PACOMIO - CATECHESI

(Estratto e tradotto dal testo inglese della: "Pachomian Koinonia", Vol. 3,

a cura di Armand Veilleux, Cistercian Publications, Kalamazoo (Michigan) – 1982 [1])

Catechesi riguardante un monaco RANCORoso

ISTRUZIONI PRONUNCIATE DAL NOSTRO ECCELLENTE PADRE SANTO APA PACOMIO, SANTO ARCHIMANDRITA [2], PER UN FRATELLO MONACO CHE PORTAVA RANCORE VERSO UN ALTRO. QUESTO È SUCCESSO AL TEMPO DI APA EBONH, DA CUI ERA STATO PORTATO A TABENNESI. [IL NOSTRO PADRE] HA INDIRIZZATO QUESTE PAROLE IN SUA PRESENZA E, CON GRANDE GIOIA, IN PRESENZA DI ALTRI PADRI ANZIANI. NELLA PACE DI DIO! POSSA LA SUA SANTA BENEDIZIONE E QUELLA DI TUTTI I SANTI VENIRE SU DI NOI! TUTTI POSSIAMO ESSERE SALVATI!

AMEN

1. Ascolta, figlio mio, e sii saggio (Pr 23,19), accetta la vera dottrina (Cfr. Sir 6,23), perché ci sono due vie [3].

2. Sii obbediente a Dio come Abramo [4], che abbandonò il suo paese, andò in esilio e con Isacco visse in una tenda nella terra promessa come in un paese straniero (Cfr. Eb 11,8-9). Obbedì, si umiliò e gli fu data un'eredità; fu persino messo alla prova riguardo ad Isacco. Fu coraggioso nella prova e offrì Isacco in sacrificio a Dio (Cfr. Gen 22); e per questo, Dio lo ha chiamato Suo amico (Cfr. Gc 2,23).

3. <Prendi come esempio anche il candore di Isacco. Quando ascoltò suo padre, si sottomise a lui, anche per essere sacrificato, come un agnello mansueto> [5].

4. Prendi come esempio anche l'umiltà di Giacobbe, la sua sottomissione e la sua fermezza, attraverso le quali divenne una luce che vede il Padre dell'universo e fu chiamato Israele (Cfr. Gen 35, 9-10).

5. Prendi ad esempio anche la saggezza di Giuseppe [6] e la sua sottomissione. Combatti nella castità e nel servizio fino a diventare un re (Cfr. Gen 41,41).

6. Figlio mio, imita la vita dei santi e pratica le loro virtù. Svegliati e non essere negligente. Importuna il tuo prossimo, se hai garantito per lui (Pr 6,1-3). Svegliati, tu che dormi, risorgi dai morti e Cristo ti illuminerà (Ef 5,14) e la grazia fiorirà in te.

7. È la pazienza che ti rivela ogni grazia, ed è attraverso la pazienza che i santi hanno ricevuto tutto ciò che era stato loro promesso (Cfr. Eb 6,15). La pazienza è l'orgoglio dei santi. Sii pazienti, per essere ammesso alla legione dei santi, fiducioso che ti verrà data una corona che non si deteriorerà mai (Cfr. 1 Pt 5,4).

8. Un pensiero? Sopportalo con pazienza, aspettandoche Dio ti doni la calma. Il digiuno? Sopportalo con perseveranza. La preghiera? Senza sosta (Cfr. Lc 18,1), nella tua stanza tra te e Dio (Cfr. Mt 6,6). Un solo cuore con tuo fratello. Verginità in tutte le tue membra; verginità nei tuoi pensieri, purezza del corpo e purezza del cuore. Testa china ed un cuore umile; moderazione nell'ora della collera.

9. Quando un pensiero ti opprime, non scoraggiarti, ma sopportalo con coraggio, dicendo; "Mi hanno circondato, mi hanno accerchiato, ma nel nome del Signore li ho distrutti" (Sal 118 (117), 11). L'aiuto divino arriverà immediatamente al tuo fianco e lo allontanerà da te, il coraggio ti circonderà e la gloria di Dio camminerà con te; e sarai saziato come desidera la tua anima (Is 58,11 LXX). Poiché le vie di Dio sono umiltà di cuore e dolcezza. Si dice infatti: "Su chi volgerò lo sguardo? Sull’umile e su chi ha lo spirito contrito" (Is 66,2). Se avanzi nelle vie del Signore, Egli ti custodirà, ti darà forza e ti riempirà di conoscenza e saggezza (Cfr. Is 11,2). Il tuo ricordo rimarrà davanti a lui in ogni momento (Cfr. Sal 112(111),6 ). Ti libererà dal diavolo e nel giorno della tua morte ti garantirà la sua pace.

10. Figlio mio, ti chiedo di essere sobrio e di vegliare (1 Pt 5,8), conoscendo quelli che stanno in agguato contro di te. Lo spirito di codardia e lo spirito di diffidenza camminano mano nella mano; lo spirito della menzogna e lo spirito dell'inganno camminano mano nella mano (Cfr. Ap 21,8); gli spiriti dell'avidità e della cupidigia, dello spergiuro e della disonestà e quello della gelosia camminano mano nella mano; lo spirito di vanità e lo spirito di gola vanno di pari passo; lo spirito di fornicazione e lo spirito di impurità camminano mano nella mano; lo spirito di inimicizia e lo spirito di tristezza camminano mano nella mano. Guai all'anima sciagurata in cui fanno la loro casa e di cui si fanno padroni. Un'anima simile la tengono lontana da Dio, perché è in loro potere. Ondeggia da un lato all'altro fino a quando non finisce nell'abisso dell'inferno.

11. Figlio mio, obbediscimi. Non essere negligente, "Non concedere sonno ai tuoi occhi né riposo alle tue palpebre, così potrai liberartene come la gazzella dal laccio" (Pr 6,4-5). Perché, figlio mio, tutti gli spiriti mi hanno attaccato spesso fin dalla mia giovinezza. Quando ero nel deserto mi hanno afflitto al punto che stavo per perdere il cuore e pensavo di non poter resistere alle minacce del drago. Mi ha tormentato in ogni modo possibile. Se mi fossi mostrato, mi avrebbe distrutto con le fiamme; se mi fossi ritirato, mi avrebbe afflitto con la sua insolenza. Molte volte il mio cuore si trovò in difficoltà, mi girai da un lato all'altro e non ebbi riposo. Quando fuggii presso Dio con lacrime, umiltà, digiuni e veglie, allora il nemico e tutto il suo spirito si indebolirono davanti a me, il coraggio di Dio venne dentro di me e subito sperimentai l'aiuto di Dio. Perché nella sua misericordia Egli fa conoscere la sua potenza e bontà ai figli degli uomini.

12. Figlio mio, non condannare mai nessuno. Se vedi qualcuno che viene onorato, non dire: "Ha già ricevuto la sua ricompensa" (Mt 6,5). Guardati da un simile pensiero, perché è molto brutto, e Dio detesta l'uomo che elogia solo se stesso, disprezzando suo fratello (Cfr. 1 Gv 4,20-21). "Se infatti uno pensa di essere qualcosa, mentre non è nulla, inganna se stesso" (Gal 6,3). Chi può aiutarlo nel suo orgoglio? E quando presenta se stesso alla maniera di Dio, dicendo: "Nessuno è come me" (Es 9,14), sentirà il suo rimprovero senza indugio, "Sarai precipitato negli inferi, sarai gettato fuori con i morti, sotto di te vi sarà uno strato di marciume, e tua coltre saranno i vermi" (Is 14, 11.15.19). Quanto all'uomo che ha acquisito umiltà, egli ha giudicato se stesso, dicendo che i suoi peccati sono più grandi di quelli di ogni uomo. Non giudica nessuno e non condanna nessuno. " Chi sei tu, che giudichi un servo che non è tuo? Stia in piedi o cada, il Signore ha il potere di tenerlo in piedi" (Rm 14,4). Veglia su di te, figlio mio, non condannare nessuno, assapora tutte le virtù e custodiscile.

13. Se sei uno straniero, stai indietro, non fare richieste alla gente e non immischiarti nei loro affari. Se sei povero, non lasciarti scoraggiare da nulla, per non sentirti dire che "la povertà è cattiva sulla bocca dell’empio". (Sir 13,24) Né dovresti mai sentirti dire che "quando sarai affamato e preso dall’ira, maledirai il capo e gli anziani". (Is 8,21 LXX) Stai anche attento che nessuno scateni una battaglia contro di te su qualcosa che ti manca, secondo la carne, in materia di cibo. Non scoraggiarti, sii risoluto; sicuramente Dio ha già fatto qualcosa in segreto. Pensa ad Abacuc in Giudea ed a Daniele in Caldea. Sebbene li separasse una distanza di quarantacinque stadi e, ancora di più, Daniele, dato in pasto alle belve, era in fondo alla fossa, Abacuc gli portò il cibo. (Cfr. Dn 14,33-39) Pensa ad Elia nel deserto, (Cfr. 1 Re 19) ed alla vedova di Sarepta, che fu abbattuta dalle sofferenze della carestia e dall'angoscia della fame. A dispetto di tale miseria, non si era affatto scoraggiata. Al contrario, combatté, vinse ed ottenne ciò che Dio aveva promesso: la sua casa fu in abbondanza durante un periodo di carestia (Cfr. 1 Re 17).

