LE NORME DELLA VITA MONASTICA,
UN’AGGIUNTA CONFORME ALLA PRATICA DELLA QUIETE
Estratto e tradotto da “Patrologia
Greca”, Vol. 40, J. P. Migne,1863
Anacoresi
1. In Geremia si dice: "
Non prendere moglie, non avere figli né figlie in questo luogo, perché dice
il Signore riguardo ai figli e alle figlie che nascono
[1253A]
[1]
in questo luogo …: Moriranno di
malattie strazianti" (Ger 16, 1-4). Questo testo mostra che, secondo
l'Apostolo, "
chi è sposato si preoccupa delle cose del mondo, come possa piacere alla
moglie, e si trova diviso! ... La donna sposata si preoccupa delle cose del
mondo, come possa piacere al marito"(1
Cor. 7: 33- 34). È chiaro che l'affermazione del Profeta, “moriranno
di malattie strazianti”, si riferisce non solo ai figli e alle figlie
che usciranno dalla vita coniugale, ma anche ai figli ed alle figlie nati
nel cuore, cioè i pensieri ed i desideri della carne; anch'essi moriranno
nella condotta malata, perversa e dissoluta di questo mondo, e non
raggiungeranno la vita celeste ed eterna. Ma l'Apostolo dice: "chi
non è sposato si preoccupa delle cose del Signore, come possa piacere al
Signore" (1 Cor 7,32); egli produrrà i frutti sempre freschi [1253B] e
immortali della vita eterna.
2. Tale è il monaco e così deve essere il monaco, astenendosi dalla moglie,
non producendo figlio o figlia nel luogo menzionato da Geremia. Piuttosto,
deve essere un soldato di Cristo, libero dalle occasioni e dalle ansie, non
coinvolto in nessuna preoccupazione e attività commerciale: come dice
l'Apostolo, “Nessuno, quando presta
servizio militare, si lascia prendere dalle faccende della vita comune, se
vuol piacere a colui che lo ha arruolato” (2 Tm 2,4). Il monaco segua
questo corso, soprattutto perché ha abbandonato tutte le preoccupazioni
materiali del mondo e si è diretto verso i meravigliosi e nobili trofei
della pratica della quiete. Perché com'è bella e nobile l'ascesi che conduce
alla quiete, com'è veramente bella e nobile! “Il
mio giogo infatti è dolce, e [1253C]
il mio peso leggero” (Mt 11,30).
Dolce è questa vita, la sua pratica è una delizia!
3. Vuoi dunque, o amato, intraprendere la vita solitaria così come è e
correre dietro ai trofei della quiete? Lasciati alle spalle le
preoccupazioni del mondo, i Principati e le Potenze che gli sono state
assegnate (Cfr. Ef 6,12); cioè, mantieniti libero dalle preoccupazioni
materiali e dalle passioni, renditi indipendente da ogni desiderio, in modo
che, man mano che diventi estraneo alle situazioni che ne derivano, puoi
essere in grado di coltivare adeguatamente la quiete. Perché se uno non
dovesse districarsi da questi, non sarebbe in grado di vivere questo
condotta di vita con successo.
Cibo
Aderisci a una dieta frugale e misera, senza grandi quantità e di tipi che
facilmente causano distrazioni. E se il pensiero di cibi costosi dovesse
sorgere per motivi di ospitalità, lascialo lì e non dargli alcun credito,
poiché l'avversario ti sta creando un inganno; [1253D] sta preparando una
trappola per allontanarti dalla tua quiete. Sai come il Signore Gesù incolpa
l'anima che si occupa di queste cose, vale a dire Marta: “tu
ti affanni e ti agiti per molte cose, ma di una cosa sola c’è bisogno"
vale a dire, dice, ascoltare la parola divina, e dopo di che tutto segue
facilmente. E così aggiunge subito: "Maria
ha scelto la parte migliore, che non le sarà tolta" (Lc 10,41-2). Hai
anche l'esempio della vedova di Sarepta: qual era l'ospitalità che offrì al
profeta (1 Re 17, 10-16)? Anche se hai solo pane, sale e acqua [1256A], con
questi puoi ottenere la ricompensa dell'ospitalità. E se non hai nemmeno
questo, ma ricevi l'ospite con una buona disposizione e gli offri una parola
utile, in questo modo potrai ottenere la ricompensa dell'ospitalità, poiché
la Scrittura dice: “Una parola non
vale più di un dono ricco?” (Sir 18,17).
