Ma che cosa è la «Regola Benedettina»?
estratto dal libro "La perenne attualità della Regola Benedettina" di Sergio Bini - dal sito www.coenobia.it
che invito a scaricare per la lettura completa
La Regola - sintetizzata egregiamente dal notissimo motto «ora et labora» - può essere considerata come un “semplice” progetto di vita, un insieme di principi chiaramente più vicini al significato originario della parola latina «regula», o guida, piuttosto che al termine «lex» o legge.
In realtà, per essere più precisi, la Regola Benedettina - e, conseguentemente, la logica della vita monastica - andrebbe sintetizzata più correttamente con l’espressione «ora, lege (studia) et labora». Questa diversa espressione nella letteratura benedettina sarebbe riconducibile al Liber de modo bene vivendi (1174) del cistercense Tommaso di Froidmont. La “Regola Benedettina”, infatti, invita il monaco non solo a pregare [l’Ufficio Divino] ed a lavorare [cioè “arare”, per essere autosufficienti], ma anche a leggere e studiare.
Infatti, «Regula» - la parola che oggi viene tradotta
in modo affrettato con il termine corrente di “regola”- nell’accezione
originaria significava, invece, “indicatore stradale”, oppure “ringhiera”; cioè,
qualcosa a cui aggrapparsi e sorreggersi nel buio e/o nei momenti di stanchezza,
ovvero qualcosa che indica la strada e che aiuta ad andare avanti verso una
determinata (corretta) direzione, nel “deserto della vita” quotidiana.
La «Regula», quindi, non raccoglie solo una serie di
istruzioni, ma costituisce una “guida” per aiutare - concretamente e
progressivamente - il monaco (o semplicemente il componente di una qualsiasi
comunità cristiana) a costruire un corretto stile di vita verso la “santità”.
Forse anche per questo, la Regola costituisce uno strumento estremamente vivo e
sempre attuale!
Conseguentemente, può essere agevolmente applicato anche in momenti complessi e difficili come quelli vissuti attualmente e non solo all’interno di comunità monastiche, ma anche in tutte le altre tipologie di organizzazioni.
Con la “Regula”, le persone vengono concretamente
poste al centro della comunità (che può essere anche la famiglia, oppure
un’azienda). Infatti, la “Regula” non è un trattato di teologia, bensì una guida
di sapienza per l’uomo di tutte le epoche, utile per poter:
-
comprendere meglio l’Uomo, come entità e come
singolo;
- comprendere meglio il Gruppo;
- costruire un processo virtuoso nel Gruppo, cioè un miglioramento continuo dei singoli, della comunità e delle attività svolte.
In tale ambito metodologico, per San Benedetto grazie
alla «sapienza», applicata con metodo, è possibile:
- penetrare nei significati delle cose e delle azioni
umane;
- conoscere
l’uomo in tutte le sue manifestazioni sia evidenti (come le parole e le azioni)
che nascoste (come i cosiddetti “segnali deboli”).-
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27 luglio 2014 a cura di Alberto "da Cormano" alberto@ora-et-labora.net