Eucherio di Lione
	Esortazioni alle vergini
	(Tradotto da "Patrologia 
	Latina", Vol. 50, Paris, J. P. Migne 1846)
	
	
	 [1209D] 1. Se prestate attenzione 
	seriamente, venerabili figlie, comprendete indubbiamente che nessuna 
	creatura umana vive solo per se stessa e che anche nessuna muore per se 
	stessa. Infatti essa perverrà al premio eterno insieme a tutti coloro, pochi 
	o tanti che siano, ai quali avrà offerto un esempio di santa condotta di 
	vita. E viceversa, chi espone un esempio di vita malvagia e di comportamento 
	perverso, dovrà sostenere eterni supplizi insieme a tutte quelle, più o meno 
	numerosi, che essa avrà incitato a compiere malvage azioni con il suo 
	cattivo comportamento. Non soltanto noi non dobbiamo offrire agli altri un 
	esempio di stile di vita malvagia, ma anche li dobbiamo costantemente 
	stimolare con santa e salutare esortazione all'umiltà, alla carità ed 
	all'obbedienza. Non dobbiamo essere di quelle che sono solite offrire 
	alimento alla superbia con consigli cattivi alle sorelle in preda all’ira ed 
	alla follia, dicendo che esse non devono abbattersi per tanto tempo con 
	vergognosa umiltà, sopportando ordini così severi ed inopportuni. Non siamo 
	di quelle che non solo non vogliono prendersi cura delle (sorelle) ferite da 
	offensive parole, ma si sforzano di ferire anche quelle sane: costoro, 
	mormorando e calunniando con disobbedienza ed iracondia si sono abituate a 
	non servire Cristo, ma a militare sotto il comando del diavolo ed a 
	prestargli servizio: infatti, l'astuto e crudele diavolo con la scaltrezza 
	dell'antico inganno e della multiforme natura, le anime che un tempo con una 
	molto malvagia persuasione rese oziose, tiepide e negligenti, le costrinse a 
	servirlo per la rovina di altri di cui sta scritto:
	Magari tu fossi freddo o caldo! Ma 
	poiché sei tiepido sto per vomitarti dalla mia bocca (Ap 3,15). Il 
	diavolo, infatti, acceca di ogni luce di verità e di carità queste anime 
	pronte alla disobbedienza ed all'orgoglio e, come un fortissimo cacciatore 
	ed un astutissimo cacciatore di uccelli dispone e prepara anche le sante 
	anime, se vi riesce, come esche seducenti; come normalmente fanno i 
	cacciatori di uccelli, che accecano e rendono sorde le colombe che prima 
	hanno catturato; in modo che nell'avvicinarsi ad esse le altre colombe 
	vengano catturate con le reti allestite. Anche il vecchio nemico è solito 
	tormentare in questo modo tramite tiepidi sacerdoti, negligenti monaci o 
	pigre vergini: quando in loro avrà chiuso gli occhi della pazienza, avrà 
	estinto il fuoco della compunzione e la fiamma della vera carità e le avrà 
	persuase di gloriarsi del solo abito religioso, come già ho detto, le 
	proporrà per la perdizioni di altre (sorelle) o come esche. A tal fine le 
	preparerà come esempio affinché, mentre le sorelle più semplici e meno 
	sollecite le imitano, siano catturate (dal nemico) con diverse trappole o 
	reti. Queste persone dovranno rendere conto nel giorno del giudizio non solo 
	per se stesse ma anche per gli altri che hanno distolto dal bene dell'umiltà 
	e dell'obbedienza con l'esempio di un cattivo comportamento.