Proprietà
4. Questo deve essere il tuo atteggiamento nei confronti dell'elemosina.
Pertanto, non desiderare di possedere ricchezze per fare donazioni ai
poveri, perché questo è un inganno del maligno che spesso porta alla
vanagloria e proietta nella mente dei pretesti per vane preoccupazioni. Hai
nel Vangelo la vedova menzionata dal Signore Gesù: con due monetine ha
superato l'intenzione ed il valore offerto dai ricchi. [1256B] "Tutti
infatti", dice, "hanno gettato
(nel tesoro) parte del loro superfluo. Lei invece... tutto quanto aveva per
vivere" (Marco 12,44).
Nel caso dei vestiti, non nutrire alcun desiderio di indumenti superflui;
prevedi quelli sufficienti a soddisfare le esigenze del corpo. Piuttosto, "Affida
al Signore il tuo peso ed egli ti sosterrà" (Salmo 55(54),23), poiché la
Scrittura dice "Egli ha cura di voi"
(1 Pt 5,7). Se hai bisogno di cibo o vestiti, non vergognarti di accettare
ciò che gli altri ti offrono, perché questa è una forma di orgoglio. Ma se
possiedi un’eccedenza di queste cose, dalla a chi ne ha bisogno. È in questo
modo che Dio vuole che i suoi figli amministrino le loro proprietà tra di
loro. Per questo motivo l'Apostolo, scrivendo ai Corinzi, disse riguardo ai
bisognosi: "Per il momento la vostra
abbondanza supplisca alla loro indigenza, perché anche la loro abbondanza
[1256C] supplisca alla vostra
indigenza, e vi sia uguaglianza, come sta scritto: “Colui che raccolse molto
non abbondò e colui che raccolse poco non ebbe di meno (Es 16,18)""(2
Cor 8,14-15). Avendo quindi ciò di cui hai bisogno per il presente, non
preoccuparti del futuro, che sia un giorno, una settimana, un anno od alcuni
mesi. Quando arriverà il domani, quel momento provvederà a ciò che è
necessario, purché tu cerchi soprattutto il regno dei cieli e la giustizia
di Dio. Perché il Signore dice: "Cercate
invece, anzitutto, il regno di Dio e la sua giustizia, e tutte queste cose
vi saranno date in aggiunta" (Mt 6,33).
5. Non avere presso di te un giovane servitore, affinché l'avversario non
provochi uno scandalo dentro di te attraverso di lui e tormenti i tuoi
pensieri con preoccupazioni per cibi costosi, [1256D] perché così non
potresti più preoccuparti solo per te stesso. E se ti viene il pensiero del
riposo fisico, considera piuttosto ciò che è migliore, cioè la quiete
spirituale. In verità, il riposo spirituale è migliore di quello del corpo.
Anche se la tua intenzione è di aiutare il tuo servitore, non lasciarti
persuadere. Questo non è un nostro dovere: questa incombenza spetta ad
altri, cioè ai santi padri che vivono in comunità. Pensa solo al tuo
vantaggio ed abbraccia le norme di vita del silenzio e della quiete.
Rapporti umani ed esilio volontario
Non mostrare amore per la convivenza con persone di mentalità materiale e
coinvolte negli affari. Vivi da solo o con fratelli liberi da preoccupazioni
materiali e che pensano come te. [1257A] Chi vive con coloro che sono di
mentalità materiale e coinvolti in affari economici condivide completamente
le loro circostanze e diventa schiavo di imposizioni umane, conversazioni
oziose ed ogni sorta di altri vizi: rabbia, tristezza, follia per le cose
materiali, paura e scandalo.
Non lasciarti trasportare dalle preoccupazioni per i tuoi genitori o
dall'affetto per i tuoi parenti. Piuttosto, evita incontri frequenti con
loro, affinché non ti sottraggano la quiete nella tua cella e ti inducano a
partecipare alle loro circostanze. "Seguimi,
e lascia che i morti seppelliscano i loro morti", dice il Signore (Mt
8,22). Se per di più la (posizione della) cella in cui vivi ti è di
ostacolo, fuggi e non aver riguardo per essa; non perdere tempo perché le
sei affezionato. Fa’ qualsiasi cosa per coltivare la quiete e dedicare il
tuo tempo [1257B] al diligente impegno verso la volontà di Dio ed alla lotta
contro i nemici invisibili.
