AMICO LEGGITORE
Animato dall’umanità divota, che in Voi rimiro, vi presento una Centuria di
Santi che è quanto dire la Vita di Cento Personaggi, i quali con la loro santità
illustrarono lo stato Monastico, ed il Sacro Ordine Benedettino. Non vorrei
però, che la vostra lingua trascorresse a censurare la mia intrapresa, o perché
abbia scritto quanto in molti libri hanno scritto altri, o perché non abbia
scritto quanto dovevo scrivere. In quanto al primo dovete sapere, come vari
Autori colla diffusa raccolta delle Vite di quantità di Santi hanno dato alla
luce tanti Volumi, che non sono facili a conseguirsi da ogni sorta di Persone;
Però voglio sperare, che siate per degnare di gradimento questa mia qualunque
fatica, quand’io per maggior onore de’ Santi, e benefizio spirituale de’
Prossimi descriva in ristretto questa Centuria colla scorta di gravi Autori in
istile puramente Storico Italiano. In quanto al secondo dovete avere la bontà di
riflettere, ch’io non descrivo la Vita di tutti,
perché non essendosi inventata l’arte di Stampare, che dopo il 1420,
l’invidia del tempo ha corroso la già scritta Vita di molti, e perchè assegnando
Balduino in Facula Regulae Sancti Benedicti, col seguito d’Hessienio, Jepesio e
più Scrittori, Quarantadue mila Santi oltre innumerabili Martiri e Confessori
posti in obblivione dal tempo, dicendo altri essere stati ascritti tra Santi
sopra Cinquantacinque mila settecento Benedettini, dicendo altri essere stati
canonizzati con molta solennità secondo l’usi antichi più di tremila secento,
potete ben comprendere, che a descrivere tante Vite, si richiederebbe più d’una
Vita, o pure bisognerebbe formare senza frutto un puro Indice di Beati, un puro
Inventario di Santi.
Voi certamente potete ammirare
con venerazione la Religione Benedettina sempre più bella nella varietà divisa
in moltissime Congregazioni per non dire Ordini dell’Ordine o Provincie della
stessa Religione, come la Cluniacense, Camaldolese, Cisterciense, Olivetana, di
S Giustina di Padova detta poi nel 1510 Cassinense, Valombrosana, Gulielmina,
Virginiana, Cel estina, Silvestrina, Umiliata, Mauritana, Brusueldense,
Sangallese, Monferrata, Valoletana, di S. Emiliano, Vitonense, di Monte Sion,
Foliense, di S. Bernardo, di Monte Corona, della Trappa, e tant’altre. Queste
tutte riconoscono dal nostro S. P. Benedetto l’Origine e l’essere, benché ognuna
abbia particolare Riformatore o Fondatore, che però dopo i primi tempi non vi è
stato Abate Generale di tutto l’Ordine come fu S. Benedetto di Norcia, ma ogni
Congregazione gode il suo indipendente.
Né per ridire ciò che altrove
scrissi, mariviglia rechi, che un sol’ Ordine Benedettino diviso in tante
Congregazioni e Monasteri abbia i Monaci vestiti di vari colori. Il S.
Legislatore nel Capo 55 della S. Regola non lo determina, anzi ordina, che gli
suoi Religiosi non facciano caso del colore e grossezza dell’abito. Non però
intese, che si potessero servire d’ogni colore, ma solamente degli usitati
bruno, bianco, o nero, come nota il Porporato Torrecremata. Che il Santo
Patriarca vestisse Tonaca, o sia abito bianco, non può negarsi avvegnaché oltre
varie apparizioni del Santissimo Padre in tal forma, benché talvolta non abbia
tralasciato di comparire pur in abito azzurro, e nero, dico nel suddetto Capo,
che basti al Monaco avere due Toniche, e due Cocolle per poterle lavare, cosa
che non così facilmente direbbe, se non intendesse che fossero bianche. Fra
molti che asseriscono, come S Benedetto, e per più Secoli i suoi seguaci
usassero come sopra abito bianco, lo attesta oltre il dottissimo Coramuele,
eziandio il fedele Investigatore dell’antichità Monastica il celebre P. De
Giovanni Mabillone della Congregazione di S. Mauro, fondata l’anno 1621 nelle
Gallie. Nè però si vuole con ciò contrariare, che in qualche tempo il nostro
generale S. Fondatore siasi ancora addossato scapolare, e Cocolla grigia, bruna,
o nera, come vari asseriscono fondatamente, mentre circa a vestimenti prescrive
che siano dì quella qualità, che si possono trovare nella Provincia in cui si
abita.