Dare pane in un tempo di abbondanza non è generosità e lo scoraggiarsi in un tempo di necessità non è povertà. Infatti, sta scritto dei santi che erano "bisognosi, tribolati, maltrattati" (Eb 11,37), ma "si vantavano anche nelle tribolazioni" (Rm 5,3). Se rimani saldo nella battaglia secondo le Scritture non subirai mai nessuna schiavitù, come sta scritto, "Nessuno dunque vi condanni in fatto di cibo o di bevanda, o per feste, noviluni e sabati: queste cose sono ombra di quelle future" (Col 2,16-17).

14. Recita costantemente le parole di Dio. Sopporta la fatica ed "in ogni cosa rendi grazie" (1 Ts 5,18). Evita la lode degli uomini e ama chi, nel timore del Signore, ti rimprovera. Che ogni uomo sia di profitto per te, in modo che tu possa essere di profitto verso tutti. Persevera nel tuo lavoro e sii irreprensibile nel tuo linguaggio. Non fare un passo avanti e poi un passo indietro, affinché Dio non ti detesti; poiché la corona andrà a colui che avrà perseverato (Cfr. Mt 10,22). Sii sempre più obbediente a Dio e Lui ti salverà.

15. Quando ti trovi tra i fratelli, non lasciarti andare a scherzare. Sadrac, Mesac e Abdènego hanno ignorato la derisione di Nabucodonosor, che quindi non riuscì a trascinarli con le melodie dei suoi strumenti o a sedurli con i pasti alla sua tavola. Così spensero la fiamma che si era elevata per quarantanove cubiti (Cfr. Dn 3,46-50). Non diventarono corrotti con i corrotti, ma rimasero retti con i retti (Cfr. Sal 17,26-27), vale a dire con Dio. Per questo motivo Dio li ha resi padroni dei loro nemici. Daniele, a sua volta, non obbedì alle riflessioni malvage dei Caldei. Fu così scelto in modo particolare e fu trovato vigile e prudente (Cfr. Dn 6,3), e "chiusero le fauci dei leoni" selvaggi (Eb 11,33).

16. E ora, figlio mio, se poni Dio come tua speranza, sarà Lui il tuo aiuto nel tempo della tua angoscia (Cfr. Sal 62 (61),8); "chi infatti si avvicina a Dio, deve credere che egli esiste e che ricompensa coloro che lo cercano" (Eb 11,6). Queste parole sono state scritte per noi, affinché possiamo credere in Dio e combattere, grandi e piccoli, con digiuni, preghiere e altre pratiche religiose. Dio non dimenticherà nemmeno la saliva che si è seccata sulla tua bocca a causa del digiuno. Al contrario, tutto ti verrà restituito al momento della tua angoscia. Solamente, umiliati in tutte le cose, trattieni la tua parola anche se hai capito tutto. Non abituarti ad insultare; al contrario, sopporta con gioia ogni prova. Perché se tu conoscessi l'onore che deriva dalle prove non pregheresti di essere liberato da loro, perché è preferibile per te pregare, piangere e sospirare fino a quando non sarai salvato, piuttosto che rilassarti ed essere condotto fuori come prigioniero. O uomo, cosa stai facendo a Babilonia? "Sei diventato vecchio in terra straniera" (Bar 3,10) perché non ti sei sottoposto alla prova e perché i tuoi rapporti con Dio non sono corretti. Pertanto, fratello, non ti devi rilassare nello spirito.

17. Forse sei un po' smemorato. Ma i tuoi nemici non si sono addormentati, e notte e giorno non dimenticano di tenderti delle trappole (Cfr. Sal 38 (37),13). Non cercare onori, quindi, per non essere umiliato con grande gioia dei tuoi nemici (Cfr. Lc 14,8-9). Cerca piuttosto l'umiltà, perché "chi invece si esalterà, sarà umiliato e chi si umilierà sarà esaltato" (Mt 23,12). Se non puoi farcela da solo, unisciti ad un altro che vive secondo il Vangelo di Cristo, e farai progressi con lui. Ascolta o sottomettiti a chi ascolta; sii forte e sarai chiamato Elia, oppure obbedisci a chi è forte e sarai chiamato Eliseo. Per aver obbedito a Elia, Eliseo ricevette una doppia parte dello spirito di Elia (Cfr. 2 Re 2,9-15).

18. Se desideri vivere tra gli uomini, imita Abramo, Lot, Mosè e Samuele. Se desideri vivere nel deserto, lì tutti i profeti hanno aperto la strada davanti a te. Sii come loro, "vagante per i deserti, sui monti, tra le spelonche della terra, bisognosi, tribolati, maltrattati" (Eb 11, 38.37). Si dice anche: "l'ombra dell'assetato e lo spirito del maltrattato ti benediranno" (Is 25,3-4 LXX). Inoltre, il ladrone sulla croce pronunciò una parola, il Signore perdonò i suoi peccati e lo accolse in paradiso (Cfr. Lc 23,40-43). Vedi quale onore riceverai se avrai fermezza di fronte alla prova o allo spirito di fornicazione, allo spirito di orgoglio o a qualsiasi altra passione. Combatti contro le diaboliche passioni, non seguirle, e Gesù ti garantirà ciò che ha promesso. Guardati dalla negligenza; essa è la madre di tutti i vizi.

19. Figlio mio, fuggi dalla concupiscenza (Cfr. Sir 5,2). Essa ti ottenebra la mente e le impedisce di conoscere il mistero di Dio. Ti rende estraneo al linguaggio dello Spirito e ti impedisce di portare la Croce di Cristo (Cfr. Mt 10,38; Lc 9,23; 14,27). Essa non permette al cuore di essere attento ad onorare Dio. Evita l'attrazione del ventre, che ti rende estraneo ai beni del paradiso. Evita l'impurità, che irrita Dio ed i suoi angeli.

20. Figlio mio, ritorna a Dio (Cfr. Sir 17,25) ed amalo. Fuggi dal nemico e disprezzalo. Possano le grazie di Dio venire sulla tua via affinché tu possa ereditare la benedizione di Giuda, figlio di Giacobbe. È detto: "Giuda, ti loderanno i tuoi fratelli; la tua mano sarà sulla cervice dei tuoi nemici; davanti a te si prostreranno i figli di tuo padre" (Gen 49,8). Stai lontano dall'orgoglio, perché è l'inizio di ogni male (Cfr. Tb 4,13). L'inizio dell'orgoglio è mantenere la distanza da Dio e l'indurimento del cuore è ciò che segue. Se ti guardi da ciò, il tuo luogo di riposo sarà la Gerusalemme celeste. Se il Signore ti ama e ti dà gloria, evita di diventare orgoglioso; al contrario, persevera nell'umiltà e rimarrai nella gloria che Dio ti ha dato. Attento, sii vigile, poiché sarà beato colui che sarà trovato vigilante, perché sarà messo a capo dei beni del suo padrone (Cfr. Mt 24,46-47) ed entrerà nel regno con gioia. Gli amici dello sposo lo adoreranno, perché lo hanno trovato a sorvegliare il suo vigneto (Cfr. Ct 7,11-13).

21. Figlio mio, sii misericordioso in ogni cosa, poiché sta scritto, "sfòrzati di presentarti a Dio come una persona degna, un lavoratore che non deve vergognarsi" (2 Tm2,15): avvicinati a Dio come uno che semina e raccoglie, e nel tuo granaio raccoglierai i beni di Dio (Cfr. Mt 13,24-30). Non pregare in modo spettacolare, alla maniera degli ipocriti (Cfr. Mt 6,5), ma rinuncia alle tuoi passioni e lavora per Dio, agendo così per la tua salvezza. Se una passione ti eccita, che si tratti di amore per il denaro, gelosia oppure odio e le altre passioni, stai attento, abbi il cuore di un leone (Cfr. 2 Sam 17,10), un cuore tenace. Combatti contro queste passioni, falle sparire come Sicon, Og e tutti i re degli Amorrei (Cfr. Dt 31,4; Gs 2,10). Possa l'amato Figlio, l'Unigenito, Gesù re, combattere per te in modo che tu possa ereditare le città nemiche. E ancora, getta via tutto l'orgoglio lontano da te e sii valoroso. Guarda: quando Giosuè, [figlio] di Nun, fu valoroso, Dio consegnò i suoi nemici nelle sue mani (Gs 2,10-11). Se sei codardo, diventi estraneo alla legge di Dio. La vigliaccheria ti riempie di pretesti per cedere alla pigrizia, alla sfiducia ed alla negligenza, fino a quando non sarai distrutto. Sii sincero e grida, anche tu, "Chi ci separerà dall'amore di Cristo?" (Rm 8,35) E dì: "anche il nostro uomo esteriore si va disfacendo, quello interiore invece si rinnova di giorno in giorno" (2 Cor 4,16).

