STORIA E VITA DELLA COMUNITÀ DI QUMRÂN
Estratto e tradotto da "QUMRÂN - Un
giudaismo ai margini", di Christophe Batsch,
Etudes & Recherche d'Auteuil
– Paris, 2014
Iniziamo col collocare la storia della
comunità di Qumrân nella storia generale delle tre grandi correnti che
divisero il giudaismo nei due secoli precedenti la distruzione del tempio
nell'anno 70 d.C. da parte dell'imperatore romano Tito. Dopo proveremo a
descrivere quale fosse la vita di questa Comunità.
1 - La crisi ellenistica, i Maccabei e le
grandi correnti del giudaismo. L'apparizione della corrente degli Esseni
Queste tre grandi correnti sono state
descritte da Giuseppe Flavio sotto i nomi di Farisei, Sadducei ed Esseni.
Egli vi aggiunge una quarta corrente che chiama gli Zeloti, ma è una
corrente piuttosto politica, in qualche modo di nazionalisti, che non hanno
differenze teologiche rispetto alle altre correnti.
Come sono apparse queste tre grandi
correnti? Sono nate nel contesto di quella che viene chiamata la crisi
ellenistica del II secolo a.C., attorno al 170. La Giudea è appena passata
sotto il regno ellenistico del nord, la Siria, con Antiochia come sua
capitale. Un regno i cui re vengono salassati dall'altissimo tributo che
devono pagare ai Romani. Essi stanno cercando soldi ovunque.
Uno di questi re, Antioco IV Epifane ("colui che si manifesta"
[1]), pensò che il modo migliore per trovarli
fosse quello di saccheggiare i templi, perché in quel tempo i templi
svolgevano il ruolo di banche, avevano delle riserve, per non parlare della
quantità di oggetti sacri di valore che vi si trovavano. Egli cominciò col
saccheggiare il tempio di Gerusalemme. Quindi decise di andare un po' oltre.
Forse su richiesta di alcuni giudei
ellenizzati, forse di testa sua perché voleva omogeneizzare il suo regno,
decise di trasformare Gerusalemme in una città greca, una polis. Il
che voleva dire: chiudere il tempio, o piuttosto farlo diventare un tempio
di Zeus, vietare le pratiche ebraiche (circoncisione, casherut
[2],
shabbat
[3]), insediare un ginnasio a Gerusalemme.
Questa è la crisi ellenistica. Questa azione violenta da parte dei greci
provocò una reazione ed una rivolta nazionale e religiosa: è la famosa
rivolta dei Maccabei. È contro questa forzata ellenizzazione e questa
proibizione delle pratiche del giudaismo che protestarono i Maccabei (verso
il 168 a.C.). Essi condussero la loro battaglia ed alla fine vinsero, al
punto di arrivare a costituire uno Stato giudeo indipendente dai Greci.
Ma in dettaglio, come sono andate le cose?
La prima misura presa da Antioco IV fu quella di cacciare il sommo sacerdote
in carica per nominarne un altro al suo posto. Tuttavia, nella tradizione
ebraica, i sommi sacerdoti esercitavano una funzione ereditaria. A partire
dal ritorno dall'esilio babilonese nel 539 a.C., tale carica competeva alla
dinastia degli Oniadi. I Greci cacciarono il sommo sacerdote in carica e
nominarono un personaggio qualunque al suo posto; c'è persino un momento in
cui tutti i sacerdoti sono espulsi e non ci sono più sacerdoti a
Gerusalemme, è il vuoto assoluto. E quando i Maccabei prendono il potere -
un po' come Napoleone - invece di richiamare il sommo sacerdote che era
stato cacciato, si designano loro stessi come sommi sacerdoti, prendendo il
posto dell'antica dinastia dei sommi sacerdoti (nel 152 a.C.)
[4]. Si pensa che fu in occasione di questo
cambiamento che apparvero alcune delle grandi correnti del giudaismo.
Prima emerse la tradizionale corrente
sacerdotale, l'aristocrazia sacerdotale di Gerusalemme, coloro che
accettarono questo cambio di dinastia. Una simile situazione avrebbe dato
origine ai Sadducei, vale a dire i membri delle grandi famiglie
sacerdotali di sempre, coloro che conservavano la tradizione ed hanno
accettato lo sconvolgimento sociale che rappresentava l'arrivo dei Maccabei
al pontificato. In breve, persone conservatrici ma disposte ad accettare un
tale cambiamento.