Dal
detto sin’ ora è proceduto, che tra i Fondatori delle Congregazioni Monastiche,
oltre l’Angelico Pacomio Abate, i Santi Cesareo, Aureliano, Colombano, Romualdo,
Donato, Bernardo Tolomei, Guglielmo
da Vercelli, Alberico, Bruno, ed altri hanno espressamente disposto a Professori
della S. Regola l’uso delle vesti di lana bianca, come già vestirono la
Beatissima Madre di Dio, ed alcuni Apostoli. A questo colore con buon genio
s’appigliò la Religione Camaldolese, Olivetana, Cisterciense, di S Bernardo
Foliense, e della Trappa, Umiliata, Gulielmina di Monte Vergine, di Monte
Corona, e Certosina che riconobbe per Padre S. Benedetto. Io però senz’alcuna
distinzione di Congregazioni, essendo che tutte sotto diversi titoli, e statuti
fondati nella S. Regola adorano lo stesso Legislatore, senza parzialità di
colori, scieglierò e particolarmente in altre Centurie, or’ da questa, ora da
quella Congregazione un Santo di Professione Benedettino.
In tanto non rechi ammirazione
il vedere S. Benedetto con quantità grande d’altri Santi da molti dipinti di
nero, azzurro, o bigio, e da non pochi di bianco, mentre che sino dal tempo del
Sommo Pontefice Alessandro Terzo, innanzi al Pontificato nostro Monaco,
indifferentemente nelle sue Epistole al fine del Concilio Lateranense nomina
Monaci Bianchi, e Monaci Neri .In molti Monasteri altresì al presente si pratica
nello stesso giorno ora Cocolla nera, ora bianca, come bene si vede tra
Cisterciensi. Non perciò si può universalmente assegnare il tempo, in cui i
primi Monasteri, e Congregazioni si sono appresi in ogni parte al nero, ed in
particolare de Monasteri fondati da S. Colombano e suoi Seguaci, che
insensibilmente quasi nel principi ammisero la S. Regola di Benedetto congiunta
con altra loro, ma chi in un Secolo che in altro la praticarono di poi sola e
pure Adsone o Ermirico Abate di Lussavio nel Secolo X narra nella Vita di S.
Waldeberto come tra Lussoviesi Benedettini fino all’ultimo Abate Melino si
praticò fra Monaci l’usò dell’abito tutto bianco, conforme riferisce il
Mabillone negli Atti di SS. Benedettini Secolo III P. 2 fol. 456; e lo stesso fu
lungamente usitato nelle Celebri Badìe di Aniano di Fulda, come fra molti Autori
si può vedere nella Storia Monastica dì Luigi Bultò, Tomo I. l. 111. C. 12. F.
422. Benché però la tanta divisione dell’Ordine in varie Congregazioni, e colori
tolga alla vista dell’occhio plebeo il proprio, e massiccio splendore, ciò non
ostante il nostro Sacr’Ordine ha sempre goduto, e gode fra tutte le Religioni il
Principato.
