LE ISTITUZIONI CENOBITICHE
di GIOVANNI CASSIANO
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JOANNIS CASSIANI ABBATIS MASSILIENSIS
DE COENOBIORUM INSTITUTIS LIBRI DUODECIM
Epistola s. Castoris aptensis episcopi
Ad
Domnum Cassianum Abbatem massiliensem
Estratto da "Patrologia Latina Database"
di J. P. Migne |
LETTERA DEL BEATO CASTORE, VESCOVO DI APT, A CASSIANO, ABATE DI MARSIGLIA(Libera traduzione) |
Domno sanctitatis speciali gloria decorato,
atque per omnia memorando: sed et scientiarum decore pollenti, Patri
scilicet Cassiano, Castor in mundo degentium peripsema (I Cor. IV), quae
possumus servitutis humillima. Rationabiliter, Pater, irrationabilibus et elinguibus paedagogi fomenta subveniunt: quia etsi non aequa omnibus moderatio, oppressa humanitate vigere deprehenditur: restat tamen ut his quibus subacta probatur, subigat emolumentum. Non enim omnia possumus omnes; quia non omnium nosse certare. Merito enim sui quisquam jacturam incurrit, qui ea quae potiora capere didicit bona, surripere minime ambigit [Forte satagit]. Diutina namque sunt exercitatione premendi, variisque operibus alendi, quibus aliorum discretio subrogatur. Etenim aliquoties praesumptor sua temeritate succumbit, dum, necessariis usibus apta, sua incongrua industria incertis moderationibus dispertitur. |
Al signore decorato di una gloria speciale per la sua santità, illustre
in tutta la sua vita, distinto per l'onore del sapere, vale a dire a
Cassiano nostro Padre, Castore,
il rifiuto
di tutti gli uomini (Cfr. 1 Cor 4,13),
offre l'omaggio del più umile dei suoi servitori.
La ragione stessa richiede, o Padre, che coloro che non sanno utilizzare
la ragione e si trovano incapaci di esprimersi trovino aiuto e soccorso
nelle cure affettuose di un maestro. Infatti, nello stato della nostra
natura decaduta, non tutti hanno un'adeguata rettitudine. Resta tuttavia
il fatto che, accettando di subire una disciplina, l'umanità si mette in
grado di conquistare dei vantaggi considerevoli.
Nessuno può fare tutto e
non tutti conoscono l'arte di combattere. Ma meritatamente incorre nella
sconfitta colui che sa dove prendere i beni migliori e trascura di
impossessarsene. D'altra parte, quanto devono piegarsi a lunghi
esercizi, fortificarsi con lavori molteplici e vari, coloro che sono
chiamati a guidare gli altri! Talvolta, il (maestro) presuntuoso
soccombe per la sua temerarietà quando, avendo di che soddisfare a tutti
i bisogni, spende senza discernimento il suo impegno in direzioni
incerte. |
Nobis vero idiotis facile per incuriam inepta persuaderi possunt.
Te ergo, charissime Pater, qua possumus charitate praevenimus, quo pia ac
inexhausta exuberantia, nihil promere sapientibus nobis subvenias, et
quibus praeemines exercitiis, sub quibus praepollens mens et membra
creverunt, nos neophytos, et mundialis pompae accurationibus illectos
excitare non differas.
Te quidem potissimum Orientalium coenobiorum doctrina expertum tenemus,
maximeque Aegyptiorum, et apud Thebaidem fundatorum: praesertim cum et
loca Dominica nativitate insignia tua sint illustrata praesentia.
Quocirca cum sis omnium studiorum Catholicorum disciplina
refertus, te quoque convenit nos scientiae inopes, non praeterire.
Poscimus namque tuam paternitatem, ut instituta monasteriorum, quae per
Aegyptum et Palaestinam florere, ac institui vidisti, et servanda
sanxisti, et sicuti ibi a Patribus tradita sunt, simplici sermone in
nostro rudi monasterio adhibere complanata non abnuas, et eloquiorum
tuorum melliflua suavitate exuberantia verba diffundens, nostra diu
arentia corda rigare non differas: ex quo abjecta sterilitate fruges
justitiae valeant pullulare. |
Ora, ignoranti come siamo, noi potremmo facilmente, per
disattenzione, lasciarci persuadere di ciò che non ci conviene.
Io, dunque, vengo da te, carissimo Padre, con tutta la carità che è
in me: che la tua abbondanza inesauribile supplisca alla nostra
impotenza! Le eccellenti moltitudini che tu oggi presiedi hanno visto
crescere i tuoi giovani anni ed aprirsi questa così notevole
intelligenza; noi siamo solamente dei neofiti per i quali le vanità del
secolo non hanno perso il loro fascino; svegliaci con la descrizione
della tua vita, non rimandare! Noi ti riteniamo l'uomo più istruito sulla dottrina dei monasteri orientali, particolarmente di quelli dell'Egitto e della Tebaide: tu hai illustrato con la tua presenza i luoghi resi famosi dalla Natività del Signore.
Ma poiché possiedi a fondo tutti i settori della scienza
cattolica, hai il dovere di non abbandonarci alla nostra povertà di
erudizione. Imploriamo ai tuoi
sentimenti paterni di
non
rifiutare al nostro novizio monastero di spiegargli semplicemente, come i
Padri te le hanno insegnate, le istituzioni cenobitiche che hai visto
stabilirsi e fiorire in Egitto e nella Palestina e che tu stesso
(osservi e) fai
osservare. Non tardare nello spargere le tue parole colme di
un'eloquenza dolce come il miele e nell'abbeverare i nostri cuori, da
tempo aridi, affinché finisca il tempo della sterilità ed abbondino i
frutti di giustizia. |
Unde reor si quid proficere nos possibile fuerit, te quoque potiori
merito munerandum: si paterni laboris obedientia inertium mentes
qualemcumque reddiderint habilem servitutem.
Vale, pater Dei
servorum, et memento nostri. |
Io credo che se riusciremo a fare qualche progresso e se, come risposta
al tuo paterno lavoro, la nostra indolenza potrà offrire a Dio un
servizio meno indegno, tu ne avrai un'adeguata ricompensa. Stammi bene! Padre dei servitori di Dio, e ricordati di noi. |
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23 dicembre 2018 a cura di Alberto "da Cormano" alberto@ora-et-labora.net