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Indice e
Logos 1 estratti da "
Logos 1
Norme per i fratelli che vivono con
Isaia
Logos 2
Sullo spirito, secondo la sua natura
Logos 3
Regolamento dei novizi
Logos 4
Sulla coscienza di quelli che vivono in
cella
Logos 5
Sui saldi precetti e l’edificazione di
quanti desiderano vivere in concordia gli uni con gli altri
Logos 6
Su quelli che vogliono stare in pace
Logos 7
Sulle virtù
Logos 8
Apoftegmi
Logos 9
Precetti per quelli che si ritirano dal
mondo
Logos 10
Altri apoftegmi
Logos 11
Sul granellino di senapa
Logos 12
Sul vino
Logos 13
Su quelli che hanno combattuto e vinto
Logos 14
Sul dolore
Logos 15
Non potete amare Dio e il denaro
Logos 16
Sulla gioia dell’anima che vuole essere
sottomessa a Dio
Logos 17
Sui pensieri nelle opere
Logos 18
Sull’assenza di rancore
Logos 19
Sulle passioni
Logos 20
Sull’umiltà
Logos 21
Domande di Pietro all’abba
sulla penitenza; le due vie
Logos 22
Sull’opera santa dell’uomo nuovo
Logos 23
Sulla perfezione
Logos 24
Sull’impassibilità I
Logos 25
All’abba
Pietro suo discepolo
Logos 26
Sentenze
Logos 27
Sull’impassibilità II
Logos 28
Sulle ramificazioni della malizia
Logos 29
Lamentazioni
Logos 30
Parole degli Anziani, raccolte da Isaia
O voi che desiderate vivere con me, ascoltate, nel
nome di Dio. Che ognuno di voi resti nella sua cella nel timore di Dio;
per comando del Signore, non disprezzate il vostro lavoro, e non siate
negligenti nella vostra meditazione, né nell’orazione continua;
custodite il vostro cuore da pensieri estranei; non formulate giudizi su
uomini e cose di questo mondo, ma esaminate piuttosto i vostri difetti e
sforzatevi di camminare rettamente, invocando Dio con cuore afflitto,
con lacrime e mortificazione, e così Dio vi perdonerà e custodirà,
affinché non cadiate più nelle stesse cose; avendo ogni giorno la morte
davanti agli occhi (Sir 28,6), preoccupandovi della vostra uscita
dal corpo, di come sconfiggere le potenze delle tenebre (Col
1,13) che vi verranno incontro nell’aria (1Ts 4,17), e di essere
integri e irreprensibili nell’incontro con Dio (Fil 1,10);
osservando in anticipo il terribile giorno del giudizio e della
retribuzione di opere, parole e pensieri di ognuno di noi (Rm
2,5s); infatti, tutto è evidente e chiaro davanti agli occhi di Colui al
quale dobbiamo rendere conto (Eb 4,13).
Salvo in caso di necessità, non parlate a tavola né
nell’assemblea liturgica; non correggete chi salmodia, a meno che non ve
lo chieda. Lavorate ogni settimana nel timore di Dio, senza abbandonare
la meditazione. Che nessuno entri nella cella del fratello, né
acconsentirete a vedervi prima del tempo. Non sorvegliate il lavoro
dell’altro per vedere se tuo fratello lavora più di te o viceversa.
Quando svolgete un lavoro senza importanza, non parlate di cose vane (Mt
12,36), non abbiate alcuna familiarità, ma ognuno, nel timore di
Dio, realizzi il suo lavoro e la sua meditazione in segreto, raccolto in
se stesso. Quando finisce la riunione o vi alzate dalla tavola, non
mettetevi a parlare gli uni con gli altri né di Dio né del mondo, ma
ognuno entri nella sua cella per piangere sui suoi peccati. Se qualcuno
ha bisogno di parlare, parli poco, con umiltà e moderazione, pensando
che Dio lo osserva (Eb 4,13).
Non lamentatevi gli uni degli altri in nulla, né
dite niente contro nessuno; non giudicate né disprezzate nessuno con la
bocca o col cuore; non criticate mai nessuno; che la menzogna non esca
mai dalla vostra bocca (Ap 14,5). Non acconsentite a parlare né
ad ascoltare niente che non vi aiuti (Eb 13,9). Non ci sia
malizia nel vostro cuore, né odio, né invidia verso il prossimo. Che non
ci sia mai una cosa nella vostra bocca e un’altra nel vostro cuore,
poiché nessuno può prendersi gioco di Dio (Gal 6,7): Egli vede
tutto, tanto ciò che è nascosto quanto ciò che è manifesto (Eb
4,13). Ogni pensiero, ogni tribolazione, ogni vostra volontà, tutto ciò
che dovete sopportare, non lo nascondete, ma ditelo liberamente al
vostro abba e ciò che egli vi dice sforzatevi di farlo con fede.
