LE NOTIZIE SULLA VITA DI PACOMIO
Le fonti
Una schiera di antichi biografi - quasi tutti anonimi - ha narrato la 
professione monastica di Pacomio. La varietà dei documenti è formidabile.
Le Vite Copte
Ventidue recensioni sopravvivono in Copto, la maggior parte in forma molto 
frammentaria. Ventuno di queste sono state scritte in Copto Sahidico, il 
dialetto dell'Alto Egitto (di cui era originario Pacomio). La maggior parte 
sono brevi, alcune solo una pagina o due, altre da venticinque a trenta 
pagine. La versione rimanente è in Copto Bohairico, il dialetto del Basso 
Egitto e del Delta del Nilo. Questa 
Vita Bohairica di Pacomio offre il racconto meglio conservato in Copto, 
costituito da oltre 200 pagine in un'edizione moderna. Esso ha alcune 
lacune, ma gli studiosi sono stati in grado di colmarle usando frammenti 
Sahidici. (Questa ricostruzione è quindi abbreviata con la sigla SBo.) 
Altrettanto importante è la Prima 
Vita Sahidica che, sebbene frammentaria, offre scorci affascinanti - ed 
in qualche modo imbarazzanti – dell'inizio della professione monastica di 
Pacomio.
Le Vite Greche
Otto recensioni sopravvivono in Greco. Di queste, la prima e la più 
importante è la Prima Vita Greca di 
Pacomio (o Vita Prima, 
solitamente abbreviata G1). Gli studiosi ritengono che sia stata 
composta nel 390 da un monaco Pacomiano che viveva vicino ad Alessandria nel 
monastero della Metanoia. L'autore, benché fosse di madrelingua Greca, 
conosceva il Copto. Ammette di non aver conosciuto personalmente Pacomio, ma 
afferma di aver parlato con quanti lo conobbero 
[1]. 
La Prima Vita Greca è parallela 
alla Vita Bohairica, non solo 
negli episodi che racconta, ma anche nella stessa formulazione che usa. Essa 
è più sobria delle versioni Copte, soffermandosi meno sul fantastico e 
sembra, a tratti, esserne un riassunto. Ci sono altri due documenti chiave 
in greco. Uno è il Paralipomena 
[2], 
una miscellanea di aneddoti su Pacomio. L'altra è la l'Epistola 
di Ammone, scritta da un vescovo Egiziano che, da giovane, aveva 
trascorso tre anni nel monastero Pacomiano di Pbow. Ammone parla 
dell'incontro col successore di Pacomio, Teodoro, e ci trasmette degli 
episodi che ha sentito riguardanti Pacomio.
Altre Narrazioni
Una versione latina della vita di Pacomio, basata in gran parte sulla
Seconda Vita Greca, fu tradotta 
all'inizio del VI secolo da Dionysius Exiguus (cioè Dionisio il Piccolo). 
Inoltre, ci sono diverse versioni Arabe. Queste versioni Arabe si basano su 
originali Copti e sono state usate dagli studiosi per ristabilire l'ordine 
dei frammenti Sahidici sopravvissuti, per colmare le lacune e per correggere 
gli errori contenuti nella Vita 
Bohairica sopravvissuta. Oltre a questi materiali biografici ci sono le 
collezioni delle Regole di Pacomio 
– conservate specialmente in latino - ed una miscellanea delle sue lettere e 
catechesi.
Anche esperti studiosi trovano sconvolgente questa miriade di biografie. La 
ricerca sul Pacomio storico è un compito complesso quanto la ricerca sul 
Gesù storico. Ed i metodi che gli studiosi del Nuovo Testamento usano per 
studiare i Vangeli - disponendo i testi in colonne parallele, cercando unità 
narrative orali dietro il testo scritto, indagando l'orientamento del 
redattore - sono stati applicati allo studio dei documenti Pacomiani. Per 
quasi un secolo, all'incirca dal 1880 fino al 1970, gli studiosi condussero 
erudite controversie su quali fossero le fonti più antiche e più affidabili. 
Il fervore raggiunse il culmine intorno all'anno 1950 nel brillante, anche 