Il
numero de’ Monasteri governato da Abati è giunto fino a Quindici mila, oltre le
Prepositure, Priorati, e Monasteri di Monache; e tanta fu la gloria de’ medesimi
che Imperadori, e Re non ebbero ripugnanza d’indossare la Cocolla Benedettina, e
d’impiegarsi in umilissimi ministeri. Fra tutti poi i Monasteri sopradetti è
arrivato ad Ottantadue mila settecento trentadue, sì copioso di Monaci, che in
alcuni si numeravano mille di Famiglia; onde m’assicuro, che l’augusta Pietà
degl’Imperadori d’Oriente, e d’Occidente, la grande Beneficenza de’ Regi
cumulasse i Monasteri d’entrate, e l’Ordine di Monasteri,
perchè questo osservava con tutta l’esattezza le Regole di Benedetto
fondate nell’amore verso la Maestà di Dio, nella Carità massimamente spirituale
verso il Prossimo.
Ed
in fatti, se il nostro S. Padre con additare nel fine della sua, la Regola del
P.S. Basilio, e le Dottrine de’ SS.
Padri, pretese che i suoi veri Figli s’impiegassero con seria applicazione nello
studio delle Lettere così Divine che Umane per profitto di se medesimi, per
ammaestramento de’ Collegi e de’ Seminari, quanti si distinsero per gran Maestri
di segnalate Dottrine se pretese che i suoi seguaci lungi sempre dalla
secolaresca famigliarità, e da gli usi del Mondo, s’applicassero alla frequenza
dell’Orazione, alla zelante amministrazione de’ Sacramenti per benefizio de’
Popoli, quanti si sacrificarono con zelo indefesso alla spirituale utilità de’
Fedeli? se pretese che i suoi Monaci per la maggior gloria di Dio oziosi non
istessero nella sua Vigna, ma s’impiegassero nella predicazione Vangelica? bene
per questo la nostra Religione ebbe Ventinove Apostoli d’alta sfera, oltre a
tant’altri che versarono sudori dalla fronte, inchiostro dalle penne e sangue
dalle vene per la propagazione della Fede.
Lo steso S. Padre fu l’Apostolo
dell’Italia, da cui spiantò, l’Idolatria per inalberarvi lo stendardo di Croce,
da cui ancora per mezzo de’ suoi Figli sbarbicò la zizzania dell’Eresia, per
mantenere puro il frumento della Fede Cattolica. I Gregorj co’ gli Agostini di
Roma, ed altri Santi Monaci Compagni furono gli Apostoli della Grande Bertagna,
ed Isole adiacenti. Nell’ Artico Polo ove posano i vasti Regni della Svezia,
Dania, Norvegia Russia, Lappia, e Lituania i Santi Monaci Brunone, Vicellino,
Gosberto Martire con Anfgario, Lubenzio, e seguaci furono i Padri della Fede.
L'alta e bassa Germania si convertì per la Pietà di Suitberto, Metodio, e
Cirillo, Dottrina, e sangue de’ Bonifazzj, e Chiliani, Zelo Pastorale
d’Amando,Willibrordo, Ottone,Villeado,
Lebovino, Gallio Abate,e molt’ altri Santi Cocollati, e per essi
s’arrolarono Eserciti di Martiri e Confessori.
Così la Boemia, Ugheria, e Polonia riconoscono per suoi Apostoli li Santi
Adalberto, Metodio e Cirillo suddetti con altri Beati Monaci fra quali S.
Gerardo Sagredo, il primo de Patrizzi Veneti, che per amore della Fede
imporporasse la Cocolla di Sangue. La Spagna popolata di Pagani, Saracini e Goti
Ariani si sottomise al Vaticano per Mezzo de’ nostri Santi Leandro, Giusto,
Eugenio, Ildefonso, ed altri consimili. La Francia confessa per sue Colonne di
Fede i nostri Ugone Turonese, Bernardo di Borgogna, Godoardo Viennese, ed
innumerabili Santi Monaci. Per Opera o Capitale de’ Figli di Benedetto con
decoro della Chiesa sono stati dotati di Patrimonio indicibili Luoghi pii,
Religioni, Dignità Ecclesiastiche, ed il Vaticano stesso. Questo tante volte
purgato da Scismi, stabilito di Leggi ed usi santissimi.
