IGNAZIO DI LOYOLA - NOTA BIOGRAFICA

A cura di Cándido de Dalmases S.I.

Estratto da “Ignazio di Loyola – Gli scritti”, Ed. UTET 1977.


 

1491 Iñigo di Loyola, che con l’andar del tempo sostituirà il suo nome con quello più comune di Ignazio, nasce nella casa-torre di Loyola, comprensorio municipale di Azpeitia, nella provincia basca di Guipúzcoa, ultimo di tredici figli di Beltrán Ibañez de Oñaz e Marina Sánchez di Licona.

1506? Si trasferisce ad Arévalo, nella Castiglia, come paggio di Giovanni Velázquez de Cuéllar, amministratore delle finanze del regno di Castiglia.

1515 Ad Azpeitia, insieme a suo fratello Pietro López, si rende colpevole di un crimine imprecisato, per il quale è chiamato a giudizio dal corregidor o giudice di Guipúzcoa. Gli scarsi frammenti rimastici del processo non ci consentono di precisare né la natura del delitto, né la colpevolezza di Iñigo, né la natura della sentenza, se pure fu data.

1517 Dopo la morte di Giovanni Velázquez de Cuéllar, viene assunto come gentiluomo da Antonio Manrique de Lara, viceré di Navarra.

1521 (gennaio-aprile). Dal viceré di Navarra è inviato a pacificare le fazioni della Guipúzcoa in discordia e porta a termine la sua missione.

1521 Accorre per la difesa di Pamplona, assediata dai francesi. Dopo che questi occupano la città, si chiude nel castello e con il suo coraggio ne impedisce la resa. Ma il 20 maggio, lunedì di Pentecoste, è ferito alla gamba destra e il castello il 23 o il 24 si arrende.

1521 (giugno). È trasferito a Loyola in grave stato e riceve gli ultimi sacramenti. Dopo un intervento chirurgico incomincia a migliorare.

1521 (agosto-settembre). Durante la convalescenza, chiede dei libri di cavalleria. Non essendovene nella casa, si accontenta di altri che gli vengono offerti: il Flos sanctorum di Giacomo da Varazze e la Vita Christi di Ludolfo di Sassonia. Con la lettura di questi libri e il discernimento degli spiriti si opera la sua conversione; i sogni di una vita mondana si trasformano nel proposito di imitare le gesta dei santi e di compiere un pellegrinaggio a Gerusalemme.

1522 (febbraio). Lasciata Loyola, si incammina verso i santuari mariani di Aránzazu e Montserrat. Fa il voto di castità.

1522 (marzo). A Montserrat fa una confessione generale, e nella vigilia dell’Annunziazione di Maria, veglia le sue armi spirituali ai piedi della sacra immagine della Madonna.

1522 (25 marzo). Scende da Montserrat diretto a Manresa, dove è costretto a fermarsi più tempo del previsto, per l’impossibilità di passare a Barcellona.

1522 A Manresa, dove si trattiene per undici mesi circa, si dà a una vita di austerità e preghiera. Dopo un periodo di lotte interiori e di scrupoli, riceve da Dio singolari grazie interne, tra le quali la così detta esimia illustrazione ai margini del fiume Cardoner, la quale trasforma la sua vita per l’avvenire. Come frutto di queste illustrazioni divine, della propria esperienza e del discernimento dei vari spiriti, compone a Manresa, nei suoi elementi sostanziali, il libro degli Esercizi spirituali, in seguito completato con le varie esperienze di Alcalà, Parigi e Roma.

1523 (febbraio). Si reca a Barcellona, con l’intenzione di imbarcarsi per l’Italia, tappa necessaria del suo pellegrinaggio verso la Terra Santa.

1523 (marzo). Parte, avendo come destinazione Gaeta. Il 29 di questo mese, Domenica delle Palme, fa il suo primo ingresso a Roma, dove ottiene dal papa Adriano VI il necessario permesso per il suo pellegrinaggio.

1523 (24 luglio). Lascia Venezia, diretto a Cipro, da dove nel mese di agosto parte per il porto di Giaffa.
(4 settembre). Entra in Gerusalemme. Dedica tutto il mese di settembre alla visita dei Luoghi Santi. Il suo progetto di rimanere in essi è però ostacolato dalle autorità religiose, che gli ingiungono di ripartire.
 (3 ottobre). Si imbarca nel porto di Giaffa, diretto in Italia.

1524 Da Venezia, per Genova via mare, parte alla volta di Barcellona, con l’animo di intraprendere gli studi umanistici. Si occupa in essi sotto la guida del baccelliere Girolamo Ardèvol, nello Studio generale di Barcellona, per lo spazio di due anni. A Barcellona si dà al ministero apostolico della conversazione e degli Esercizi spirituali, e riunisce un primo gruppo di compagni che non perseverarono nei loro propositi. Si concilia la benevolenza dei barcellonesi, in particolare di una dama, Elisabetta Roser, che lo aiuterà per il suo sostentamento fino al termine degli studi.

1526 (marzo - 1527 giugno). Prosegue i suoi studi ad Alcalá de Henares, nella Università fondata da Francesco Jiménez de Cisneros. Contemporaneamente si dedica all’aiuto del prossimo, soprattutto mediante gli Esercizi spirituali, il che lo rende sospetto all’inquisizione toledana, la quale incarica il vicario di Alcalà, Giovanni Rodríguez di Figueroa, di indagare sulla vita e dottrina di Iñigo e dei suoi compagni, sospetti di partecipare degli errori degli alumbrados. Così ha luogo un triplice processo che si conclude con la sola imposizione fatta ad Ignazio e compagni di indossare gli abiti comuni agli altri studenti e di non parlare con altre persone delle cose della fede per lo spazio di quattro anni, finché non avessero compiuto i loro studi.

1527 (giugno). Non contento di questa sentenza, si trasferisce a Salamanca per continuare i suoi studi, con l’appoggio di Alfonso de Fonseca, arcivescovo di Toledo. I Domenicani del convento di Santo Stefano lo sottomettono a un interrogatorio. Intervengono pure le autorità ecclesiastiche, le quali non trovano errori nella sua dottrina, ma gli ingiungono di non parlare in pubblico di materie teologiche se non dopo aver compiuto gli studi.

