Il monastero di Fontevrault fu fondato dal
Beato Roberto d'Arbrissel verso la fine del 1100 ed è situato in una valle
boscosa ai confini delle provincie d’Angiò, di Tours e del Poitou, a circa
due miglia e mezzo a sud della Loira, a breve distanza ad ovest della sua
unione con la Vienne. Era un monastero "doppio", contenente conventi
separati sia per i monaci che per le monache. Il comando era nelle mani
della badessa. Si diceva che questa disposizione fosse basata sul testo di
san Giovanni (19, 27), "Ecco tua madre", ma la mancanza di idoneità tra i
fratelli che circondavano il fondatore sembrerebbe essere la spiegazione più
naturale. L'aver messo le sorti del nascente istituto in mani deboli avrebbe
potuto comprometterne l'esistenza, mentre tra le monache trovò donne dotate
di elevate qualità ed in tutto e per tutto adatte al governo. Certamente la
lunga serie di accorte badesse di Fontevrault è in qualche misura una
giustificazione del provvedimento del fondatore.
Fontevrault fu il primo dei tre ordini che
adottarono la doppia forma di monachesimo, maschile e femminile, e può
essere utile evidenziare le principali differenze nella regola e nel governo
che lo distinsero dalle istituzioni simili fondate dell'inglese St. Gilberto
of Sempringham, nel 1135 (le Gilbertine), e dalla principessa svedese, St.
Brigida, nel 1344 (le Brigidine). A Fontevrault sia le monache che i monaci
seguivano la Regola benedettina, così come le monache Gilbertine, ma i
religiosi Gilbertini erano canonici regolari e seguivano la Regola di S.
Agostino. Le Brigidine di entrambi i sessi erano sotto la Regola dell’ordine
del Santissimo Salvatore, adattamento e completamento della Regola
agostiniana. La badessa di Fontevrault era suprema su tutti i religiosi
dell'ordine, e le superiore delle case dipendenti erano priore. Ogni casa
Brigidina era indipendente ed era retta da una badessa che era suprema in
tutte le temporalità, ma nelle questioni spirituali era vietato interferire
con i sacerdoti che erano alle dipendenze del confessore generale. Il capo
delle Gilbertine era un canonico, il "Maestro" o "Priore di tutti", che non
era legato a nessuna casa; il suo potere era assoluto su tutto l'ordine.
Tutti e tre gli ordini sono stati fondati principalmente per le monache, i
sacerdoti si aggiungevano per la loro direzione o servizio spirituale, ed in
tutti e tre gli ordini le monache avevano il controllo dei loro beni.
L'abito delle monache di Fontevrault era una tunica ed una cotta bianche con
una cintura nera, un soggolo bianco ed un velo nero; il cappuccio era nero.
I monaci indossavano una tunica nera con una cotta e sopra di essa una cappa
ed un cappuccio; dal centro di quest’ultimo, davanti e dietro, pendeva un
quadratino di stoffa detto del "Roberto". D'inverno i monaci indossavano un
ampio mantello senza maniche. L'abito originario era, in entrambi i casi,
più semplice.
Risulta certo dalla biografia del Beato
Roberto, detta la "Vita Andreæ",
che la Regola di Fontevrault fu scritta durante la vita del fondatore,
probabilmente nel 1116 o 1117. Questa Regola originale trattava quattro
punti: silenzio, opere buone, cibo e vestiario, e conteneva l'ingiunzione
che la badessa non fosse mai scelta tra quelle che erano state educate a
Fontevrault, ma che fosse una che avesse avuto esperienza del mondo (de conversis sororibus). Quest'ultima ingiunzione fu osservata solo
nel caso delle prime due badesse e fu abrogata da Innocenzo III nel 1201.
Abbiamo tre versioni della Regola di Fontevrault (PL, CLXII, 1079 ss.), ma è
chiaro che nessuna di queste è l'originale, anche se è probabile che la
seconda versione sia un frammento o forse una selezione con aggiunte
apportate dalla prima badessa, Petronilla. Questa Regola era solo un
supplemento alla Regola di S. Benedetto e da quest'ultima non vi erano
variazioni importanti nell'ordinaria routine conventuale, sebbene alcune
aggiunte fossero rese necessarie dalle condizioni della "doppia" vita. Le
regole per le monache prescrivono la massima semplicità nei materiali
dell'abito, una rigorosa osservanza del silenzio, l'astinenza dalla carne
anche per i malati, e la clausura rigorosa. La separazione delle monache dai
monaci viene mantenuta a tal punto che una monaca malata doveva essere
portata in chiesa per ricevere gli ultimi sacramenti. La sottomissione dei
monaci è molto marcata. Sono uomini «che di loro spontanea volontà hanno
promesso di servire le monache fino alla morte nei vincoli dell'obbedienza,
ed anche questo con il rispetto della dovuta sottomissione... Condurranno
una vita comune conventuale senza proprietà proprie, contenti di ciò che le
monache conferiranno loro». Gli stessi avanzi della loro mensa devono essere
"portati alla porta delle suore e là dati ai poveri". Un fuggiasco ma
penitente monaco «chiederà perdono alla badessa e per mezzo di lei
riacquisterà la comunione dei fratelli». I monaci non possono nemmeno
ricevere una postulante senza il permesso della badessa.
