GUIGO I
MEDITAZIONI
Introduzione
Estratto da “Guigo Certosino –
Meditazioni nel silenzio”, a cura di Paolo Saladini
Edizioni Il leone verde, 1999 – Digitalizzato da “Google
Books”.
Il testo originale comprende molte note esplicative.
3.1 II genere delle meditazioni
Fin dal XII secolo i copisti intitolarono l’opera di Guigo
Meditationes. Ma occorre chiedersi quale sia il significato
del termine in quest’epoca e quale evoluzione semantica abbia conosciuto.
Nel latino classico,
meditari significa riflettere, pensare, con una valenza sia di
ordine pratico sia di ordine morale. Nella Scrittura, “meditare” significa
apprendere la Legge e le parole dei saggi, pronunciandole anche ad alta
voce. In breve, la meditazione è un esercizio di memoria e di riflessione
che segue la lettura della Parola. Quando il termine, attraverso
l’esperienza di preghiera dei Padri del deserto, verrà assunto dal
vocabolario cristiano, pur conservando il suo preciso significato di
riflessione condotta sul testo, entrerà a fare parte della
lectio divina, forma di preghiera costituita da quattro fasi:
lettura, meditazione, preghiera, contemplazione. Tale pratica, all’epoca di
Guigo, struttura la meditazione monastica, costituita dall’unione della
lettura e della riflessione in un ambiente di preghiera. Lo stesso Guigo fa
più volte riferimento alle diverse fasi che compongono la
lectio, anche se l’ordine non è sempre io stesso. Questo,
probabilmente, è dovuto al fatto che i vari nomi attribuiti alla preghiera
contemplativa indicano diversi aspetti della stessa realtà, diversi gesti o
fasi della stessa attività. Così può capitare che queste parole possano
essere impiegate le une per le altre. Tutte queste pratiche costituivano
l’esercizio spirituale del monachesimo medievale: lettura, meditazione,
preghiera sono elementi inseparabili della vita contemplativa, in cui la
preghiera è avvolta da altre attività spirituali che la preparano e la
prolungano.
3.2 Idee portanti dell’opera di Guigo
Le
Meditazioni di Guigo hanno un carattere strettamente intimo e
personale: l’Autore ci appare in tutta la sua schiettezza ed umiltà:
manifesta in modo semplice e sereno la sua intimità, dalla quale scaturisce
il fascino suggestivo e singolare che si avverte nelle confidenze, “gemiti e
sospiri d’amore e pentimento”, che egli fa della sua anima.
Anche se dotato di un temperamento intellettuale, egli rifiuta nella maniera
più assoluta di fare di esse un’attività puramente intellettuale: le
Meditazioni non sono un trattato ascetico o dottrinale, né
frammenti di un’opera organica, ma riflessioni sull’esperienza mistica che
Guigo ha vissuto nel silenzio della sua cella di eremita. Esperienze
trascritte subito dopo il loro compimento, senza un preciso ordine,
all’unico scopo di vedere con chiarezza nella sua interiorità, di
scandagliare più profondamente il proprio cuore ed i propri sentimenti. Ci
troviamo di fronte, dunque, ad un vero e proprio “diario intimo in cui sono
raccolte le memorie spirituali di un’anima” che, staccata dalle realtà
terrene, aspira unicamente a quelle del cielo. Guigo si limita a raccogliere
un insieme di pensieri maturati nella preghiera che pervengono a conclusioni
pratiche, concrete, precise ma conservate, inizialmente, per lui solo. Si
assiste all’intenso sforzo di un’anima che, maturando progressivamente fino
a cogliere l’amore nella sua forma più pura, capisce che tutto ciò che è
terreno è vanità. Ogni pensiero offre una luce sulle profondità dell’essere
e della vita; ogni meditazione si inserisce in un cammino volto a denunciare
la vanità del mondo, il pericolo delle apparenze che ingannano e sviano,
l’inutilità dei beni temporali, transeunti e perituri. Ma in tutto questo
non emerge mai la volontà di offrire al lettore una dottrina. Il fine di
Guigo è il proprio progresso spirituale.
Nell’opera possono essere individuate alcune idee portanti legate a temi di
importanza fondamentale per la spiritualità monastica ed eremitica: la
ricerca della purità di cuore, l’ardente desiderio di Dio, il mistero di
Cristo all’interno del piano divino.
Tema fondamentale che è progressivamente sviluppato nel corso delle
Meditazioni è quello della purità dell’anima come condizione
indispensabile nel rapporto uomo-Dio. L’uomo che desidera contemplare Dio è
sottoposto ad una lotta continua contro le tentazioni e le distrazioni che
provengono dal mondo. Il monaco deve combattere perché non debba ricevere la
terribile accusa che si legge nel pensiero 260: “Ti comporti come se tu
fossi venuto per contemplare e ammirare le apparenze corporee”. Questo senso
di lotta e combattimento avvicina molto Guigo ai Padri del deserto, anche se
si distacca da questi per una maggior coscienza della miseria dell’uomo. In
questa ricerca attenta e ricca di fervore della purità di cuore, Guigo si
inserisce nella linea spirituale dei monaci orientali quale si trova
espressa negli Apoftegmi. In particolare, il desiderio di purità lo accomuna
alla riflessione di Cassiano, uno dei grandi padri della spiritualità
occidentale, e al suo maestro Evagrio.
È interessante notare, infine, come Guigo, che pur essendo profondamente
impregnato da questa spiritualità, non usi mai, tuttavia, l’espressione,
tipica dei Padri del deserto, di Evagrio e di Cassiano, “purità di cuore”.