1527 (settembre). Constatata l’impossibilità di giovare spiritualmente al prossimo nelle città universitarie spagnole, decide di recarsi a Parigi, passando prima per Barcellona. I suoi compagni lo abbandonano.

1528 (2 febbraio). Giunge a Parigi, dove riprende gli studi di latino nel collegio di Montaigu. Per mancanza di mezzi è costretto ad alloggiare nell’ospizio di San Giacomo.

1529 (nella quaresima). Si reca nelle Fiandre con l’intenzione di ricavare presso i mercanti spagnoli di Anversa e di Bruges il denaro necessario per proseguire i suoi studi. A Bruges ha un colloquio con l’umanista spagnolo Luis Vives.
Dà gli Esercizi spirituali agli studenti spagnoli Castro, Peralta e Amador de Elduayen. La trasformazione operata in essi suscita sospetti contro Ignazio, il quale si presenta spontaneamente davanti all’inquisitore di Francia, Matteo Ory.
 (1° ottobre, festa di San Remigio). Incomincia il corso delle Arti o Filosofia nel collegio di Santa Barbara sotto la direzione del maestro spagnolo Giovanni Peña, avendo come compagni il savoiardo Pietro Favre e il navarrino Francesco Saverio.

1530-1531 Prosegue i suoi studi di filosofia: si procura il sostentamento per sé e per gli altri studenti bisognosi compiendo due altri viaggi nelle Fiandre. Nel 1531 prolunga il suo viaggio fino a Londra. A Parigi alterna i suoi studi con le opere di apostolato, in particolare presso gli studenti universitari.

1532 Ottiene il grado di baccelliere in artibus o filosofia.

1533 (13 marzo). Consegue il grado della licenza in artibus. Dopo la Pasqua (13 aprile) incomincia lo studio della teologia.

1534 Nel corso dell’anno dà il mese di Esercizi spirituali ad alcuni studenti che saranno in seguito i suoi definitivi compagni: il savoiardo Pietro Favre, gli spagnoli Giacomo Laínez, Alfonso Salmerón, Nicola Alonso de Bobadilla, e il portoghese Simone Rodrigues. (15 agosto, festa di Maria Santissima Assunta). Ignazio e gli amici suddetti, ai quali si aggiunge Francesco Saverio, si recano nella chiesetta di Montmartre, dove fanno voto di vivere in povertà e di recarsi in pellegrinaggio a Gerusalemme. Nel caso che dopo un anno di attesa il pellegrinaggio si rendesse impossibile, promettono di presentarsi davanti al Papa e di mettersi a sua disposizione, per essere inviati là dove il Vicario di Cristo ritenesse più opportuno.
 (settembre). Dà gli Esercizi a Francesco Saverio.

1535 (15 marzo). Ottiene il grado di maestro in artibus nella Università di Parigi.
 (fine di marzo). Si presenta all’inquisitore Vincenzo Liévin O. P. per difendersi dall’accusa di eresia. Consegna all’inquisitore una copia manoscritta del libro degli Esercizi spirituali.
 (aprile). Lasciata Parigi si reca nella nativa Azpeitia su consiglio dei medici per curare la sua malferma salute, ma anche con l’intenzione, non espressamente manifestata, di aiutare i suoi parenti e concittadini a porre rimedio a disordini e contese. Esprime pure il desiderio di visitare i parenti dei suoi compagni spagnoli e di mettere in ordine i loro affari prima del pellegrinaggio a Gerusalemme. Rimane tre mesi ad Azpeitia, dove rifiuta l’invito di suo fratello di alloggiare nella casa di Loyola, preferendo vivere nell’ospedale detto della Maddalena.
Oltre all’apostolato esercitato con la conversazione, la predicazione e l’insegnamento della dottrina cristiana ai bambini, si occupa del benessere sociale del suo paese natale.
Si adopera alla concordia tra suo fratello Martino, patrono della chiesa parrocchiale, e il clero della medesima con il convento delle Suore del Terz’Ordine regolare di San Francesco. Fa da testimone nel documento che sancisce tale evento (18 maggio 1535).
Contribuisce alla istituzione di un’opera per l’assistenza ai poveri vergognosi, della quale, col suo interessamento, si compongono gli Statuti (23 maggio 1535). Suggerisce che tutti i giorni per tre volte si suonino le campane per invitare i fedeli a pregare per i peccatori, e dispone che si dia una somma di denaro al sagrestano incaricato di compiere questo atto.
 (23 luglio). Giorno probabile della partenza di Ignazio da Azpeitia. (agosto-settembre). Compie un viaggio attraverso la Navarra, Castiglia e Valenza per regolare gli affari pendenti dei suoi compagni, (ottobre-novembre). Da Valenza intraprende il viaggio in Italia diretto a Genova, da dove prosegue a piedi per Bologna
 (dicembre). Nonostante la benevola accoglienza trovata nel Collegio di San Clemente degli spagnoli, a causa di una malattia e di altre condizioni sfavorevoli al proseguimento degli studi teologici, decide di trasferirsi a Venezia per porre in atto il suo intento durante il periodo di attesa dell’arrivo dei suoi compagni da Parigi.

1536 Trascorre l’intero anno a Venezia, occupato negli studi, nel dare gli Esercizi e nell’insegnare la dottrina cristiana. Un colloquio col teatino Gian Pietro Carafa, il futuro Paolo IV, manifesta un evidente contrasto di opinioni tra i due grandi rappresentanti del riformismo cattolico.
 (15 novembre). I compagni, attraverso la Lorena e la Germania, si incamminano a Venezia. Ai sei del 1534 si sono aggiunti altri tre: due francesi (Broët, Jay) e un savoiardo (Codure).

1537 (8 gennaio). Arrivo del gruppo a Venezia.