6. Se non sei in grado di coltivare la quiete con facilità nella tua
regione, indirizza il tuo scopo verso l'esilio volontario ed incita ad esso
il tuo pensiero. Sii come un ottimo uomo d'affari, valutando tutto riguardo
alla (coltivazione della) quiete e tieni in serbo quelle cose che la
rafforzano (Cfr. 1 Ts 5,21). Anzi, io ti dico, ama l'esilio volontario,
perché ti separa dalle difficoltà del tuo paese e ti permette di godere in
solitudine dell'eccezionale beneficio del silenzio. Evita i soggiorni in
città, persevera nello stare da solo. Perché il santo uomo (vale a dire il
re Davide) disse: "Ecco, errando,
fuggirei lontano, abiterei nel deserto" (Salmo 55(54),8). Se possibile,
non entrare affatto in una città, [1257C] perché non vedrai niente di
opportuno, niente di utile, niente di benefico per il tuo modo di vivere.
Perché ancora una volta il santo dice: "Ho
visto nella città violenza e discordia" (Salmo 55(54),10). Pertanto,
cerca luoghi appartati e liberi da distrazioni. Non aver paura del disagio
di quei luoghi. Se lì vedi fantasie di demoni, non aver paura e non fuggire
dalla regione del nostro profitto. Persevera imperterrito e vedrai “le
grandi opere” di Dio (Cfr. Dt 11,2, At 2,11), l'assistenza, la
sollecitudine ed ogni altra realizzazione per quanto riguarda la (nostra)
sicurezza. Infatti il beato uomo dice: "Ho
aspettato colui che mi salva dallo scoraggiamento e dalla rovina" (Sal
55(54),9: Volg.). Non lasciare che il desiderio di vagabondare del tuo animo
vinca la tua intenzione di vita, perché "l'instabilità
con la passione travolge una mente semplice" (Sap 4,12: ?
[2]). A questo riguardo le tentazioni
sono molte. Temi di cadere [1257D] e rimani saldo nella tua cella.
7. Se hai amici, evita incontri frequenti con loro, perché se li incontri
con lunghi intervalli sarai veramente loro d'aiuto. Ma se pensi che ti possa
venire del male attraverso di loro, non avvicinarti affatto a loro, perché
devi avere amici utili che contribuiscono al tuo stile di vita. Evita anche
di incontrare persone malvagie e litigiose e non soffermarti con nessuno di
loro. Piuttosto, evita i loro propositi malvagi, poiché non hanno alcuna
relazione con Dio, [1260A] né dimorano con lui. Ti siano amici degli uomini
pacifici, fratelli spirituali e santi Padri. Perché il Signore ha parlato di
loro in questo modo quando ha detto: "Ecco
mia madre e i miei fratelli! Perché chiunque fa la volontà del Padre mio che
è nei cieli, egli è per me fratello, sorella e madre" (Mt 12,49-50). Non
avere a che fare con persone impegnate in diverse occupazioni e con uomini
d’affari e non frequentare la loro tavola, per timore che ti trascinino in
mezzo ai loro stessi inganni e ti facciano deviare dalla disciplina del
silenzio e della quiete, perché questa è la passione che sta dentro di loro.
Non piegare l'orecchio alle loro parole e non dare ascolto ai pensieri del
loro cuore, perché sono davvero dannosi. Il tuo desiderio sia diretto verso
i fedeli della terra e l’impegno del tuo cuore sia quello di ambire al loro
dolore. Poiché la Scrittura dice: "I
miei occhi sono rivolti ai fedeli [1260B]
del paese perché restino accanto a me"
(Salmo 101(100),6). Ma se uno di quelli che cammina secondo l'amore di Dio
viene ad invitarti a mangiare con lui e tu vuoi andare, allora va', ma torna
subito alla tua cella. Se possibile, non dormire mai al di fuori di essa, in
modo che la grazia della quiete possa rimanere con te sempre e tu manterrai
il rispetto del tuo proposito senza ostacoli.
