Salmi di Salomone
Di André Gilbert, dicembre 2018.
Estratto e tradotto dal sito
https://www.mystereetvie.com/
Cosa sono i Salmi di Salomone?
Come suggerisce il nome sono dei salmi, dunque normalmente dei canti
accompagnati da musica, ovvero delle melodie (dall'etimologia greca:
ψαλμός
(psalmos) e dall'etimologia ebraica: mizmōr). Sono dei salmi
detti di Salomone, non perché Salomone ne fu l'autore, ma perché furono
posti sotto l'autorità di Salomone, di cui si apprezzava la saggezza. Non fu
forse detto che Salomone "pronunciò tremila proverbi e le sue odi furono
millecinque" (1 Re 5, 12)? Qui ci sono diciotto salmi in tutto.
Essi non fanno parte del canone delle Scritture e quindi sono classificati
tra gli scritti apocrifi, ma il fatto che siano apocrifi non toglie il loro
valore.
Di solito, un salmo nasce da circostanze particolari. Nei cosiddetti Salmi
di Davide, vale a dire i salmi delle nostre Bibbie, queste circostanze sono
spesso poco chiare: a furia di essere ripetute e riprese nel corso dei
secoli da parte della comunità ebraica, queste circostanze sono un po'
sbiadite, come le sommità delle montagne si arrotondano con l'erosione.
D'altra parte, le circostanze principali dei Salmi di Salomone rimangono
molto chiare: furono composte nel periodo dell'invasione romana della
Palestina sotto la direzione di Pompeo, nell'anno 63 prima della nostra era
[1].
Per un pio Ebreo, è una catastrofe vedere i pagani che calpestano la terra
santa di Gerusalemme ed il suo tempio. Dio ha abbandonato il suo popolo? A
questo fatto sembra aggiungersi lo scandalo dell'atteggiamento dei Sadducei,
questa élite religiosa che si adatta bene alla presenza romana e che prende
le distanze da un gran numero di regole religiose.
I Salmi di Salomone sono nati dalla reazione di un gruppo di pii Ebrei di
Gerusalemme ad una tale situazione.
Composizione
La lingua di composizione sembra sia stato l'ebraico. Anche se i manoscritti
più antichi sono in greco, tali manoscritti offrono tutti i segni di una
traduzione dall'ebraico:
-
Il vocabolario greco è semplice e non può provenire da un grande autore.
-
Ci sono molti semitismi.
-
Alcuni passaggi sono oscuri od incomprensibili, tali da far presumere un
testo ebraico alle sue spalle.
Ma è un testo che fu tradotto molto presto in greco, poiché è già utilizzato
nel libro del profeta Baruch, uno scritto greco del primo secolo della
nostra era.
Quando furono composti questi salmi? Dal momento che si fa allusione alla
conquista romana dell'anno 63 prima della nostra era, dobbiamo situarli
nella metà del primo secolo prima della nostra era. D'altra parte, ci si
riferisce anche alla morte di Pompeo (Sal S 2, 26), assassinato in Egitto
nel 48 a.C. In base a questi riferimenti è prudente parlare di una
composizione fatta nella seconda metà del primo secolo a.C.
Da chi sono stati composti? Alcuni difendono l'idea di un singolo autore a
causa di una certa unità di pensiero, altri quella di diversi autori a causa
delle differenze tra i salmi. Comunque sia, l'individuo o gli individui
rappresentano una comunità di devoti ebrei rimasti scossi davanti al
collasso del loro universo religioso, sia a causa dell'invasore pagano che,
allo stesso tempo, delle autorità sacerdotali in carica. Gli autori a volte
sono stati identificati con dei Farisei o anche con degli Esseni. Non c'è
modo di identificarli con sicurezza perché molte delle idee dei Farisei e
degli Esseni erano condivise da una parte della popolazione che non
apparteneva a nessuna setta.
Ciò che è certo è che l'autore o gli autori vivevano a Gerusalemme dove
accadde tutto. E ci sono tre gruppi che si affrontano: naturalmente la
comunità ebraica e pia dell'autore (o degli autori), ma anche i
conquistatori pagani, che gli Ebrei chiamano i Gentili, e le autorità locali
favorevoli ai Romani e che possono essere identificate con i Sadducei,
membri di una minoranza religiosa.