Ascoltate: non
trascurate l’osservanza dei miei precetti; altrimenti, perdonatemi, ma
non vi consentirò di restare con me. Se li custodirete in segreto e
apertamente, io parlerò a Dio per voi (Eb 13,17), ma se non li
osserverete, Dio chiederà conto a voi della vostra negligenza e a me
della mia inutilità. Chi custodisce i miei precetti, tanto in segreto
quanto apertamente, sarà da Dio preservato da ogni male e protetto in
ogni tentazione (2Pt 2,9) che sopravvenga in segreto o
apertamente. Vi esorto, fratelli miei: capite perché siete usciti dal
mondo e preoccupatevi della vostra salvezza, in modo che la vostra
rinuncia non sia vana (1Ts 3,5) e non siate confusi davanti a Dio
né davanti a coloro che hanno rinunciato al mondo per Dio, né davanti ai
santi che si sono così distinti. Pertanto, l’assenza di lamentele, la
mortificazione, l’umiltà, il controllo della volontà in tutto (2Cor
6,6), il non confidare nella tua giustizia (Lc 18,9), ma
l’avere sempre presenti i propri peccati, genererà in te costantemente
le virtù. Imparate che l’ozio, l’abbondanza e la vanagloria sciupano
tutti i frutti della vita monastica.
Regolamento dei novizi e dei monaci delle celle
1. In primo luogo noi abbiamo
bisogno di umiltà, essendo pronti in tutto, in ogni parola che
ascoltiamo o in ogni azione, a dire: «Perdonami», in quanto mediante
l’umiltà ogni cosa dell’Avversario si corrompe.
2. Non sopravvalutarti in nessuna
opera per stare tranquillo nei tuoi pensieri.
3. Il tuo volto sia serio e mite con
le persone estranee perché il timore del Signore abiti in te.
4. Se cammini per strada con i
fratelli, allontanati un po’ per stare in silenzio e andando non
guardare qua e là ma medita dentro di te e prega Dio in cuor tuo.
5. Nel luogo dove vai non stabilire
familiarità ma sii riservato in tutto.
6. Stendi la mano verso [il cibo]
che ti è messo davanti come se fossi costretto a mangiare.
7. Essendo giovane non provare a
stendere la mano per portarla alla bocca di un altro.
8. Nel luogo dove dormi non ti
mettere sotto la coperta con un altro e recita molte preghiere prima
di addormentarti.
9. Se sei stanco per il cammino e
vuoi ungerti con un po’ d’olio per la fatica della strada, ungi solo
i tuoi piedi avendo la delicatezza di non mostrarli e non permettere
che il tuo corpo venga unto con l’olio se non in caso di necessità o
di malattia.
10. Quando stai nella tua cella, se
viene un fratello estraneo da te, comportati così con lui. Ungi i
suoi piedi e digli: «Fammi il favore, prendi un po’ d’olio e versalo
su di te». Se non vuole farlo in buona pace, tu non insistere. Ma se
è un vecchio asceta, tu costringilo a farsi ungere tutto quanto.
11. Stando a tavola con i fratelli
ed essendo giovane non dire a uno: «Mangia». Ricordati invece dei
tuoi peccati per non mangiare con piacere e tendi le tue mani solo
verso quello che c’è davanti a te. Se c’è qualcosa davanti a un
altro, tu non protendere le tue mani verso di esso.
12. Le tue vesti arrivino a coprire
i tuoi piedi e le tue ginocchia unite strettamente una all’altra.
13. Se ci sono degli ospiti a
tavola, offri loro con occhio gioioso (Cfr. 2 Cor 9,7) e quando
hanno finito di mangiare ripeti loro due o tre volte: «Per favore,
mangiate ancora un po’».
14. Quando mangi non sollevare il
volto in direzione del tuo vicino, non guardare qua e là e non
proferire parole vane.
15. Non tendere le tue mani verso
qualcosa che vuoi senza aver detto: «Sia benedetto»
(Nota: formula di cortesia del giovane nei confronti di un anziano).
16. Quando bevi dell’acqua non
permettere che la tua gola faccia rumore come capita a quelli che
sono nel mondo.
17. Stando con i fratelli, se ti viene da sputare, non farlo davanti
a loro, ma alzati e fallo fuori.
18. Non stirarti con il corpo se degli uomini ti vedono.
19. Se ti viene uno sbadiglio, non aprire la bocca ed esso passerà.
20. Se ti viene da ruttare, non
farlo.
21. Non aprire del tutto la bocca
quando ridi, [è segno] di mancanza di timore.