E poi ci furono le famiglie tradizionaliste
che hanno rifiutato ed hanno visto nei Maccabei degli usurpatori contro i
quali esse sono insorte. Sarebbero gli Esseni, che dovettero lasciare
Gerusalemme perché non erano d'accordo sulla nomina di un Maccabeo come
sommo sacerdote. Rifiutarono di riconoscergli la legittimità politica, non
erano disposti ad accettarlo. In pratica, quindi, fu l'ambiente sacerdotale
ad originare queste due grandi correnti dei Sadducei e degli Esseni.
Ed i Farisei? Chi erano? Si pensa
che non emersero dall'ambiente sacerdotale (anche se, in ultima analisi, vi
furono dei sacerdoti farisei) e che sarebbero sorti piuttosto dall'ambiente
degli Hassidim, vale a dire i pii, menzionati anche all'inizio della
rivolta dei Maccabei: come questi ultimi, gli Hassidim si rifiutarono
di seguire il divieto delle pratiche ebraiche imposto dai greci. In un primo
tempo essi si unirono ai Maccabei.
Ma, attaccati dai greci poiché osservavano
lo Shabbat, questi Hassidim
trovarono nella loro pietà il motivo di non opporsi; erano così pii che non
si difendevano, al punto da essere sterminati. Al contrario, i Maccabei
erano determinati a difendersi se attaccati durante lo Shabbat. Gli
Hassidim si unirono quindi alle
truppe maccabee e adottarono la loro nuova pratica. Ma quando la lotta dei
Maccabei assunse un carattere più nazionalistico e politico che religioso ed
i Greci sembrarono pronti a fare le concessioni necessarie per tornare alla
pratica religiosa, questi Hassidim
ripresero allora le distanze dai Maccabei.
Essi formeranno la corrente farisaica con
le caratteristiche di una corrente di riflessione intellettuale.
Elaboreranno quella che chiameranno la "Torah orale", in altre parole una
legge orale, che diceva come interpretare i testi sacri, come farne
l'esegesi, per renderli applicabili alla vita nella società.
Per quanto riguarda la corrente degli
Esseni, come abbiamo appena detto, è emersa nel primo terzo del secondo
secolo a.C., guidata da uno o più sacerdoti. Provenienti da vecchie famiglie
sacerdotali, questi ultimi non accettarono l'usurpazione da parte dei
Maccabei della funzione di sommo sacerdote, opposizione che li portò a
lasciare Gerusalemme.
2 - La nascita della comunità di Qumrân
In questo contesto, la Comunità di Qumrân
sarebbe nata essa stessa all'interno di questa corrente di Esseni. Un primo
personaggio chiamato il "Sacerdote" avrebbe addestrato la Comunità. Per
iniziare, lasciando Gerusalemme essi avrebbero vagato in un certo numero di
luoghi (forse sull'altipiano di Efraim o di Damasco?) ed infine, verso
l'anno 100 prima della nostra era, si stabilirono a Qumrân.
- Una comunità basata sulla rivelazione
Sarebbe allora apparso in questa Comunità
un personaggio carismatico, chiamato il Maestro di Giustizia e portatore di
una rivelazione. Questa è l'importante differenza tra gli esseni e le altre
correnti. Per queste ultime, la profezia si conclude con Zaccaria e
Malachia; per gli esseni, al contrario, continua: il Maestro di Giustizia è
un profeta.
Il contenuto essenziale della sua profezia era la predestinazione. Dio, al
momento della creazione, ha concepito l'intera storia che sarebbe accaduta;
idea che va molto lontano, perché è anche tutta la storia di ogni individuo
del genere umano che è stata stabilita da Dio. Ci saranno dei momenti di
disgrazia e dei tempi di felicità in cui tutti saranno devoti e giusti. La
rivelazione del Qumrân è la conoscenza di questi tempi e questi tempi
arriveranno presto
[5].
Successivamente, è possibile che ci sia
stata una divisione nella Comunità, ma non vi è la certezza.
Probabilmente, questa corrente del Qumrân
costituiva all'interno del giudaismo una corrente piuttosto marginale al
tempo della fine del Secondo Tempio, ovvero quando avvenne la distruzione di
Gerusalemme ad opera dei romani nel 70 d.C.
