Legislazione monastica in Occidente
[1]
di
Jean-Luc Molinier O.S.B.
Estratto e tradotto da "
Solitude et communion.
Tome II. Fuite du monde et vie communautaire " - Pagg. 302-304 – Ed.
Cerf
Patrimoines
2016
Si può intendere per “ Regola
Monastica ” qualsiasi scritto latino destinato ad un gruppo di monaci o
monache e che presenti un certo carattere legislativo
[2]
.
L'ampiezza di questa definizione ci avverte che le opere classificate sotto
il nome di " Regola monastica " non
sono molto omogenee, sia che si consideri il loro contenuto, la loro
estensione od il loro scopo. Alcune opere che hanno una certa parentela con
questo genere letterario (lettere, sermoni, esortazioni, ecc.) vengono
eliminate dal nostro studio. Attenendoci rigorosamente ai limiti di questa
definizione, noi consideriamo una trentina di testi.
La fonte più preziosa dell'intero corpus
delle Regole monastiche è il
Codex regularum di Benedetto
d'Aniane che raccoglie ventisei Regole
di cui otto sono conosciute solo da questo Codex
[3] . Questo insieme di testi
può essere considerato rappresentativo in quanto sembra, partendo da fonti
contemporanee, che ad oggi sia scomparsa una sola
Regola
[4] .
Per ricostruire l'albero genealogico delle
Regole monastiche, A. de Vogüé le classificò
cronologicamente e distinse così otto periodi. Volutamente, preferiamo qui
non usare il termine “generazione” usato da Vogüé. Il termine "periodo" si
basa sulla cronologia e permette di identificare alcune dipendenze, e
persino alcune famiglie di Regole
vicine nel tempo o per la loro spiritualità. Tuttavia, questo termine ci
sembra più esclusivo di quello di “generazione” per quanto riguarda le
dipendenze dirette; esso non esclude altre dipendenze letterarie, tant’è
vero che i testi legislativi non sono l'unico materiale utilizzato per la
redazione delle Regole.
Il primo periodo è costituito da tre Regole
: la versione latina della Regola di San
Basilio
[5] , la versione latina della
Regola di San Pacomio
[6] (entrambe dell'inizio del
V secolo), e la
Regola di Sant'Agostino
[7] .
Il secondo periodo è costituito dalle
Istituzioni e Conferenze
di Giovanni Cassiano, e infine da una piccola
Regola concepita molto probabilmente per i monaci di Lérins, La
Regola dei quattro Padri
[8] .
Di queste prime cinque opere, solo la Regola
di Agostino (preceduta dall'Ordo
monasterii) e la Regola dei Quattro
Padri furono osservate in Occidente come
Regole.
Partendo da questi cinque iniziatori della tradizione monastica si può
parlare di famiglie di Regole.
Occorre anche tener conto del fatto che ogni
Regola è stata influenzata da più autori. Una
Regola può quindi far parte di più
famiglie.
- La famiglia determinata dalla Regola
basiliana è quella meno caratteristica: questa esercitò una
maggiore influenza in Italia nel VI secolo
sulla Regola di san Benedetto,
su
quella di Eugippo
[9] e
su quella di Paolo e Stefano
oltre che sugli irlandesi del VII secolo, su Colombano e sulla
Regula
cuiusdam Patris.
- Le due Regole Agostiniane ebbero
una posterità meglio definibile, sia in Provenza - la
Regola di San Cesario d'Arles
[10] , la
Regola di Aureliano, la
Regola di Tarnant e la
Regola di Ferréol, - sia in Italia
con Eugippo, Benedetto e la Regola di Paolo e
Stefano.
- La posterità più caratteristica è quella
della Regola dei quattro
Padri:
la Seconda Regola dei Padri
[11] ,
la
Regola di Macario
[12]
, la Terza Regola dei
Padri
[13] e in parte la Regola Orientale
[14] .
- La Regola orientale ed alcuni
passaggi delle Regole provenzali
sopra menzionate si riferiscono alla Regola di
San Pacomio.
- Cassiano da parte sua esercita una grande influenza sulla
Regola del Maestro, su Eugippo,
Benedetto, Colombano e Fruttuoso.
- Il terzo periodo, intorno al 450-475, è quello della
Seconda Regola dei Padri - Italia
-, dipendente dai Quattro Padri e
che avrà un influsso importante, così come la
Regola
breve
di Pacomio, indubbiamente
proveniente dalla stessa regione, una
sorta di compendio con modifiche dagli scritti pacomiani.