Questo può essere spiegato partendo dalla considerazione che il vocabolario
di Guigo è più biblico che patristico. Ciò non significa che egli ignori la
spiritualità dei Padri: ne riprende gli insegnamenti ma li illustra
all’interno della terminologia biblica. Affermando che ogni pensiero al di
fuori di Dio è adulterio spirituale, che il legame con la creatura è
idolatria,... si può cogliere come Guigo persegua lo stesso fine dei Padri
del deserto, servendosi di un linguaggio diverso.
Un secondo tema fondamentale è quello relativo al desiderio di Dio, che
Guigo esprime nel corso di tutta l’opera: “Bisogna aspirare ardentemente ai
soli beni eterni” (pensiero 445); “Dio è la sola e totale utilità della
natura umana” (pensiero 370); “Sei stato creato per vedere, conoscere,
amare, ammirare e lodare il Signore” (pensiero 288); “Essere unito a Dio è
per te il solo bene” (pensiero 268).
Purità di cuore e desiderio di Dio non sono, in Guigo, due tappe successive
del cammino spirituale. Anzi, lo sforzo ascetico è mosso e penetrato dal
desiderio di Dio. Questi due movimenti si susseguono in una profonda unità
dominata, in ogni momento, dal desiderio.
Nelle
Meditazioni, dunque, affiora senza interruzione questo
desiderio di interiorità che è per Guigo il fondamento e la condizione
dell’incontro dell’uomo con Dio. Tale desiderio è espresso dalle parole di
Isaia che ricorrono spesso nelle
Meditazioni: “Al tuo nome e al tuo ricordo si volge tutto il
nostro desiderio. La mia anima anela a te durante la notte; al mattino ti
cerca il mio spirito’’.
Un terzo tema fondamentale è legato al mistero di Cristo nel piano divino.
Per affrontare questa argomentazione bisogna far riferimento alla grande
meditazione finale, che raccoglie i pensieri dal n. 464 al n. 476. Questi
non rappresentano singole meditazioni racchiuse in se stesse, ma svolgono il
tema in modo unitario. Si tratta di pagine posteriori rispetto alle
precedenti (costituiscono la parte conclusiva in tutti i manoscritti), nella
quali l’Autore si pone in una prospettiva esclusivamente contemplativa: il
Cristo, sempre presente nell’opera ma raramente nominato, acquista un ruolo
centrale: per mezzo suo l’uomo può vedere e conoscere Dio (pensiero 473).
Attraverso la pace, conquistata nella lotta e grazie all’ardente desiderio
di Dio, Guigo è pervenuto alla contemplazione dell’armonia del piano divino.
In questa sezione c’è la chiave per comprendere tutta l’opera e tutta la
vocazione di Guigo: vivere in Dio, nel regno interiore di Cristo. “Il Verbo
di Dio si è fatto carne ed è venuto ad abitare in mezzo a noi, nel nostro
mondo esteriore, per introdurci, un giorno, nel suo regno interiore”
(pensiero 474).
Nel pensiero 390, anticipazione della meditazione finale, Guigo aveva
tracciato un programma fondato sull’amore per Dio in Cristo, causa unica di
tutte le azioni dell’uomo, sia corporali sia spirituali. L’opera ci mostra
come Guigo abbia interpretato in modo esemplare questo programma. Da essa
emerge un Guigo ricolmo d’amore per Dio, come brace ardente nell’esercizio
di una fede infrangibile e ammirabile. Proprio perché si è stabilito nel
cuore del mistero di Cristo, nel suo amore e nella sua continua meditazione,
Guigo è sfuggito al pericolo di una ricerca egoistica volta al conseguimento
della sua esclusiva perfezione. Suo desiderio, infatti, è di realizzare
pienamente il comandamento dell’amore per il prossimo e condurre verso la
salvezza tutta l’umanità.
L’originalità di Guigo consiste nel fatto che la sua meditazione è così
breve e spontanea che è impossibile farla rientrare nei quadri prestabiliti
di un metodo. Si potrebbe dire che essa è la meditazione ridotta alla sua
essenza, spogliata come lo spirito del deserto, molto vicino all’anima della
Certosa. La sua opera si distingue dalle altre composizioni di pensieri per
la finezza, il vigore, la penetrazione dell’espressione. L’opera di Guigo
appare sorprendentemente moderna: i suoi pensieri toccano il lettore
contemporaneo nella sua intimità, come potevano colpire il lettore del XII
secolo. Questa caratteristica è uno degli elementi che hanno assicurato
solidità e permanenza alla legislazione certosina.
Nessuno meglio del Wilmart ha forse colto ed espresso l’originalità e il
valore delle
Meditazioni: “Ecco l’opera più originale che ci ha lasciato
l’epoca veramente creatrice del Medioevo, quella cioè che ha visto sorgere
San Bernardo, che ha assistito all’esordio della famiglia Cistercense ed ha
ammirato lo splendore di Cluny... In questa stessa epoca Guigo, legislatore
dei Certosini, ha saputo, nel suo deserto nel Delfinato, solo in presenza di
Cristo, far emergere dalla sua personale esperienza degli insegnamenti che
oltrepassano il suo tempo... Questo solitario dalla fede grande, che viveva
per amore, ha composto senza saperlo, né volerlo, un capolavoro d’umanità,
che segna anche il trionfo dello spirito cristiano”.
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5 aprile 2022 a cura di Alberto "da Cormano" alberto@ora-et-labora.net