3 - La "Regola della Comunità" - La vita della comunità di Qumrân.
Uno dei principali scritti di Qumrân si
chiama "Regola della Comunità". Questo testo stabilisce un certo numero di
comportamenti corretti che si devono avere ed una serie di principi
teologici, in particolare la famosa esortazione sui "Due Spiriti" che sembra
realizzare un assoluto dualismo tra le forze del Bene e quelle del Male.
Allo stesso modo, la "Regola della Guerra", un altro scritto di Qumrân,
descrive come si svolgerà la guerra escatologica tra i Figli della Luce ed i
Figli delle Tenebre.
Indipendentemente dal suo aspetto
dualistico, questa "Regola della Comunità" pone una serie di interrogativi,
in quanto sembra applicabile solo a delle comunità ultra-pure, per così
dire, e cioè innanzitutto formate solo da uomini, con regole estremamente
rigide, soprattutto perché i Qumrâniani avevano lasciato Gerusalemme.
E ciò perché con i sacerdoti di Gerusalemme, oltre al problema della
legittimità già menzionata, c'erano dei disaccordi fondamentali sui
calendari. I Qumrâniani pensavano che il calendario sacerdotale attuato a
Gerusalemme fosse sbagliato; così che Gerusalemme celebrasse la festa di
Pasqua in una data che non era quella della vera Pasqua
[6]. Il che, per i Qumrâniani, era
inammissibile perché bisognava festeggiare le feste qui sulla terra nello
stesso momento in cui gli angeli le celebravano nei cieli. Occorre una
conformità assoluta o, per così dire, una concordanza dei tempi tra i cieli
e la terra.
Ma, avendo lasciato Gerusalemme, gli uomini
di Qumrân non possono più praticare i sacrifici e perciò essi inventano, per
così dire, la sostituzione del sacrificio con il pasto. Ogni giorno
mangeranno cose sante (qodashim)
alla tavola del Maestro della Comunità e per questo motivo essi dovranno
mettersi in uno stato di estrema purezza. Quindi, praticamente, fare un
bagno al giorno.
Ma delle regole così rigide, come quelle stabilite nella "Regola della
Comunità", erano applicabili alle popolazioni essene "ordinarie" che
vivevano in famiglia in un particolare quartiere di Gerusalemme o in
un'altra città o villaggio? Poiché c'erano quartieri, e persino villaggi,
abitati da Esseni, ma Esseni meno radicali di quelli della Comunità di
Qumrân. A loro potrebbero essere applicate le regole che sono enunciate nel
libro di Enoch
[7]
o nel libro dei Giubilei
[8], regole meno impegnative dal punto di
vista della purezza quotidiana.
Ma ciò solleva un altro problema. Il libro
dei Giubilei è scritto in ebraico; esso si riferisce a periodi e tempi molto
specifici ed è una sorta di calendario universale dall'inizio del mondo fino
al ritorno del Messia. Per quanto riguarda il libro di Enoch, che è molto
più ricco in termini di regole, di leggi, di "halakha"
(legge religiosa ebraica), ecc., esso è scritto in aramaico. In che misura
un libro scritto in aramaico, cioè in dialetto, ovvero un linguaggio che ha
un'autorità molto debole, poteva essere o meno un libro autorevole presso le
comunità ebraiche del tempo? Questa è una domanda che non è stata risolta.
Note del traduttore
[1] Nel 175 a.C. arrivò l'occasione che lo portò al potere:
suo fratello Seleuco, allora re in carica, fu assassinato dal primo
ministro Eliodoro. Antioco ottenne l'appoggio di Eumene II di
Pergamo, che sperava, essendo da diverso tempo diffidente verso i
Romani, di installare in Siria un re che li sostenesse contro
l'invadenza politica romana. Con il supporto di Pergamo, Antioco
uccise Eliodoro e soppresse la congiura: per questo fu chiamato dai
Siriani Epiphanes ("colui
che si manifesta"), in quanto con la sua manifestazione improvvisa
aveva impedito che gli usurpatori prendessero controllo dell'impero.