Alla morte di Roberto d'Arbrissel, nel 1117,
si dice che solo a Fontevrault vi fossero 3000 monache, e nel 1150
addirittura 5000: l'ordine fu approvato da Pasquale II nel 1112. La prima
badessa, Petronilla di Chemillé (1115- 1149), fu succeduta da Matilde
d'Angiò, che diresse l’ordine per cinque anni. Era la figlia di Folco, re di
Gerusalemme, e vedova di Guglielmo, il figlio maggiore di Enrico I
d'Inghilterra. La prosperità dell'abbazia continuò sotto le due badesse
successive, ma alla fine del XII secolo, a causa dello stato del paese e
delle guerre inglesi, le monache erano ridotte a guadagnarsi da vivere con
il lavoro manuale. La situazione fu aggravata da dissensi interni durati un
secolo, e la prosperità non tornò che all'inizio del XIV secolo, sotto il
governo di Eleonora di Bretagna, nipote di Enrico III d'Inghilterra, che
aveva preso il velo presso il priorato di Fontevrault ad Amesbury, nel
Wiltshire. La badessa successiva fu Isabella di Valois, pronipote di san
Luigi (Luigi IX di Francia), ma alla sua morte seguì un altro periodo di
difficoltà e decadenza in gran parte dovuto alla disaffezione dei monaci che
erano scontenti della loro posizione subordinata. Nel corso del XV secolo vi
furono diversi tentativi di riforma, ma questi non ebbero successo fino alla
presa in carica, nel 1457, di Maria, sorella di Francesco II, duca di
Bretagna. L'ordine aveva sofferto gravemente per il decadimento della
religione, che era generale in quel periodo, così come per la Guerra dei
Cent'anni. Nei tre priorati di Saint-Aignan, Breuil e Sainte-Croix c'erano
in tutto cinque monache ed un monaco, dove all'inizio del XIII secolo si
contavano 187 monache e 17 monaci, ed in altre case non stavano meglio. Nel
1459, una commissione papale decise una mitigazione delle regole che non
potevano più essere applicate, e le monache furono persino autorizzate a
lasciare l'ordine con il semplice permesso dei loro priorati. Insoddisfatta
della vita mitigata di Fontevrault, Maria di Bretagna si trasferì nel
convento di La Madeleine-les-Orléans nel 1471. Qui nominò una commissione
composta da religiosi di vari ordini per redigere una definita Regola basata
sulle Regole del Beato Roberto, di S. Benedetto e di S. Agostino, insieme
agli Atti delle Visitazioni. Il codice risultante fu infine approvato da
Sisto IV nel 1475, e quattro anni dopo fu reso obbligatorio su tutto
l'ordine. Maria di Bretagna morì nel 1477, ma la sua opera fu portata avanti
dalle badesse che le succedettero, Anna d'Orléans, sorella di Luigi XII, e
Renata di Borbone. Quest'ultima può essere definita la più grande delle
badesse, sia per il numero di priorati (28) in cui ha ristabilito la
disciplina, sia per la vittoria che ottenne sui religiosi ribelli a
Fontevrault a causa della riforma, imposta con assistenza reale nel 1502. Il
risultato fu un grande afflusso di novizie di altissimo rango, tra cui
diverse principesse di Valois e Borbone. Alla morte di Renata c'erano 160
monache e 150 monaci a Fontevrault. Sotto Louise di Borbone (1534-1575),
donna di sincera ma cupa pietà, l'ordine subì molte perdite per mano dei
protestanti, che assediarono anche la grande abbazia stessa, ma senza
successo; molte suore apostatarono, ma altre dodici case furono riformate.
