L'Inchiesta - anno VI numero 18 - Domenica 02 Maggio 1999

    Il presente numero de L'Inchiesta on Line è stato reso disponibile dalla redazione del Corriere del Sud Lazio.

Secondo Mondadori le ossa di S. Benedetto
e Santa Scolastica si trovano... in Francia
di Emilio Pistilli

 

Credo che un colosso dell'editoria italiana come è Mondadori possa permettersi il … lusso di servirsi di studiosi seri ed affidabili nelle sue attività editoriali. Ma così pare non sia stato dal momento che si lascia correre e propagare un vero e proprio falso storico. Secondo l'ignoto redattore della "Storia Universale: dalla preistoria alla seconda guerra mondiale", edita in Cd-Rom per i lettori del settimanale Panorama, i corpi di S. Benedetto e della sorella S. Scolastica non si troverebbero in Montecassino, dove tutto il mondo cattolico va a venerarli, ma in Francia. Ecco quanto dice letteralmente il testo: "il corpo di S. Benedetto e quello della sorella Santa Scolastica vennero abbandonati alle devastazioni longobarde; le reliquie sarebbero state poi recuperate nel VII secolo da alcuni monaci galli e trasportate presso l'abbazia di Fleury-sur-Loire, dove si trovano tuttora". Dunque, se il documentatissimo storico di Mondadori dice il vero, i milioni di pellegrini che si accingono a visitare la tomba del patriarca d'Europa nel prossimo anno giubilare saranno vittime di una vera e propria turlupinatura: andranno a prostrarsi dinanzi ad una tomba vuota! Non scherziamo! Il Nostro evidentemente con i suoi studi si è fermato al medioevo ed esattamente all'VIII e IX secolo, quando si favoleggiava di fantastiche traslazioni di ossa di santi da ogni parte d'Italia verso la Francia. Secondo tali tradizioni - prive di ogni fondamento storico - alcuni pellegrini francesi, approfittando dello stato di abbandono del monastero di Montecassino, seguito alla devastazione dei Longobardi tra il 577 ed il 589, avrebbero trafugato le ossa dei due santi fratelli per trasportarle a Fleury; di lì le ossa di S. Scolastica sarebbero poi state traslate a Le Mans. Questa notizia, come spesso stranamente accade per alcuni falsi storici, ha avuto lunga vita (e continua ad averne, a quanto pare), forse perché alimentata dalla cultura transalpina, impareggiabile promotrice di se stessa: vedi i codici ultramontani, quasi sempre di origine francese, pubblicati nei Monumenta Germaniae Historica (MGH), che alimentano la falsa notizia traendola da Paolo Diacono (la fonte primaria per la storia dei Longobardi). Questi infatti, alla fine dell'VIII secolo, scrive: "… alcuni Franchi, provenienti dalla regione dei Cenomanni o degli Aurelianensi [Le Mans ed Orléans], approfittando dell'abbandono in cui ormai da molti anni si trovava il monastero di Cassino, dove giace ["requiescit"] il santo corpo del beatissimo Benedetto, dopo aver finto di vegliare in preghiera presso i resti del venerando padre, ne rubarono le ossa insieme con quelle di sua sorella, la veneranda Scolastica, e le portarono nella loro patria, dove per l'occasione furono costruiti due monasteri in onore dei due santi". I citati codici MGH trascrivono il "requiescit" in "requiescebat": cioè "riposava" anziché "riposa". Paolo Diacono si limita a riportare la tradizione francese mostrando, anche, di non essere ben informato dal momento che ricollega erroneamente la costruzione dei due monasteri all'episodio riferito. Un fatto storico acclarato, invece, è che l'abate di Montecassino Optato nel 759, su richiesta di re Desiderio, inviò a Leno (Brescia) un gruppo di monaci con alcune reliquie di S. Benedetto, segno evidente che le ossa del santo erano ancora a Montecassino: da queste reliquie fu preso il radio sinistro riportato a Montecassino nel 1878 e che annualmente si porta in processione per le vie della città di Cassino. Altre reliquie poi presero varie vie da Montecassino. Non è il caso qui di segnalare tutte le prove della permanenza dei resti mortali di S. Benedetto e S. Scolastica a Montecassino: troppa letteratura esiste sull'argomento (per tutti rinvio al lavoro di T. Leccisotti, Il sepolcro di S. Benedetto, del 1951). Ci si può limitare a ricordare le ricognizioni storicamente documentate, come quella del 1484 operata dal cardinale Giovanni d'Aragona, abate di Montecassino, o quella del 1545 fatta dall'abate Girolamo Scloccheto, ancora: quelle del 1637 dell'abate Simplicio Caffarelli e del 1659 dell'abate Angelo Della Noce. Ma più di ogni altra prova o argomentazione vale il ritrovamento fatto nel 1950 (abate Ildefonso Rea), durante i lavori di ricostruzione dell'altare maggiore della basilica di Montecassino, distrutta dai bombardamenti del 1944. Nella rimozione dei materiali utilizzati per l'altare provvisorio del 1945, al di sotto, fu rinvenuta la tomba dei due santi, miracolosamente intatta, con una bomba d'aereo conficcata a meno di un metro di distanza, inesplosa. Sui sacri resti fu effettuata una perizia dal professor Luigi Olivieri e dal dottor Domenico Catalano dell'Istituto di Anatomia umana normale dell'Università di Napoli; al termine fu redatta una relazione peritale che confermava pienamente l'attribuzione delle ossa ai due santi, attribuzione, del resto, già effettuata grazie alla ricognizione archeologica del sito. Il ritrovamento ebbe vasta eco in tutto il mondo. Ma all'esperto di Mondadori, evidentemente, non è mai giunta.Questo falso, poi, fa il paio con quello divulgato da emeriti novelli storici contemporanei, secondo i quali il monastero di Montecassino durante il secondo conflitto mondiale ospitò truppe tedesche a difesa della Linea Gustav: sappiamo, invece, che così non fu; però questo servì come pretesto per la distruzione di uno dei più importanti monumenti dell'umanità.


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22 giugno 2014          a cura di Alberto "da Cormano" Grazie dei suggerimenti alberto@ora-et-labora.net