se aspro, dibattito tra Louis-Théophile Lefort, che sosteneva la priorità 
della fonte Copta e Derwas Chitty, che sostenevano la priorità della fonte 
Greca 
[3]. 
La conclusione sembra essere questa:
1. Le versioni più antiche di tutte le tradizioni - Copta, Greca, Latina ed 
Araba - conservano materiale autentico (per un grafico delle principali 
fonti e della loro interconnessione, vedere l'appendice 5.1).
2. Queste diverse versioni attingono ad un complesso di reminiscenze che era 
originariamente Copto ed orale.
3. Le due grandi compilazioni, la 
Vita Bohairica e la Prima Vita 
Greca, condividono una fonte scritta comune, ora persa, che chiarisce 
l'analogia del loro ordine e della loro fraseologia.
4. Nessuna di queste Vite può 
essere considerata letteralmente come "storica". Abbiamo visto ancor prima 
(nel 358 circa) che Atanasio ha attribuito un formidabile programma – sia 
politico che teologico - alla sua 
Vita di Antonio. Anche le Vite di 
Pacomio presentano un programma sia politico che teologico, benché gli 
interessi delle due Vite siano 
piuttosto diversi.
Quali che siano i loro condizionamenti, le
Vite di Pacomio ci permettono di 
delineare le linee principali della sua professione monastica.
APPENDICE 5.1
Le Versioni della Vita di Pacomio
Le Vite di Pacomio hanno 
chiaramente una genealogia complessa. Il grafico fornito in seguito è basato 
su quello proposto da Armand Veilleux; si veda la sua 
Pachomian Koinonia 
I, CS 45: 1-17. L'ho un po' semplificato ed ho scritto i titoli completi 
delle singole opere.
SBo
L'originale SBo era un'opera Copta Sahidica, ora persa. Tuttavia, è stata 
ben conservata in due traduzioni abbastanza complete: la
Vita Bohairica e la
Vita Araba trovate in Vaticano. 
Frammenti della SBo sono stati conservati in una famiglia di frammenti 
Sahidici: le Vite Sahidiche 
terza, quarta, quinta, sesta, settima e quattordicesima. L'intero gruppo di 
questi documenti trasmette praticamente la stessa
Vita.
GRECO
La più importante delle fonti greche è la
Prima Vita Greca. Da questa 
derivano tutte le altre fonti Greche. Le altre fonti Greche combinano in 
vario modo altri documenti, come le 
Regole, i Paralipomena, la
Storia Lausiaca di Palladio e l'Ascetica 
(cioè le Lettere, le Istruzioni, 
ecc.).
FONTI PERSE
Veilleux ipotizza che alle spalle del documento SBo ci fossero 
originariamente due documenti separati, una breve vita di Pacomio ed una 
vita di Teodoro, entrambi persi. L'ipotesi di Veilleux su questo argomento è 
stata recepita in modo contrastante..
	
	
	
[1]
Prima Vita Greca 
98.
[2] 
Nota del traduttore: I 
Paralipomena, in italiano 
Paralipomeni, ovvero "fatti dimenticati o tralasciati", sono una 
raccolta in lingua greca di aneddoti riguardanti la vita di Pacomio. 
Insieme alla Prima Vita Greca 
ed all'Epistola di Ammone 
sono stati pubblicati per la prima volta con questo nome dal 
bollandista Papebroch nel 1680, che si basò su diversi manoscritti 
che contenevano tutte le tre opere.
[3] 
Per una rassegna della controversia, si veda James E. Goehring,
The letter of Ammon and 
Pachomian Monasticism, Patristische Texte und Studien 27 
(Berlin: Walter de Gruyer, 1986),3-33. Per una bozza della 
controversia, si veda Derwas J. Chitty, "Pachomian Sources 
Reconsidered," Journal of 
Ecclesiatical History 5 (1954): 38-77, e Louis-Théophile Lefort, 
"Les sources coptes Pachômiennes,"
Le Muséon 67 (1954): 
217-229.
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5 aprile 2019        a cura 
di Alberto "da Cormano"    
   
      
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