1537 (durante la Quaresima). Mentre Ignazio rimane a Venezia, i compagni si recano a Roma per chiedere al Papa il permesso per il pellegrinaggio a Gerusalemme. Arrivano a Roma il 23 marzo, domenica delle Palme.
 (27 aprile). Ottengono dal Papa la richiesta licenza. Nello stesso giorno la Sacra Penitenzieria concede loro la facoltà di ricevere gli ordini sacri da qualsiasi vescovo cattolico. Verso la metà di maggio fanno ritorno a Venezia.
 (giugno). Partecipano con gli altri pellegrini alla solenne processione del Santissimo Sacramento, nel giorno della sua festa.
 (10, 15, 17, 24). Ricevono i sacri ordini dalla mano del vescovo di Arbe (Rab, in Dalmazia), Vincenzo Negusanti. Il giorno 10 gli ordini minori, il 15 il suddiaconato, il 17 il diaconato; e il 24, festa di San Giovanni Battista, il presbiterato.
 (25 luglio). Essendo interrotte le comunicazioni marittime con la Terra Santa a causa della guerra fra Venezia e l’Islam, i compagni si dividono in varie città vicine. Ignazio e Favre si recano a Vicenza, dove nella chiesa di San Pietro in Vivarolo, il santo è gratificato di particolari favori celesti.
 (fine di agosto). Si reca a Bassano del Grappa per assistere il compagno Simone Rodrigues, ammalato.
 (settembre). Ignazio si conferma nel suo proposito di rimandare all’anno seguente la celebrazione della sua prima Messa, probabilmente nell’intento di celebrarla in Terra Santa. I compagni la celebrano a Vicenza. Nel frattempo incominciano a deliberare sul modo di impiegare il loro tempo mentre attendono il momento di poter partire per la Terra Santa. A coloro che li interrogheranno sulla loro identità, risponderanno che sono la compagnia di Gesù. Qui ha la sua origine il nome del futuro Ordine religioso che fonderanno.
 (13 ottobre). Il vicario del nunzio apostolico a Venezia dichiara pubblicamente la integrità di Ignazio in materia di fede e di buoni costumi, contrapponendosi ai falsi rumori che incominciavano a spargersi contro di lui.
 (fine di ottobre). Ignazio in compagnia di Pietro Favre e Giacomo Laínez si reca a Roma.
 (metà novembre). Nella località La Storta, sulla via Cassia, ha luogo la celebre visione chiamata con questo nome. Si tratta di una visione trinitaria, nella quale Ignazio vede il Padre e Gesù con la croce. Il Padre dice a Gesù di prendere Ignazio come suo servitore, e Gesù rivolge ad Ignazio l’appello a servire le divine Persone. Ha luogo così una speciale identificazione di Ignazio col Cristo. Da lui sente una voce interiore che gli infonde sicurezza di fronte alle difficoltà che lo attendono a Roma. Di questa promessa divina le fonti contemporanee danno una duplice formulazione: «Io sarò con voi», e «Io vi sarò propizio a Roma». Più tardi Ignazio ricollegherà il nome di Compagnia di Gesù, dato al nuovo Orcine, con questa visione, (dicembre). I compagni prendono alloggio nella casa di Quirino Garzoni, sull’attuale via di San Sebastianello, che da piazza di Spagna conduce alla Trinità dei Monti.

1539 (fino alla Pasqua [21 aprile]). Ignazio si dedica al ministero degli Esercizi spirituali. Per lo spazio di 40 giorni, a Montecassino, li dà al dottor Pietro Ortiz, inviato speciale di Carlo V presso il papa Paolo III, per trattare la causa di Caterina d’Aragona, moglie abbandonata di Enrico Vili d’Inghilterra.
 (dopo Pasqua). Passata la possibilità di compiere il pellegrinaggio a Gerusalemme entro l’anno stabilito nel voto di Montmartre, i compagni si riuniscono a Roma, dove si danno ad opere di bene sociale e alla predicazione in varie chiese della città. Si trasferiscono in un’altra casa, nei pressi di Ponte Sisto.
 (luglio-ottobre). Grave persecuzione promossa da alcuni influenti spagnoli, i quali spargono la voce che i preti riformati venuti a Roma sono dei fuggitivi dalla Spagna, Parigi e Venezia, deferiti e processati dalla Inquisizione. Ignazio resiste con fermezza agli oppositori e, non contento del ritiro dell’accusa da parte di questi, vuole, e ottiene in un incontro con Paolo III a Frascati, che si istruisca regolare processo contro i diffamatori presso il tribunale del Governatore. Provvidenzialmente si trovano a Roma in questi mesi i giudici che avevano investigato sulla vita e dottrina di Ignazio ad Alcalá, Parigi e Venezia: Giovanni Rodríguez de Figuerca, già vicario dell’arcivescovo di Toledo ad Alcalá, Matteo Ory O. P. e Gaspare De’ Dotti, vicario del nunzio di Venezia Girolamo Verallo. Conserviamo le testimonianze di questi e altri eminenti testimoni.
 (18 novembre). Il Gubernator Urbis, Benedetto Conversini, pronuncia la solenne sentenza di assoluzione contro gli imputati e condanna a severe pene gli accusatori.
 (18-23 novembre). Ignazio e i suoi compagni danno compimento al voto di Montmartre, presentandosi al papa Paolo III, al quale si offrono per essere da lui inviati in qualsiasi missione apostolica. Si trasferiscono nella casa di Antonino Frangipani, in via de’ Delfìni, presso la torre del Melangolo.
 (25 dicembre). Ignazio celebra la sua prima Messa all’altare del Presepe, nella basilica di Santa Maria Maggiore.
 (inverno 1538-1539). Nella casa di Antonino Frangipani prestano soccorso ai poveri e affamati di Roma e del contado in un periodo di grande carestia.