Eleonora di Borbone (1575-1611) vide l'ultimo di questi guai. Ebbe una
grande influenza su Enrico IV ed il suo affetto per lui era così grande che,
verso la fine della sua vita, quando fu assassinato, le sue monache non
osarono dirglielo perché lo shock sarebbe stato troppo grande.
La badessa Louise de Bourbon de Lavedan,
aiutata dai famosi cappuccini, Ange de Joyeuse e Joseph du Tremblay, cercò
di migliorare lo status dei monaci di Saint-Jean de l'Habit e fece vari
tentativi per istituire seminari teologici per loro. Le succedette
Jeanne-Baptiste de Bourbon, figlia illegittima di Enrico IV avuta dalla
bella Charlotte des Essarts, che ebbe il merito di aver finalmente dato pace
all'ordine. Nel 1641 ottenne lettere reali che confermavano la riforma e
annullavano definitivamente le pretese dei monaci, che cercavano di
organizzarsi indipendentemente dall'autorità della badessa. L'anno
successivo fu stampata a Parigi la Regola approvata da Sisto IV. La "Regina
delle badesse", Gabrielle de Rochechouart (1670-1704), sorella di Mme. de
Montespan e amica di Mme. de Maintenon, avrebbe tradotto tutte le opere di
Platone dalla versione latina di Ficino. La scuola abbaziale era frequentata
dai figli della più alta nobiltà, ed ai suoi successori fu affidata
l'educazione delle figlie di Luigi XV. L'ultima badessa, Julie Sophie
Charlotte de Pardaillan d'Antin, fu cacciata dal suo monastero dalla
Rivoluzione francese; il suo destino è rimasto sconosciuto. Verso la fine
del Settecento c'erano 230 monache e 60 monaci a Fontevrault, ed alla
Rivoluzione c'erano ancora 200 monache, ma i monaci erano pochi di numero e
formavano una comunità solo presso la casa madre. Nel corso dei suoi viaggi
di predicazione attraverso la Francia, Roberto d'Arbrissel aveva fondato un
gran numero di case e nei secoli successivi altre furono donate all'ordine.
Nel XVII secolo i priorati di Fontevrault contavano in tutto una sessantina
di case, divise nelle quattro province di Francia, Bretagna, Guascogna e
Alvernia. L'ordine non raggiunse mai una grande importanza al di fuori della
Francia sebbene ci fossero alcune case in Spagna ed in Inghilterra. La
storia dell'ordine è, come si è già visto, quella della casa madre. I re
angioini erano molto legati a Fontevrault: Enrico II e la sua regina,
Eleonora di Guienne, Riccardo Cuor di Leone ed Isabella d'Angoulême, moglie
di re Giovanni, furono sepolti nel
Cimetière des Rois
nella chiesa abbaziale, dove le loro effigi possono ancora essere viste. I
resti furono dispersi durante la Rivoluzione.
L'Abbazia di Fontevrault era formata da quattro parti: il Grand Moustier, o convento delle monache, l'ospedale ed il Lazzaretto di Saint-Lazare, la Madeleine per le penitenti donne e, separato ad una certa distanza, il monastero di Saint-Jean de l'Habit per i monaci, distrutto durante la Rivoluzione. Gli edifici più notevoli erano naturalmente quelli delle monache con la grande cattedrale dedicata alla Madonna. Questa fu consacrata da Papa Callisto II, nel 1119, ma la chiesa fu probabilmente ricostruita nella seconda metà dello stesso secolo. È un magnifico esemplare di tardo romanico ed è costituita da un corpo a navata unica con volta, con sei cupole poco profonde, transetti ed un presbiterio absidato con cappelle laterali.
Abbazia di Fontevrault
Navata della chiesa
abbaziale di S. Maria. In primo piano, le effigi di Riccardo I
d'Inghilterra, Isabella d'Angoulême, Enrico II d'Inghilterra ed Eleonora
d'Aquitania (da destra a sinistra, da davanti a dietro). Fonte Wikipedia.
Nel 1804, durante il periodo napoleonico,
l'abbazia divenne una casa centrale di detenzione per 15.000 prigionieri, e
la navata della chiesa fu suddivisa in quattro piani formando dormitori e
refettori per i detenuti, mentre il coro e i transetti furono murati e
utilizzati come loro cappella. Cinque delle sei cupole furono distrutte, ma
la navata è stata recentemente bonificata ed è iniziato un completo
restauro. La lunghezza della chiesa è di 84 metri (circa 276 piedi), la
larghezza della navata 14,6 metri (circa 48 piedi) e l'altezza di 21,45
metri (circa 70 piedi). Si possono visitare gli interessanti chiostri e la
sala capitolare, ma non è mostrato il magnifico refettorio, risalente ai
secoli XII e XV.