22. Se sei nel deserto, combatti con preghiere, digiuno e mortificazione. Se sei tra gli uomini, sii "prudente come i serpenti e semplice come le colombe" (Mt 10,16). Se qualcuno ti maledice, sopportalo serenamente (Cfr. Rm 12,14), sperando che Dio realizzi ciò che è meglio per te. Quanto a te stesso, non maledire l'immagine di Dio (Cfr. 1 Cor 11,7). È lui stesso che ha detto: "chi mi onorerà anch’io l’onorerò, chi mi disprezzerà sarà oggetto di disprezzo" (1 Sam 2,30). Se d'altra parte qualcuno ti loda, non esserne contento perché sta scritto, "Guai, quando tutti gli uomini diranno bene di voi" (Lc 6,26). Inoltre, "Beati voi, quando gli uomini vi odieranno e quando vi metteranno al bando e vi insulteranno e disprezzeranno il vostro nome come infame (Lc 6,22). Ecco, anche i nostri padri Barnaba e Paolo, quando vennero elogiati, si stracciarono le loro vesti e si afflissero, per disprezzo della gloria umana (Cfr. At 14,14). Anche Pietro e Giovanni, quando furono maledetti davanti al Sinedrio, ne uscirono esultanti per aver meritato di essere maledetti per il santo nome del Signore (Cfr. At 5,41). La loro speranza era nella gloria del cielo.

23. Quanto a te, figlio mio, evita le soddisfazioni di questa epoca, così da essere felice nell'epoca a venire. Non essere negligente, lasciando passare i giorni fino a quando inaspettatamente verranno a cercarti e tu rimarrai stretto nella tua angoscia e le "facce dell'orrore" [7] ti circonderanno e ti trascineranno violentemente nelle loro dimore oscure di terrore ed angoscia Cfr. Gb 10,21-22; Sof 1,14-15). Non essere triste quando vieni maledetto dagli uomini (Cfr. Mt 5,11-12); sii triste e sospira quando pecchi - questa è la vera maledizione - e quando vai via portando la piaga dei tuoi peccati.

24. Ti esorto con tutto il cuore a disprezzare la vanagloria. La vanità è l'arma del diavolo. Fu così che Eva fu ingannata; il diavolo le disse: "se mangiaste i frutti dell'albero si aprirebbero i vostri occhi e sareste come Dio" (Gen 3,5). Lei ascoltò, pensando che fosse la verità. Inseguì la gloria della divinità e la sua stessa umanità fu portata via. Se anche tu cerchi la vanagloria, questa ti renderà estraneo alla gloria di Dio. Quanto a Eva, nessuno le scrisse per avvertirla di questa battaglia prima che fosse tentata dal diavolo. Questo è il motivo per cui il Verbo di Dio venne (Cfr. Gv 1,14) e si incarnò nella Vergine Maria, per liberare la stirpe di Eva. Ma tu sei stato avvertito di questa battaglia nelle Sacre Scritture, dai santi che ti hanno preceduto. Pertanto, fratello mio, non dire, non ho mai sentito parlare di tutto questo, oppure, non mi è stato detto di questo ieri né l'altro ieri. Perché sta scritto, "per tutta la terra si diffonde il loro annuncio e ai confini del mondo il loro messaggio" (Sal 19 (18),5; Rm 10,18). Ora, se vieni lodato, controlla il tuo cuore e dai gloria a Dio; e se sei maledetto, dai gloria a Dio e ringrazialo per essere stato degno di condividere la sorte di suo Figlio e dei suoi santi. Se il tuo Maestro fu chiamato "impostore" (Cfr. Mt 27,63), i profeti "pazzi" (Cfr. Os 9,7), ed altri "stolti" (Cfr. 1 Cor 1,23), tanto più dovremmo noi, terra e cenere, non lamentarci se veniamo maledetti. Questa è la via perché tu abbia vita (Cfr. Sal 16(15),11). Se sei guidato dalla tua negligenza, allora piangi e gemi, poiché "coloro che erano allevati sulla porpora abbracciano letame" (Lm 4,5), per aver trascurato la legge di Dio ed aver seguito i loro capricci. Ora, figlio mio, piangi davanti al Signore ad ogni ora, poiché sta scritto: "Beato chi hai scelto perché ti stia vicino" (Sal 65 (64),5). "Hai messo pensieri nel suo cuore nella valle del pianto, luogo che tu hai preparato" (Sal 84 (83),6-7 LXX).

25. Diventa innocente e sii come la pecora senza colpa la cui lana viene tosata senza che dica una parola (Cfr. Is 53,7). Non andare da un posto a un altro dicendo: "Troverò Dio qui o là". Dio ha detto: "Non riempio io il cielo e la terra?" (Ger 23,24); e ancora. "Se dovrai attraversare le acque, sarò con te"; ed anche, "i fiumi non ti sommergeranno" (Is 43,2). Figlio mio, sii consapevole che Dio è dentro di te, in modo che tu possa dimorare nella sua legge e nei suoi comandamenti. Ecco, il ladrone era sulla croce ed entrò in paradiso (Cfr. Lc 22,47); ma invece Giuda era tra gli Apostoli e tradì il suo Signore. Osserva, Raab viveva nella prostituzione e fu annoverata tra i santi (Cfr. Gs 6,17; Gc 2,25); mentre Eva era in paradiso e fu ingannata (Cfr. Gen 3,1-6). Ecco, Giobbe era nel letamaio e fu paragonato al suo Signore (Cfr. Gb 2,8; Gc 5,11); osserva invece Adamo che era in paradiso e deviò dal comandamento. Ecco, gli angeli erano in cielo e furono scagliati nell'abisso (Cfr. 2 Pt 2,4); mentre Elia ed Enoch furono trasportati nel regno dei cieli (Cfr. 2 Re 2,11). In ogni luogo, quindi, "cerca sempre il Signore e la sua potenza" (1 Cr 16,11; Sal 105 (104),4) Cercalo come Abramo, che ubbidì a Dio e offrì suo figlio in sacrificio a Dio (Cfr. Gen 22,1-14), che lo chiamò "amico mio" (Cfr. Gc 2,23). Cercalo come Giuseppe, che combattè contro l'impurità (Cfr. Gen 39,7 e seg.), fino al punto di diventare sovrano dei suoi nemici. Cercalo come Mosè, che seguì il suo Signore, che lo fece legislatore e gli fece conoscere la sua immagine (Cfr. Es 33,11). Daniele cercò Dio che gli insegnò grandi misteri e lo salvò dalle fauci dei leoni (Cfr. Dn 1,17; 6,23). I tre santi lo cercarono e lo trovarono nella fornace ardente (Cfr. Dn 3,50). Giobbe si rifugiò in lui e lo guarì dalle sue piaghe (Cfr. Gb 42,10). Susanna lo cercò e Dio la salvò dalle mani dei malvagi (Cfr. Dn 13,1-63). Giuditta lo cercò e lo trovò nella tenda di Oloferne (Cfr. Gdt 13,1-10). Tutti costoro lo cercarono e li salvò; e ne salvò anche altri.

26. Anche tu, figlio mio, per quanto tempo sarai negligente? Qual è il limite della tua negligenza? Come l'anno scorso, anche quest'anno; come era ieri, così è oggi. Finché sarai negligente non ci saranno progressi per te. Stai attento, innalza il tuo cuore (Cfr. Lam 3,41), perché dovrai comparire di fronte al tribunale di Dio e rendere conto di ciò che hai fatto, sia nel segreto che davanti a tutti (Cfr. Rm 14,10-12). Se vai dove la battaglia - la battaglia di Dio - viene combattuta e se lo Spirito di Dio ti sprona, "Non prendere sonno lì, perché vi sono delle insidie", e se il diavolo da parte sua ti sussurra, "Cosa ti è successo l'altra volta?" oppure "Anche se hai visto questo non rattristarti", non arrenderti al suo astuto discorso. [Se tu dovessi arrenderti,] lo Spirito di Dio ti abbandonerebbe e tu diventeresti debole e senza forza, come Sansone, e gli stranieri ti metterebbero in catene e ti condurrebbero al mulino (Cfr. Gdc 16,21), cioè allo "stridore di denti" (Mt 8,12). Saresti per loro l'oggetto della loro derisione, cioè riderebbero di te; non conosceresti la strada verso la tua città perché ti avrebbero strappato gli occhi, per il fatto che hai aperto il tuo cuore a Dalila (Cfr. Gdc 16,18), cioè al diavolo, che ti ha catturato con astuzia, perché hai trascurato i consigli dello Spirito. Hai anche visto cosa è successo ad un uomo forte come Davide; fortunatamente si pentì rapidamente riguardo alla moglie di Uria (Cfr. 2 Sam 11,12). Sta anche scritto: "Avete visto le mie piaghe; abbiate paura" (Gb 6,21 LXX).