Ed in vero l’Ordine nostro,
oltre avere dato alla S Chiesa molti Dottori, ha avuto Compositori più di
Quindeci mila, che colla Voce, e Scritti propri dilatarono, e difesero i Diritti
Divini ed Ecclesiastici; e con dotte Composizioni in varie lingue come Latina,
Greca, Ebraica, Siriaca, Arabica, e Caldaica hanno recato tanto lume, e bene
alla Posterità. Parimente con fatiche loro hanno eternato la memoria di tanti
Santi, Principi,e fatti eroici dell’Universo; che quasi tutto ciò che oggi
conservano di splendore l’Arti,e le Scienze con le primarie Università fondate
da Essi a benefizio del Pubblico, e molto di quello che torna sotto altra
maschera alla faccia del Mondo, è stato ingegno studio, e pietà de’ Figli di
Benedetto.
Ma non solamente nella bella
Europa si fè sentire la Tromba Vangelica de’ nostri Benedettini, ma si fece
altresì sentire con felici e dilatate Conversioni da’ Fonti dell’Amazones alle
Foci del Tanai; da’ Monti degl’Etiopi a’ Norveggi, dal Giapponese all’Indo;
dall’Indo all’Eritreo, dall’Eritreo all’Atlantico, e Persiana Monarchia. Nel
Polonist la nostra Religione col sangue Monastico fondò la Fede, propagandola in
quei tanti Regni, che conservano in Cielo le cime, in Noi le radici. All’Isole
Canarie gli Santi Monaci Macuto e Brandano col’ convertire le Genti, col
piantare Colonie di Benedettini, diedero più di mille anni sono il titolo di
fortunate. La Lidia fu santificata dal nostro Cosimo; e l’Imperio d'Oriente da
gli Augusti seguaci di Benedetto. Gerusalemme, Antiochia,e Constantinopoli
quanta gloria abbiano avuta da’ Benedettini Patriarchi, le Storie lo predicano;
e queste mandano alla fama con perpetua gloria de’ Figli di Benedetto la
Conversone di tant’altri Regni, Isole, e Provincie, dei che mi riservo parlarne
nelle Centurie. Solamente aggiungerò, che scopertasi nel 1492 l’America dal
Colombo, i primi Religiosi che in que’ vastissimi Regni seminarono il Vangelo
furono i nostri zelanti Monaci, essendo stato creato dal Papa, Primo Patriarca
di quel nuovo Mondo il Beato Bucilio o sia Buillo Catalano Benedettino di
Monferrato, che con Colonia dì Monaci vi si portò alla Conversione. Dal B.
Patriarca colà furono creati Vescovi, erette Chiese, Monasteri, Scuole, e
Seminari. Finalmente Esso e Compagni dopo avere in breve tempo convertito e
battezzato un infinità di Gente, meritarono con dare il sangue in testimonio
della Santa Fede, d’essere in quest’ultimi tempi li Protomartiri di quella
quarta parte dell’Universo. Nè quivi rammemorerò, come nella grand’Isola detta
poi di S. Croce furono per la predicazione de suddetti SS. Benedettini, da que’
numerosissimi Idolatri dopo convertiti, atterrato e messo in pezzi più dì Cento
settantamila Idoli.
E qui, se questo fosse il mio
impegno, rapporterei trentadue Sommi Pontefici, che dalle Celle Benedettine
passarono a maneggiare le chiavi di Pietro; sopra dugento Cardinali per la
memoria a Noi rimasta, i quali decorarono con le loro Cocolle le Porpore del
Vaticano; Patriarchi 30; Arcivescovi sopra 1600; Vescovi più di Quattromila
seicento, che regolarono con massime Religiose i Pastorali delle Chiese; per il
che era Legge, o uso immutabile durato Secoli, che in molti Regni della
Cristianità non si poteano collocare che su la fronte de’ Monaci le Mitre. I
Monarchi e Principi ch’entrarono, o furono assunti dalla nostra Religione si
contano a schiere. Imperadori, oltre i Conscritti, tre: Imperadrici dodici: Re
ventisette: Regine Quarantotto: più Eserciti di Duci, Principi, Principesse,
Figli di teste Coronate, e Titolati assoluti. Di più sonosi fondate nobilissime
Congregazioni di Cavalieri sotto le Regole Benedettine, i quali con generoso
cuore dovessero colla spada e buon esempio essere Difensori della Santa Fede,
come appare dalle Religioni de’ Cavalieri Templari di Calatrava, d’Alcantara; di
S. Michele dell’Ala; de Avis; di Cristo in Portogallo; di S. Giorgio di Montesa;
di S. Maurizio, di S. Stefano; &c.