I monasteri situati in Inghilterra e facenti
parte dell’ordine erano i Priorati di Amesbury, nel Wiltshire, e Nuneaton,
nel Warwickshire, e la Cell of Westwood, nel Worcestershire, con sei
monache. Amesbury era stata un'abbazia ma, a causa delle loro vite dissolute
le monache furono disperse per ordine reale ed il monastero donato a
Fontevrault nel 1177. La comunità fu reclutata tra i più alti ranghi della
società e nel XIII secolo annoverava tra i suoi membri diverse principesse
della casa reale, tra cui la regina Eleonora di Provenza, vedova di Enrico
III. Una perizia delle case inglesi fu fatta nel 1256, quando c'erano 77
monache del coro, 7 cappellani e 16 conversi ad Amesbury e 86 monache a
Nuneaton. Nel XIV secolo i funzionari furono nominati dalla badessa di
Fontevrault, ma i vincoli che univano i conventi inglesi alla casa madre si
allentarono gradualmente finché da forestieri divennero stranieri
naturalizzati, vale a dire, praticamente indipendenti. Negli ultimi tempi
alcune priore di Amesbury sembravano aver ripreso l'antico titolo abbaziale;
allo scioglimento, nel 1540, la casa fu ceduta dalla priora Joan Darrell a
Enrico VIII, insieme a trentatré monache. Sia la priora che le monache
ricevettero una pensione annua. Un priore di Amesbury è menzionato nel 1399,
ma non sembra certo che vi fossero in alcun momento istituti regolari di
monaci di Fontevrault in Inghilterra.
Nel 1803 Madame Rose, una monaca Fontevrista,
aprì una scuola a Chemillé, la casa della prima badessa, e tre anni dopo
ebbe la possibilità di acquistare una casa ed iniziare la vita comunitaria;
furono emessi solo voti temporanei e le costituzioni furono approvate dal
Vescovo di Angers. Pochi anni dopo fu ripreso l'abito di Fontevrault. Altri
dodici Fontevristi si unirono alla comunità e l'antica Regola fu mantenuta,
per quanto possibile. Nel 1847 fu concesso dal governo il permesso di
trasferire le reliquie del Beato Roberto da Fontevrault a Chemillé, e nel
1849 c'erano tre case della rinata congregazione: Chemillé nella diocesi di
Angers; Boulor nella diocesi di Auch; e Brioude nella diocesi di Puy. Nello
stesso anno si tenne un Capitolo generale, in cui furono concordate alcune
modifiche della Regola: i molti digiuni vennero considerati poco adatti
all'opera di insegnamento; le case furono assoggettate al regime ordinario e
la superiore eletta solo per tre anni. Ora non ci sono più monaci
Fontevristi.
Per la bibliografia completa vedere Beaunier,
Heimbucher e Walter come di seguito. L'opera standard è Nicquet,
Hist. de l'Ordre de Fontevrault
(Parigi, 1642); Lardier, Saincte
Famille de Fontevraud (1650), purtroppo ancora in MS. Per la Regola si
veda Walter Ersten Wanderprediger Frankreichs (Lipsia, 1903), I;
Regula Ordinis Fontis-Ebraldi (Fr. e Lat., Parigi, 1642). Si veda
anche Heimbucher, Ord. u. Kong. der
Kath. Kirche (Paderborn, 1907), I; Cosnier,
Fontisbraldi Exordium (Masserano,
1641); Helyot, Hist. des Ordres
Religieux, VI; Beaunier, Recueil
hist. des archevêchés, ecc., Vol. introduttivo (Parigi, 1906), 215-226;
Besse, Fontevraud and the English
Benedictines at the Beginning of the Seventeenth Century in
The Ampleforth Journal, II; Bishop,
Bishop Giffard and the Reform of Fontevraud in
The Downside Review (gennaio 1886); Jubien,
L' Abbesse Marie de Bretagne et la réforme de l'ordre de Fontevrault
(Angers, 1872); Clément, Abbesse de
Fontevrault au XVIIe Siècle (Parigi, 1869);
Uzureau, Dernière Abbesse de Fontevrault in
Revue Mabillon, II. L'unico resoconto adeguato degli edifici,
sebbene ormai un po' datato, è dato da Bosseboeuf,
Fontevrault, son histoire et ses monuments (Tours, 1890).
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14 novembre 2021
a cura di Alberto "da Cormano" alberto@ora-et-labora.net