di cui solo una parte è conservata nella traduzione in slavo ecclesiastico (I. Mansvetov, Cerkovnyj ustav’ [tipik] [Mosca 1885] 442-45), si basa principalmente sulla regola monastica di Pacomio. Giovanni ed il suo successore Basilio erano venerati localmente come santi. Gli arabi conquistarono l'isola tra l'836 e l'864 e Bisanzio non la riprese più.
Cfr. G. Scalia, "Le Kuriate e Pantelleria," Bulletin du Cange 43 (1984) 65-100. A. Acconcia Longo, Anacleta hymnica Graeca e codicibus eruta Italiae inferioris, x: Canones Iunii (Rome 1972) 163-76, 375-81)
Fonte:
Voce "Patellaria",
di
Vera von
Falkenhausen
Pantelleria (siciliano
Pantiddarìa), f., l’isola di Pantelleria e la sua città, in
provincia di Trapani, l’antica Yrnm isola degli struzzi o uccelli starnazzanti dei
Fenici, per la presenza di numerosi uccelli; la Kosùros terra del ramo di
mirto; l’isola dei figli o della fertilità, la Cossyra dei Romani; la Bent-el-Rhiah lett., figlia del Vento degli Arabi (origine poco attendibile,
poiché trattasi solo di assonanza fonetica, anche se il vento e quasi sempre
presente), il nome attuale, la Patelareas dei Greci-Bizantini nel V
secolo d.C., diventa cinquecento anni dopo Pantalarea, nelle carte
nautiche pisane ed infine si evolve nella forma di Pantellaria, negli
archivi della Cancelleria Angioina del 1250-1300. Il nome in verità deriva dalla
forma di testuggine che l’isola assume al navigante apparendo da lontano, o
perché simile ad un piatto oblungo rivoltato cioè patella con il
significato antico di piatto per sacrifici. Infatti recenti scoperte
archeologiche, con ritrovamenti di cave e vasche per la lavorazione dell’argilla
in contrada Rekale e Nicà, hanno confermato il ruolo della produzione e
dell’esportazione di vasellame domestico, nel periodo greco-bizantino, attività
così fiorente da dare all’isola il nome di Patelareas, cioè terra
produttrice di patelle o piatti. Un ritrovamento di un relitto di nave
bizantina del V sec. d.C., trovata all’ingresso del porto di Scauri (dal greco
Scauri= scalo), su un fondale sabbioso, conferma che le navi partivano
dal porto con grossi carichi di vasellame.
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23 novembre 2020 a cura di Alberto "da Cormano" alberto@ora-et-labora.net