1539 (dalla metà di marzo al 24 giugno). I compagni si riuniscono ripetutamente per deliberare sul progetto di fondazione di un nuovo Ordine religioso.
Presa la decisione in senso affermativo, redigono i primi documenti in ordine alla fondazione di quella che sarà la Compagnia di Gesù. Intanto, sin dal mese di aprile, alcuni compagni cominciano ad essere inviati dal Papa per diverse destinazioni.
 (luglio-agosto). Il cardinale Gaspare Contarmi raccomanda al Papa i compagni. Questi redigono in cinque capitoli la prima Formula dell’Istituto della Compagnia, la quale viene esaminata da fra Tommaso Badia O. P., maestro del Sacro Palazzo apostolico.
 (3 settembre). Il cardinale Contarmi legge, alla presenza di Paolo III, a Tivoli, la Formula dell’Istituto della Compagnia. Il Papa l’approva oralmente, e dispone che sia redatto il relativo Breve di approvazione.
 (28 settembre). Il cardinale Girolamo Ghinucci, incaricato dell’affare, rileva per lui poco chiari e non sufficientemente motivati alcuni punti nel testo della Formula.
 (dicembre). L’esame della Formula viene affidato al cardinale Bartolomeo Guidiccioni, contrario alla fondazione di nuovi Ordini.

1540 Incominciando a disperdersi in varie regioni, i soci decidono che il giudizio sulle questioni riguardanti la fondazione dell’Ordine sia affidato a coloro che rimarranno in Italia.
Il re di Portogallo Giovanni III chiede al Papa, tramite il suo ambasciatore, Pietro Mascarenhas, diversi soci da mandare in India. Si decide l’invio di Simone Rodrigues e Nicola de Bobadilla; ma ammalatosi questi ed urgendo ormai la partenza dell’ambasciatore, all’ultimo momento viene designato Francesco Saverio, il quale accetta la missione e parte in compagnia dell’ambasciatore il 16 marzo. Li aveva preceduti Rodrigues il 4 dello stesso mese.
Il cardinale Guidiccioni, con il consiglio dei cardinali Pio e Contarmi, per aggirare l’ostacolo da lui medesimo posto, suggerisce di limitare il numero dei membri del nuovo Ordine a sessanta.
 (27 settembre). Paolo III, mediante la bolla Regimini militantis Ecclesiae, conferma solennemente la fondazione della Compagnia di Gesù.

1541 (febbraio). I soci si trasferiscono in una casa vicina alla chiesa parrocchiale di Santa Maria della Strada, presso l’odierna piazza del Gesù. Ivi, svolgono anche attività riformatrice e caritativa.
 (7 febbraio). È approvata la Confraternita degli orfanelli e orfanelle.
 (4 marzo). Prima riunione dei compagni per la redazione delle Costituzioni del nuovo Ordine. Questo lavoro viene affidato ai padri Ignazio e Codure, i quali redigono le Costituzioni chiamate del 1541. Esse sono approvate dal gruppo alla fine di marzo o ai primi di aprile. (8 aprile). Ignazio è eletto alla unanimità preposito generale della Compagnia, ma si rifiuta di accettare.
 (13 aprile). Nuova elezione di Ignazio, il quale chiede ai compagni un periodo di riflessione. Si reca al convento francescano di San Pietro in Montorio, dove rimane per tre giorni in preghiera e tratta del problema con il suo confessore, fra Teodosio da Lodi. Questi, il 19 (martedì di Pasqua) gli consiglia di non resistere al volere divino, e così Ignazio accetta la designazione alla carica di Generale.
 (22 aprile). Nella basilica di San Paolo fuori le mura Ignazio e i suoi primi compagni emettono la professione religiosa.
 (24 giugno). Con la bolla Sacrosanctae Romanae Ecclesiae Paolo III concede alla Compagnia la chiesa di Santa Maria della Strada, alla quale aveva rinunciato il canonico lodigiano Pietro Codacio, fattosi membro della Compagnia già nel giugno 1539.
 (mese incerto). Prime Costituzioni dei collegi per i futuri gesuiti.
 (3 luglio). I padri Broét e Salmerón sono nominati da Paolo III nunzi apostolici in Irlanda, e partono per la loro missione nel mese di settembre. Gli ostacoli incontrati per raggiungere l’isola fanno fallire tale missione.

1542 (21 marzo). Ottiene dal Papa il breve Cupientes in favore degli ebrei convertiti.
 (aprile). Manda in Portogallo i compagni destinati a fondare il collegio di Coimbra, e con lo stesso scopo sono destinati a Padova i padri Andrea des Freux (Frusio) e Giovanni de Polanco.
 (15 maggio). La Compagnia entra in possesso della chiesa di Santa Maria della Strada.
Il Papa concede al Generale della Compagnia la facoltà di destinare i membri della Compagnia alle diverse missioni tra i fedeli. In seguito questa facoltà si estenderà alle missioni tra gli infedeli. L’incremento numerico rende infatti necessaria una delega del Papa al Generale per quanto concerne le varie destinazioni dei membri del nuovo Ordine.
 (9 giugno). Ignazio contribuisce a che il papa Paolo III, con il breve Dudum per nos venga in aiuto ai poveri, mentre viene proibita la mendicità.
 (dicembre). Emana norme sulla corrispondenza epistolare fra i gesuiti ed il Generale della Compagnia. L’intensità di tale commercio è affermata dallo stesso Ignazio che dice di aver spedito in quei pochi giorni circa 250 lettere.

1543 (16 febbraio). Paolo III pubblica la bolla Divina summaque, con la quale si crea la Compagnia di Santa Maria della Grazia, in favore delle prostitute convertite e ricevute nella casa di Santa Marta.
 (19 febbraio). Bolla Illius qui pro Dominici, con la quale, presso la chiesa di San Giovanni del Mercato, detta volgarmente «del Mercatello», si erige un collegio per i catecumeni convertiti dal giudaismo.
 (18 marzo). Ignazio invia al p. Laínez le Costituzioni del 1541.
 (30 maggio). Ignazio ottiene dalla Sacra Penitenzieria apostolica il rinnovo del decreto di Innocenzo III Cum infirmus, col quale si disponeva che fosse negato l’aiuto del medico corporale al malato che si rifiutasse di ricevere i sacramenti.
 (fine dell’anno). Si incomincia a edificare, sull’area della soppressa chiesa di Sant’Andrea, la prima casa professa della Compagnia, della quale rimangono tuttora le cosiddette camerette di S. Ignazio.