Devesi però avvertire,
qualmente fiorì la principale parte de’ Secoli l’Ordine nostro, ne’ quali ogni
Monastero da sé indipendentemente vivea, come al presente le Monache, e tuttavia
più Monasteri praticano per lo Mondo. In conseguènza però non solamente la
nostra Congregazione Olivetana, ma ogni altra delle sopraddette,
indistintamente, e giuridicamente riconosce per sua tutta la prodigiosa
moltitudine de’ Benedettini Santi, Papi, Teste Coronate, ed altri nominati, che
sono stati prima delle posteriori unioni; e nelle succedenti vi ha parte, e
perchè le presenti Congregazioni derivano per lo più dalle antiche, e perchè li
venera come Figli dello stesso P. S. Benedetto, e perchè sono stati Fratelli
Professor i della medesima Regola.
Sono poi innumerabili i
Privilegi spirituali conceduti alla nostra Religione da’ Sommi Pontefici, quali
ridondano altresì in molto benefizio delle Anime de’ Secolari, a prò di molte
Religioni di varie Regole partecipanti delle Grazie della Nostra, ed a
giovamento di tutti. Nè minori in numero si tengono quei temporali esibiti dà
tanti Imperadori, Re, e Principi sul grato riflesso dì quel grande, difficile ad
immaginarsi, non che a descriverli, che hanno operata in bene di tutto il Mondo
i nostri Monaci Protoparenti ; ed i presenti operano per quanto la qualità de’
tempi, l’incitamento de’ Maggiori, ed il minore numero comporta, il tutto a sola
maggior gloria del sommo Iddio, come più distintamente potrei provare.
Ma non essendo questo il mio
assunto, Amico Leggitore, vi dirò solamente, che propongo la vita di molti
Santi, acciochè dopo avere lette con serietà le azioni loro, potiate seguitare
con applicazione l’esempio. Se sono stato troppo animoso nell’intrapresa,
potrete apprendere dall’umiltà de’ Santi qualche modesto sentimento per
condonarmi l’ardire. Se sarà trascorso qualche mancamento di stampe potrete
apprendere dalla loro Bontà la sofferenza per compatire gli errori. Se
finalmente con questa mia qualunque fatica non giovassi, vi prego gradire almeno
la volontà che ho di giovare, giacché sono certo, che dovrete confessare, che se
non ho saputo ben comporre, ho saputo almeno eleggere un bell’argomento, qual è
la Vita de’ Santi del mio Ordine Monastico.