Perché è importante conoscere i Salmi di Salomone?
Se unifichiamo la fine del primo secolo prima della nostra era e quella
dell'inizio del primo secolo della nostra era, i Salmi di Salomone sono una
grande testimonianza del mondo che ha visto nascere e crescere Gesù.
Iniziamo con il mondo politico. La Palestina è sotto l'egida dell'Impero
Romano, ciò che crea una situazione di tensione: gli Ebrei sono sottomessi
alla benevolenza di questi pagani il cui rispetto per le tradizioni
religiose dipende molto dai prefetti in carica; l'atteggiamento di Pilato
varierà notevolmente durante il suo mandato. La casta sacerdotale dei
Sadducei si adatta bene alla presenza romana ed uno di questi rappresentanti
è proprio Anna, colui che, stando al Vangelo secondo Giovanni, interrogherà
Gesù durante il suo processo.
Ma la cosa più interessante per noi è l'atmosfera religiosa che si crea con
l'arrivo dei Romani e la teologia che vi si sviluppa. Quando si videro
sandali pagani calpestare il suolo del tempio e persone innocenti morire e
che anche l'élite ebraica si adattava a tutto ciò, ci si pose la domanda:
che cosa fa Dio? Ha dimenticato la sua alleanza? Poiché i Romani erano
troppo forti, si sapeva che era impossibile prendere le armi contro di loro.
Tutto ciò creò un contesto escatologico ed apocalittico: poiché non erano in
grado di trovare una soluzione come devoti Ebrei, si dissero che Dio solo
poteva sistemare le cose intervenendo lui stesso e che lo avrebbe fatto
presto alla fine del storia che si avvicinava. Lo farà attraverso il suo
messia, un figlio di David che restaurerà il suo regno per sempre. Questo
messia sarà senza peccato, come gli ebrei devoti, e promuoverà le antiche
virtù: saggezza, giustizia, compassione, potenza. Egli ripristinerà le
dodici antiche tribù e praticherà come un tempo la rettitudine e la fedeltà.
Inoltre, riporterà in patria gli Ebrei della diaspora e purificherà la terra
ancestrale, in modo che le nazioni verranno da lei per rendere omaggio a
Gerusalemme ed al suo re, come predetto da Isaia. Infine, ciò che è
notevole, i Salmi di Salomone usano per la prima volta l'espressione "Messia
(Cristo) Signore", un'espressione che sarà al centro del Nuovo Testamento.
Tale contesto ci aiuta a comprendere alcune scene dei Vangeli, come quella
in cui si chiama Gesù figlio di David, od anche il fatto che Gesù abbia
riunito un gruppo di dodici discepoli, un'eco delle dodici tribù di Israele.
Allo stesso tempo, un tale contesto ci aiuta a cogliere l'ambiguità del
titolo di messia: c'era una connotazione politica, anche se non aveva una
connotazione militare, perché la fede ebraica non poteva prosperare senza
una forma di autonomia e di indipendenza.
I Salmi di Salomone nella storia.
Questi salmi hanno avuto poca eco nella comunità ebraica, con l'eccezione
del libro di Baruch
[2]
(I secolo d.C.). Sono menzionati all'inizio del Codex Alexandrinus
[3]
(5e s.) quando all'inizio esso menziona la lista degli scritti canonici:
probabilmente erano ricopiati alla fine del codice dopo i libri del Nuovo
Testamento, ma sfortunatamente questa parte rimane mancante. Poiché sono
associati alle Odi
[4]
per il loro riferimento a Salomone, anche la loro storia manoscritta è
associata ad esse perché sono stati spesso copiati nello stesso manoscritto.
Questo è il modo in cui sono citati insieme in un'opera del VI secolo dello
Pseudo-Atanasio (Synopsis Sacrae Scripture) che scrive: "Ci sono altri libri
dell'Antico Testamento che non sono considerati canonici, ma che sono letti
ai catecumeni ... Maccabei ... Salmi e Odi di Salomone". Allo stesso modo,
appaiono in un elenco fornito da Niceforo I (758-828), patriarca di
Costantinopoli, concernente la Sticometria (ovvero il calcolo del numero di
righe nei manoscritti) dei libri sacri sotto il titolo di libri non canonici
del Vecchio Testamento: "I Salmi e le Odi di Salomone, 2.100 righe".