1544 S. Ignazio è, nei primi quattro mesi dell’anno, ammalato. Nomina suo segretario il primo gesuita valenziano, p. Girolamo Domènech. (gennaio). Incomincia a funzionare la casa di Santa Marta per le prostitute redente. Ignazio incomincia a redigere le Costituzioni della Compagnia. Uno dei primi temi trattati è quello della povertà delle case e delle chiese della Compagnia. Dibatte questo tema lungamente, secondo le norme sulla elezione contenute nel libro degli Esercizi, e scrive la Deliberazione sulla povertà. Dal 2 febbraio al 13 marzo nelle pagine del suo Diario spirituale prende nota delle illustrazioni da Dio ricevute, specialmente durante la celebrazione della santa Messa, sul tema proposto: in concreto, della povertà delle chiese e sagrestie della Compagnia.
 (15 febbraio). Breve di Paolo III Ad monasterii, in favore della Confraternita dei catecumeni.
 (14 marzo). Bolla Iniunctum nobis, con la quale Paolo III conferma nuovamente la Compagnia e toglie la limitazione a 60 del numero dei membri dell’Ordine.
 (15 marzo). Incomincia a scrivere le Constituciones circa missiones. (settembre). I compagni si trasferiscono nella nuova casa professa, accanto alla chiesa di Santa Maria della Strada. Ignazio continua a stendere il Diario spirituale, e ad interessarsi di istituzioni caritative.

1545 (27 febbraio). Finisce quella parte del Diario spirituale di s. Ignazio che si è conservata fino ai nostri giorni.
 (3 giugno). Breve Curri inter cunctas, col quale si concedono alla Compagnia diverse grazie e facoltà.
 (27 agosto). Battezza in forma privata, nel palazzo Madama, il secondo dei figli gemelli di Margherita d’Austria, Paolo Alessandro Farnese, futuro duca di Parma.
 (settembre). Va a Montefiascone per trattare con Paolo III sull’introduzione dell’Inquisizione in Portogallo e sulla fondazione del collegio di Padova.
 (22 novembre). Il portoghese Bartolomeo Ferrão succede al p. Domènech nella carica di segretario della Compagnia.
 (29 novembre). È ammesso nella Compagnia il maiorchino Girolamo Nadal.
 (25 dicembre). Emettono la professione nella Compagnia Isabella Roser, la grande benefattrice di s. Ignazio a Barcellona, la sua assistente Francesca Cruillas e l’italiana Lucrezia da Biadene. Ignazio per un senso di gratitudine verso la sua benefattrice e perché questa aveva ottenuto il relativo permesso dal Papa per sé e per le sue compagne, consente a questo primo tentativo di creazione di un ramo femminile della Compagnia, presto fallito.

1546 (aprile). Si istituisce presso la chiesa di Santa Caterina de’ Funari una pia opera per la salvaguardia delle fanciulle moralmente pericolanti.
 (5 giugno). Breve di Paolo III Exponi nobis, col quale si concede alla Compagnia l’ammissione di Coadiutori, sacerdoti (Coadiutori spirituali) e laici (Coadiutori temporali).
 (1° agosto). Muore a Roma il beato Pietro Favre, chiamato dalla Spagna per operare a Trento, dove è convocato il Concilio. Vi si recheranno invece i pp. Laínez e Salmerón.
 (11 agosto). Si ottiene sentenza favorevole nella causa contro Mattia «delle Peste», il quale con le sue calunnie aveva tentato di screditare la Compagnia.
Ignazio definisce gli impedimenti per l’ammissione nella Compagnia, che poi saranno incorporati nel libro chiamato Esame generale, premesso alle Costituzioni.
 (1° ottobre). Isabella Roser è dispensata dai suoi voti e dimessa dalla Compagnia.
 (9 ottobre). È ricevuto nella Compagnia Francesco Borgia, duca di Gandía, il quale per il momento non dovrà rinunciare all’amministrazione del suo ducato.
 (25 ottobre). Si crea la Provincia del Portogallo, prima tra tutte quelle della Compagnia, alla quale viene dato come preposito provinciale il p. Simone Rodrigues.
 (ultimi mesi). Ignazio si oppone alla nomina del p. Claudio Jay per la carica di vescovo di Trieste. Compone le Constituciones de estudiantes destinate al collegio di Padova. Continua a lavorare nella composizione del libro dell’Esame generale per i candidati alla Compagnia e delle Constituta et annotata, note preparatorie alla stesura delle Costituzioni.

1547 (15 marzo). Oppone rifiuto al progetto propostogli da Francesco da Mede di unione della Compagnia con l’Ordine dei Somaschi. Chiama all’ufficio di segretario il p. Giovanni de Polanco, che sarà valido collaboratore suo e dei suoi primi successori, i padri Giacomo Laínez e Francesco Borgia. L’arrivo del nuovo segretario segna l’inizio di una attività più intensa nell’elaborazione delle Costituzioni, diminuendo invece l’apostolato diretto.
 (7 maggio). Dirige ai fratelli del collegio di Coimbra la celebre lettera definita come la lettera della perfezione. In essa propone agli studenti della Compagnia, quale criterio di perfezione evangelica, il giusto mezzo tra l’eccessivo fervore nell’uso dell’orazione e delle penitenze e la rilassatezza nelle pratiche religiose. Presenta loro la vita dello studente religioso come tappa necessaria per un fecondo futuro apostolato.
 (20 maggio). Ottiene da Paolo III che la Compagnia sia liberata in avvenire dalla cura di donne viventi sotto la sua ubbidienza.
 (21 maggio). Scrive una lettera notevole sullo studio delle lettere classiche.
 (11 giugno). Ringrazia il priore della Certosa di Colonia della concessa comunione nei beni spirituali dell’Ordine, e a sua volta concede alla Certosa la partecipazione nei beni e grazie della Compagnia.
 (29 luglio). Dirige ai soci del collegio di Gandia una importante lettera sull’ubbidienza. Come norma provvisoria comanda loro di eleggersi un superiore a maggioranza di voti, secondo l’uso comune. (1° settembre). Si crea la Provincia di Spagna, della quale è nominato primo provinciale il p. Antonio de Araoz.
 (4 novembre). Bolla Copiosus in misericordia con la quale viene elevato al rango di Università il collegio di Gandía.