T A V O L A
DELLE VITE
DE’ SANTI BENEDETTINI
A
S. Adalberto Vescovo di Praga e Martire.
S. Adelardo Abate di Corbia
S. Adone Arcivescovo di Vienna
S. Agile Abate
S. Agostino Apostolo degl’Inglesi ed
Arcivescovo di Cantuaria
S. Amato Abate di Monte Romarico
S. Angilberto Abate di Çentola
S. Anselmo Abate di Nonantola
S Ansgario Arcivescovo d’Amburgo e Breme,
ed Apostolo del Settentrione
S. Apollinare Abate di Monte Cassino
S. Attala Abate di Bobbio
S. Atelvoldo, o Etelvoldo Vescovo di
Winchester
S. Austrbert a Badessa di Pauliaco
S. Austregisilo Arcivescovo di Bourges
S. Arnulfo Vescovo di Metz
B
S. Basolo Monaco di Viriziaco
S. Bauone Monaco di S. Pietro di Gant
S. Beda Monaco Prete nell’Inghilterra
S. Benedetto Abate d’Aniano
S. Berlende Monaca in Merbecca
S. Bemardo Tolomei Abate Fondatore di
Mont’Oliveto
S. Bernardo Arcivescovo di Vienna
S. Bernone Abate Fondatore di Cluniaco
S. Berta Badessa di Blangiaco
S. Bertario Abate, e Martire
S. Bertulfo Abate di Bobbio
S. Bonifacio Arcivescovo di Magonza
Apostolo della Germania e Martire
C
S. Cadroe Abate di Valciodoro
B. Carlomanno Re di Francia e Monaco di
Monte Cassino
S. Colombano Abate Fondatore di Bobbio
D
S. Deicola Abate Lutrense
S. Diodato Abate di Monte Cassino
S. Donato Vescovo di Besanzone
S. Dunstano Arcivescovo di Cantuaria
E
S. Edita o Eadgita
S. Elladio Arcivescovo di Toledo
S. Emiliano Abate
S. Eustasio Abate di Lussovio
F
S. Fara o Borgondofara Badessa Eboriacese
S. Forannano Vescovo ed Abate di Valciodoro
S. Fulberto Vescovo di Ciartres
S. Furseo Abate di Latiniaco
G
S. Gallo Abate ne’ Svizzeri
S. Gennadio Vescovo d’Astorga
S. Gerardo Abate di Bromio
S. Geroldo e BB. Conone e Udalrico
S. Geromaro Abate Flaviacense
S. Gertrude Badessa di Nivelle
B. Giovanni Abate di Gorze
S. Giovanni Nonnato Abate
S. Giusto Arcivescovo di Toledo
S. Goar Monaco Romito nella Diocesi dt
Treveri
S. Gregorio Magno Papa
S. Guglielmo Duca e Monaco Gelsonese
S. Guiberto Monaco
I
S. Idelfonso Arcivescovo di Toledo
S. Ina Re e Monaco
S. Juniano Abate
L
S. Leandro Arcivescovo di Siviglia
S. Livino Arcivescovo nell’Ibernia e
Martire
S. Lorenzo Arcivescovo di Cantorbej o
Cantuaria
M
S. Maiolo Abate
S. Martino Abate e Arcivescovo Dumiense, ed
Apostolo de’ Svevi
S. Mauro Abate
S. Mellito Arcivescovo di Cantuaria
N
S. Notgero
O
S. Odilone Abate
S. Odone Arcivescovo di Cantuaria
S.
Odone Abate di Cluniaco
S. Onfrido Vescovo
S. Opportuna Badessa di Monstrevil di Soez
S. Osovaldo Arcivescovo di Yorch
S. Otmano Abate
P
S. Paolo Vescovo di Verdun
S. Pascasio Radberto
S. Pietro Abate Cantuariense
B. Pietro Urseolo Doge di Venezia e Monaco
SS. Placido e Compagni con Monaci Martiri
S. Porcario Abate con Monaci Martiri
R
S. Rabano Arcivescovo di Magonza
S. Radbodo Vescovo d’Utrech
S. Ricario Abate di Centola
S. Rodesindo Arcivescovo di Braga
S. Romarico Abate
S. Rusticola Badessa D’Arles
S
S. Salaberga Badessa di Laon
S. Sigirano Abate
SS. Stefano Abate con dugento Monaci
Martiri
S. Sulpicio Pio Arcivescovo di Bourges
T
S. Torello Monaco Romito nella Toscana
V
S. Valdrada e S. Aleide Badesse di Metz
S. Ugo Monaco
SS. Vincenzo Abate, e Romarico co’ dodici
Monaci Martiri
S. Virgilio Arcivescovo d’Arles
S. Walarico Abate
S. Wandregisilo Abate
S. Wiborada Vergine Racchiusa, e Martire
S. Willibrordo Vescovo d’Utrech
S. Wolfango Vescovo di Ratisbona
S. Wulsino Vescovo di Schireburnia
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21 giugno 2014 a cura di Alberto "da Cormano" alberto@ora-et-labora.net