Inizialmente governò come coreggente e tutore di Antioco, figlio del
fratello Seleuco IV; in seguito lo fece assassinare e divenne re a
tutti gli effetti. Per legittimare ulteriormente la propria
posizione, cambiò il proprio nome da Mitridate (nome tipicamente
orientale) ad Antioco, nome di origine greca tipico dei re
Seleucidi. Si preoccupò di stipulare subito un trattato di amicizia
con i romani. (Fonte:
Wikipedia)
[2] Casherut (o Kasherut) indica, nell'accezione comune,
l'idoneità di un cibo a essere consumato dal popolo ebraico secondo
le regole alimentari della religione ebraica. Il cibo che risponde
ai requisiti di kasherut è definito kashèr o, in italiano, cacher.
(Fonte: Wikipedia)
[3] Lo Shabbat è la festa del riposo, che è celebrata ogni
sabato.
[4]
La nomina di Gionata quale sommo sacerdote (153-152 a.C.) impresse
un nuovo carattere alla politica dei Maccabei, poiché la
combinazione del potere politico con la dignità del sommo sacerdote
accresceva considerevolmente l'autorità del capo vittorioso. Gionata
era fratello di Giuda Maccabeo, che trasformò in una marcia
vittoriosa la rivolta dei Maccabei, e gli succedette a capo dei
ribelli. (Fonte: "Nuovo
commentario biblico. I Vangeli" di Armando J. Levoratti, Città
Nuova, 2005)
[5]
Come riferimento si vedano questi passi della Regola della Comunità:
"Dal Dio sapientissimo procede tutto ciò che è e sarà: prima che
essi siano egli stabilisce tutto il loro piano, ed allorché esistono
compiono le loro azioni in base a quanto è stato per essi
determinato conformemente al piano della sua gloria, senza alcun
mutamento (III, 15-16). Dall'angelo della tenebra (derivano) le
aberrazioni di tutti i figli della giustizia, tutti i loro peccati,
le loro iniquità, la loro colpa e lo loro azioni perverse sono
l'effetto del suo impero in conformità ai misteri di Dio" (III,
21-23).
[6]
La Regola della Comunità parla del rituale del Rinnovamento
dell’Alleanza e dà una grande importanza al calendario solare
sacerdotale di 364 giorni (4 trimestri di 91 giorni), perché tale
calendario dà la possibilità di celebrare le feste sempre nello
stesso giorno ogni anno. Così, per Qumran, la Pasqua, il 14 del mese
di nisan, cadeva sempre la
notte del martedì sera, mentre nel calendario lunare di 354 giorni
le feste erano a giorno variabile e potevano cadere di sabato, come
avvenne per esempio nell’anno 30 d.C. (Fonte: "La
civiltà cattolica. Gesù di Nazaret e i manoscritti del Mar Morto",
di G. De Rosa S.J., 2004-III)
[7] Il Libro di Enoch è un testo apocrifo di origine giudaica
la cui redazione definitiva risale al I secolo a.C., pervenuto ad
oggi integralmente in una versione in lingua
ge'ez (antica lingua
dell'Etiopia), donde il nome Enoch etiope. Sono invece in aramaico i
testimoni più antichi del Libro di Enoch, 11 frammenti ritrovati nel
1948 tra i manoscritti di Qumrân. Al patriarca antidiluviano Enoch,
secondo la Genesi bisnonno di Noè, la tradizione ebraico-cristiana
ha riferito 3 distinti testi, nessuno dei quali accolti negli
attuali canoni biblici ebraico o cristiano. (Fonte:
Wikipedia)
[8] Quest'opera, il Libro dei Giubilei, è conosciuta anche
con il nome di Piccola Genesi, perché parafrasa gran parte della
Genesi e dell'Esodo, con inserzioni apocrife riguardanti alcuni
episodi. Assai importanti sono però le informazioni e gli espedienti
con le quali si tenta di spiegare le origini delle prescrizioni
rituali e dei costumi giudaici contemporanei all'autore. Nella sua
forma definitiva, il Libro dei Giubilei fu scritto probabilmente
verso l'anno 100 a.C., ma secondo alcuni anche prima. La sua
preoccupazione di conservatorismo religioso e il suo isolazionismo
nella fedeltà ad YHWH hanno fatto sì che fosse utilizzato dagli
Esseni di Qumrân: lo si trova infatti citato nel Documento di
Damasco, una delle loro opere maggiori; inoltre numerosi frammenti
della sua primitiva versione ebraica sono stati trovati nella
biblioteca scoperta a Qumrân. (Fonte:
Wikipedia)
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26 gennaio 2019
a cura di Alberto "da Cormano" alberto@ora-et-labora.net