27. Ecco, hai imparato che non risparmia i santi [8]. Attento, quindi, ricordati delle tue promesse, evita l'arroganza, strappati via dal diavolo, perché lui non strappi gli occhi della tua intelligenza e ti lasci cieco, e tu non conosca più la strada verso la tua città, verso il luogo della tua dimora (Cfr. Sal 107 (106),4). Di nuovo, riconosci la città di Cristo; rendigli gloria, perché è morto per te.

28. Quando un fratello scaglia la sua parola contro di te, perché ti arrabbi, perché diventi come una bestia nei suoi confronti? Non ricordi, quindi, che Cristo è morto per te? (Cfr. Rm 5,8; 1 Cor 15,3). Ma quando il tuo nemico, il diavolo, ti sussurra, tu inclini l'orecchio nella sua direzione in modo che lui vi versi del sudiciume; gli apri il tuo cuore e assorbi il veleno che ti getta. O miserabile! Questo è il momento per te di diventare come una belva, oppure di diventare come una fiamma per consumare tutta la sua malizia; devi esserne nauseato e vomitare la maleodorante malvagità, per paura che il veleno si diffonda dentro di te e ti uccida! O uomo, non hai sopportato una minima parola scagliata contro di te da un fratello, ma quando il nemico vuole divorare la tua anima (Cfr. 1 Pt 5,8), cosa fai? Gli mostri pazienza! No, mio diletto, non dobbiamo piangere per te perché invece di indossare un copricapo dorato la tua testa sarà rasata a causa delle tue opere (Is 3,24 LXX). Ma fai attenzione, sopporta serenamente chi ti insulta, sii misericordioso con il tuo fratello (Cfr. Ef 4,32), non temere la sofferenza della carne.

29. Presta attenzione, figlio mio, alle parole del saggio Paolo quando dice: "A Gerusalemme mi attendono catene e tribolazioni" ma non giustifico la mia anima con nessuna parola, "purché conduca a termine la mia corsa" (At 20, 23-24), e: "sono pronto a morire a Gerusalemme per il nome del Signore Gesù" (At 21,13). Perché né la sofferenza né la prova hanno impedito ai santi di raggiungere il Signore. Fiducia, quindi, e coraggio! Niente più timidezza diabolica! Corri invece, dietro il coraggio dei santi! Figlio mio, perché fuggi da Adonai, il Signore degli Eserciti, e corri dritto nella prigionia dei Caldei? (2 Re 25,1-21) Perché dai da mangiare al tuo cuore in compagnia dei demoni?

30. Figlio mio, stai lontano dalla fornicazione (Cfr. Tb 4,12; 1 Ts 4,3); non corrompere le membra di Cristo. Non obbedire ai demoni. "Non fare delle membra di Cristo le membra di una prostituta" (1 Cor 6,15). Tieni presente l'angoscia del castigo; metti il giudizio di Dio davanti a te. Fuggi da ogni cupidigia; "svestiti dell’uomo vecchio con le sue azioni e rivestiti dell'uomo nuovo" (Col 3,9), tieni presente l'angoscia che avvertirai nel momento in cui ti congederai dal corpo.

31. Figlio mio, rifugiati in Dio, perché è lui che ti ha creato; è per te che ha subito queste sofferenze. Perché egli disse: "Ho presentato il mio dorso ai flagellatori, le mie guance a coloro che mi strappavano la barba; non ho sottratto la faccia agli insulti e agli sputi" (Is 50,6). O uomo, "che cosa ti giova la via d'Egitto per bere acqua di Geon" che è torbida? (Ger 2,18 LXX). A che serve avere questi pensieri fastidiosi che ti fanno subire queste sofferenze? Piuttosto convertiti e piangi sui tuoi peccati, poiché sta scritto, "Quando offrirai te stesso in sacrificio di riparazione, vedrai una discendenza, vivrai a lungo" (Is 53,10).

32. Allora hai visto, o uomo, che la trasgressione è cosa malvagia e che il peccato provoca sofferenza e angoscia. Presto, uomo, fuggi dal peccato, pensa subito alla morte, poiché sta scritto, "L'uomo prudente tratta il peccato duramente" (variante di Pr 29,8) e, "Il volto degli asceti splenderà come il sole" (Cfr. Mt 13,43; Dn 12,3). Ricorda anche che Mosè "preferì essere maltrattato con il popolo di Dio piuttosto che godere momentaneamente del peccato" (Eb 11,25). Se ami le sofferenze dei santi, essi saranno tuoi amici ed intercessori davanti a Dio. Egli accetterà tutte le tue giuste richieste, perché hai portato la tua croce e seguito il tuo Signore (Cfr. Mt 10,38).

33. Non cercare un posto di onore tra gli uomini (Cfr. Sir 7,4), affinché Dio ti protegga da venti che non conosci e ti ponga nella sua metropoli, la Gerusalemme celeste. "Vagliate ogni cosa e tenete ciò che è buono" (1 Ts 5,21). Allo stesso modo, non essere arrogante verso l'immagine di Dio. Veglia anche sulla tua giovinezza in modo che tu possa essere in grado di vegliare sulla tua vecchiaia (Cfr. Sir 25,3), per non avere vergogna e rimpianto nella valle di Giosafat (Cfr. Gl 4,12), dove tutte le creature di Dio ti vedranno e ti rimproveranno dicendo: "Abbiamo pensato da sempre che tu fossi una pecora e qui vediamo che sei un lupo (Cfr. Didachè 16,3)! E invece sei stato precipitato negli inferi, nelle profondità dell’abisso!" (Is 14,15). Oh! che disgrazia terribile! Nel mondo venivi elogiato come uno degli eletti e quando sei arrivato nella valle di Giosafat, il luogo del giudizio, ti sei ritrovato nudo (Cfr. 2 Cor 5,3), e tutti vedono i tuoi peccati e la tua bruttezza messi a nudo davanti a Dio ed agli uomini. Guai a te in quel momento! Dove volterai il tuo volto? Aprirai la tua bocca? Per dire cosa? I tuoi peccati sono impressi nella tua anima che è nera come un cilicio (Cfr. Sir 25,17; Ap 6,12). Cosa farai in quel momento? Piangerai? Non ci sarà nessuno ad accettare le tue lacrime. Pregherai? Nessuno accetterà le tue preghiere, perché quelli a cui ti sei consegnato sono spietati (Cfr. Pr 17,11). Che cosa orribile quando sentirai la voce terribile e severa: "Tornino i malvagi negli inferi" (Sal 9,18), "via, lontano da me, maledetti, nel fuoco eterno, preparato per il diavolo e per i suoi angeli" (Mt 25,41). E ancora: "detesto chi compie delitti" (Sal 101 (100),3), "estirperò dalla città del Signore quanti operano il male" (Sal 101 (100),8).

34. Allora, figlio mio, fai un uso attento di questo mondo (Cfr. 1 Cor 7,31); continua a considerarti una nullità; segui il Signore in ogni cosa, per sentirti al sicuro nella valle di Giosafat. Fa in modo di essere considerato come uno dei rifiutati nel mondo e scoprire te stesso vestito di gloria nel giorno del giudizio! (Cfr. Lc 6,22-23) Non affidare il tuo cuore a nessuno per la gratificazione della tua anima, ma "affida al Signore il tuo peso ed egli ti sosterrà" (Sal 55(54),23. Considera Elia che si è affidato a Lui sul torrente di Cherit e lo ha nutrito per mezzo di un corvo (Cfr. 1 Re 17,5-6).

35. Stai lontano dalla fornicazione (Cfr. Tb 4,13; 1 Ts 4,3), poiché ha fatto del male ed ha fatto cadere molti. Non fare amicizia con un ragazzo. Non correre dietro ad una donna (Cfr. Sir 42,12). Fuggi dalle soddisfazioni corporee, perché l'amicizia può "bruciare come un fuoco" (Cfr. Sir 9,8). Non correre dietro a nessuna carne, perché se la pietra cade sull'acciarino, la fiamma divampa e consuma molte sostanze. Corri sempre verso il Signore, siediti alla sua ombra; poiché "Chi abita al riparo dell’Altissimo passerà la notte all’ombra del Dio del cielo" (Sal 91(90),1 e "non vacillerà in eterno" (Sal 112(111),6). Pensa al Signore ed alla Gerusalemme celeste (Cfr. Eb 12,22); se te ne ricordi, starai sotto la benedizione celeste e la gloria di Dio ti difenderà.

