Regula “Psallendo”
Testo elaborato in base all'articolo di François Masai “Fragment en onciale d’une règle monastique inconnue démarquant celle de saint Benoît”, in Scriptorium, 2 - 1948. Si veda in fondo alla pagina l'immagine tratta dal testo citato.
1. … psallendo pro sancta devotione.
2. Ordinem etiam convivii huic regulae inserendum esse credidimus. Sufficere aestimamus ad refectionem cotidianam tam sextae quam nonae, omnibus mensis, cocta duo cibaria, propter diversarum infirmitates: 3. ut forte quae ex illo non potuerit edere ex alio reficiatur. 4. Ergo duo cibaria cocta sororibus omnibus sufficiant et, si fuerit unde poma aut nascentia leguminum, addator et tertium. 5. Panis libra una propensa sufficiat in die, sive una sit refectio sive prandii et cenae. 6. Quod, si cenaturae sunt, de eadem libra tertia pars cellarariae servetur reddenda cenaturis.
7. In arbitrio tamen et potestate erit abbadissae si pro alio labore expediat aliquid augere. 8. Remota prae omnibus crapula ut numquam surripiat monachae indegeries: 9. quia numquam sic contrarium est christiano quomodo crapula est, 10. sicut ait Dominus noster “Vidite ne graventur corda vestra a crapula”. 11. Unde sanctus Hieronimus dicit: “Moderatus sit cibus et numque venter expletus. 12. Plurimae quippe sunt, quae, cum vino sunt sobriae, ciborum largitate sunt ebriae”. 13. “Adesse ergo debet ratio, ut tantas et tales sumamus escas, quibus non oneretur corpus, nec libertas animae praegravetur”. 14. Et apud eundem “Sed et ex vilissimis cibis vitanda satietas est”. 15. “Beatitudo paradisi absque abstinentia cibi non potuit dedicari. 16. Quamdiu ieiunavit, in paradiso fuit. 17. Comedit, et eiectus est. 18. Cur perdidit Esau primogenita sua, nonne propter cibum impatientiam?”.
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Regola per le monache “Psallendo”
Libera traduzione dal latino
1. ...salmodiando con santa devozione
[1].
2. Abbiamo creduto di dover inserire in questa regola anche un
regolamento relativo ai pasti.
[2]
Volendo tenere il debito conto delle necessità individuali, riteniamo
che per il pranzo quotidiano fissato - a seconda delle stagioni - dopo
Sesta o dopo Nona, siano sufficienti due pietanze cotte, 3. in modo che
chi eventualmente non fosse in condizioni di prenderne una, possa
servirsi dell'altra. 4. Dunque a tutti le sorelle devono bastare due
pietanze cotte e se ci sarà la possibilità di procurarsi della frutta o
dei legumi freschi, se ne aggiunga una terza. 5. Quanto al pane penso
che basti un chilo abbondante al giorno, sia quando c'è un solo pasto,
che quando c'è pranzo e cena. 6. In quest'ultimo caso la celleraria ne
metta da parte un terzo per distribuirlo a cena.
7. Nel caso che il lavoro quotidiano sia stato più gravoso del solito,
se la badessa lo riterrà opportuno, avrà piena facoltà di aggiungere un
piccolo supplemento, 8. purché si eviti assolutamente ogni abuso e la
monaca si guardi dall'ingordigia. 9. Perché nulla è tanto sconveniente
per un cristiano, quanto gli eccessi della tavola, 10. come dice lo
stesso nostro Signore: "State attenti che il vostro cuore non sia
appesantito dal troppo cibo"
[3].
11. E san Gerolamo dice: “Mangia con moderazione e non portare mai a
sazietà lo stomaco. 12.
Molte vergini, sobrie nell'uso del vino, diventano come ubriache per
l'intemperanza nel mangiare”
[4].
13. La misura del vostro regime
alimentare deve essere tale da
assumere
una
quantità
ed
una
qualità
di
cibo
che
non
sovraccarichi
il
corpo
e non ostacoli la libertà dell’anima”
[5].
14. Ed egli dice ancora: “Occorre evitare la sazietà degli alimenti,
anche dei più ordinari”
[6].
15. ”Senza l’astinenza dal cibo la beatitudine del paradiso non può
essere inaugurata. 16. Finché l’uomo ha digiunato è rimasto in paradiso.
17. Dopo che ebbe mangiato ne è stato scacciato. 18. Perché Esau ha
perso il diritto di primogenitura, se non per la sua impazienza nel
mangiare?”
[7].
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[1]
Questo versetto è estratto dalla Regola di Cesario per le vergini,
cap. 70,
4. Questo capitolo non è contenuto nell'edizione della Patrologia
Latina, ma lo si trova in altre edizioni, partendo dal manoscritto
di Monaco Clm 28118.
[2]
Cesario,
Regola per le vergini, cap. 71,1 del ms. Clm 28118 e cap. 16
della Patrologia Latina.
[3]
Dalla seconda
parte del versetto 2 e fino al versetto 10 si tratta della citazione
della Regola di san Benedetto, cap. 39, 1-9. Al versetto 10 è
citato Luca 21, 34.
[4]
Gerolamo,
Epistola 22 (“Ad Eustochium Paulae filiam, de custodia
virginitatis", "A Eustochio, figlia di Paola, sulla custodia
della verginità"), cap. 17.
[5]
Gerolamo,
Contro Gioviniano, cap. 2,10.
[6]
Gerolamo,
Contro Gioviniano, cap. 2,12.
[7]
Gerolamo,
Contro Gioviniano, cap. 2,15.
Manoscritto Bruxelles n° II 7538 reso più leggibile da François Masai
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19 novembre 2022 a cura di Alberto "da Cormano" alberto@ora-et-labora.net