La Regola di Afraate il "Saggio persiano"

Alcuni brani estratti e tradotti da "Solitude et communion. Tome I",

di Jean-Luc Molinier - Cerf Patrimoines 2016

Afraate sarebbe nato all'inizio del quarto secolo da genitori pagani; convertito, divenne monaco, superiore degli asceti giudaico-cristiani, forse un vescovo. Sembra che abbia vissuto nella regione di Mosul e il suo nome č spesso associato a quello di "Saggio persiano".

Abbiamo visto sopra che la comunitā ascetica di Afraate fa parte dei "Figli dell'Alleanza" ai quali egli scrive diverse esposizioni per aprirli ad una fraternitā universale dei discepoli di Cristo. Il paragrafo 8 dell'Esposizione 6 ne sarebbe l'elemento centrale, una sorta di sintesi della Regola degli asceti. La maggior parte dei commentatori presenta questo testo al di fuori del suo contesto; Afraate si preoccupa di dimostrare che l'intera Esposizione 6 e le cinque Esposizioni precedenti sono la cornice, la custodia e la chiave di lettura di questo paragrafo 8.

Ad Afraate č stato chiesto di fornire "l'elenco delle opere richieste dalla fede" per "raggiungere la perfezione". Consapevole dell'ambiguitā di questa richiesta alla quale infine acconsente (Esposizione 6, 8), egli si preoccupa di collocare la Regola nel contesto di una lunga catechesi. La prima Esposizione, intitolata Sulla fede, č redatta secondo uno schema che preannuncia giā quello delle Esposizioni seguenti: la richiesta dell'interlocutore, un lungo commento sul Vangelo che consente uno spostamento della domanda e la risposta del saggio alla questione posta.

Seguiremo il suo viaggio presentando la sua prima Esposizione, che č un'introduzione ed una presentazione delle seguenti sei Esposizioni; poi, riassumeremo brevemente il pensiero di Afraate sviluppato nelle Esposizioni dalla 2 alla 6 sull'amore, il digiuno, la preghiera, le guerre e la vita solitaria; metteremo in evidenza la logica interna e la sequenza delle sue Esposizioni. Alla fine, come fa Afraate, daremo il testo della Regola (Esp. 6, 8), presentata e spiegata da quanto precede.

Il contesto in cui Afraate si dibatte consente una riflessione sullo stato della legge nel cristianesimo, su quello dell'ascesi e quindi sul significato che una regola, anche monastica, ha per un cristiano. Coloro ai quali egli si rivolge sono essenzialmente dei giudeo-cristiani ai quali propone una riflessione sulla legge, rinnovata dalla fede cristiana.

Rifiuta di rispondere immediatamente alla "lettera di richiesta", reale o immaginaria, di un interlocutore anonimo che vuole ottenere da lui una Regola e delle leggi e gli offre una riflessione sull'amore; Afraate, nel farlo, senza ignorare che l'ascetismo educa all'amore, mette in discussione la retorica che considera l'ascetismo come una tecnica che, quando viene messa in pratica, produce amore.


Testo italiano della Regola

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2 novembre 2019                a cura di Alberto "da Cormano"        Grazie dei suggerimenti       alberto@ora-et-labora.net