36. Proteggi il tuo corpo ed il tuo cuore con grande vigilanza; "cerca la pace e la purezza" (Eb 12,14) che sono unite tra loro e vedrai Dio. [9] Non essere in ostilità con nessuno, perché chi è in ostilità con suo fratello è nemico di Dio; e chi è in pace con suo fratello è in pace con Dio. Non hai forse imparato che nulla è preferibile alla pace che porta ogni persona ad amare suo fratello? Anche se sei libero da ogni peccato, [essendo] nemico di tuo fratello sei un estraneo a Dio, perché sta scritto, "Cerca la pace e la purezza" (Eb 12,14), perché sono unite tra loro. Sta anche scritto, "se possedessi tanta fede da trasportare le montagne, ma non avessi la carità, non sarei nulla" (1 Cor 13,2-3). "L'amore edifica" (1 Cor 8,2). "Dall’impuro che cosa potrà uscire di puro?" (Sir 34,4). Se provi odio o inimicizia nel tuo cuore, dov'è la tua purezza? Il Signore dice in Geremia: "Saetta micidiale è la loro lingua, inganno le parole della loro bocca. Ognuno parla di pace con il prossimo, ma nell’intimo gli ordisce un tranello. Non dovrei forse punirli? Oracolo del Signore. Di una nazione come questa non dovrei vendicarmi?" (Ger 9,7-9). È come se dicesse: "L'uomo che è nemico di suo fratello è come se fosse un Gentile", perché i Gentili camminano nell'oscurità, non conoscendo la luce (Cfr. Ef 4,17-18). La stessa cosa succede ad un uomo che odia suo fratello. Cammina nelle tenebre (Cfr. 1 Gv 2,11) e non conosce Dio perché, con l'odio che viene dall'inimicizia che gli acceca i suoi occhi, non vede l'immagine di Dio (Cfr. 1 Cor 11,7).

37. Il Signore ci ha ordinato di amare i nostri nemici, di benedire coloro che ci maledicono e di fare del bene a coloro che ci perseguitano (Cfr. Mt 5,44). In quale pericolo ci troviamo allora, quando ci odiamo l'un l'altro, quando odiamo le membra dello stesso corpo (di Cristo), che sono una sola cosa con noi, figli di Dio, rami della vera vite (Cfr. Gv 15,5), pecore del gregge spirituale riunite dal vero pastore (Cfr. 1 Pt 2,25; Gv 10,14), l'unigenito Figlio di Dio che si offrì in sacrificio per noi (Cfr. Ef 5,2). Il Verbo vivente ha subito queste sofferenze per un'opera così grande e tu, uomo, lo odi per gelosia e vanagloria, o per avarizia e arroganza - cose per le quali il nemico ti ha irretito per renderti estraneo a Dio. Quale difesa presenterai davanti a Cristo? Ti dirà, "Dal momento che tu odi tuo fratello, io sono colui che tu odi" (Cfr. Mt 25,45), e andrai al tormento eterno (Cfr. Mt 25,41) perché sei astioso verso tuo fratello. Quanto a tuo fratello, egli entrerà nella vita eterna perché, per Gesù, si è umiliato davanti a te.

38. Prima di morire, dunque, cerchiamo il rimedio per questo male. Diletti, rivolgiamoci al Vangelo della vera legge di Dio, il Cristo, e lo udremo dire: "Non condannate e non sarete condannati; perdonate e sarete perdonati" (Lc 6,37). Se non perdoni, non sarai neanche perdonato. Se sei in inimicizia con tuo fratello, preparati ad essere castigato per le tue colpe, le tue trasgressioni, le tue fornicazioni commesse in segreto, le tue menzogne, il tuo linguaggio osceno, i tuoi pensieri malvagi, la tua avarizia, le tue azioni malvagie. "Ne renderai conto al tribunale di Cristo" (Rm 14,10-12; 2 Cor 5,10), mentre l'intera creazione di Dio ti guarderà e l'intero esercito degli angeli sarà presente con spade sguainate per costringerti a dare un resoconto ed a confessare i tuoi peccati. I tuoi vestiti saranno sporchi, la tua bocca sarà muta, sarai prostrato senza una parola da dire! Sciagurato! Di quante cose dovrai rendere conto? Di molte impurità che sono come una cancrena per l'anima, desideri degli occhi (Cfr. 1 Gv 2,16), pensieri malvagi che sono la sofferenza dello Spirito e lo sconforto dell'anima, parole ripugnanti (Cfr. Sir 14,1), lingua arrogante e che fa male a tutto il corpo (Cfr. Gc 3,6), stupidità, brutti scherzi, calunnia, gelosia, odio, beffa, insulti all'immagine di Dio, condanne, desideri del ventre che ti hanno escluso dai beni del paradiso, passioni, bestemmie troppo vergognose da menzionare, pensieri malvagi sull'immagine di Dio, rabbia, dispute, impudenza, arroganza degli occhi, piani malvagi, irriverenza, vanità. Sarai interrogato su tutte queste cose, perché hai avuto malintesi con tuo fratello e non li hai risolti nell'amore di Dio, come avresti dovuto fare. Non hai mai sentito dire che: "La carità copre una moltitudine di peccati" (1 Pt 4,8; Pr 10,12) e che: "Così anche il Padre mio celeste farà con voi se non perdonerete di cuore, ciascuno al proprio fratello" (Mt 18,35)? Il Padre vostro che è nei cieli non perdonerà i vostri peccati.

39. Miei diletti, ecco, voi sapete che ci siamo rivestiti di Cristo, (Cfr. Rm 13,14; Gal 3,27) che è buono e amico degli uomini. Non spogliamoci (di Cristo) a causa delle nostre azioni malvagie. Avendo promesso a Dio la purezza ed avendo promesso la vita monastica, portiamo avanti la relative opere: il digiuno, la preghiera incessante, la purezza del corpo e la purezza del cuore. Se abbiamo promesso a Dio la purezza, non possiamo mai essere trovati nella fornicazione, di cui ci sono diverse forme. Si dice in effetti che si prostituirono in diversi modi (Cfr. Ez 16,25). Fratelli miei, che nessuno ci sorprenda mai in azioni di questo genere, che nessuno possa trovarci mai al di sotto di ogni [altro] uomo.

40. Abbiamo anche promesso a noi stessi di essere discepoli di Cristo. Cerchiamo di mortificarci perché la mortificazione perseguita l'impurità. Ora siamo in lotta; non scappiamo, per non diventare schiavi del peccato (Cfr. Eb 12,1). Siamo stati costituiti come una luce per il mondo (Cfr. Mt 5,14); che nessuno sia scandalizzato a causa nostra. Rivestiamoci di silenzio, perché molti gli devono la loro salvezza (Cfr. Pr 18,21).

41. Vegliate su di voi, fratelli. Non facciamo i conti l'uno con l'altro, perché non si facciano i conti con noi nell'ora del castigo. Che tu sia vergine, o monaco [10] o anacoreta, [Dio] ci dirà ancora: ridammi i miei beni con interesse (Cfr. Mt 25,27). Ci rimprovererà e dirà: "Dov'è l'abito di nozze (Cfr. Mt 22,11-12), dov'è la luce delle lampade? (Mt 5,15-16) Se io sono padre, <dov’è l’onore che mi spetta? Se sono il padrone,> [11] dov’è il timore di me? (Mal 1,6) Se mi hai odiato in questo mondo, non ti ho mai conosciuto. Allontanati da me (Mt 7,23). Se hai odiato tuo fratello, sei un estraneo nel mio regno. Se hai avuto una lite con tuo fratello e se non lo hai perdonato, ti legheranno mani e piedi e sarai gettato fuori nelle tenebre; là sarà pianto e stridore di denti (Mt 22,13). Se hai picchiato tuo fratello, verrai consegnato agli angeli senza pietà (Cfr. Pr 17,11) e sarai condannato in tormenti di fuoco per tutta l'eternità. Non hai rispettato la mia immagine, mi hai offeso, hai disprezzato me e disonorato. Pertanto, non avrò alcuna preoccupazione per te quando sarai tormentato dall'angoscia. Non hai fatto pace con tuo fratello in questo mondo; non sarò con te nel giorno del grande giudizio. Hai insultato il povero (Cfr. Gc 2,6); sono stato io ad essere stato insultato da te. Hai percosso il misero; sei complice di colui che mi ha percosso nella mia umiliazione sulla croce (Cfr. Mt 27,30-31).

42. Ti ho forse lasciato nell'indigenza quando sono venuto per rimanere nel mondo? Non ti ho benedetto con il mio corpo ed il mio sangue come cibo della vita? (Cfr. Gv 6,56). Non ho gustato la morte per causa tua (Cfr. Eb 2,9), per salvarti? Non ti ho rivelato il mistero celeste (Cfr. Col 1,26), per farti diventare mio fratello e mio amico? Non ti ho dato il potere di camminare sopra serpenti e scorpioni e sopra tutta la potenza del nemico? (Lc 10,19). Non ti ho dato molti rimedi di vita (Cfr. Sir 6,16), in modo da poterti salvare? I miei miracoli, i miei prodigi e le mie cose meravigliose, di cui mi sono rivestito qui nel mondo come mio armamento bellico (Cfr. Ef 6,11); te li ho dati come equipaggiamento per abbattere Golia (Cfr. 1 Sam 17,50-51), cioè il diavolo. Cosa ti manca ora, perché tu mi sia diventato straniero? Solo la tua negligenza ti ha gettato nell'abisso dell'inferno.