1548 Nel corso di quest’anno il p. Polanco compone su incarico di Ignazio una serie di dodici Industrie, vero abbozzo delle Costituzioni della Compagnia. La nona di queste Industrie sul tema dell’apostolato, quale deve essere esercitato dai gesuiti, è sviluppata nello stesso anno e dallo stesso Polanco in una ulteriore serie di sei Industrie.
 (gennaio). Accettando la richiesta di Messina di aprirvi scuole, Ignazio schiude alla Compagnia l’insegnamento medio e superiore. In marzo, benedetti da Paolo III, partono dieci soggetti.
 (6 giugno). Viene terminata la costruzione della casa professa di Roma con 40 camere.
 (31 luglio). Paolo III col breve Pastoralis officii cura approva solennemente il libro degli Esercizi spirituali di s. Ignazio. Nello stesso anno se ne pubblica a Roma la prima edizione, nel testo latino curato dall’umanista p. Andrea des Freux, coi tipi di Antonio Biado, (ottobre). Si reca a Tivoli per procurare la pacificazione della città con quella di Castel Madama.
Nonostante la sua malferma salute, Ignazio prosegue il lavoro della composizione delle Costituzioni.

1549 (1° febbraio). Partono dal Portogallo i primi missionari diretti al Brasile, i pp. Emanuele da Nóbrega e Giovanni Azpilcueta.
 (25 marzo). Ignazio è ricevuto in udienza da Paolo III nel palazzo del Quirinale.
 (5 aprile). Paolo III trasferisce alla vicina chiesa di San Marco la cura parrocchiale della chiesa di Santa Maria della Strada e di altre tre contigue, incluse nell’area della nuova casa e chiesa della Compagnia. (27 giugno). Lancia l’idea di fondare un collegio a Roma e di costruire una chiesa più adeguata in luogo di S. Maria della Strada. Sarà poi, durante il generalato di s. Francesco Borgia, quella detta del Gesù, (luglio). Scrive con la collaborazione del segretario Polanco due importanti lettere: una sull’uso dei mezzi raccomandati dalla prudenza umana, e l’altra, indirizzata a s. Francesco Borgia, sulle false profezie e rivelazioni.
 (9 settembre). Assiste all’inaugurazione del collegio di Tivoli.
 (24 settembre). Sono inviati in Germania i padri Jay, Salmerón e Canisio, i quali sono previamente investiti del grado di dottori in teologia nell’Università di Bologna.
 (10 ottobre). È creata la Provincia dell’India, al cui governo è preposto san Francesco Saverio.
 (18 ottobre). Paolo III concede alla Compagnia la cosiddetta Bolla magna dei privilegi, come agli altri Ordini religiosi.
 (10 novembre). Muore a Roma il papa Paolo III.
 (7 dicembre). Muore il p. Pietro Codacio, economo della Compagnia, che lascia i gesuiti residenti a Roma in preda a gravi strettezze economiche. Nuovo economo è designato il francese p. Ponzio Cogordan.
 (nel corso dell’anno). Polanco scrive le Constitutiones collegiorum, che avranno un chiaro influsso nella quarta parte delle Costituzioni.

1550 (25 gennaio). A causa della precaria situazione economica, i soci della casa di Roma sono costretti a chiedere l’elemosina.
 (7 febbraio). Ignazio comanda che dalle singole case della Compagnia siano inviate ogni quattro mesi le così dette Litterae Quadrimestres.
 (8 febbraio). Il cardinale Giulio del Monte è elevato al sommo pontificato, assumendo il nome di Giulio III.
 (21 luglio). Giulio III, con la bolla Exposcit debitum, nella quale si inserisce una seconda Formula dell’Istituto più ampia e precisa, conferma nuovamente la Compagnia di Gesù.
 (verso la fine di settembre). Viene completata la composizione del testo delle Costituzioni della Compagnia chiamato testo A, per la cui approvazione Ignazio convoca a Roma i professi che sono in grado di lasciare per un certo tempo i loro incarichi.
 (23 ottobre). Il duca di Gandía, Francesco Borgia, con un largo seguito, giunge a Roma per lucrare le indulgenze dell’Anno Santo e stabilire con Ignazio le modalità del suo pubblico ingresso nella Compagnia.

1551 I Padri convenuti discutono intorno all’approvazione delle Costituzioni. Continua la grave malattia di Ignazio, il quale presenta ai Padri congregati le sue dimissioni dalla carica di Generale. Tutti, tranne il p. Andrea de Oviedo, le respingono.
 (4 febbraio). Francesco Borgia lascia la città eterna diretto in Spagna. (22 febbraio). Inaugurazione del Collegio Romano nella via detta del Campidoglio, oggi dell’Aracoeli. Il giorno seguente hanno inizio le lezioni di latino e greco gratis.
Mentre persiste la penuria nella casa di Roma, la Compagnia vede moltiplicarsi e consolidarsi i suoi collegi nelle varie città d’Europa.
 (1° agosto). Prima idea della fondazione del collegio Germanico in Roma, destinato ad accogliere seminaristi dalle varie diocesi della Germania, per una loro più solida formazione.
 (5 dicembre). Si crea la Provincia d’Italia, con esclusione della città di Roma. Primo provinciale è nominato il p. Pascasio Broët.
 (19 dicembre). Ignazio chiama a Roma il p. Girolamo Nadal, con l’intenzione di dargli l’incarico di promulgare le Costituzioni nei vari collegi della Compagnia.
 (durante l’anno). Compone le prime Regole del Collegio Romano.

1552 (1° gennaio). Si crea la Provincia d’Aragona, al cui governo è chiamato il p. Simone Rodrigues.
 (maggio). Ignazio lotta per evitare l’elevazione di s. Francesco Borgia al cardinalato.
 (31 agosto). Bolla Dum sollicita, con la quale si fonda il collegio Germanico di Roma.
 (22 ottobre). Bolla Sacrae religionis, nella quale Giulio III, tra gli altri privilegi, concede alla Compagnia la facoltà di conferire i gradi accademici ai suoi studenti.
 (28 ottobre). Prima solenne seduta accademica del Collegio Romano nella chiesa di S. Eustachio. Hanno inizio le lezioni di filosofia.
 (2-12 novembre). In compagnia di Polanco, Ignazio si reca ad Alvito nel regno di Napoli, per favorire la pacificazione tra Giovanna d’Aragona e suo marito Ascanio Colonna.