- Il quarto periodo, primo quarto del VI
secolo, comprende in particolare due opere molto importanti: la
Regola
del Maestro (regione vicino a Roma), influenzata soprattutto da
Cassiano ma anche in misura minore da Basilio, e la
Regola di Cesario per le Vergini. Cesario scriverà anche una breve Regola
per i monaci, una sorta di riassunto della
Regola rivolta alle Vergini.
A questo periodo si ricollegano anche altre due
Regole : la Regola Orientale, molto influenzata da Pacomio e
dalla Seconda Regola dei Padri, e
la Regola di Macario, parte della
quale riprende
integralmente la Seconda Regola
dei Padri.
Il quinto periodo è quello degli eredi del Maestro e di Cesario: con Eugippo
(Napoli) che si richiama anche - e soprattutto – ad Agostino, e con
Benedetto, entrambi eredi del Maestro. Le
Regole di Aureliano
[15] , la
Regola di Tarnant
[16] e la
Terza Regola dei Padri sono eredi
di Cesario.
Il sesto periodo si sviluppa in Italia con la
Regula Pauli et Stephani
[17] , che seppe attingere alle
fonti più antiche, ed in Gallia con la Regola
di Ferréol
[18]
, che è tributaria di Cesario
ed Aureliano.
Il settimo periodo ci porta in Spagna nel primo quarto del VII
secolo con Isidoro di Siviglia
[19] ; egli fu influenzato da
Agostino, Pacomio, Cassiano e forse anche da Benedetto.
A parte la Spagna, questo periodo è anche quello dell'emergere del
monachesimo colombaniano
[20]
con la
Regula monachorum che attinge
ampiamente da Basilio, Cassiano ed anche da Benedetto.
L'ottavo periodo dal 525 al 575 è legato alle stesse aree geografiche. Per
la Spagna, Fruttuoso di Braga
[21] è in linea con Isidoro, ma
non esita a ricorrere direttamente ai testi di Pacomio e Cassiano
[22] ; la
Regula communis
[23] risente dell'influenza delle
stesse fonti. La Regula consensoria
[24] sembra ispirata soprattutto
alla Seconda Regola dei Padri. Per
il monachesimo della Gallia, derivato dal movimento colombaniano, l'influenza
di Benedetto è ormai preponderante con le
Regole di Donato
[25] e
di Walbert per le monache
[26].
. Questo incontro tra il
monachesimo di Colombano e quello di Benedetto era molto naturale in quel
momento, come attesta la Regola di Colombano alle Vergini
[27]. Solo la Regula cujusdam
Patris
[28] , scritta per i monaci, non sembra essere stata influenzata da Benedetto, ma
piuttosto da Colombano, Cassiano e Basilio.
Si possono citare anche altre regole monastiche
successive, rivolte
in particolare alle monache, e che raccolgono tutto il patrimonio
precedente, anche se A. de Vogüé, che sceglie di fermarsi al
VI secolo, non
ne parla, in particolare la Regula Psallendo
pro sancta devotione
[29] e il
Libellus a Regula Sancti Benedicti subtractus
[30] .
[1] Questa
classificazione deve il suo meglio agli studi di A. de Vogüé, in particolare
alla sua opera:
Autour de saint Benoît : La Règle en son
temps et dans le nôtre,
Bégrolles, Bellefontaine (VM 4), 1976. Noi la riprendiamo qui, avendo il
merito di offrire degli indicatori cronologici. Abbreviazioni usate per
queste
Regole:
Agostino:
RA;
Aureliano ai monaci:
RAM;
Aureliano alle Vergini:
RAV;
Basilio:
Bas;
Benedetto:
RB;
Cassiano:
Cass;
Cesario alle Vergini:
RCV;
Cesario ai monaci:
RCM
; Colombano ai monaci:
ColM;
Colombano alle Vergini:
ColV;
Regula Communis:
Com
; Regula Consensoria:
Cons;
Regula cuiusdam Patris:
Cuius; Regola di Donato:
Don; Regola di Eugippo:
Eug; Regola di Ferréol:
Fer; Regola di Fruttuoso:
Fruc; Regola di Isidoro:
Is; Regola di Macario:
Mac; Regola del Maestro:
RM; Regola
orientale : Or;
Regola di Pacomio:
Pac; Regola breve di Pacomio :
Pac br;
Quarta
Regola dei Padri:
RIVP
;
Seconda
Regola dei Padri:
2RP;
Terza
Regola dei Padri:
3RP ;
Regola di Paolo e Stefano:
PSt; Regola di Tarnant:
Tar; Regola di Walbert :
Wal. Per riassumere gli otto periodi delle
Regole monastiche, seguendo la cronologia stabilita da A. de Vogüé, in
appendice è posta una tabella che aiuta a sintetizzare queste relazioni
delle
Regole: si veda Appendice 11: “Relazioni tra le
Regole monastiche ”.
