La
Regola di Afraate il "Saggio persiano
Afraate sarebbe nato all'inizio del quarto secolo da genitori pagani;
convertito, divenne monaco, superiore degli asceti giudaico-cristiani, forse un
vescovo. Sembra che abbia vissuto nella regione di Mosul e il suo nome č spesso
associato a quello di "Saggio persiano".
Abbiamo visto sopra che la comunitā ascetica di Afraate fa parte dei
"Figli dell'Alleanza" ai quali egli scrive diverse esposizioni per
aprirli ad una fraternitā universale dei discepoli di Cristo. Il
paragrafo 8 dell'Esposizione 6 ne sarebbe l'elemento centrale, una sorta di
sintesi della Regola
degli asceti. La maggior parte dei commentatori presenta questo testo
al di fuori del suo contesto; Afraate si preoccupa di dimostrare che l'intera
Esposizione 6 e le cinque Esposizioni precedenti sono la cornice, la custodia e
la chiave di lettura di questo paragrafo 8.
Ad Afraate č stato chiesto di fornire "l'elenco delle opere richieste dalla
fede" per "raggiungere la perfezione". Consapevole dell'ambiguitā di questa
richiesta alla quale infine acconsente (Esposizione
6, 8), egli si preoccupa di collocare la
Regola nel contesto di una lunga catechesi. La prima Esposizione, intitolata
Sulla fede, č redatta secondo uno
schema che preannuncia giā quello delle
Esposizioni seguenti: la richiesta dell'interlocutore, un lungo commento sul
Vangelo che consente uno spostamento della domanda e la risposta del saggio alla
questione posta.
Seguiremo il suo viaggio presentando la sua prima
Esposizione, che č un'introduzione ed
una presentazione delle seguenti sei
Esposizioni; poi, riassumeremo brevemente il pensiero di Afraate sviluppato
nelle Esposizioni dalla 2 alla 6
sull'amore, il digiuno, la preghiera, le guerre e la vita solitaria; metteremo
in evidenza la logica interna e la sequenza delle sue
Esposizioni. Alla fine, come fa
Afraate, daremo il testo della Regola
(Esp. 6, 8), presentata e spiegata da
quanto precede.
Il contesto in cui Afraate si dibatte consente una riflessione sullo stato della
legge nel cristianesimo, su quello dell'ascesi e quindi sul significato che una
regola, anche monastica, ha per un cristiano. Coloro ai quali egli si rivolge
sono essenzialmente dei giudeo-cristiani ai quali propone una riflessione sulla
legge, rinnovata dalla fede cristiana.
Rifiuta di rispondere immediatamente alla "lettera di richiesta", reale o immaginaria, di un interlocutore anonimo che vuole ottenere da lui una Regola e delle leggi e gli offre una riflessione sull'amore; Afraate, nel farlo, senza ignorare che l'ascetismo educa all'amore, mette in discussione la retorica che considera l'ascetismo come una tecnica che, quando viene messa in pratica, produce amore.
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2 novembre 2019
a cura di
Alberto
"da Cormano"
alberto@ora-et-labora.net