43. Ora, figlio mio, queste cose, e peggio ancora, ci sentiremo dire se siamo negligenti e non obbediamo al precetto di perdonarci l'un l'altro (Cfr. Col 3,13). Vegliamo su noi stessi e rendiamoci conto di quali sono le potenze di Dio che ci saranno utili nel giorno della morte, che saranno la nostra guida nel mezzo della dura e terribile battaglia e che risusciteranno le anime dai morti (Cfr. 1 Cor 6,14). In primo luogo, ci è stata data la fede e la conoscenza per essere in grado di scacciare l'incredulità. Poi ci furono date la prudenza e la saggezza, per poter riconoscere il pensiero del diavolo in modo da fuggire da esso ed odiarlo. Ci sono stati predicati il digiuno, la preghiera e la continenza, che dovrebbero dare calma e moderazione al corpo nelle passioni. Ci sono state date la purezza e la vigilanza, attraverso le quali Dio dimorerà in noi. Ci sono state date la pazienza e la mitezza. Se osserviamo tutto ciò, noi erediteremo la gloria di Dio.

44. Ci sono state date la carità e la pace, che sono potenti in battaglia; poiché il nemico non può avvicinarsi al luogo occupato da esse. Riguardo alla gioia ci hanno ordinato di usarla per combattere la tristezza. Ci sono state anche insegnate la generosità e la bontà. Ci sono state date la santa preghiera e la fermezza, che riempiono l'anima di luce. Ci sono state date la purezza e la sobrietà per disarmare la malvagità. Ci è stato scritto di astenerci dal giudicare (Cfr. Mt 7,1), in modo da poter vincere la menzogna, quello squallido vizio che è nell'uomo. Se non giudichiamo, non saremo giudicati nel giorno del giudizio. Ci è stata data la sopportazione di fronte alla sofferenza ed all'ingiustizia, per non essere colpiti dallo sfinimento.

45. In effetti, i nostri padri hanno passato la vita nella fame, nella sete e nella grande mortificazione (Cfr. 2 Cor 11,27), grazie alle quali hanno acquisito la purezza. Soprattutto sono fuggiti dall'abitudine del vino, che è colma di ogni male (Cfr. Pr 23,31). Preoccupazioni, tumulti e disturbi sono causati nelle nostre membra dall'abuso di vino (Cfr. Sir 31,29-30); questa è una passione carica di peccato, è sterilità e perdita dei frutti. Perché la dissolutezza di una sete inesauribile stordisce l'intelletto, rende la coscienza impudente e rompe il freno della lingua. La gioia piena è quando non rattristiamo lo Spirito Santo (Ef 4,30), e non siamo sconvolti dalla sensualità. Come sta scritto: Sacerdoti e profeti furono annebbiati dal vino (Is 28,7). Il vino è licenzioso; l'ubriachezza è insolente; chi si concede ad essi non sarà esente dal peccato (Pr 20,1; LXX). Il vino è come la vita per gli uomini, purché tu lo beva con misura (Sir 31,27); Se infatti porrai i tuoi occhi nei bicchieri e nelle coppe, dopo camminerai più nudo di un pestello (Pr 23,31; LXX: Cfr. Ab 2,15-16). Pertanto, tutti coloro che si sono preparati a diventare discepoli di Gesù dovrebbero astenersi dal vino e dall'ubriachezza.

46. In effetti, conoscendo la grande quantità di danni causati dal vino, i nostri padri si sono astenuti da esso. Ne bevevano pochissimo e solo in caso di malattia. Se, in effetti, a quel grande lavoratore di Timoteo ne fu dato un po', era perché il suo corpo era pieno di infermità (Cfr. 1 Tm 5,23). Ma cosa dovrei dire all'uomo che esagera con il vizio ed è nel pieno della giovinezza, appesantito dalle impurità delle passioni? Ho paura a dirgli di non bere affatto, per timore che qualcuno, incurante della sua salvezza, mormori contro di me. Perché al giorno d'oggi questo linguaggio è doloroso per molti. Tuttavia, carissimo, è bene stare in guardia; e la mortificazione è utile. Poiché l'uomo che si mortificherà metterà in salvo la sua nave nel buono e santo porto della salvezza e sarà saziato con le buone cose del cielo (Cfr. Sal 107 (106),9).

47. Meglio ancora di tutto ciò, ci è stata data l'umiltà, che veglia su tutte le virtù ed è quella grande e santa potenza con cui Dio si è rivestito quando è venuto nel mondo (Cfr. Fil 2,8). L'umiltà è il baluardo delle virtù, il tesoro delle opere, l'armatura salvifica (Cfr. Ef 6,11) e la cura per ogni ferita. Dopo aver realizzato i tendaggi di bisso, i preziosi ornamenti e tutti gli accessori del Tabernacolo, li coprirono con una tela di sacco (Cfr. Gdt 4,12). L'umiltà è qualcosa di irrilevante tra gli uomini, ma preziosa e gloriosa davanti a Dio. Se noi la acquisiamo, cammineremo sopra tutta la potenza del nemico (Lc 10,19). Sta scritto: "Su chi volgerò lo sguardo? Sull’umile e su chi ha lo spirito contrito" (Is 66,2)

48. Non diamo riposo ai nostri cuori in tempo di carestia. Poiché il vanto e la vanagloria sono aumentati, anche la ghiottoneria è aumentata, la fornicazione regna attraverso la sazietà della carne, l'orgoglio prevale. I giovani non obbediscono più agli anziani; [12] gli anziani non si prendono più cura dei giovani e tutti camminano secondo le proprie passioni. Ora è il momento di gridare con il profeta: "Guai a me, anima mia, l'uomo pio è scomparso dalla terra, e colui che è giusto tra gli uomini non esiste più secondo Cristo, cioè non esiste affatto. Tutti hanno oppresso il loro prossimo" (Mi 7,1-2 LXX).

49. Lotta, mio diletto, perché il tempo è vicino ed i giorni sono stati abbreviati (Cfr. Mt 24,22). Non c'è padre che istruisca i suoi figli, non c'è figlio che obbedisca a suo padre (Cfr. Mi 7,6); le pie vergini non ci sono più (Cfr. Am 8,13), i santi padri sono morti dappertutto; le madri e le vedove non ci sono più e siamo diventati come orfani (Cfr. Lam 5,3); gli umili sono calpestati sotto i piedi; e si colpisce la testa del povero (Cfr. Am 2,7). Quindi, manca poco perché arrivi l'ira di Dio (Cfr. Sof 2,2) e ci affligga, senza che nessuno ci possa consolare (Cfr. Sal 69(68),21). Tutto ciò ci è accaduto perché non abbiamo praticato la mortificazione.

50. Lottiamo, miei diletti, affinché possiamo ricevere la corona che è stata preparata (Cfr. 2 Tm 4,8; 1 Cor 9,25). Il trono è pronto (Cfr. Lc 22,30), la porta del regno è aperta (Cfr. Is 26,2), al vincitore darò la manna nascosta (Ap 2,17). Se lottiamo contro le passioni e le vinciamo, regneremo in eterno. Ma se ne saremo vinti proveremo rimpianti e piangeremo lacrime amare. Combattiamo contro noi stessi, intanto che il ravvedimento è a portata di mano. Rivestiamoci di mortificazione, per poter essere rinnovati nella purezza (Cfr. Ef 4,23-24). Amiamo gli uomini, per poter essere amici di Gesù, amico degli uomini.

51. Se abbiamo promesso a Dio la vita monastica, <compiamo le opere della vita monastica, che sono il digiuno, la purezza, il silenzio, l'umiltà, il nascondimento,> [13] l'amore, la verginità non solo del corpo, ma la verginità che è un'armatura contro ogni peccato. Perché nel Vangelo alcune vergini furono respinte a causa della loro pigrizia, mentre quelle che vigilavano con coraggio entrarono nella sala delle nozze (Cfr. Mt 25,1-13). Possano tutti entrarvi per sempre! [14]

52. Siamo assaliti [dalla tentazione] dell'amore per il denaro. Se desideri acquisire ricchezze – che sono l'esca all'amo del pescatore - con avidità, trafficando, con violenza, con astuzia o con lavoro manuale eccessivo che ti priva del tempo libero per il servizio di Dio - in poche parole con qualsiasi altra maniera - se hai desiderato accumulare oro o argento, ricorda cosa dice il Vangelo: "Stolto, questa notte stessa ti sarà richiesta la tua vita. E quello che hai preparato, di chi sarà?" (Lc 12,20). E ancora: "accumula e non sa chi raccolga" (Sal 39 (38),7).