Così, per diversi secoli si è creduto che questi salmi fossero andati persi
definitivamente, fino a quando un archivista di Augsburg (in italiano
Augusta, città della Germania) David Hoeschel nel XVII secolo scoprì la loro versione greca nel codice Vindobonensis (V), datato al X secolo.
In
seguito questa versione fu pubblicata con una traduzione latina del gesuita Jean Louis de la
Cerda (Adversaria Sacra , Lione,
1626). Nel 1909, quando J. Rendel Harris scoprì il manoscritto siriaco
del XV sec. contenente le Odi di Salomone, trovò anche in questo stesso
manoscritto i Salmi di Salomone nella loro traduzione siriaca.
In breve, ora abbiamo 11 manoscritti greci e quattro siriaci, che vanno dal
X al XV secolo. I salmi di Salomone sono inclusi nelle edizioni della
Settanta,
perché i codici Alexandrinus e Sinaïticus molto probabilmente li includevano
sui fogli che ora sono persi. Questo è ciò che fa A. Rahlfs, in un'edizione
critica (Septuaginta, Stoccarda.
Deutsche Bibelstiftung, 1935), che li include dopo il Siracide e prima di
iniziare i dodici profeti minori.
Riferimenti:
- R.B. Wright, Psalms of Solomon,
The Old Testament Pseudepigrapha,
v. 2, ed. James H. Charlesworth.
Doubleday: Garden City, 1985, p. 639-670.
- Pierre Prigent, Psaumes de Salomon,
La Bible. Les écrits
intertestamentaires. Paris: France, Gallimard (Bibiliothèque de la
Pléiade), 1987, p. 945-992.
[1]
Il generale romano Gneo Pompeo Magno (106 – 48 a.C.) con la
conquista di Gerusalemme nel 63 a.C. diede inizio alla dominazione
romana in Giudea. Il generale romano portò a Roma come prigionieri
anche coloro che avevano governato la città di Gerusalemme prima
della sua conquista (Aristobulo II con i suoi due figli Alessandro
ed Antigono).
Pompeo, dopo la conquista della città santa, per assicurarsi il
controllo romano nella Giudea diede la carica di sommo
sacerdote di Gerusalemme ad Ircano II che ebbe anche il titolo di
etnarca della Galilea, Giudea e Perea. Insieme ad Ircano II per
governare quelle regioni Pompeo mise come amministratore l’idumeo
Antipatro (padre di Erode il Grande). (Fonte:
https://www.granellinodisenapa.it)
[2]
Il Libro di Baruc è un libro della Bibbia cristiana (Settanta e
Vulgata) ma non accolto nella Bibbia ebraica. Come gli altri libri
deuterocanonici è considerato ispirato nella tradizione cattolica ed
ortodossa, mentre la tradizione protestante lo considera apocrifo.
L'ultima sezione del libro di Baruch, la cosiddetta Omelia
profetica di consolazione, si estende da 4,5 a 5,9. In particolare la
sezione da 4,36 a 5,9 mostra uno stretto collegamento con il Salmo
di Salomone XI.
[3]
Il Codice Alessandrino, o Codex Alexandrinus (Londra, British
Library, MS Royal 1. D. V-VIII; Gregory-Aland no. A o 02) è un
manoscritto greco della Bibbia del IV - V secolo d.C. contenente la
traduzione in greco dell'Antico Testamento detta dei Settanta ed il Nuovo
Testamento. Come il Codex Sinaiticus e il Codex Vaticanus, è uno dei
più antichi e ampi manoscritti biblici. Trae il suo nome dalla città
di Alessandria d'Egitto, dove rimase per lungo tempo prima di essere
trasferito a Londra nel XVII secolo.
(Fonte: Wikipedia)
[4]
Odi di Salomone: Raccolta di 42 inni di autore sconosciuto, degli
inizi del 2° sec., di cui è perduto l’originale in greco, mentre è
giunta la traduzione siriaca pubblicata nel 1909, di intensa
religiosità giudeo-cristiana e di squisita bellezza poetica.
(Fonte: Enciclopedia Treccani)
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10 febbraio 2019
a cura di Alberto "da Cormano" alberto@ora-et-labora.net