22. Non desiderare niente del
vicino, quando lo vedi, né la tunica, né la cintura, né la cocolla e
non acconsentire al desiderio di farti qualcosa che gli è simile.
23. Se ti fai un libro, non
abbellirlo con ornamenti: sarebbe infatti per te una passione.
24. Se hai commesso una mancanza,
non mentire per vergogna, ma fai penitenza dicendo: «Perdonami» e lo
sbaglio viene superato.
25. Se qualcuno ti fa un discorso
duro, non sentirti ferito nell’orgoglio, perché l’ira di Dio arriva
in fretta.
26. Se uno ti ha calunniato in una
qualche circostanza, non lasciarti spaventare ma fai penitenza
dicendo: «Perdonami, non lo faccio più» sia che tu sappia di cosa si
tratti sia che tu non lo sappia.
27. Tutte queste cose costituiscono
un progresso per un giovane.
28. Se vai ad abitare insieme ad un
fratello, bada a non prenderti troppa confidenza perché tu possa
finire i tuoi giorni in pace.
29. Nello svolgere il tuo lavoro
manuale, non disprezzarlo ma poni attenzione ad esso nel timore di
Dio per non peccare per ignoranza.
30. Quando impari un lavoro, domanda
a chi te lo insegna e non vergognarti di dire in continuazione: «Per
favore, guarda se va bene oppure no».
31. Se un fratello ti chiama, mentre
stai svolgendo un lavoro, preoccupati di vedere cosa vuole e lavora
con lui, lasciando il tuo impiego.
32. Finito di mangiare, va’ nella
tua cella e svolgi il tuo ufficio, senza metterti a parlare con
quelli che ti recano profitto.
33. Se ci sono degli anziani che
fanno discorsi su Dio, di’ al padre tuo: «Posso fermarmi ad
ascoltare o devo andare in cella?», quindi fa’ di buon animo quello
che egli ti dice.
34. Se ti manda fuori per una
commissione, chiedigli: «Dove vuoi che vada, di cosa hai bisogno?».
Quindi fa’ quello che ti dice senza aggiungere né togliere niente.
(Cfr. Dt 13,1)
35. Se ascolti delle parole fuori,
non prenderle per dirle a un altro quando rientri; infatti se
custodisci le tue orecchie, la tua bocca non sbaglierà.
36. Se vuoi fare qualcosa e quello
che abita con te non vuole, rinuncia per lui alla tua volontà perché
non ci sia rivalità ed egli non ne sia rattristato.
37. Se abiti insieme ad un fratello
come ospite, non dare nessun ordine e non cercare di essere suo
capo.
38. Se abiti con dei fratelli, non
desiderare di essere considerato alla pari nei loro discorsi.
39. Se ti ordinano di fare una cosa
che tu non vuoi, combatti la tua volontà finché non la fai per non
recare loro pena e non smarrire il senso della tua riservatezza e
della pacifica coabitazione.
40. Se abiti con un fratello e ti
dice: «Cucinami qualcosa», tu rispondigli: «Cosa vuoi che faccia?».
Se ti lascia libero di scegliere dicendo: «Quello che trovi», tu
preparalo con timore di Dio.
41. Se abitate insieme e c’è da fare
un lavoretto, fatelo tutti insieme senza risparmiare il tuo corpo a
causa di quello che possono pensare gli altri.
42. Quando ti alzi al mattino ogni
giorno, prima di dedicarti al lavoro manuale, medita le parole di
Dio.
43. Se c’è da sistemare qualcosa,
una stuoia, un vaso, o da fare qualche altro lavoro, fallo con
diligenza e non pigramente.
44. Se per una cosa c’è la
ricompensa, il fratello la condivida con te e tu non essere
invidioso nei suoi confronti.
45. Se c’è una piccola cosa da fare
e uno dice all’altro: «Va’ a lavorare, fratello, ce la faccio da
solo». Tu dagli retta, chi infatti presta ascolto, costui è grande.
(Cfr. Mt 23,11)
46. Se c’è presso di te un fratello
estraneo, mostrati contento nell’accoglierlo e il bagaglio che porta
prendilo con gioia. Quando riparte, fa’ lo stesso. Il tuo saluto
diretto a lui sia fatto con mitezza e nel timore di Dio per non
infliggergli una pena. Bada di non domandargli alcunché che non ti
sia utile ma fallo pregare e quando siede chiedigli: «Come stai» e
fermati a queste parole e dagli un libro su cui meditare.
47. Se viene da una fatica, fallo
riposare lavandogli i piedi.
48. Se fa con te discorsi che non
sono convenienti, pregalo per carità dicendo: «Perdonami: sono
debole e non ce la faccio a sopportare».
49. Se è malato e le sue vesti sono
sporche, tu lavale; se è un semplice e le sue vesti sono sporche e
strappate, tu cucile.