	2. Infatti, l'antico 
	nemico, che è solito essere maldisposto verso i buoni, in primo luogo 
	persuade quei servi e quelle ancelle di Dio, che sa che sono tiepidi e 
	negligenti, ad occuparsi in discorsi oziosi, mormorando o calunniando per 
	provocarli all'arroganza ed a renderli indolenti all'ascolto delle lettura: 
	e quando nei loro cuori induce, per così dire, una scoria di tiepidezza, 
	come fosse un callo, li rende pronti a qualunque opera malefica e, 
	disgraziatamente, li incita a servire  tutte 
	i vizi o le trascuratezze; secondo ciò che disse la Verità:
	Chiunque commette il peccato è schiavo 
	del peccato (Gv 8,34); e: L’uomo infatti è schiavo di ciò che lo domina (2 Pt 2,19). Infatti, 
	le anime sante e spirituali, accese dallo Spirito Santo, agiscono col 
	fervore della carità e si preparano assiduamente ad ogni opera buona, 
	secondo quanto dice l'Apostolo: Tutti 
	quelli che sono guidati dallo Spirito di Dio, questi sono figli di Dio 
	(Rm 8,14). Al contrario, i negligenti ed i tiepidi sono posseduti da quello 
	spirito nemico di cui sta scritto: 
	Quando lo spirito impuro esce dall’uomo, si aggira per luoghi deserti 
	cercando sollievo e, non trovandone, dice: "Ritornerò nella mia casa, da cui 
	sono uscito". Venuto, la trova spazzata e adorna. Allora va, prende altri 
	sette spiriti peggiori di lui, vi entrano e vi prendono dimora. E l’ultima 
	condizione di quell’uomo diventa peggiore della prima (Lc 11,24-26). 
	Senza dubbio chierici, monaci, oppure vergini, orgogliosi, disobbedienti e 
	tiepidi, patiscono di ciò. Quando, infatti, all'inizio della loro 
	conversione, abbandonata la familiarità con il mondo con fervente animo si 
	rifugiarono nella milizia della santa religione, per grazia di Dio 
	abbandonarono tutti i mali; in seguito, nello stesso tempo che per 
	negligenza e per pigrizia non si impegnano, così come con l'aiuto di Dio si 
	erano riempiti di valori spirituali, i vizi che avevano sconfitto li 
	spingono a tornare al vomito, avendoli trovati insieme a molti a pensare 
	nuovamente alle malvagità; si adempie in loro ciò che sta scritto:
	Come un cane quando torna al suo 
	vomito (Cfr. Pr 26,11) diventa ripugnante, così il peccatore quando 
	ritorna al suo peccato. Di tutte queste cose così terribili l'apostolo 
	Pietro proclama; Se infatti, dopo 
	essere sfuggiti alle corruzioni del mondo …, rimangono di nuovo in esse 
	invischiati e vinti, la loro ultima condizione è divenuta peggiore della 
	prima. Meglio sarebbe stato per loro non aver mai conosciuto la via della 
	giustizia, piuttosto che, dopo averla conosciuta, voltare le spalle al santo 
	comandamento che era stato loro trasmesso. Si è verificato per loro il 
	proverbio: «Il cane è tornato al suo vomito e la scrofa lavata è tornata a 
	rotolarsi nel fango» (2 Pt 2,20-22), 20). Questo è ciò che accade a 
	coloro che dopo l'astinenza tornano alla gola, dopo le veglie alla 
	sonnolenza, dopo l'umiltà all'orgoglio, dopo l'obbedienza all'arroganza, 
	dopo la pazienza all'iracondia; come cani tornano al vomito e come maiali 
	tornano nel pantano delle passioni.
	3. E quindi, colui che sa 
	di essere così, intanto che è in tempo per correggersi, con grida e gemiti 
	si sforzi di porre davanti alla ferita dell'orgoglio il medicamento 
	dell'umiltà: si affretti ad assumere l'antidoto dell'obbedienza contro il 
	veleno della mormorazione o dell'iracondia. E, prima che la sua anima 
	colpevole di molti peccati si allontani da questa luce, acquisti un rimedio 
	per il giorno in cui ne avrà un urgente bisogno e si affretti a preparare 
	l'olio di umiltà e di carità della sua lampada inaridita a causa della 
	superbia, intanto che ha l'opportunità di procurarlo e di comperarlo. In 
	modo che, accesa la lampada della verginità tra le sante vergini, 
	sovrabbondi l'olio della carità nel piccolo vaso della sua anima. Perché la 
	verginità nell'intimo del corpo non servirà a nulla se la carità o l'umiltà 
	si allontaneranno dal cuore. Le anime sante osservino queste cose e (le 
	sorelle) che vogliono essere come loro, non desistano dal compierle.