[2] Questa
possibile presentazione delle
Regole si ispira
anche all'opera di Vincent DESPREZ,
Règles monastiques d'Occident, Bellefontaine (VM 9), 1990.
[3] Altre sei
Regole non sono indicate da Benedetto d'Aniane, ma sono note altrove.
[4] La
Regola di Jean de Biclar
citata in un
catalogo letterario di Isidoro di Siviglia, A. de VOGÜÉ,
Règles, p. 37-38.
[5] La
Regola di Basilio fu tradotta
da Rufino nel 397 per l'abate del monastero di Pinerum in Italia.
[6] La
Regola di Pacomio fu tradotta
dal greco da Girolamo a Betlemme nel 404. Dopo la Prefazione del traduttore,
comprende quattro piccole raccolte, denominate
Praecepta, Instituta, Iudicia et Leges.
[7] La
Regola d’Agostino comprende
due testi distinti: l'ordo monasterii, composto
intorno al 395, senza dubbio da Alipio, ed il
Praeceptum scritto
intorno al 397 dallo stesso Agostino per il suo monastero laico di Ippona.
[8] La
Regola dei Quattro Padri.
Serapione,
Macario, Pafnuzio e l'altro Macario sono forse i responsabili di Lérins alle
sue origini, intorno al 400-410.
[9] La
Regola di Eugippo. A. de Vogüé dà questo
nome al manoscritto Paris latin 12634
che riproduce la Regola di Agostino, oltre ad elementi di un altro manoscritto
(indicato da de Vogüé come “Regola del
Maestro”), estratti di Pacomio, di Cassiano e di Basilio. Verheijen, nel
suo studio della Regola di Agostino, dice lo stesso: "Nel manoscritto
più antico, il latino Parisinus
B.N. 12634, proveniente forse
dalla regione di Capua, la Regola di Agostino, Praeceptum longius,
sta all'inizio di diversi passaggi della Regula Magistri, della
Regola di Basilio e di altri scritti monastici. La
Regola agostiniana è l'unica ad
essere citata integralmente ed a portare il nome del suo autore, ma tutta
questa legislazione monastica costituisce, codologicamente parlando, un
tutto. Si tratta di una regula mixta prevalentemente agostiniana .
Con ogni riserva, abbiamo pensato che Eugippo potesse esserne l'autore”: Luc
VERHEIJEN,
La Règle de saint Augustin:
II. Recherches historiques, Paris, Études augustiniennes, 1967, p.
214.
[10] Le
Regole di Cesario sono
costituite dalla Regola delle Vergini, composta dal 512 al 534 per il monastero di San
Giovanni d'Arles e dalla
Regola dei monaci
composta tra il 534 e il 542 per vari monasteri ai quali Cesario la inviò.
La Regola delle Vergini dipende soprattutto da Agostino (anche se egli ne
sposta profondamente gli orientamenti fondamentali); la sua regolamentazione
dell'ufficio corale viene da Lérins. La
Regola dei monaci
ne è una sintesi.
[11] La Seconda
Regola dei Padri
fu
probabilmente scritta a Lérins intorno al 427 per adattare la
Regola dei Quattro Padri, da cui dipende. Ci sono anche probabili tracce dell'influenza del
pensiero di Agostino. Opera collettiva, ebbe come curatore, secondo
Gennadio, il diacono Vigilio.
[12] La
Regola di Macario è attribuita
per titolo ad un abate egiziano che si dice abbia governato cinquemila
monaci. Si tratta infatti di una scrittura originariamente latina, come
dimostrano le citazioni di Gerolamo e Cipriano. Macario potrebbe essere uno
pseudonimo di Porcario, abate di Lérins alla fine del V secolo. Il libretto
riutilizza integralmente la seconda metà della
Seconda Regola dei Padri.
[13] La
Terza Regola dei Padri
fu elaborata
al Concilio di Clermont in Alvernia nel 535. Dipende dalla Regola di Macario
e da diversi
concili gallici. Puramente disciplinare, porta anche la traccia della sua
origine clericale.
[14] La
Regola orientale è un testo
anonimo composto da brani di Pacomio e testi che incorporano frammenti della Seconda Regola dei Padri.
Quest'ultimo
strato di testi potrebbe essere di origine leriniana.
[15] La
Regola di Aureliano.
Vescovo di
Arles dal 546 al 551, Aureliano scrisse due
Regole per i
monasteri arlesiani maschili e femminili da lui fondati: la
Regula monachorum per i monaci
dei Santi Apostoli e la
Regula Virginum per le
monache di Santa Maria. Più brevemente, la seconda di queste
Regole copia la prima ed entrambe dipendono strettamente da Cesario.