50. Se è un [monaco] che va in giro
e presso di te ci sono dei fedeli, non presentarglielo ma fagli
l’elemosina per amore di Dio.
51. Se è un fratello che passa in
nome di Dio e viene da te per riposare, non voltargli la faccia ma
accoglilo con gioia con i fedeli che sono venuti da te.
52. Se è un povero, non rimandarlo a
mani vuote ma da’ a lui la benedizione che Dio ti ha dato nella
consapevolezza che ciò che hai non è tuo ma dono di Dio.
53. Se un fratello deposita da te
qualcosa, non aprirlo senza di lui per sapere cosa c’è. Se è
qualcosa di assai prezioso ad essere depositato presso di te, tu
digli: «Consegnamelo nelle mie mani».
54. Se vai fuori a casa di uno e
costui esce e ti lascia solo, non alzare gli occhi per vedere cosa
c’è in casa e non aprire niente, né finestre, né contenitori, né
libri; piuttosto, quando esce, digli: «Dammi un lavoretto da fare
finché non tomi». E ciò che ti propone tu fallo senza pigrizia.
55. Non lodare se non ciò che hai
visto; non parlare di ciò che hai sentito come se lo avessi visto.
56. Non ingiuriare nessuno per
l’aspetto.
57. Se stai in piedi per urinare o
se sei seduto per un bisogno necessario, non distrarti e ricordati
che Dio ti vede.
58. Se sei in piedi nella tua cella
per fare il tuo ufficio, non sottovalutarlo in maniera negligente di
modo che, invece di onorare Dio, tu non ti trovi a disonorarlo e
rimani piuttosto nel timore di Dio. Non ti appoggiare al muro, non
lasciare andare i tuoi piedi, fissandoti su uno e alleggerendo
l’altro, come fanno gli insensati. Poni resistenza al tuo cuore
perché non vada dietro ai tuoi desideri perché Dio possa ricevere il
tuo sacrificio.
59. Se recitate i salmi insieme,
ognuno di voi dica le sue preghiere. Se c’è un estraneo tra voi,
pregatelo per favore perché anche lui preghi. Ripeteteglielo anche
due o tre volte, senza però spirito di contesa.
60. Al momento dell’offerta
[eucaristica] opponiti ai pensieri e i tuoi sensi si dispongano al
timore di Dio affinché tu sia degno dei misteri e il Signore ti
guarisca.
61. Se sei giovane, non ti è
permesso pregare prima di tre anni.
62. Il suo corpo abbia sperimentato
ogni mortificazione.
63. Bada di non lasciare il tuo
corpo in uno stato vergognoso per la sporcizia e che la vanagloria
non te lo rubi.
64. Il giovane invece lasci se
stesso nella completa trascuratezza del corpo; questo infatti è
quello che gli conviene.
65. Un giovane si guardi
dall’indossare un abito bello finché non sia giunto all’età adulta:
è una cura per lui.
66. Fissi per il vino fino a tre
bicchieri in caso di necessità.
67. Non scopra in nessun modo i suoi
denti quando ride.
68. Il suo viso guardi a terra
avendo vergogna.
69. Andando a dormire, la cintura
sia legata e non metta le mani su di sé perché il corpo ha molte
passioni a cui sta dietro il cuore.
70. Se è necessario che vada fuori,
porti i sandali, fintanto che si trova nella cella si abitui a non
portarli.
71. Sia santo nella sua ascesi.
72. Quando cammina, le sue mani
siano strette alla cintura senza agitarle come fanno quelli del
secolo.
73. Quando cammina con quelli più
grandi di sé, non li preceda affatto.
74. Se un [fratello] più grande è in
piedi e parla con qualcuno, non mancare di rispetto e non sederti,
ma rimani in piedi finché non ti assegna un compito da svolgere.
75. Se vai in città o nel villaggio,
tieni gli occhi bassi per non suscitare guerre a te stesso nella
cella.
76. Quando sei fuori non dormire a
casa di uno presso cui il tuo cuore teme di peccare.
77. Se stai per desinare in un posto
e vieni a sapere che una donna deve mangiare là, non metterti
assolutamente a sedere. È meglio infatti dare un dispiacere a chi ti
ha invitato che commettere segretamente adulterio nel tuo cuore.
78. Se è possibile, non guardare
neppure abiti di donne.
79. Se vai per strada e una donna ti
dice: «Pace a te», tu rispondile nel tuo cuore, tenendo basso lo
sguardo.
80. Se vai per strada insieme a un
anziano, non dargli da portare il bagaglio che è con voi. Se trovate
dei giovani fateglielo portare a condizione che chi se lo è preso
vada avanti.
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14 marzo 2020 a cura di Alberto "da Cormano" alberto@ora-et-labora.net