8. Non diventare un amante dei cibi raffinati o degli inganni di uno stile
di vita permissivo. Perché "quella
che si abbandona ai piaceri, anche se vive, è già morta", come dice
l'Apostolo (1 Tm 5,6). Non riempirti il ventre di cibi preferiti dalle
persone del mondo, per timore che sorga in te una voglia per questi (cibi) e
che questa susciti il desiderio di mangiare alle loro tavole. Perché fu
detto: "Non lasciatevi sedurre dalla
sazietà del ventre" (Pr 24,15: LXX). Se ti vedi spesso invitato fuori
dalla tua cella, rifiuta (gli inviti). [1260C] Una permanenza prolungata
fuori dalla tua cella è dannosa: ti priva della grazia, offusca il tuo
pensiero, spegne il tuo desiderio. Nota come una bottiglia di vino lasciata
a giacere immobile al suo posto per molto tempo rende il vino limpido,
stabile e profumato. Ma se viene portata qua e là, lascia il vino agitato e
torbido ed allo stesso tempo mostra la sgradevolezza proveniente
dall’anomalia della feccia. Confronta te stesso quindi con questo esempio e
trai beneficio dall'esperienza. Rompi le relazioni con una moltitudine di
persone, per evitare che la tua mente si distragga e disturbi il ritmo della
quiete.
Lavoro manuale
Pensa a lavorare con le tue mani, per quanto ti è possibile sia di notte che
di giorno, in modo da non essere un peso per nessuno, e inoltre puoi essere
in grado di offrire donazioni, [1260D] come consigliò e disse il santo
apostolo Paolo (1 Ts 2,9; 2 Ts 3,8). In questo modo puoi anche vincere il
demone dell'accidia ed eliminare tutti gli altri desideri ispirati dal
nemico. Il demone dell'accidia è in agguato per la pigrizia ed "Il
pigro brama", come dice (la Scrittura) (Pr 13,4).
Evita il peccato del dare e ricevere pagamenti. Quindi, che si tratti di
vendita o di acquisto, accetta una piccola perdita sul giusto prezzo, per il
timore di farti condurre nelle vie dell'avidità a causa dalla pignoleria per
quanto riguarda il prezzo. In questo modo cadresti in rapporti d’affari che
causano danni all'anima, come le controversie, gli spergiuri [1261 A] ed i
baratti in nome della tua parola, ed in tali cose getteresti disonore e
vergogna sull’onorevole dignità del nostro proposito. Tenendo presente
questo, guardati bene dal comprare e vendere. Se scegli l'alternativa
migliore e questa possibilità è disponibile per te, getta questa tua
preoccupazione su un'altra persona degna di fiducia, in modo che facendo ciò
in modo gioioso e pacifico tu possa possedere una buona e gioiosa speranza.
Compunzione
9. Tali sono i preziosi consigli che la via della quiete è in grado di
offrirti. E ora ti esporrò il significato del resto dei pensieri che si
trovano in essa; tu ascoltami e fai ciò che ti ingiungo. Seduto nella tua
cella, raccogli la tua mente, presta attenzione al giorno della tua morte e
poi guarda la morte del tuo corpo. Considera la situazione, accetta la
fatica e la sofferenza, condanna la vanità di questo mondo, [1261B] e
preoccupati di agire con disciplina ed assiduità, in modo da poter rimanere
sempre nello stesso proposito di praticare la quiete, senza incorrere
nell’incostanza. Richiama alla mente anche lo stato attuale delle creature
nell'inferno; considera come vanno le cose per le anime che sono lì, in
quale sorta di doloroso silenzio, in quale terribile gemito, in quale grande
paura ed angoscia, considera quale attesa, quale dolore incessante e quale
pianto senza fine delle anime. Ma ricorda anche il giorno della risurrezione
e della presentazione davanti a Dio; immagina quale terribile e spaventoso
giudizio porta allo scoperto ciò che è in serbo per i peccatori: vergogna
davanti a Dio ed al suo Cristo, agli angeli, agli arcangeli, alle Potenze ed
a tutta l'umanità; e poi, tutte le forme di punizione: il fuoco che non si
estingue ed il verme che non muore (Cfr. Is 66,24, Mc 9,48), gli inferi, le
tenebre, [1261C] lo stridore di denti su tutte queste cose, i terrori ed i
tormenti. Ma presenta anche le cose buone in serbo per i giusti: la fiducia
in Dio Padre e nel suo Cristo, negli Angeli, negli Arcangeli, nelle Potenze
ed in tutto il popolo, il regno ed i suoi doni, la gioia e l'allegria. Tieni
davanti a te il ricordo di entrambe queste possibilità e, riguardo al
giudizio dei peccatori, gemi, piangi e rivestiti di lutto, per paura di
trovarti in mezzo a loro. Ma delle cose buone in serbo per i giusti,
rallegrati, sii contento e felice. Cerca con impazienza di rallegrarti di
questi ultimi e di prendere le distanze dai primi. Fai attenzione a non
dimenticarli mai, sia che ti trovi nella tua cella o fuori da qualche parte.
