Nel 1923 , Dom Donatien de Bruyne pubblicò nella Revue Bénédictine [1] un breve frammento di una Regola per monache; questo frammento onciale [2] era un risguardo conservato presso la Biblioteca Reale di Bruxelles con la sigla II 7638 . L'editore datò la scrittura all'VIII secolo.

Nel 1948 François Masai , che allora ignorava lo studio di Dom de Bruyne, pubblicò lo stesso frammento nella rivista Scriptorium [3], datando lo scritto alla seconda metà del VII secolo o all'inizio dell’VIII secolo. Nel 1951, avendo avuto conoscenza dell'edizione del 1923, corresse alcune letture errate del suo primo studio [4].

Il codice a cui apparteneva questo foglio è stato scritto nella Gallia settentrionale.

A. de Vogüé, considerando la scrittura e la provenienza del manoscritto (Saint-Jacques de Liège) lo data alla seconda metà del VII all'inizio dell'VIII secolo [5].

Questa Regola è solitamente designata con le sue prime parole “Psallendo pro sancta devotione”.

In poche righe, questo frammento riflette diversi fenomeni interessanti: il suo primo versetto è formato da due versetti dalla Regola per le Vergini di Cesario d'Arles; il primo membro proviene dall'ordo per il funerale di una monaca [6], il secondo dall'ordo per i pasti [7]. Segue poi (versetti da 2 a 10 della Regola Psallendo), il capitolo 39  della Regola di san Benedetto, versetti da 1 a 9, trascritti al femminile. Dal versetto 12, è l'autorità di san Girolamo che viene esplicitamente invocata da quattro citazioni dalla Lettera 22 e dall'Adversus Jovinianum (Contro Gioviniano) per raccomandare la sobrietà nel cibo. Il capitolo 39 della Regola di san Benedetto è incompleto, forse la fine si trovava nella pagina successiva [8].

Troviamo così in questo breve frammento la contiguità di un ordo liturgico e di un ordo dei pasti come in Cesario, la trascrizione al femminile del testo di Benedetto come nelle Regole di Walbert e di Donato; come in quest'ultimo l'uso congiunto di Cesario e Benedetto; infine, in una linea che il Libellus a Regula sancti Benedicti subtractus svilupperà ampiamente, l'inserimento di un commento spirituale mutuato da Girolamo - autorità dottrinale in materia di verginità e ascesi - relativamente esteso rispetto alle prescrizioni pratiche riguardanti i pasti.

In queste poche righe si condensano i fenomeni riscontrati nelle tre Regole maggiori della presente raccolta ovvero le Regole di Walbert, di Donato ed il Libellus.

Bibliografia

- François Masai  “Fragment en onciale d’une règle monastique inconnue démarquant celle de saint Benoît”, in Scriptorium, 2 (1948), p. 215-220. “Deux éditions d’un fragment en onciale d’une Règle de moniales", in Scriptorium, 5 (1951), p. 123-124.

- D. De Bruyne, “Fragment oncial d’une règle de moniales”, in Revue Bénédictine, 35 (1923), p.126-128.

- A. De Vogüé, art. "Regula Psallendo pro sancta devotione”, DIP (Dizionario degli Istituti di Perfezione) 7, 1594-1595. e art. "Regula Columbani ad Virgines", DIP 7, 1566-1569.