[16] La
Regola di Tarnant, forse
originaria della Gallia meridionale, nell'Haut-Tarn; utilizza Cesario e
forse Aureliano, presentando punti di contatto con Ferréol (anche se sembra
precederlo). Inizia con uno stupefacente mosaico di vari prestiti e termina
con un massiccio riutilizzo di Agostino.
[17] La
Regola di Paolo e Stefano (Pst) cita una volta la
Regola di Agostino
e prende in prestito da Pacomio e Basilio. I suoi autori sono
probabilmente due abati che scrissero per un monastero dell'Italia centrale
intorno alla metà del VI secolo.
[18] La
Regola di Ferréol è un'opera
originale in cui si sente l'influenza di Cesario e Aureliano. Sembra sia
stata scritta per il monastero di Ferréolac fondato nella diocesi di Die tra
il 533 e il 581.
[19] La
Regola di Isidoro è opera di
uno studioso, Vescovo di Siviglia, che conosceva bene gli antichi Padri e la
cui Regola riflette soprattutto la pratica spagnola contemporanea.
[20] Le
Regole di
Colombano: il loro
autore è il fondatore di Luxeuil e di Bobbio; morì nel 615. Due
regole
ne rivendicano la paternità: la
Regola dei monaci, di carattere più spirituale, e la
Regola dei cenobiti, di carattere più disciplinare.
[21] La
Regola di Fruttuoso, futuro
vescovo di Braga. Fruttuoso era abate di Compludo quando scrisse questa
Regola
nel secondo quarto del VII secolo.
[22] La
Regola di Cassiano è tratta
dalle Istituzioni di Cassiano. Questo riassunto
molto letterale sembra essere stato fatto in Spagna, nell'entourage di
Fruttuoso di Braga, intorno alla metà del VII secolo.
[23] La
Regola Comune è attribuita a Fruttuoso di
Braga.
[24] La
Regula Consensoria è una
piccola opera anonima. A lungo attribuito a Sant'Agostino, appartiene in
realtà al monachesimo spagnolo della seconda metà del VII secolo.
[25] La
Regola di Donato è opera del
Vescovo di Besançon dal 626 al 658. Scrisse questa
Regola per le
monache di Jussa-Moutiers. Composta quasi esclusivamente da prestiti
letterali di Benedetto, Cesario e Colombano.
[26] La
Regola di Walbert, scritta da
un monaco di Luxeuil per le monache di Faremoutiers, fu raccolta da
Benedetto d'Aniane sotto il nome di
Regula cuiusdam
ad virgines.
Risale senza dubbio agli anni che precedono l'abbaziato di Walbert,
iniziata nel 629. Questa
Regola dipende soprattutto da Benedetto, ma anche da Colombano.
[27] La
Regola di Colombano alle Vergini
è riprodotta
alla fine del
Codice di Benedetto
d'Aniane, che la attribuisce a Colombano. È nota solo per il suo finale,
l'unica parte conservata. Questo frammento è costituito da brani della
Regola dei Cenobiti di
Colombano, seguito poi da un sermone sulla preghiera ispirata alla
Regola di Benedetto.
[28] La
Regula cuiusdam Patris
è una
Regola anonima per monaci, dipendente da Basilio, Cassiano e Colombano.
Fu scritta nel VII secolo, probabilmente nella Francia orientale. Da non
confondere con la Regula cuiusdam
ad virgines
recensita come
Regola di Walbert
[29] La
Regula Psallendo pro sancta devotione
è un
frammento di una regola femminile, conservata in un monastero di Bruxelles e
designata dalle sue prime parole. Vi si riconosce una citazione dal capitolo
39 della
RB e due brani di Gerolamo, oltre ad un brano di Cesario. L'opera
potrebbe essere collocata verso la fine del VII secolo nel nord della
Francia.
[30] Il
Libellus a Regula Sancti Benedicti subtractus
è un testo
anonimo, testimone della dipendenza da san Benedetto del monachesimo
spagnolo nel X secolo. Questo testo lo si può considerare come la prima Regola scritta appositamente per le monache in Spagna. Esso è stato
fortemente influenzato dal commentario alla
RB
di Smaragdo, che esercitò un ruolo considerevole sul monachesimo carolingio
(influenzato lui stesso dalla
Concordia di Benedetto d'Aniane). Tutto il primo capitolo di questa
Regola è un commento alla
RB 4 sugli “Strumenti delle buone opere” e costituisce la metà del
documento.
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5 dicembre 2022 a cura di Alberto "da Cormano" alberto@ora-et-labora.net