Non distaccare il tuo pensiero dal ricordo di queste cose, [1261D] in modo
che attraverso di esse tu possa sfuggire a pensieri spregevoli e dannosi.
Digiuno
10. Digiuna per quanto più puoi davanti al Signore. Il digiuno purifica
completamente le tue trasgressioni ed i tuoi peccati; abbellisce l'anima,
santifica il tuo modo di pensare, scaccia i demoni e ti prepara ad essere
vicino a Dio. Mangiando una volta al giorno, non desiderare di mangiare un
secondo pasto per non diventare dissipatore e disturbare il tuo pensiero.
Così potrai sia accumulare l’eccedenza a scopo di opere di beneficenza, sia
mettere a morte le passioni del corpo. Ma se dovesse avvenire una visita di
fratelli e tu dovessi mangiare una seconda ed una terza volta, non essere
scontroso o abbattuto; rallegrati piuttosto che sei obbediente alla
necessità e, mangiando un secondo o terzo pasto, rendi grazie a Dio che hai
adempiuto la legge dell'amore [1264A] e che hai Dio stesso come Colui che
dispone per la tua vita. Ci saranno anche momenti in cui sopraggiungerà la
malattia del corpo e sarà necessario mangiare una seconda e terza volta o
anche più spesso: il tuo spirito sia pronto (ad affrontare) questi tempi.
Non è necessario attenersi alle attività corporali (ascetiche) della nostra
professione anche in tempi di malattia, ma è necessario rinunciare ad alcune
di esse, per poter praticare di nuovo queste stesse attività della nostra
vita ascetica quando si torna in salute. Riguardo all'astinenza dai cibi, la
parola divina non ci proibì di mangiare nulla, ma disse: “Vi
do tutto questo, come già le verdi erbe; mangiatene senza distinzione
"(Gen 9,3; 1 Cor 10,25); e "Non ciò
che entra nella bocca rende impuro l’uomo" (Mt 15,11). Pertanto,
l'astinenza dal cibo deve essere una questione di nostra libera scelta ed un
impegno ascetico dell'anima.
Preghiera
11. Sopporta volentieri la privazione del sonno, il dormire per terra
[1264B] e tutte le altre austerità aspettando con impazienza la gloria
futura che ti sarà rivelata con tutti i santi. Poiché la Scrittura dice: "Le
sofferenze del tempo presente non sono paragonabili alla gloria futura che
sarà rivelata in noi" (Rm 8,18). Se sei scoraggiato, prega come dice la
Scrittura (cfr. Gc 5,13). Prega con timore e tremore, con sforzo, con
attenzione e vegliando. Questo è il modo in cui devi pregare, soprattutto a
causa dei nostri nemici invisibili maligni e pieni di malizia che ci
vogliono trattare con insolenza. Quando ci vedono impegnati nella preghiera,
allora si oppongono con forza a noi, insinuando nella nostra mente cose che
non si devono accogliere o pensare durante il tempo della preghiera, in modo
che possano indisporre il nostro spirito e rendere [1264D] la domanda e la
supplica della nostra preghiera inutili, vuote e senza profitto. La
preghiera, la domanda e la supplica diventano veramente vuote ed inutili
quando non vengono eseguite, come abbiamo detto, con timore e tremore, con
attenzione e vigilanza. Se poi qualcuno si avvicina ad un re umano con
paura, tremore e vigilanza e presenta una petizione in questo modo, tanto
più non dovrebbe presentarsi in modo simile a Dio, il Signore di tutti, ed a
Cristo, il Re dei re e Principe dei principi. e quindi fare la sua petizione
e supplica? Perché sia gloria a Dio per sempre. Amen.
Note aggiunte dal traduttore:
[1]
Tra parentesi quadre sono indicati i numeri di colonna del vol. 40
della Patrologia Greca.
[2]
Il testo della Patrologia Greca recita "inconstantia
cum concupiscentia, transvertit sensum sine malitia", che ho
tradotto con "l'instabilità con la passione travolge una mente
semplice". Il testo dalla Volgata è: "inconstantia
concupiscentiae transvertit sensum sine malitia", che andrebbe
tradotto con: "il turbine della passione travolge una mente
semplice".
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7 aprile 2021 a cura di Alberto "da Cormano" alberto@ora-et-labora.net