INTRODUZIONE

Ecco dunque il commento dottrinale e spirituale che abbiamo progettato fin dall'inizio della nostra impresa e annunciato nella prefazione del commento precedente. Omissis...

Dottrinale e spirituale: che cosa vuol dire? Prima di tutto si tratta di confrontare la Regola con la sua ispiratrice: la Scrittura. Poiché ogni pensiero patristico è situato all'incrocio dell'esperienza umana e della riflessione sulla Bibbia, il primo compito del suo interprete consiste nel mettere in evidenza i testi scritturistici, che ne formano la trama, nell'esaminare come essi si richiamano e si respingono, come si completano e si correggono l'un l'altro nello spirito dell'autore. Queste fonti bibliche sono più o meno evidenti. Al di là delle citazioni formali e delle allusioni trasparenti, occorre far attenzione alle semplici reminiscenze e agli echi più sommessi, appena coscienti indubbiamente, ma per questo non meno significativi. Omissis....

Niente è più illuminante di questa ricerca della parola di Dio soggiacente alle massime e alle osservanze monastiche. Più di una volta, essa mette in evidenza la catena ininterrotta che, attraverso gli scritti dei Padri, riallaccia la nostra Regola all'insegnamento del Nuovo e del Vecchio Testamento. In altri casi, l'influenza della Scrittura non si esercita attraverso una tradizione letteraria, ma direttamente, perché Benedetto attinge al tesoro dei Libri santi con assoluta indipendenza. Ma qualunque sia la maniera nella quale egli vi si accosta, raramente la sua interpretazione rimane chiusa entro i limiti precisi del testo ispirato. La fedeltà non si separa dalla libertà e la dipendenza conduce a un superamento. Il monachesimo, costruendosi sul fondamento della Scrittura, fa salire il suo edificio a un altro livello. Omissis....

Per comprendere il suo linguaggio bisogna prima di tutto, se non esclusivamente, cercarne i riferimenti nei principi e nelle istituzioni della fede cristiana: Chiesa e sacramenti, Scrittura e tradizione, magistero e gerarchia, parola e grazia divine, consacrazione verginale e martirio. Le analogie di questo monachesimo con quelle dell'Oriente pagano, delle quali oggi ci si interessa tanto, non devono far dimenticare la sua appartenenza incondizionata alla Chiesa di Cristo.

* * *

Questa considerazione primordiale del rapporto della Regola con la Bibbia implica, come si è appena visto, un'attenzione costante ai testi dei Padri e degli antichi monaci nei quali si dispiega e talvolta si svela la vena scritturistica che attraversa il nostro testo. L'opera di Benedetto è inseparabile da tutta questa letteratura. Composta in gran parte di estratti o di sunti di una Regola anteriore non può essere capita se non in riferimento ad essa. Per questo il presente commento si occuperà tanto della Regola del Maestro che di Benedetto. Inoltre, la sua sobrietà obbliga a cercare da diverse parti quelle spiegazioni che egli non dà. Suggerita e guidata dallo stesso Benedetto, il cui ultimo capitolo contiene le raccomandazioni che si conoscono, questa ricerca va naturalmente verso Basilio, Cassiano, Agostino, le Regole e le Vite dei Padri. Più di una volta, essa mette davanti non soltanto a dei paralleli istruttivi, ma a dei veri modelli ai quali la Regola si è ispirata.

* * *

La ricerca degli scritti dei Padri, già necessaria per scorgere da quali premesse Benedetto parte, che cosa egli vuol dire e dove ci conduce, lo è ancora di più per il fatto che il nostro tempo e la nostra cultura sono più lontani dai Padri che il suo tempo e la sua cultura. Se non si conosce questo contesto del pensiero patristico e del monachesimo primitivo, si rischia di iniettare nel suo testo le nozioni che ci sono familiari e di ridurre il suo discorso alle nostre categorie mentali d'oggi. Omissis....

Per il monachesimo occidentale, la Regola benedettina non è stata solamente, sia pure molto in ritardo, la legislazione originale di un lontano passato dalla quale ci si sarebbe allontanati sempre di più. Essa è rimasta l'ideale che stimolava le buone volontà, il rimprovero che inquietava le indolenze, il programma di riforme mediante le quali le comunità generose le si avvicinavano. "Essi bevevano da questa roccia spirituale che li accompagnava" (1Cor 10,4). Questa immagine d'Israele peregrinante, evocata da san Paolo secondo una tradizione giudaica, esprime molto bene quello che la Regola, come anche la Scrittura, è stata per il monachesimo nel suo cammino attraverso la storia: una sorgente sempre vicina, verso la quale bastava tendere la mano per dissetarsi.


Ritorno alla pagina "Le fonti della Regola di San Benedetto"


| Ora, lege et labora | San Benedetto | Santa Regola | Attualità di San Benedetto |

| Storia del Monachesimo | A Diogneto | Imitazione di Cristo | Sacra Bibbia |


22 giugno 2014                a cura di Alberto "da Cormano"        Grazie dei suggerimenti       alberto@ora-et-labora.net