1553 (26 marzo). Indirizza ai soci del collegio di Coimbra la sua celebre lettera sull’ubbidienza.
Erige la Provincia di Sicilia, preposito il p. Girolamo Doménech.
 (10 aprile). Nomina il p. Nadal commissario per le Province di Spagna e Portogallo con l’incarico, tra le altre cose, di illustrare le Costituzioni della Compagnia.
 (aprile-giugno). Ignazio è talmente malato che si teme seriamente per la sua vita.
 (28 giugno). Convoca a Roma s. Francesco Saverio, ignorando ancora il suo decesso avvenuto a Sanciano, isola vicina alle coste della Cina, il 3 dicembre del 1552.
 (9 luglio). È istituita la Provincia del Brasile, di cui primo provinciale è nominato il p. Emanuele da Nóbrega.
 (25 luglio). A istanza di s. Pietro Canisio, Ignazio ordina che nella Compagnia siano offerte messe e altre orazioni per l’Inghilterra, la Germania e i paesi dell’Europa settentrionale.
 (fine d’agosto). Incomincia a dettare al p. Gonçalves da Câmara le sue Memorie, comunemente designate come Autobiografia.
 (3 ottobre). Vengono acquistati altri immobili di proprietà di Emilio Altieri, per la costruzione della nuova chiesa della Compagnia.
 (28 ottobre). Prime solenni dispute di teologia nel Collegio Romano, cui fanno seguito il giorno seguente quelle di filosofia.
 (6 novembre). Hanno inizio nel Collegio Romano i corsi regolari di filosofia e teologia.

1554 (gennaio). Ignazio promuove la missione dei primi gesuiti in Etiopia.
 (7 gennaio). La Spagna è divisa in tre Province: Castiglia, Aragona e Betica.
 (16 gennaio). Esprime il suo desiderio ci recarsi personalmente ad Afrodisio, l’attuale El-Kef, per dare inizio a quella missione in terre islamiche (costa tunisina).
 (2 febbraio). Mostra il suo desiderio di fondare un collegio nel Perù. Questo progetto, tuttavia, si avvererà soltanto durante il generalato di s. Francesco Borgia.
 (8 marzo). Nella chiesa romana di Santa Maria sopra Minerva è promulgata, alla presenza di 24 cardinali, la bolla Pastoralis officii, con la quale si erige l’Arciconfraternita del Santo Sepolcro e si autorizza la fondazione di collegi della Compagnia a Gerusalemme, Costantinopoli e Cipro.
 (1° maggio). Ignazio comunica la sua approvazione a s. Pietro Canisio che lavora alla composizione del Catechismo, e auspica il ritorno della Germania alla fede cattolica.
 (estate). Si ammala gravemente per un periodo di tre mesi ed è costretto a ridurre di molto la sua consueta attività di governo. La costruzione della nuova chiesa della Compagnia a Roma è affidata a Michelangelo.
 (4 agosto). Loda il progetto del Re dei Romani [Ferdinando d’Austria] che vuol fondare a Roma un collegio ungherese, simile al germanico. (13 agosto). Manda al Canisio una importante istruzione nella quale espone il suo punto di vista sui mezzi per difendere la fede cattolica in Germania e i consigli che in tal senso debbono essere dati al Re dei Romani.
 (19 settembre). Il p. Andrea de Oviedo e i suoi compagni intraprendono il loro viaggio per il Portogallo e l’Etiopia.
 (6 ottobre). Si inaugurano i lavori per la nuova chiesa romana, i quali però vengono sospesi nel 1555.
 (26 ottobre). Ignazio permette che la principessa Giovanna d’Austria, figlia di Carlo V, pronunci in forma segreta i voti della Compagnia. Nella corrispondenza di quel tempo la principessa verrà indicata con lo pseudonimo di Matteo Sánchez.
 (1° novembre). Ordina che i sacerdoti presenti a Roma eleggano un Vicario generale. L’elezione ricade all’unanimità sul p. Girolamo Nadal. Ignazio conferma l’elezione fatta.
 (6 dicembre). Decide che il provincialato del p. Laínez in Italia sia esercitato soltanto sui collegi di Genova, Bologna, Firenze e Perugia. I collegi del Veneto e del Ferrarese, come anche quelli di Napoli e di Tivoli, dipenderanno direttamente dal Generale.
 (30 dicembre). Comunica il suo desiderio che in ogni Provincia si abbia una casa di probazione per i novizi.
 (fine dell’anno). Ignazio compra una vigna sulle pendici dell’Aventino, nei pressi delle Terme di Caracalla, per il riposo degli studenti della Compagnia.