53. Lotta, mio amato, combatti le passioni e di': Agirò come Abramo, "Alzerò la mano davanti al Signore, il Dio altissimo, creatore del cielo e della terra: né un filo né un legaccio di sandalo, niente io prenderò di ciò che è tuo" (Gen 14,22-23); e quelli sono beni eccezionali per un umile straniero. Ed ancora: "Il Signore ama il proselito, per fornirgli pane e vestiti" (Dt 10,18). Lo stesso vale per l'agiatezza, a causa della quale combattiamo dentro di noi: "Ricordati della povertà e dell’indigenza nei giorni della ricchezza" (Sir 18,25). Ricorda ciò che sta scritto: "Maledette saranno la tua cesta e la tua madia" (Dt 28,17). Per quanto riguarda l'oro e l'argento abbiamo le parole di Giacomo: "La loro ruggine si alzerà ad accusarvi e divorerà le vostre carni come un fuoco" (Gc 5,3). Ed anche: "È migliore dunque un uomo giusto che non abbia idoli" (Bar 6,72) e vede la loro stoltezza. Purificati dalla maledizione prima che il Signore ti chiami, poiché hai posto la tua speranza in Dio, come sta scritto: "Il vostro cuore sia tutto dedito al Signore" (1 Re 8,61).

54. Carissimo, ti saluto nel Signore. In effetti, hai accolto Dio come tuo aiuto (Cfr. Sal 30(29),11), gli sei diventato caro, ti sei messo a camminare secondo la legge di Dio con tutto il tuo cuore (Cfr. 119 (118),34). Che Dio ti benedica. Possano le tue sorgenti diventare fiumi ed i tuoi fiumi un mare (Cfr. Is 48,18). Sei proprio carro e cavaliere della temperanza! (Cfr. 2 Re 2,12) La lampada di Dio brucia davanti a te che rifletti la luce nascosta dello Spirito e fai un uso accorto delle parole. Dio ti faccia la grazia della tempra dei santi; non si trovino idoli nella tua città (Cfr. Ez, 8,10) ed il tuo piede calpesti la nuca del principe delle tenebre (Cfr. Bar 4,25); che tu possa vedere "il capo dell'esercito del Signore" (Gs 5,14) in piedi alla tua destra; che tu possa far annegare il Faraone e le sue truppe (Cfr. Es 14,22); possa tu condurre la tua gente attraverso il mare salato (Cfr. Sal (136 (135),13-15), vale a dire questa vita! Amen!

55. Dopo di ciò ti esorto di nuovo a non rilassare il tuo cuore, perché il gusto dei demoni è di fare in modo che l'uomo rilassi il suo cuore e che essi possano trascinarlo nella rete (Cfr. Sal 35(34),8) prima che se ne accorga. Pertanto, non essere negligente nell'apprendere il timore del Signore. Sviluppati come le giovani piante e sarai gradito a Dio, come un torello con corna e zoccoli (Sal 69 (68), 32). Sii un uomo potente in parole e in opere (At 7,22). Non pregare alla maniera degli ipocriti (Cfr. Mt 6,5) per timore che ti venga inflitta la loro sorte (Mt 24,51). Non perdere un solo giorno della tua esistenza e sii consapevole di ciò che darai a Dio ogni giorno. Stai da solo come un prudente generale; esamina i tuoi pensieri, sia che tu sia un anacoreta, sia che tu viva con gli altri. In una parola, giudicati ogni giorno. Perché è meglio per te vivere con migliaia di persone in tutta umiltà, piuttosto che da solo con orgoglio nella tana di una iena! Si dice di Lot che era un uomo buono e fedele pur vivendo nel mezzo di Sodoma (Cfr. 2 Pt 2,8), mentre apprendiamo che Caino, pur vivendo solo sulla terra con solo altri tre esseri umani, era un uomo malvagio (Cfr. Gen 4,8; 1 Gv 3,12).

56. Ora, quindi, ecco la lotta che ti sta davanti (Cfr. Eb 12,1-2). Rifletti quotidianamente su ciò che ti accade (Cfr. 1 Ts 5,21), per vedere se sei dalla nostra parte o dalla parte di coloro che combattono contro di noi. Però, i demoni vengono da te da destra, mentre per tutti gli altri uomini provengono chiaramente da sinistra (Cfr. Pr 4,27). In verità, mi hanno attaccato anche da destra. Mi hanno trascinato il diavolo legato come un asino selvatico (o un onagro). Ma il Signore mi ha aiutato (Cfr. Sal 54(53),6). Non mi sono fidato di loro e non ho consegnato loro il mio cuore. Molte volte fui tentato dalle insidie del diavolo alla mia destra e lui camminava davanti a me. Osò persino tentare il Signore, ma Egli lo ha fatto scomparire, lui ed i suoi inganni (Cfr. Mt 4,1-17; Eb 2,18).

57. Ora, figlio mio, rivestiti di umiltà (Col 3,12). Prendi Cristo e il suo Padre buono come consiglieri. Sii amico di un uomo di Dio, che abbia la legge di Dio nel suo cuore (Cfr. Sal 37(36),31). Sii come un povero che porta la sua croce e ama le lacrime. Anche tu sii in lutto, con un sudario sul tuo capo [15]. Possa la tua cella [16] essere una tomba per te finché Dio non ti faccia risorgere e ti dia la corona della vittoria (Cfr. 1 Cor 15,52).

58. Se hai avuto un disaccordo con un fratello che ti ha fatto soffrire a causa di una sua parola, o se il tuo cuore ferisce un fratello dicendo: "Non merita ciò", o se il nemico ti suggerisce di qualcuno che, "Non merita quell'elogio", se gradisci questo invito e questo pensiero del diavolo, se l'ostilità dei tuoi pensieri si accresce, se sei in contrasto con tuo fratello, sapendo che, non c'è più balsamo in Galaad e non c’è più nessun medico nel tuo ambito (Ger 8,22), senza indugio rifugiati nella solitudine con la coscienza di Dio, piangi da solo con Cristo e lo Spirito di Gesù ti parlerà attraverso i tuoi pensieri. Egli ti convincerà della pienezza del comandamento. Che bisogno c'è di lottare da solo, facendoti diventare come una bestia, come se questo veleno fosse dentro di te?

59. Ricorda che anche tu sei caduto spesso. Non hai mai sentito Cristo che dice: "Perdona tuo fratello settanta volte sette"? (Mt 18,22). Non hai pianto spesso mentre imploravi: "Perdona tutti i miei peccati"?  (Sal 25 (24),18). Ora, quindi, se insisti sul poco che tuo fratello ti deve, lo Spirito metterà subito il giudizio e la paura del castigo davanti ai tuoi occhi (Cfr. Mt 5,25). Ricorda anche che i santi furono giudicati degni di subire oltraggi (At 5,41); ricorda che Cristo fu deriso, insultato e crocifisso per causa tua (Cfr. 1 Pt 2,21-24). Ed Egli subito riempirà il tuo cuore di misericordia e di timore e tu ti prostrerai con la faccia a terra piangendo e dicendo: "Perdonami, mio Signore, perché ho fatto soffrire la tua immagine". Immediatamente nella consolazione del pentimento ti alzi in piedi e corri verso tuo fratello con un cuore aperto, un volto felice, un sorriso gioioso, irradiando pace. E sorridendo a tuo fratello dici: "Perdonami, fratello, perché ti ho fatto soffrire". Le tue lacrime scorrono; una grande gioia viene dalle lacrime, la pace esulta tra di voi e lo Spirito di Dio, da parte sua, grida di gioia: "Beati gli operatori di pace, perché saranno chiamati figli di Dio" (Mt 5,9). Quando il nemico sente risuonare il suono di questa voce, si vergogna, Dio viene glorificato e tu sei l'oggetto di una grande benedizione.

60. Allora, fratello mio, combattiamo contro noi stessi, perché le tenebre sorgono da diverse parti. Le chiese sono piene di litigi e di persone adirate; le comunità monastiche sono diventate ambiziose; l'orgoglio regna; non è rimasto nessuno che si dedichi al suo vicino; al contrario, ognuno con la rete dà la caccia al fratello (Mi 7,2). Siamo immersi nella sofferenza. Non c'è né profeta né sapiente. Nessuno riesce a convincere un altro, perché la durezza di cuore abbonda. Coloro che comprendono mantengono il silenzio, perché i tempi sono cattivi (Cfr. Mi 5,9). Ognuno è signore di se stesso. Sono uomini sprezzanti che intraprendono azioni sconvenienti.

61. Ora, fratello mio, sii in pace con tuo fratello. Prega anche per me, perché non posso fare nulla, ma sono tormentato dai miei desideri. Quanto a te, sii vigile in tutto, datti da fare, compi la tua opera di annunciatore del Vangelo (2 Tm 4,5), sii risoluto nella prova. Rimani nel combattimento della vita monastica fino alla fine, con umiltà, dolcezza e trepidazione davanti alle parole che ascolterai, mantenendo la tua verginità, evitando la mancanza di moderazione e quelle miserabili e stravaganti parole; non rimanere senza gli scritti dei santi, ma permani saldo nella fede (Cfr. 1 Pt 5,9) in Cristo Gesù, nostro Signore. Attraverso il Figlio sia gloria a Lui, suo buon Padre, ed allo Spirito Santo nei secoli dei secoli! Amen! Che tu ci benedica!