	4. Senza dubbio le altre 
	(sorelle) che non vivono spiritualmente ma secondo la carne, si sottomettono 
	infelicemente non all'umiltà ma all'orgoglio: né come api spirituali 
	raccolgono il miele, ma quasi come vespe diffondono i crudeli veleni. 
	(Veleni che diffondono) quando diventano disobbedienti alle anziane, quando 
	vengono eccitate dalle fiamme dell'iracondia, quando nascondono l'odio nel 
	cuore, quando fanno naufragare se stesse e le altre dopo essere state 
	scacciate dal porto dell'obbedienza a causa delle proprie mormorazioni ed 
	essere state allontanate dalla quiete della pazienza. E quelle che 
	all'inizio della propria conversione, abbandonati i flutti del secolo si 
	sono rifugiate nel monastero, ora dimostrano di essere naufragate con 
	eccessivo ardore di superbia nello stesso porto a causa delle tempeste 
	dell'iracondia. Sono migliori di costoro quelle che vediamo servire al 
	secolo, poiché è molto migliore un'umile matrimonio di una superba 
	verginità, e che si custodiscono più lodevoli in mezzo al mare con l'aiuto 
	di Dio rispetto a quelle che entrano in porto con eccessiva negligenza o 
	noncuranza. 
	5. Felici, dunque, sono 
	quelle anime che si sforzano di riempire il loro cuore con diversi aromi di 
	virtù per dono di Cristo; così che dalla loro bocca sono citate soltanto la 
	carità e l'umiltà, seguite dalla castità, dalla mitezza e dall'obbedienza: 
	ne consegue che gli esempi di una santa vita procurano premi eterni per sé e 
	per le altre. Come al contrario sono infelici, misere ed addolorate di ogni 
	fonte di lacrime quelle che sono così corrotte dalle cattive abitudini che 
	dalla loro bocca e da un'indegna condotta non compaiono medicamenti di 
	Cristo, ma veleni del diavolo. Quelle che all'esterno con l'abito religioso 
	si nascondono per così dire con pelli di agnello, all'interno sono percepite 
	come lupi rapaci. Costoro, secondo l'usanza dei serpenti o delle vipere, 
	sembrano dimostrare così a lungo una finta umiltà dall'aspetto esteriore per 
	tutto il tempo che non vengono corrette con una punizione: quando invece vi 
	sarà una lieve ammonizione, allora con una falsa ed estranea umiltà viene 
	allo scoperto il desiderio di superbia; in quel momento nella verità si 
	riconosce che una cosa veniva detta con la bocca ed un'altra veniva nascosta 
	nel cuore; la falsa umiltà era simulata nel corpo ed il veleno dell'orgoglio 
	[1212D] era nascosto nella mente. 
	6. Di conseguenza abbiamo suggerito alla vostra carità 
	tutte queste cose, con ogni umiltà e con paterna sollecitudine, essendo in 
	ansia (per voi) piuttosto che supponendo qualcosa di male in voi; per questo 
	motivo davanti ai vostri occhi abbiamo voluto esporre le negligenze dei 
	tiepidi. In tal modo sarete con gioia grate a Dio delle cose buone che sono 
	spiritualmente contenute in voi per dono divino e supplicherete 
	continuamente la misericordia di Dio per me ed i miei simili, che siamo 
	ancora afflitti da molte negligenze. Quando davanti al tribunale di Cristo 
	vi sarà attribuita la corona per la perseveranza nelle buone opere, per 
	vostra intercessione ci verrà forse concessa l'indulgenza dei nostri peccati 
	con l'aiuto di nostro Signore, che con il Padre e lo Spirito Santo vive e 
	regna nei secoli dei secoli. Amen.
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	marzo 2020        a cura di Alberto "da Cormano"        
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