1555 Progetta di compiere un viaggio a Loreto, per la devozione di visitare il celebre santuario mariano e per ispezionare i lavori di costruzione del collegio della Compagnia. Ma la morte del Papa lo costringerà a rinunciare a questo viaggio.
 (26 gennaio). Il p. Gonçalves da Câmara incomincia a scrivere il suo Memoriale dei detti e fatti osservati nel corso della vita quotidiana del Santo. In questo stesso giorno si fa il computo dei gesuiti residenti a Roma che risultano essere già 150.
 (6 febbraio). Nel Concistoro di questo giorno Giulio III stabilisce il modo di procurare dei redditi stabili al Collegio Romano; ma la susseguente morte del pontefice e del suo primo successore Marcello II renderà vani questi progetti.
 (18 febbraio). Il p. Nadal è nominato commissario generale della Compagnia per l’Italia, Austria e altre regioni con pieni poteri per sbrigare gli affari correnti della Compagnia, con l’obbligo di consultare il p. Laínez, qualora quest’ultimo fosse presente.
 (20 febbraio). Ignazio indirizza una lettera a persone influenti per contrastare gli effetti di un decreto emanato dalla Facoltà teologica dell’Università di Parigi, nocivo alla diffusione della Compagnia in Francia.
 (23 febbraio). Importante lettera di Ignazio all’imperatore di Etiopia Claudio (Asnaf Sagad).
 (23 marzo). Morte di Giulio III.
 (9 aprile). È eletto nuovo papa Marcello Cervini, molto legato alla Compagnia, che assume il nome di Marcello II. Ma già il 1° maggio muore. Gli succede il card. Gian Pietro Carafa (Paolo IV). (agosto). È costituita la Provincia di Francia. Il p. Broët ne è il primo provinciale, ufficio, del resto, da lui disimpegnato sin dal 27 ottobre 1552.
 (1° settembre). A causa di una grande carestia incombente sul Lazio, più di un centinaio di gesuiti partono da Roma destinati ad altri collegi; ai restanti si impongono restrizioni. Ignazio mantiene tuttavia la speranza che entro l’anno si potrà provvedere ai bisogni del Collegio Romano.
 (22 settembre). Riprende a dettare al p. Câmara le sue memorie, incominciando dai primi giorni trascorsi a Manresa fino all’anno 1538 circa.
 (3 ottobre). Il p. Laínez è nominato commissario in Italia.
 (18 ottobre). Il p. Câmara scrive l’ultima annotazione del suo Memoriale.
 (22 ottobre). Alla vigilia della sua partenza per il Portogallo il p. Câmara ascolta le ultime confidenze di Ignazio sulla sua vita.
 (23 ottobre). Partono da Roma il p. Nadal per la Spagna, il p. Câmara per il Portogallo e il p. Ribadeneira per le Fiandre, con l’incarico di preparare l’ingresso della Compagnia in quella regione.
 (23-31 ottobre). Il p. Cristoforo de Madrid è incaricato della cura della casa e collegio di Roma. Lo stesso p. Madrid con i padri Laínez e Polanco sono designati Assistenti generali.
 (13 novembre). Il p. Francesco Borgia è nominato commissario generale per le Province di Spagna, Portogallo e India.
 (12 dicembre). I padri Laínez, Olave, Polanco e Frusio discutono con 4 dottori dell’Università di Parigi, venuti a Roma al seguito del cardinale di Lorena, sul decreto di quella Facoltà teologica contrario alla Compagnia.
Durante tutto l’anno la salute di Ignazio subisce alterne vicende.

1556 (gennaio). Egli peggiora rapidamente; accusa dolori di stomaco sempre più frequenti e febbre. Non può celebrare la santa Messa e si accontenta di ricevere la comunione ogni otto giorni.
 (25 gennaio). Manda a Broët la risposta al decreto della Facoltà teologica di Parigi contrario alla Compagnia.
 (gennaio-febbraio). Paolo IV concede al Collegio Romano la facoltà di promuovere a tutti i gradi accademici gli alunni che lo frequentano. (14 febbraio). Partono per Praga, ricevuta la benedizione del Papa, i primi 12 compagni destinati a quel collegio.
 (maggio). Promuove lo stabilimento di una tipografia nel Collegio Romano e chiede con insistenza che siano inviati da Venezia i caratteri tipografici.
 (20 maggio). Dà incarico al p. Salmerón, in partenza per le Fiandre, di annunciare al p. Bernardo Olivier la nomina di provinciale della Germania inferiore.
 (7 giugno). Erige la Provincia di Germania superiore, dandole come primo provinciale s. Pietro Canisio.
 (9 giugno). Destina 18 compagni alla fondazione del collegio di Ingolstadt.
 (2 luglio). Perdurando nella malattia, si trasferisce nella villa del Collegio Romano ai piedi dell’Aventino e affida la cura del governo ai padri Polanco e Madrid. In un primo tempo registra un certo miglioramento.
 (28 luglio). Aggravatosi di nuovo, si fa riportare alla casa di Roma.
 (29 luglio) Chiede umilmente al p. Polanco che il padre Torres, medico di casa, lo tratti non diversamente dagli altri ammalati, tra i quali versa in gravi condizioni il p. Laínez.
 (30 luglio). Esprime il desiderio che il p. Polanco si rechi in Vaticano per chiedere al Papa la sua benedizione. Poiché i dottori non hanno dato particolare rilevanza alla sua malattia, Polanco suggerisce di rimandare al giorno seguente la visita al Papa. In serata Ignazio cena in compagnia dei padri Polanco e Madrid.
 (31 luglio, all’alba). I compagni trovano Ignazio agonizzante. Polanco si reca in Vaticano per esaudire il suo ultimo desiderio. Il Santo muore tra le 6 e le 6,30 del mattino, presenti i padri Madrid e Frusio. Nello stesso giorno il chirurgo Realdo Colombo esegue l’autopsia del suo corpo e diagnostica la malattia che affliggeva il santo come calcolosi biliare con complicazioni gastriche. Il pittore Jacopino del Conte abbozza il ritratto del defunto, e i tecnici ricavano una maschera del suo volto.
Morendo, circondato dalla più alta considerazione, Ignazio lascia la Compagnia già diffusa in tutti e quattro i continenti d’allora, con un migliaio di soggetti e più di 70 domicili (in Italia, oltre le tre case di Roma, 18 collegi).

1572 Esce la prima biografia del Loyola, stesa in latino dal p. Pietro Ribadeneira.

1595 Processi diocesani per la beatificazione di Ignazio.

1605-1606 Processi apostolici.

1609 (3 dicembre). Ignazio è beatificato dal papa Paolo V.

1622 (12 marzo). Insieme ai santi Francesco Saverio, Isidoro agricola, Teresa di Gesù e Filippo Neri, Ignazio di Loyola è canonizzato da Gregorio XV. Cerimonia memorabile, anche perché la prima celebrata nel nuovo San Pietro finalmente terminato, e il primo caso di quintuplice canonizzazione.

1922 (25 luglio). Pio XI dichiara sant’Ignazio patrono degli Esercizi spirituali e di tutte le opere e case destinate a tale ministero.


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29 luglio 2022                a cura di Alberto "da Cormano"        Grazie dei suggerimenti       alberto@ora-et-labora.net