 

Catechesi sui sei giorni della Pasqua

Apa Pacomio, l'archimandrita di Tabennesi, sui sei giorni della santa Pasqua. [17]

 

1. Lottiamo, miei diletti, durante questi sei giorni della Pasqua, perché ogni anno ci vengono dati per la redenzione delle nostre anime, affinché possiamo spenderli nelle opere di Dio. Perché fu durante sei giorni, dall'inizio della creazione del cielo e della terra, che Dio lavorò alla sua creazione fino a quando non fu completata [18]. Ed il settimo giorno si riposò da tutte le sue opere (Cfr. Gen 2,2).

2. Dio ha creato questi giorni in modo che anche noi dobbiamo lavorare alle opere di Dio durante questi sei giorni, ognuno secondo il suo modo di vivere: silenzio (Cfr. 2 Ts 3,12), lavoro manuale (Cfr. Pr 31,13:16:31), numerose preghiere (Cfr. 1 Ts 5,17), custodia della bocca (Cfr. Sal 39(38),2: 141(140),3), purezza del corpo e santità di cuore (Cfr. 1 Cor 7,34: Sal 24(23),4); ognuno secondo la sua opera. Riposiamoci anche noi il settimo giorno e celebriamo la domenica della Santa Resurrezione, portando avanti con cura e con ogni diligenza le sante sinassi e rendendo omaggio al Padre dell'universo che ha avuto misericordia di noi. Egli Ci ha ricondotto il Pastore grande delle pecore (Eb 13,20) che erano disperse, per riunirci nel suo santo gregge (Cfr. Ez 24,5: Gv 10,14) [19].

3. Non scoraggiamoci affatto in questi giorni santi: chi si dà al digiuno con gioia, silenzio, saggezza e grande tranquillità, chi si mantiene puro da una varietà di cibi, chi si allontana dai piaceri oziosi, chi pratica genuflessioni e preghiere incessanti, chi rinuncia al sonno e fa frequenti veglie: in breve, ognuno vigili sulla propria perseveranza, in modo che ci accada ciò che è scritto negli Atti: "Chi su tavole, chi su altri rottami della nave. E così tutti poterono mettersi in salvo a terra" (At 27,44).

4. Il cielo e la terra portino il lutto (Cfr. Ger 4,28) durante questi sei giorni della Pasqua. Infatti, quando colui che siede alla destra del suo Padre celeste (Cfr. Mt 26,64: At 7,55) si mostra benevolo, il re deponga in segno di lutto il diadema che indossa e la sua corona reale; poiché una corona di spine cosparsa di punte acute era stata preparata per la testa del Re della pace (Cfr. Mt 27,29) [20]. I ricchi depongano le loro vesti multicolore, i loro abiti color porpora e scarlatto (Cfr. Ger 10,9), poiché il Signore è stato spogliato delle sue vesti che i soldati tirarono a sorte (Cfr. Mt 27,35). Coloro che mangiano, bevono e si rallegrino in questo mondo rimangano in silenzio durante questi giorni di sofferenza, poiché il Signore della vita stette in mezzo a coloro che lo tormentavano a causa dei nostri peccati (Cfr. Is 53,5: 1 Pt 2,24). Coloro che praticano l'ascesi si impegnino ancora di più nel loro stile di vita, anche astenendosi dal bere acqua, di cui godono i cani; perché Egli chiese un po' d'acqua mentre era appeso alla croce e gli fu dato aceto mescolato con fiele (Cfr. Mt 27,34). Le donne facoltose depongano i loro ornamenti in questi giorni di dolore e grande lutto; poiché il Re della gloria, in una veste disonorevole (Cfr. Gv 19,5), stava [...]

(Ndt. Il testo originale copto si interrompe improvvisamente così)



[1] Nota del traduttore: Ho riportato solo una piccola parte delle note e delle citazioni bibliche. Le citazioni in corsivo sono tratte dalla Bibbia CEI oppure sono tradotte dalla versione dei LXX, dove questa è indicata.

[2] Il titolo "archimandrita" non si trova in nessuno degli antichi documenti pacomiani in greco o in copto, tranne che nelle tardive intestazioni di alcuni documenti copti.

[Storia Lausiaca, Cap. 18,12: "Giunto al monastero dei Tabennesioti (Macario di Alessandria) cercò il loro archimandrita, che si chiamava Pacomio".

Il termine è di solito sinonimo di egumeno (superiore di un convento), ma designa talvolta anche un dignitario più elevato: un capo di comunità, quasi sempre un prete.

(Da "Vita dei Santi" a cura di Christine Mohrmann, Arnoldo Mondadori Editore 1985)].

[3] Sulla dottrina delle due vie, cfr. la Didachè,  c. 1-6 [Vi sono due vie, una della vita, e l’altra della morte; vi è una grande differenza fra di esse. Ecc…]; la lettera di Barnaba, c. 18-20 ed il Pastore di Hermas, n. 6.

[4] Sembra che tutti gli esempi seguenti [Abramo, Isacco, Giacobbe, ecc..] siano espressioni della prima delle due vie.

[5] Questa breve sezione si trova solo in arabo; la traduciamo dal testo saidico ricostruito da L.-T. Lefort in"Œuvres de s. Pachôme et de ses disciples", (CSCO – 159), p. 1, Louvain 1956.

[6] Il patriarca Giuseppe viene spesso dato come esempio ai fratelli; si veda la Vita Greca di Pacomio G1 62-63 (la sua castità e prudenza); la Lettera di Pacomio 8: 2 seg. (la sua purezza e la sua costanza nelle persecuzioni).

[7] Queste"facce dell'orrore"sono i servi di Abaddon, l'angelo della morte (Ap 9,11); hanno la missione di far uscire l'anima del morente spaventandolo con il loro aspetto terrificante. Si veda L. Th. Lefort in"Œuvres de s. Pachôme et de ses disciples", (CSCO – 160), p. 9, Louvain 1956.

[8] Non è per niente chiaro chi sia che "risparmia i santi". La traduzione di Lefort suppone che sia Dio, ma tutto il contesto – soprattutto il paragrafo precedente -  sembra richiedere "il diavolo" come soggetto del verbo "non risparmia". Si veda L. Th. Lefort in "Œuvres de s. Pachôme et de ses disciples", (CSCO - 159), p. 11, Louvain 1956.

[9] Il testo preso in prestito da Atanasio inizia qui. Si veda l'introduzione alle Catechesi di Pacomio.

[10] Nei documenti copti, il monaco viene spesso chiamato apotaktikos. La rinuncia (άπόταξις - άποταγή) è uno degli aspetti più fondamentali della vita monastica. Diventare monaco significa "rinunciare al mondo" (si veda "Precetti di Pacomio" Pr. 49) o semplicemente "rinunciare".

[11] Alcune parole sono state omesse per aplografia nel testo saidico. La citazione è completa nel testo arabo ed in Atanasio.

(Aplografia: Allorché in un testo due lettere o due gruppi di lettere uguali si seguono immediatamente, accade spesso che, per una svista spiegabilissima, l'amanuense scriva solo una delle lettere o uno dei gruppi di lettere. Fonte: Enciclopedia Treccani)

[12] "I giovani ... gli anziani"; letteralmente: "I piccoli… i grandi".

[13] Il testo saidico è lacunoso e la versione araba ci consente di ripristinarlo. Traduciamo questa breve aggiunta dalla traduzione francese fornita da L.-T. Lefort in "Oeuvres … ", (CSCO - 159), pag. 21, n. 51.

[14] Il testo di Atanasio termina qui.

[15] Con L.-T. Lefort ("Oeuvres… ", [CSCO - 160], p. 24, n. 90) correggiamo il testo saidico "Sii povero anche tu, con un sudario sul tuo capo", seguendo la traduzione araba "Anche tu sii in lutto, con un sudario sul tuo capo".

[16] Il copto manlope significa "luogo di dimora" in generale; ma nei nostri documenti pacomiani è uno dei nomi tecnici per la cella monastica.

[17] I "sei giorni della Pasqua" sono ciò che ora chiamiamo la Settimana Santa. Si concludono con la celebrazione della Veglia pasquale, chiamata "Il compimento della Pasqua", che porta al "Giorno della Resurrezione"

[18] L'espressione qui usata (čok ebol) per esprimere il completamento dell'opera della creazione di Dio dopo i sei giorni è la stessa usata per esprimere la chiusura (o "compimento") dei sei giorni della Pasqua.

[19] L'immagine del santo gregge del Pastore grande non è rara nei documenti pacomiani. Ez 34,2-5 è citato per intero nel Libro di Orsiesi, cap. 8. 

[20] In Paralipomeni 18, Pacomio, avendo chiesto a Dio di mandargli la sua misericordia, ha una visione di Gesù con una corona di spine ed un angelo gli dice: "Dato che hai chiesto a Dio di inviarti la sua misericordia, ecco, questa è la sua misericordia ....".

 



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30 novembre 2019        a cura di Alberto "da Cormano"        Grazie dei suggerimenti       alberto@ora-et-labora.net